<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> I diari di Su Maskinganna | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

I diari di Su Maskinganna

Per chi arriva secondo alla gara di Olbia c’è una prova di consolazione contro un pilota neopromosso in Classe D. La gara è un giro singolo intorno al comune di Bonorva. Gara su percorso facile che serve a dare ai neopromossi un assaggio di classe D es ai veterani appunto un osso facile da rodere dopo le mazzate tradizionalmente rimediate ad Olbia.

Come avversario mi tocca una Lotus Exige verde racing britannico guidata da un signorino di nome Harminson. Americano giovane in ricca pensione anticipata che tenta la scalata al Passiléstru.

La corsa è una specie di fagiolo con estremità rivolte a sinistra formato da due S e due curvoni divisi da una rampa di raccordo che immette sul ritorno del circuito. Tracciato come detto facile ed intuitivo, con una sola pecca. Si fa ad ora di pranzo quando non dico che ci sia molto traffico, ma qualcosa c’è. La prova è da prendere quindi con le molle e occorre non lasciarsi trasportare dall’entusiasmo o dallo spirito di rivalsa del dopo Olbia di punire il pivello di turno come sfogo della frustrazione. D’altra parte il suddetto pivello di turno ha più di una ragione di stare molto attento a quello che fa con una classe D in mezzo al traffico.

Il mio pivello è un tipo in gamba; californiano. Ha pure imparato i rudimenti della lingua ufficiale, che nel club è rigorosamente ed esclusivamente il Sardo. Nell’andata resiste bene, anzi parte in testa con la sua agile Exige. I problemi per lui cominciano nella rampa di raccordo, dove lo infilo comodamente all’interno mentre è in preda ad un eccesso di prudenza. Nel ritorno, per un po (sic) tiene, ma poi secondo me si scoraggia ed alza il piede sul veloce finale per non correre rischi eccessivi in una gara persa.

Benvenuto in classe D pivello, ma a me rimane l’amarezza di non aver superato la prova regina della classe.



Mentre mi avvio verso una prestigiosa cronometro di Sa Corruda in provincia di Sassari, gara aperta a tutte le categorie dove si lotta contro tempi interessanti, e dove ho poche speranze ma la voglio fare come sfida personale perché ho troppo veleno in corpo, indovinate un po (sic) chi incontro sul percorso di gara che ho appena terminato contro il pivello.

Incontro Mister Bud e la sua Mitsubishi EVO amaranto. Non ci mettiamo molto a concordare la rivincita su parte del percorso di Bonorva; esattamente la metà iniziale con arrivo alla fine della rampa di raccordo. Vediamo se riesco a farmi due pivelli al prezzo di uno, e cioè 10000 euro che convinco il figuro a mettere sul cofano nonostante le sue ritrosie date dal tipo di percorso, ben più veloce che quello dove ci siamo incontrati la prima volta. Riesco a convincerlo facendogli notare che comunque si corre a traffico aperto e sono le 1700.

Ora questo amante delle auto da rally non lo voglio solo battere, lo voglio annientare, non solo per riprendermi i 10000 che mi ha fregato grazie ad un mio stupido errore ma pure per dimostrare a me stesso che quando decido di vincere, vinco. E poco importa se la Mitsu di Bud è una classe E; è competitiva nel traffico ed il suo pilota è uno che c’è. Ed infatti c’è. In partenza, aggrappa bene con le sue 4 ruote motrici e siamo appaiati. Vado via lentamente in allungo dalla quarta in poi, anche perché all’inizio il traffico è rado. Poi inizia la gimcana tra i civili stile Kanjo sulle higwhay (sic) giapponesi. Devo dire che nonostante io sia assatanato e pronto a sfasciare tutto pur di dominare Bud rimane li (sic) per tutta la prova non riuscendo però a trovare mai la zampata per passare davanti. Taglio il traguardo, che è in mezzo alla rampa da terza, con forse 30 metri di vantaggio e in derapata, tanto per mettere l’accento sul fatto che mi girano le palle. Almeno i 10000 li ho recuperati.

La cronometro di Sa Corruda non è mai stata seriamente insidiata da una classe D. Il tempo massimo per accedere al guadagno secco di 10000 euro è di 3 primi e 35 secondi su un percorso montano in discesa (in un’altra prova più corta si fa in salita in pieno stile cronoscalata), ma qui ci vanno le palle e i soldo+i pronti per un nuovo impianto frenante a fine prova. Quando arrivo sul posto ci sono molti spettatori assiepati lungo la provinciale, come spesso accade quando si sparge la notizia che una classe D prova la Corruda.

Partenza da Su Bacchileddu, arrivo al bivio di Palmadula. Domenica notte sul lunedì, traffico inesistente e comunque inibito dalle macchine civetta ai due capi del percorso. Strade laterali non ce ne sono. La provo in ricognizione. Siamo io, una Porsche 996 GT3 e una Ferrari 458 stock, che comunque rimane sempre una classe A.

Faccio la ricognizione, che posso tirare abbastanza in assenza di traffico e rimango impressionato dalla difficoltà del percorso. Nel primo timido di tentativo di fare il tempo registro 3’38”57, che per una classe D è rispettabile e che mi permette di riprendermi la quota di iscrizione senza infamia e senza lode. Rientro ne più ne meno (sic) nei voglio ma non posso delle classi D che provano espugnare Sa Corruda. Parte la Porsche; 3’33”44 e poi la Ferrari; 3’35”12, non ci sta dentro per 12 centesimi, per altro dopo aver picchiato contro un rail ed aver piegato un ammortizzatore. Alzo gli occhi al cielo. Il Tizio con la Porsche si becca il premio di 10000 euro, ma prima che il commissario possa portargli la valigetta dichiaro che voglio riprovare. Rimetto al quota di iscrizione di 5000 euro in ballo e mi lego bene al Recaro a 4 punti. Serro i guanti e mi sistemo bene il casco. Questa volta spacco tutto. I freni tengono ancora e mi ributto giù a rotta di collo. Descrivere il percorso è inutile. E’ una massa di rampe, rampini e S medie. Chiudo gli occhi e metto in scena la mia miglior guida da formula, mista a rally su un paio di rampini in discesa che faccio di traverso per uscire più forte. Come la macchina arriva giù tutta di un pezzo non ho idea, ma il cronometro si ferma sul 3’34”24 ad un secondo e venti dalla Porsche che però è una classe B. Il primo premio non lo incasso ma mi riprendo i miei soldi e soprattutto il titolo di prima classe D nella storia del Passiléstru a scendere sotto l’uno e trentacinque nella cronometro di Sa Corruda. Grandi acclamazioni del popolo di classe F, E e D venuto ad assistere all’evento. Questa volta i papaveri del club alzano davvero le orecchie.
 
Un buon mese di aprile, che mi risolleva un po (sic) dalle disavventure economiche del mese scorso. Su conto mi rimane poco; 978 euro. Ma ho un buon margine di sicurezza in cassetta di 21500 euro, anche se dalla cronometro di Sa Corruda non ho cavato una monetina. Non dico di essere ai tempi migliori, ma se non faccio altre idiozie dovrei stare in piedi in attesa che le consegne con la Transmed prendano nuovamente respiro internazionale. Non ho abbandonato l’idea di avere una mia compagnia un giorno. Ho imparato molto dalla precedente esperienza e credo che potrei fare meglio. In più mi sono fatto amica una manager americana dell’hub di Cagliari, Brittney, con la quale ho conversazioni e confronti circa la condotta di un’impresa di trasporti. Io ho l’impressione che lei sia interessata a tutt’altro genere di confronti, ma a proposito di questo, staremo a vedere.

Maggio lo passo a fare avanti e indietro tra Sardegna Sicilia e Calabria. Metto insieme quasi tremila euro di paga con la Transmed, quasi interamente portati via delle rate delle macchine.

Quindi a giugno decido di darci dentro a rischiare la vita con il Passiléstru ma questa volta proverò davvero a smuovere le acque, partecipando ad una gara atipica che pur essendo aperta a qualunque veicolo a quattro o a due ruote (ebbene si, il Passiléstru sta aprendo anche ai motociclisti) è normalmente frequentata solo dai papaveri alti armati di classi A. Si tratta di una gara di altissimo profilo; livello champion come si dice nel gergo anglo-sardo del club. Quando chiedo l’iscrizione con la mia Maserati classe D, tutti gridano all’affronto: “Molto insusuale, decisamente ridicolo, ma non contrario al regolamento” afferma il presidente del club (il tizio dotato di Ferrari F-50) contattato per cellulare dai concorrenti offesi per la mia richiesta di partecipare.

La gara di chiama “Eliminatore” perché ha spedito più macchine dal carrozziere lei di un demolition derby e si tiene su un circuito di 7 giri di un percorso corto, e molto ostico. L’ho esaminato bene prima di sceglierlo come posto dove stupirò tutte le alte sfere del Passiléstru. E quando dico alte sfere, lasciatemi elencare la lista dei concorrenti: Lamborghini Diablo taroccata da campionato GT. Mercedes AMG super taroccata da DTM, portata sul posto con un carrello. Ferrari 430 scuderia, Kawasaki Ninja Superbike, Porsche GT3 molto cattiva e certo non di serie, e per finire una Seleen S7 Biturbo, che pare uno Space Shuttle, una Noble qualche cosa, ma quella più potente ed una seconda Ferrari, una 512 TR, che insieme alla mia Maserati dovremmo essere le “macchine materasso”

Ora; a mio favore ho solamente un fatto: Il percorso è molto selettivo: si parte con una S da terza, seguita da un tratto veloce che immette su un rampino da seconda molto difficile ed in contropendenza. Tra l’altro è cieco ed al termine di una salita destrorsa dove si arriva in quinta piena con la Maserati. Con uno di quei bolidi che ho di fronte, non so. Dopo il rampino c’è una destra da terza molto impegnativa e poi un altro rampino che sembra la fotocopia di quello precedente. Poi un altro tratto medio veloce che porta ad una curva lunga di ritorno su cui si arriva in quinta quasi piena ed occorre scalare in quarta e dosare il gas per farla bene, immettendosi sul breve rettilineo che si tuffa dopo breve tratto sulla prima S. Di giri di sta roba ce ne sono sette e poi si prosegue dritti a casa per evitare gli ibirri.

Il percorso e quindi tecnicissimo e questo dovrebbe limitare leggermente la superiorità marcata dei mezzi avversari perché la verità e che io credo – e rimanga tra noi – di essere un pilota nettamente superiore a questi cosiddetti veterani da classe A e quindi di potermeli fare tutti al forno con le patate. Presuntuoso forse, ma questo è quello che credo.

Alla partenza non soffro troppo, come avevo invece previsto, perché la S è vicina e i miei avversari non hanno lo spazio per distanziarmi. Con stupore noto che entrambe le Ferrari sono impacciate e mi stupisco soprattutto dell’agilissima 430. Nel pezzo veloce tra la S ed il primo rampino me le fumo tutte e due. Il percorso l’ho fatto in lungo e in largo per due giorni con traffico aperto e qualche volta anche di notte a traffico limitato. So quello che sto facendo qui. Per i primi due giri rimango dietro alla Diablo che è in testa, alla Mercedes, ed alla moto, il cui pilota le palle le ha davvero. Ginocchio in terra nel guidato medio e veloce, è in difficoltà solo sulle rampe. Con anche più stupore non ho mai visto la Seleen; evidentemente è guidata da uno scarso che è arrivato in classe A non si sa come.

La moto è la prima a cedere. Si tocca con la Mercedes a va per funghi fuori gara. La Mercedes è un osso duro; devo aspettare un altro giro per passarla nella S dopo l’arrivo. La Lambo è tutto un altro paio di maniche. Il pilota ha le palle di acciaio inossidabile e guida come Senna, parzializzando saggiamente sulle curve lente, e andandomi via in accelerazione sul medio veloce e nelle uscite più impegnative. Mai vista in vita mia una Lamborghini guidata al limite. Questa è un’occasione per imparare qualcosa. A questo punto ho già stupito il mondo standomene in seconda posizione con la mia classe D, ma decido che è il momento di sfondare tutti gli argini: guida da formula totalitaria, e traettorie (sic) esagerate alla Valentino Rossi prima della S e poi nel veloce prima del primo rampino. Dopo due giri di questa gimcana sono abbastanza vicino alla Diablo da infilarla nella curva da terza prima del secondo rampino. Grido a squarciagola sotto al casco. Gli sono stato dietro per due giri. Il frastuono del 12 cilindri è di quelli da svegliare i morti, ed in rilascio la sinfonia e di quelle filarmoniche. Al quinto giro sono davanti in prima posizione, ma la Lambo è li (sic). Non la vedo perché è troppo vicina e sulle contropendenze troppo bassa nel retrovisore; ma la sento: eccome se la sento. E la sento soprattutto quando ad ogni staccata mi morde la coda. Pare quasi che voglia giocare al gatto e al topo. Nel sesto giro al primo rampino, non la tengo più e mi passa di prepotenza in frenata, infilandosi tra la mia sinistra ed un palo della luce alla corda della curva. Dopo avermi passato rimane li (sic) per un po (sic) mentre io cerco di reagire. Ma tenere il suo passo si rivela impresa ardua visto che improvvisamente lo ha incrementato. Ben presto nella curva di ritorno prima del traguardo devo esagerare per tenerlo e la macchina si scompone. Perdo quindi contatto e mi devo inchinare alla superiorità del tandem uomo macchina della Diablo blu. Nel settimo ed ultimo giro, tiro i remi in barca per evitare di sciupare anche il secondo posto che mi permette ancora di guadagnare 20000 euro (30000 di premio) e di stupire comunque le alte e le basse sfere del Passiléstru. “La Maserati Gransport che a (sic) quasi vinto l’Eliminatore” riporta qualche giorno dopo il bollettino del club.

Qui cominciano le gare vere. Quelle che portano i soldi veri. Il tizio con la Lamborghini si porta a casa 40000 euro in 10 minuti di lavoro, ed il terzo 10000. Gli altri, pippa. Quota di iscrizione 10000. Alti rischi, alti guadagni. Dei 2000 guadagnati, 9000 me li devo fumare di carrozziere e meccanico tra sportellate con gli altri e visite ravvicinate a rail nei rampini. La Maserati è acciaccata, ma sono secondo nell’Eliminatore.
 
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Nota degli editori

Con la cronometro di Sa Corruda e l'Eliminatore, Su Maskinganna entra prepotentemente nell'orizzonte dei dirigenti alti del Passiléstru; tanto e vero che non molto tempo dopo (Alberto deve ancora raccontarcelo nel suo diario), il presidente del club in persona, molto amico del concessionario Nissan di Cagliari, chiederà di mettere a disposizione del Maskinganna a prezzo mooooolto agevolato una Sylvia tappata da superturismo giapponese che la sede aveva a disposizione come macchina da show off, per facilitare ed affrettare il passaggio del nostro eroe alla classe C. In conseguenza di ciò e come vedremo, il Maskinganna conoscerà una seconda e temporanea "fase giapponese" della sua scalata al Passiléstru.
 
Metà giugno ed è il turno della cronometro validante per la classe C. Io i soldi per comprarmi una classe C decente (dai 100000 e qualcosa in su) non li ho, ma la cronometro la faccio lo stesso per quando li avrò. Molto probabilmente dovrò ripetere tutte le prove di classe D e se necessario anche quelle di gruppo E rispolverando la Nismo Nissan per mettere insiemi i denari necessari. Di mettermi sul groppone altre rate non ci penso manco per niente, nemmeno a tasso zero e i contanti ci va tempo per metterli insieme. Vorrà dire che i fenomeni in classe C dovranno aspettare un po (sic) a essere presi a cacli nelle gengive da me.

Questa prova tradizionalmente si tiene fuori dalla Sardegna, perché è una prova superveloce e c’è bisogno delle statali sul continente. Quest’anno la scelta è caduta sulla zona aeroportuale di Foggia in Puglia. Un giro singolo di un circuito velocissimo appunto nei dintorni dell’aeroporto. 29 chilometri da percorrere in 10 minuti e 35 secondi alla media di 165 chilometri orari o nella classe C non si entra. Una media del genere per una gruppo D è davvero al limite, anche considerando che il circuito scelto è velocissimo con poche parti di guidato medio, soprattutto concentrate verso la fine. Per superare questa prova occorrono due cose: nessun errore nella parte veloce, dove si affrontano curvoni a più di 200 orari sulla statale 665 e sul dritto si possono toccare punte di 260 e più allora con la Maserati.

Questa cronometro va preparata per bene, ragion per cui mi comincio a trasferire in zona il giovedì, mi prendo una pensioncina ad una stella e mi studio per bene il tracciato. La prova si disputa domenica notte sul lunedì, quando il traffico è quasi a zero. Qui il percorso è lungo e di bloccare la strada non se ne parla nemmeno, quindi occorre affidarsi al culo ed alla prudenza nei tratti con trasversali, che grazie a dio non sono molti. La prova me la faccio di giorno non stop per memorizzare ogni singolo tombino, e di notte la provo un po (sic) tirata per essere pronto quando arriva lunedì mattina. Nel weekend la notte c'è ancora traffico, quindi tirata si ma con nesquik (sic)

Nei curvoni occorre entrare preciso, sfruttare tutte e due le carreggiate, e fortunatamente la pianura nel foggiano ha ampie vie di fuga nei campi anche se in caso di uscita si rischia di cappottare nelle cunette. Ehi, nessuno ha mai detto che questa sia un’attività per pensionati che giocano a scacchi. Nel misto più lento occorre invece imparare bene le curve perché sono tutte con guard rail, spazi di fuga non ce ne sono, e se sbatti ti fai male, che sei comunque tra i 90 e i 120-130 orari.

Alla fine, dopo averla provata molte, molte volte, anche facendo qualche escursione nei campi coltivati con conseguenti ore a liberare la macchina dalla terra, quando arriva il momento fatidico faccio una prova pulita e tirata al massimo, che mi frutta un 10’32”73, la promozione per un pelo alla classe C e 5000 begli euri.
 
Mi permetto un consiglio: a parte la suspension of disbelief necessaria quando si legge di medie di 165 km/h su strade statali aperte al traffico, che ci sta in un romanzo, mi sembra che tu la stia tirando un po' troppo lunga e minuziosa sulle descrizioni delle gare, che alla fine risultano un po' tutte uguali (ripeto, scusa se mi permetto).
Suggerirei di dedicare un po' di spazio in più al protagonista e di essere un po' meno minuzioso nelle descrizioni delle gare, anche perchè trovo poco credibile che uno si metta a scrivere un diario e riporti tutti questi dettagli..... io almeno non li ricorderei di sicuro.

Scusa per la critica.
 
Mi permetto un consiglio: a parte la suspension of disbelief necessaria quando si legge di medie di 165 km/h su strade statali aperte al traffico, .

Scusa per la critica.

Si ma se non leggete le cose prima, non commentate poi....
Ha già spiegato che la velocità media non è calcolata su tutto il tracciato con un transponder a bordo macchina, ma solo nei punti in cui sono presenti i commissari dotati di laser per il rilevamento della velocità in quello specifico punto
 
Si ma se non leggete le cose prima, non commentate poi....
Ha già spiegato che la velocità media non è calcolata su tutto il tracciato con un transponder a bordo macchina, ma solo nei punti in cui sono presenti i commissari dotati di laser per il rilevamento della velocità in quello specifico punto

E si tratterebbe di rilievi puntuali di velocità, e non di velocità media.

Ok la licenza poetica, ma la differenza non è solo linguistica, ma proprio sostanziale
 
Si ma se non leggete le cose prima, non commentate poi....
Ha già spiegato che la velocità media non è calcolata su tutto il tracciato con un transponder a bordo macchina, ma solo nei punti in cui sono presenti i commissari dotati di laser per il rilevamento della velocità in quello specifico punto
Sono lo stesso numeri poco compatibili con una gara su strada, per quanto "criminale", e comunque ho specificato che in un romanzo ci sta e avanza. Però non era quello il motivo principale del mio intervento, se non leggete le cose prima, non commentate poi....
 
E si tratterebbe di rilievi puntuali di velocità, e non di velocità media.

Ok la licenza poetica, ma la differenza non è solo linguistica, ma proprio sostanziale
Se ho capito bene la spiegazione, sarebbe la media dei rilevamenti puntuali. Che non so quanto senso possa avere, ma come detto prima, in un romanzo ci sta.
 
Vuoi sapere a quanto andava di media Stirling Moss nel 1955 con una macchina che i metrosexual odierni non oserebbero nemmeno toccare per paura di sporcarsi il ditino ? :emoji_ghost:
Credo che non sia molto diversa da quelle che tenevano Nuvolari, Varzi e compagnia.... ma quelle non erano gare clandestine a rischio di trovare un motocarro dietro la curva ;)
 
Vuoi sapere a quanto andava di media Stirling Moss nel 1955 con una macchina che i metrosexual odierni non oserebbero nemmeno toccare per paura di sporcarsi il ditino ? :emoji_ghost:
All'epoca i piloti correvano un bel rischio, e spesso anche gli spettatori.... Moss vinse la 1000 Miglia del '55 a 157 e rotti km/h di media, una roba da brivido se si pensa che era su strada e non su pista, con auto già molto veloci ma con gomme e telaistica di allora e praticamente quasi nessuna misura preventiva di sicurezza.

Per non dire delle gomme, che avendo la camera d'aria erano soggette a sgonfiarsi di colpo in caso di foratura : come infatti successe alla Ferrari di De Portago, su un veloce rettifilo con spettatori ai lati, che non solo si uccise insieme al secondo, ma piombò sulla gente uccidendo altre 9 persone, cosa che decretò la fine della 1000 Miglia.

Personalmente, sono sempre rimasto esterrefatto nel vedere come, in passato ma talvolta anche oggi - basti vedere ad es. il filmato della Pikes Peak 2013, in cui S. Loeb distrusse il vecchio record abbassandolo di qualcosa come 1'30" con una Peugeot che aveva 1.000 cv/t - si lascino stare gli spettatori a bordo pista, come se niente fosse, ai margini anche di curve veloci, dove se uno dovesse uscire di pista piomberebbe sulla gente come un proiettile.... boh, sarò strano io.
 
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Se ho capito bene la spiegazione, sarebbe la media dei rilevamenti puntuali. Che non so quanto senso possa avere, ma come detto prima, in un romanzo ci sta.
In effetti il concetto è un po' tortuoso (l'obiezione l'avevo già fatta io, dopo che a un certo punto aveva parlato di medie sui 190 orari) e poco realistico da immaginare, sarebbe più credibile parlare semplicemente di velocità istantanee misurate con telelaser.... a meno che intenda proprio quello, perché in gare clandestine dove bisogna poter sbaraccare in un lampo appare difficile pensare ad "impianti" di telecamere.
Ma comunque sia, non prendiamolo eccessivamente sul serio, qui la fantasia è al potere... ed anche parecchio.
 
Nota degli editori
[...] per facilitare ed affrettare il passaggio del nostro eroe alla classe C.
Se avesse corso ai nostri giorni, avrei consigliato a Su Maskinganna una Porsche 911 GT3 RS, modello 2023, appena provata a fondo da 4R : un tantino costosa (300.000 € circa, ahimé....) ma inarrivabile nella tenuta di strada, con la sua aerodinamica raffinatissima.
Su pista si è lasciata indietro anche robe da 800÷1000 cv, come Huayra o Ferrari SF90.... :D:D
 

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