Arriva l’autunno e mi ritrovo ancora sulle strade spagnole. Viaggio a Valencia con un carico di Fiat per la Spagna e ritorno in Corsica con pallets vuoti da consegnare al centro logistico Carefour di Bastia. Poi finalmente indietro a Cagliari. La cosa dura 3 settimane ma metto insieme 4300 euro. Dopo questo mesetto di lavoro, è tempo di tornare a guardare i Passiléstru bulletin per le competizioni di ottobre.
Mentre guido verso un appuntamento a Careddu, dove devo prelevare una personalità del club per portarla d’urgenza a Cala Liberotto, mi imbatto improvvisamente nel presidente del Passiléstru in persona che mi sorpassa con la sua Ferrari F-50 a scarichi liberi e si dice appositamente preparata al reparto corse della casa di Maranello. Naturalmente l’identità di questa persona è sconosciuta a chiunque, la sua Ferrari ha 4 o 5 targhe diverse e raramente la si vede scorrazzare per le strade dell’isola se non in occasione delle competizioni ufficiali; naturalmente le più dure riservate alle macchine di classe A. L’incontro con la macchina presidenziale è impressionante. Mi sorpassa sgranando due o tre marce a regime medio basso e nonostante la mancanza di fretta da parte sua scompare all’interno di una S prima di un ponticello. Quando esco anch’io dalla S la Ferrari è già scomparsa.
Durante lo stesso trasferimento mi arriva dietro indovinate un po (sic) chi? Ancora il Signor Chong Cha con la sua Dodge grigia. Mi rimane dietro per un po (sic) ma senza sfanalare. Quando alla fine si decide a passare, data la mia andatura della domenica, la sfida glie la lancio io. Questa volta il Signor Cha preferisce declinare l’invito. Nessuno ha mai detto che i Cinesi sono scemi.
La Seconda prova del mese di ottobre, mi sono scelto apposta quelle concentrate nella terza settimana, è la Bono – Pattada, riservata solo a macchina di classe E. La mia Nismo è particolarmente adatta a questa prova. Ben attaccata a terra sul veloce, a meno che di commettere qualche cappella nel qual caso non c’è perdono. Con una bella guida da formula affronto questo percorso che va coperto in un tempo massimo di 4 primi e 45 se si vuole rientrare dei soldi messi in palio e guadagnarci qualcosa. La strada è veloce ma la visibilità è ottima. La prova è percorsa a notte fonda e si vedono chiaramente le due corsie, quindi si può sfruttare tutta la carreggiata per le traettorie (sic). Unico punto a sfavore di questa bella prova sono i dossi, di cui due in un tratto non rettilineo, per cui a velocità elevata se non si fa attenzione ci si ammazza. Il resto delle asperità non costituiscono un pericolo per la vita, ma un problema per gli ammortizzatori ed il portafogli. Il guadagno di questa prova lo devo parzialmente spendere per sostituire un ammortizzatore irrimediabilmente rovinato e per la revisione degli altri tre e della scocca in generale. Meno male che dopo le ultime asperità c’è un lungo rettilineo finale e che l’ammortizzatore andato non mi ha provocato troppi problemi durante la prova.
Due giorni dopo, mentre mi reco in trasferimento alla cronometro Alà dei Sardi – Monti, mi ferma la Zustissia che ha predisposto un posto di blocco subito dopo il paesino di Buddusò. Pateeenta, Documeeeeenta e contestazione dello scarico della mia Nismo, che in effetti proprio silenzioso non è. Mi viene anche contestata l’ala posteriore da DTM che certamente è molto vistosa ma che sopra i 160 sul veloce serve. L’ibirru italiano mi accusa anche di essere uno di quei pazzi che girano a duecento allora (sic) per l’isola, cosa che io nego con la massima decisione. Come osa il questurino anche solo pensare una cosa del genere. Comunque cerco di essere il più possibile gentile, dicendo che per far parte di quel gruppo di pazzi bisogna davvero essere dei piloti capaci, certo non dei vorrei ma non posso come me. Confesso infatti che a me piacerebbe molto poter appartenere a quell’elite e che però mi devo accontentare di avere uno scarico un po (aperto) e l’illusione di farne parte. Fortunatamente l’ibirru si commuove e si convince del mio piagnisteo e mi lascia andare senza ulteriori problemi. Avessi fatto il figo, rischiavo pure il sequestro della macchina per la revisione, dalla quale certo non sarebbe passata liscia, data la lunga lista di differenze tra i parametri del libretto di circolazione e la macchina così com’è adesso.
La cronometro di Alà dei Sardi è una prova simile alla Bono – Pattada, ma più tecnica, senza dossi, leggermente più veloce e lunga e riservata a qualunque classe di vetture. Tempo limite 6 primi. Anche se la corsa è fattibile con qualunque macchina, quasi sempre i concorrenti sono di classe F, E o al più D, per via dello scarso premio gara, ed i grossi calibri non ne sono affatto attratti. Molti trovano questa prova difficile, ma io personalmente non ci ho trovato nessuna particolare difficoltà. A parte una cambiata terza quarta sbagliata e una mezza intraversata dopo l’unico dosso brutto del percorso, per il resto il tracciato è piacevole e su un lungo tratto rettilineo in discesa ho pure visto entrare ripetutamente il limitatore in sesta a 245 chilometro orari. Solo un’altra volta mi era entrato il limitatore in sesta; in scia ad una vettura di classe D in una gara veloce.
Alla fine di questa prova, il commissario di gara mi chiede di andare a prendere una vettura di un membro elevato del club a di portarla in un’officina di Cagliari. Questi sono incarichi che non si possono rifiutare, ma in questo caso viene con un bonus. Durante il tragitto di trasferimento per andare a prendere la misteriosa vettura, incontro un tale che mi sfida all’interno di un centro urbano di cui non dirò il nome. Il tale sfoggia una Nissan Skyline grigio chiara che è una bellezza e non può fare a meno di sfidare una macchina della stessa marca e della stessa classe. Accetto senza meno la sfida del Signor Jim, così si fa chiamare, e deve essere ricco anche lui perché mette sul piatto 10000 euro. Non c’è gara perché il mio avversario ha un colpo di sfiga. Rimane intruppato nel traffico all’inizio della sfida. Non recupererà più; ho vinto un bel sacco di soldi, ma che sia meglio di lui non l’ho dimostrato. Garantisco che ci vuole una certa dose di coraggio a mettere in palio una tale somma contro un avversario sconosciuto con una macchina equivalente.
La misteriosa vettura da portare in officina alla fine si rileva una Dodge Viper GTS R praticamente tappata da NASCAR. Una classe A o B non ricordo bene, ma più probabilmente A, su cui c’è da spendere solo una parola: impressionante. Motore da donare all’aviazione, telaio non male, buon assetto, questo mostro in gara, ammesso che si abbiano le palle per portarlo come si deve, dovrebbe fare sfracelli anche quando messo in competizione con le sue parigrado. Comunque io, comune mortale che una macchina così posso ancora solo sognarla, faccio la massima attenzione a portarla con giudizio e a farla arrivare a destinazione tutta d’un pezzo, anche se su certi tratti misti, la tentazione è forte, il frastuono dell’8 cilindri sinfonico e la libidine immensa.
Verso la fine del mese, recandomi sulla costa est verso Olbia per la terza prova di Ottobre, ti vado ad incontrare un tizio che si destreggia sulla statale con una Ferrari 250 GTO. Santo dio! Un pezzo da collezione del valore di svariati milioni di euro. Non so quante ne siano rimaste circolanti nel mondo, ma una è qui, appartenente ad un riccone Americano di nome Christopher che accetta addirittura una sfida, che io avevo lanciato più per gioco che per altro sulla mitica SS 125. Lo yankee si dimostra morigerato proponendo una posta di 1000 euro. La mia interpretazione è che non voglia spingere troppo la sua Ferrari da 10 milioni ed accetto credendo che con la mia scafata e soprattutto moderna Nissan preparata gli starò facilmente davanti, soprattutto nel traffico. Invece quello parte a razzo e nel traffico si destreggia come un’anguilla. Non mi riesce di riprenderlo nei 6 chilometri di strada che abbiamo selezionato per la sfida. Mille euro persi ed ennesima figura da pagliaccio, per di più contro una macchina d’epoca.
La famosa terza prova di ottobre è la cronometro da Lula a Onani. Questa prova è così tecnica e bella, che spesso i commissari cronometrano dall’interno della vettura per godersi la prova in prima o dovrei dire in seconda persona. Il fatto che nel tracciato non si raggiungono mai velocità troppo elevate e che parte della prova sia un gran bel misto stretto contribuisce a questo fenomeno oltre al fatto che la prova si svolge alle tre di mattina su una strada secondaria solitamente deserta a quell’ora. La Nismo non è perfettissima su questo percorso, trovandosi più a suo agio sul misto veloce; ma dopo un sol turno di prova per conoscere la strada, riesco a battere il tempo minimo di due secondi e mezzo. Come dicevo, bellissimo il misto iniziale mentre la parte conclusiva della gara mette a dura prova meccanica e stabilità perché ci sono una serie di dossi pericolosi in vista dell’arrivo seguiti da una veloce curva a sinistra che immette sull’ultimo rampino prima del traguardo, dove si rischia di arrivare già di traverso per via dei suddetti dossi. Nulla comunque che non si possa affrontare decentemente dopo un’accurata ricognizione.