Potrebbe sembrare un cane che si morde la coda, può sembrare che convivano le due cose, e forse in parte, ma solo in parte è così.
Ma indubbiamente, innanzitutto decennio per decennio si è alzata la soglia minima della “sportiva”.
Una volta c’erano auto come la Fiat 850 Coupé-spider, come la X1/9 e altre simili, che si vendevano tanto anche perché costavano poco.
Poi sono arrivate le 124 Coupé-spider, le Mercedes SL, ma anche la Fiat Barchetta o l’Alfa GTV. Un’offerta comunque ampia e variegata.
Poi c’è stato l’avvento dei Suv, una moda che ha preso piede a macchia d’olio e le sportive sono entrate in una fase discendente. Ma sono arrivate anche le “Hot-Hatch”, le 2 volumi derivate da modelli di successo, ma con molto “pepe” in più.
Non era più una mera questione di domanda-offerta, ma in buona parte un “indirizzamento” del mercato da parte dei costruttori, il che ha davvero penalizzato oltre misura le coupé, anche a 4 posti.
Oggi c’è una fase “rivoluzionaria”. Prima i limiti di velocità sempre più assurdi e penalizzanti, poi la prospettiva della “transizione” e i sempre più numerosi dispositivi di ausilio alla guida e di sicurezza, hanno dato la vera mazzata definitiva, e questa volta non solo a coupé e spider, ma anche alle citate hot-hatch, che stanno anch’esse scomparendo dal mercato, quanto meno in versione termica, ma quelle elettriche sembra che non le voglia nessuno…
Se poi aggiungiamo le multe previste per le emissioni “medie” (le sportive termiche incidono negativamente), il quadro è completo.
Ultimamente quindi sono stati soprattutto fattori esterni, diciamo governativi, a dare l’indirizzo programmatico definitivo alla produzione automobilistica.
Questa è la mia personale analisi.
