<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> I diari di Su Maskinganna | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

I diari di Su Maskinganna

Negli ultimi giorni di ottobre trovo anche il tempo per una consegna straordinaria di panelli di vetro in Spagna, ancora una volta nella città di Leon dove arrivo di notte, stanchissimo e non posso ammirare le bellezze locali. Si è trattato comunque di un viaggio super confortevole a bordo di un magnifico Volvo FH Globetrotter, comodissimo e silenziosissimo per le lunghe distanze. Ritorno a Cagliari nella prima settimana di novembre con un carico si scooter dall’importatore Yamaha di Barcellona in consegna d’emergenza per l’Italia. Prossimo viaggio programmato a Nizza con generi alimentari nostrani per il mercato francese, ma prima le gare del Passiléstru.
 
A novembre si comincia con una gara super tecnica nei pressi di Porto Rotondo. Percorso variegato sulle strade della Costa Smeralda e riservato solo alle classi E. Ammessi due fuori quota di classe D che in questa gara sono una M3 bianca moderna di un tale che si fa chiamare Marvin ed una mostruosità di Bentley SUV, o almeno così mi pare, che a guardarlo sembra preparato da 24 ore di Le Mans. Il resto sono un misto di Camaro, una Pontiac SS e una Lexus messa da turismo e ben assettata.

Il percorso è lento nel primo settore, medio con una S molto impegnativa nel secondo ed un curvone a destra che faccio in quarta piena che immette sul tratto iper veloce composto da una serie di velocissime curve da fare praticamente in pieno, almeno con la macchina mia, o poco di manca. Una rampa a destra reimmette sul tratto lento iniziale. Di questo percorso si fanno tre giri; notte fonda, abbastanza lontano da centri abitati, leggermente nell’entroterra. Solo sul tratto veloce sulla provinciale 94 ogni tanto si vede il mare, ma non stanotte dato che è ovviamente buio. Parlando idi buio, Ho fatto montare una serie di fari supplementari alla Nismo che adesso pare una macchina da rally degli anni settanta; ma devo dire che sono molto utili.

Un commissario di gara che mi conosce mi fa la confidenza che non si è ancora ben sparsa la voce che c’è una Nissan Nismo classe E nel Passiléstru che va forte e quindi i fuori quota classe D ancora arrivano a cercare fortuna nelle gare inferiori. Per farlo devono però sborsare un bel gruzzolo e se sapessero che c’è una classe E particolarmente tosta probabilmente questo gruzzolo non lo esporrebbero. I fuori quota sono in cerca di guadagni facili, ma i guadagni facili anche qui nel club, come nel resto dell'universo hanno rischi maggiori quindi maggior esborso di quota di iscrizione.

Alla partenza la Bentley prototipo da salita decolla come un razzo; deve avere non so 1000 cavalli. Dietro gli Americani con le Camaro, una super sport ed una normale; entrambe non di ultimo modello. Io me la vedo con la Pontiac e con la Lexus e dietro di noi la BMW che è partita molto male. Questo fatto costituisce la mia fortuna perché lo stesso commissario che mi ha fatto la confidenza di prima mi dice pure che il Signor Marvin è uno che cammina forte con la sua M3 E46 e che di solito se parte bene non lo prende più nessuno.

Per il momento il mio compito è di sbarazzarmi degli avversari che mi stanno davanti. Dopo la prima stretta a destra seguita da un allungo ed una rampa a sinistra, sono quinto dietro alle Camaro, alla Pontiac mentre la Bentley già se ne (sic) andata. Devo attendere le due S veloci e quella impegnativa per passare in prima posizione; le americane con le cattive e con qualche sportellata, mentre il SUV inglese con una picchiata pulita nella S più impegnativa prima del tratto medio veloce. Avrà pure 1000 cavalli ma nei cambi di carico sembra un camper. A partire da questo momento tutta la mia gara nei successivi due giri e mezzo consiste nel di gestire questo margine. Alla prima tornata sulla provinciale nel retrovisore vedo apparire due fari che guadagnano decisamente. Sono abbastanza bassi quindi non è la Bentley. Sul tratto veloce il mio vantaggio scende visibilmente. Cerco di non innervosirmi e do (sic) quindi tutto nella staccata della rampa di ritorno e nei primi due tratti lenti e medio veloce dove riporto il vantaggio ad una distanza accettabile. Nel secondo giro la giostra si ripete e gli stessi fari si affacciano prima della secca 90 a destra che immette sulla provinciale e guadagnano visibilmente nel tratto veloce. Tengo duro con la mia guida da formula nei curvoni da pieno prima della rampa di ritorno e ricomincio a guadagnare di nuovo nel tratto guidato. Nell’ultimo giro il mio avversario deve aver tirato i remi in barca perché non vedo arrivare i fari sulla provinciale. Alla fine della gara che mi frutta il montepremi per il vincitore di 5000 euro, ho appreso che il secondo con i suoi fari minacciosi era proprio Marvin con la sua BMW. Partito malissimo si è rifatto con caparbietà ma non è stato in grado di riprendermi per bene. A fine gara mi ha fatto anche i complimenti per come ho guidato e mi ha detto che era la prima volta che una classe E gli bagnava il naso.

La successiva gara qualche giorno dopo è nell’entroterra di Porto Cervo, tanto per rimanere in tema di Costa Smeralda. Questa non è un circuito ma un percorso esteso di sei chilometri e mezzo tutto tra il misto lento e medio, con allunghi vigorosi tra una curva e l’altra. Anche qui c’è un misto di classi E, tra cui Subaru, un Audi A4 ben messa ed altre. C’è anche una Ferrari Testarossa che è considerata macchina d’epoca e poi c’è la vincitrice della gara; una Ford Mustang, probabilmente di classe D perché di serie proprio non pareva, guidata da una bella ragazza di nome Tiffany, che se gli alzi la gonna deve avere due palle d'acciaio tra le gambe. Non parte benissimo ma poi sul misto stretto, specialmente in accelerazione fuori dalle curve si mangia metro dopo metro, fino a raggiungermi, passarmi in una frenata ed andare a vincere con 150 metri di margine, vanificando tutta la fatica che avevo fatto per portarmi in testa. Tanto di cappello e speriamo di non rivederla mai più questa Mustang color canna di fucile e la sua bella pilotessa.

Quasi alla fine del mese, mi capita un’occasione da non perdere. Un dipendente dell’officina del concessionario Fiat di Cagliari ha personalmente messo a punto la sua Giulia Quadrifoglio per partecipare alla gara riservata alle Alfa che si tiene periodicamente alla periferia nord della città. Decide di affidarla a me. Ci sono solo tre vetture delle cinque schierate contro di me che mi preoccupano: un’altra Giulia Quadrifoglio e due 8C competizione, una berlinetta ed una cabrio. Il percorso è veloce all’inizio, dalla Cattedrale di S. Pantaleo a Ussana. Poi inizia il tratto lento fino alla zona industriale Mixeddu ed infine nuovo e finale tratto veloce, anzi velocissimo sulla SS 131 per Nuraminis.

La vettura è una classe C ulteriormente messa a punto dall’appassionato meccanico che ne è anche il proprietario. Il premio per il vincitore di questa classica italiana del Passiléstru è di 10000 euro che l’ingegnoso meccanico concorda di dividere con me. 6000 a lui e 4000 a me in caso di vittoria. Non ci vedo nulla di male a provare e quindi accetto. Il motore sul banco dell’officina Fiat di Cagliari sviluppa 515 cavalli, che è (sic) più del doppio della mia Nismo e più dei 503 dichiarati dalla casa. La macchina andiamo a provarla sul circuito vicino all’aeroporto di Elmas, dove entri, paghi e giri; è il posto più sicuro dove conoscere una vettura di tale potenza senza fare danni. Aggiungo qui che la stessa cosa ho fatto a suo tempo con la Mercedes AMG del nabbabbo arabo. Quando si parla di potenze di questo livello è meglio andare sul sicuro.

Sono piacevolmente sorpreso per una volta di tenere il passo con tutti nell’accelerazione da fermo; dico con tutti quelli contro cui competo, perché ci sono anche delle GTV e 155 che fanno gara a se (sic) nelle retrovie. La Giulia in accelerazione è terrificante, ma non si scompone mai e da (sic) un bel senso di sicurezza. Rimango anche piacevolmente sorpreso dalla facilità con la quale tengo a bada gli avversari. Devo dire che questa Giulia è una gran macchina. Praticamente neutra e guidabilissima anche vicino al limite a patto di conoscerla un minimo e di sapere cosa si sta facendo. Nell’unico momento in una sinistra a 90 gradi, dove per un attimo perdo il controllo su quello che sto facendo, la Giulia me lo fa immediatamente notare mettendosi brutalmente di traverso e facendomi perdere più di qualche secondo. Nonostante ciò, nella parte finale del percorso prima della Statale 131, acquisisco un certo vantaggio con una guida precisa e in una parte rettilinea del tratto finale raggiungo i 250 orari, data l’ampia visibilità e l’assenza di traffico. La macchina potrebbe andare ben di più ma i fari degli avversari non si avvicinano, quindi non mi sembra il caso di prendermi rischi inutili.
Bella mesata con il club. Ho messo insieme 14000 euro che comincio ad essere preoccupato a tenere sotto il materasso. Opto quindi per una bella cassetta di sicurezza in banca. Costa un po (sic) ma è appunto sicura. La speranza e di avere un buon mese anche con la Tansmed ed arrivare a 20000. Se raggiungo questo obiettivo, arriverò ad un capitale totale di 90000 euro ed a quel punto dovrò decidere se aspettare ancora un po (sic) e comprare un camion mio per aprire una partita IVA e mettermi in proprio con i trasporti o comprare una decente classe D per proseguire la mia avventura nel Passiléstru. L'una cosa certo non esclude l'altra, ma a seconda della decisione che prenderò, l'altra opzione dovrà aspettare.
 
A dicembre per la fine dell’anno mi si presenta l’occasione di visitare un luogo che avrei sempre voluto visitare e cioè la città olandese di Arnhem. Essendo io un appassionato e autodidatta di seconda guerra mondiale, ho sempre avuto il desiderio di visitare la cittadina olandese e soprattutto il suo famoso ponte teatro della altrettanto famosa battaglia per “Quell’Ultimo Ponte” (film colossal basato sul libro di Cornelius Ryan) durante l’operazione Market Garden, che vide come protagonista la prima divisione paracadutisti britannica. A Montecassino già mi sono fermato durante un viaggio a Roma a visitare un altro celebre sito bellico.

L’occasione è costituita da un nuovo viaggio a Nizza, che prevede lo scarico di generi alimentari nostrani per il locale Carrefour ed il carico sul posto di 17 tonnellate di carne di pollo da portare a Eindhoven, altra cittadina olandese teatro dell’operazione Market Garden. Da li (sic), dopo aver scaricato il pollo è previsto un carico di 21 tonnellate di noci di cocco da portare a Brema in Germania.

Viaggetto quindi piuttosto lungo anche se in più tappe che però prevede nel tratto Eindhoven Brema di passare proprio per il famoso ponte di Arnhem. Tutto contento mi metto in viaggio con la prospettiva di fare una pausa turistica in quel luogo, ma tanto per cambiare ci si mette di mezzo la sfiga. Un guasto al camiù Scania che sto conducendo, non solo implica che arrivi ad Arnhem a notte fonda, ma pure con pioggia mista a neve, e nebbia da tagliare con il coltello, il che rovina completamente il mio piano. Non mi resta che proseguire per Brema il più velocemente possibile per recuperare il tempo perduto e di vedere il ponte di Arnhem non se ne parla nemmeno. Arrivato a Brema, tento in tutti i modi di aspettare un viaggio utile che mi faccia tornare per la stessa strada in direzione sud, ma mi tocca invece una tratta per Valencienne in Francia con un carico di carne bovina a poi rientro a Barcellona per attendere un traghetto per la Sardegna.


Tutto questo tran tran mi porta via le prime due settimane di dicembre; una gran rottura di palle di guida in nord Europa con maltempo, strade innevate e meno 14 gradi centigradi in Germania. Roba da staccare le orecchie dal capo e da far gelare il respiro nel naso.

Ritornato a Cagliari è tempo di dare un’occhiata al programma del Passiléstru.

Innanzi tutto tiro fuori dal garage la Honda Civic per andare a visitare il concessionario Fiat di Cagliari. Sono entrato in “confidenza” con la figlia del socio di maggioranza del concessionario, la ragazza a cui diedi un passaggio qualche mese fa, Tabby, il cui vero nome non menzionerò qui. Il padre mi ha preso in simpatia e ha anche un interesse di vendermi una Maserati Gran Sport Coupé di classe D. La vettura è rossa, targata a nome del concessionario sterro, ma con pochissimi chilometri. E' messa a punto dall’officina specializzata e il papavero della concessionaria mi offre uno sconto di 15000 euro sul prezzo di 90.000 a patto che nelle competizioni del Passiléstru la usi sponsorizzata da loro. Ci mettiamo d'accordo per 36 rate da 2100 euro senza interessi ed anticipo zero, altrimenti la Maserati se la può tenere; e così mi porto a casa una classe D più che decente e mi riservo la possibilità di usare il capitale accumulato sin ora per acquistare anche un Camion mio per il lavoro.

Che dire di questa Maserati. Tanto per cominciare, due giorni dopo averla ritirata, me la guido fino ad Oristano dove dovrò impiegarla nella prima gara che disputo a dicembre. Gara a otto macchine sulle colline a nord est della città tra Solarussa e la zona industriale "Sa Zarra". E qui non si scherza per niente. Il percorso sale veloce da Solarussa. Ci va motore qua perché la strada sale decisa tipo cronoscalata. La carreggiata è larga abbastanza da battagliare e di notte con buona visibilità si battaglierà. La parte più pericolosa arriva allo scollinamento che segna l’inizio della discesa per Tramatza. Qui un errore, anche uno solo e sei morto. Ci sono bei curvoni da 5 piena e pure da sesta, che con la Gransport significa da 190 a 220 allora (sic) che per altro con l’8 cilindri si raggiungono abbastanza in fretta.

Già nei primi test e nel trasferimento verso Oristano mi accorgo che la macchina è davvero una gran macchina; compatta, stabile, neutra e veloce nei cambi di direzione. Assecondata da un cambio fantastico e ravvicinato si guida all’apparenza con molta facilità, ma solo all’apparenza come mi accorgo quando la provo sul percorso di gara prima dell’inizio della competizione. Si tratta infatti di una vera e propria formula; ben piantata a terra pare avere possibilità illimitate, ma occorre fare attenzione, perché toccando il limite diventa repentina e poco perdonatrice di imprecisioni.

Nella gara di stanotte c’è di tutto. La prova a 8 di Oristano e territorio di caccia per qualunque tipo di vettura e qualche volta i grossi calibri ci partecipano se vedono che c’è da mordere qualcosa. Il premio vittoria è solo 1000 euro ma è comunque una gara assai considerata nel club.

Infatti nella gara di stanotte ci sono molte classi D ed almeno una classe C, una Mercedes AMG superveloce, guidata da una signora di nome Melissa. C’è un' Aston Martin di modello che non so, ma forse classe C anche lei, una Chrysler 400 tappata da NASCAR, un SUV Audi, una Skyline ed una BMW Z qualcosa. Insomma, una bella insalata di roba che va forte. Di tutti questi quelli più duri si rivelano l’Aston di un colore giallo marcio appartenete ad un tizio asiatico e l’AMG della signorina Melissa, che parte davanti e sta davanti per tutta la gara. Io me la devo vedere con l’Aston che dopo la prima S veloce infilo in una curva a sinistra da quarta dove comunque c’è da staccare perché si arriva forte. La Mercedes è la (sic) davanti, guidata magistralmente e se ne sta li (sic) davanti un 150 metri e per tutta la prova non ne cede uno. Anche il Giapponese con l’Aston non riesco a scrollarmelo di dosso sino a quando non inizia la discesa che è molto, molto selettiva si parla di punte di oltre 200 con curve lunghe in appoggio vicine a tale velocità. Qui la Maserati va da dio, ma l’AMG non è da meno; una vera e propria DTM e con una pilotessa adeguata alla situazione. Sull’Aston prendo un leggero vantaggio come ho detto nel tratto finale ed il mio tempo a fine corsa è un record per la gara fino al giorno prima. Unico problema la Melissa batte il mio tempo di un secondo e 44 ed il record vero lo fa lei. Comunque sono super soddisfatto della Gransport, che in questa prova si è comportata davvero bene. In certi specifici punti guadagnavo anche qualcosa sulla diabolica Mercedes, ma fare di più avrebbe voluto dire assumere rischi troppo grandi. Incasso i 500 euro e mi preparo ad altre prove.

Sfortunatamente la prova successiva, la famigerata cronometro di Oristano, è talmente tecnica e stringente nel tempo massimo consentito che mi ritrovo terzo con un migliaio di euro di premio che compensa la quota di iscrizione ma nulla di più. Per quanto possa sembrare incredibile infatti, i 395 cavalli della Maserati non bastano per avvicinarsi al record di 3 primi e zero cinque stabilito due anni fa da un tizio con una Ferrari Challenge di non so che modello tappata da pista per clienti facoltosi. Che io sappia, nessuna classe A con proprietari seri si è mai cimentata in questa prova, se no il tempo da battere sarebbe ancora più basso. Il mio miglior tempo di 3'12"48 è il record per la classe D ma lontano dai 3 e zero cinque. Comunque complimenti ancora alla mia Maserati.

A salvarmi dalle magre prestazioni di dicembre con la mia nuova classe D arriva una prova assolutamente caratteristica nel catalogo del Passiléstru: la cronometro intorno al S.Elia, che si svolge di notte a traffico totalmente inibito dalle vetture civetta del club, intorno allo stadio di Cagliari. Occorre percorrere tre giri intorno all’impianto in meno di 1 primo e 35. Prova assolutamente pazza e a suo modo anche tecnica. Il tracciato è una specie di ovale irregolare da percorrere in senso orario intorno allo stadio ed il raggio è così corto che al termine della prova la forza centrifuga ti fa perdere l’equilibrio quando scendi dalla macchina. Normalmente si riesce a far correre solo una vettura prima che la Zustissia intervenga a guastare le feste. Questa notte tocca a me e l’agilità della Maserati mi permette di arrivare sotto il tempo massimo ed incassare il primo premio di 5000 euro: un primo 34 e 17.
 
Il mese di fine anno 2009 lo arrotondo mentre mi sto recando a ritirare una Honda NSX da consegnare al suo proprietario dal preparatore che l’ha trasformata in un missile intercontinentale installando un impianto di sovralimentazione su una Typer Zero standard, dopo aver anche adeguato assetto e freni. Prima di ritirare la Honda, sulla mega statale 125 arrivo dietro ad un tizio con una Lamborghini Gallardo Spyder con tanto di adesivo del Passiéstru. Siamo sulla statale, a me questo pare un pellegrino, perché uno serio non se la compra Spyder. Secondo me questo è uno che gli piace (sic) portare in giro le femmine e che pensa che nessuno oserebbe mai sfidare una Lamborghini. Non ricordo bene le tabelle del club, ma credo che la Gallardo sia una classe C, che comunque ha sempre 100 cavalli più della mia Maserati. Però siamo in pieno giorno, sulla statale a traffico aperto e siamo su un tratto che per un certo numero di chilometri è guidato. Quindi mi prendo il rischio: sfanalata, quattro frecce di risposta e sosta al margine della carreggiata. Ci fermiamo ad un bar e davanti ad un bel caffè discutiamo di affari. Il tizio si chiama Alec e mi da (sic) l’aria del playboy arricchito. Propongo 10000 euro per 9 chilometri di strada in mezzo alle curve ed al traffico, tanto per minimizzare la sua superiorità tecnica. Il gonzo accetta, anche se lo chiamo gonzo solo con il senno di poi. Partire parte bene, la sua Lamborghini accelera molto meglio della mia Gransport; però alle prime avvisaglie di traffico da superare, si scombina ed inizia ad ondeggiare sulla carreggiata. Infilo lui ed un SUV Wolksagen civile passando a destra alla maniera cattiva e saluto cordialmente la Lambo che rimarrà 500 metri dietro per il resto della gara. Quando capita un mese no dal punto di vista delle prove ufficiali, si può e si deve sperare in un gonzo ricco da spennare. C’è gente disposta a pagare un sacco di soldi per poter vantarsi di appartenere al Passiléstru e noi poveri pezzenti ne dobbiamo approfittare ogni volta che possiamo.

Nota degli editori
Con l'acquisto della Maserati Gransport, termina il periodo "Giapponese" del nostro protagonista ed inizia il lungo rapporto che avrà con la concessionaria Fiat di Cagliari. Come vedremo questo rapporto il nostro Alberto manterrà sino alla fine del suo diario e della sua vita e gli porterà comunque una serie di avventure e vicissitudini che rendono appunto una ben vissuta qualcosa di interessante.
 
Natale e Capodanno sulla strada in rotta per Le Mans, dove porto un carico di processori per computer. Carico delicato, paga buona 3600 euro con i vari bonus; appunto carico delicato, consegna urgente, anzianità di servizio e carico di valore, più la trasferta all’estero di una settimana in periodo festivo. Il compenso base era di 1900 euro. La Transmed continua a pagare bene, ma oramai l’idea di mettermi in proprio è preponderante su tutto, anche sulle gare del Passiléstru.

Da Cagliari a Porto Torres tutto bene. Allo sbarco dal traghetto a Barcellona trovo acqua persistente sino al confine francese ed oltre. A tre ore dalla destinazione mi devo fermare dopo le 10 ore di guida massime consentite. Cena in area di servizio a base di schifezze francesi e poi giù per la notte nella cabina principesca del Mercedes Astros che sto conducendo in Francia; bella confortevole e riscaldata da un generatore il cui brontolio basso concilia il sonno. Cabina ben chiusa e ben coperta e vado a dormire, con sveglia alle 0500. Al risveglio sorpresina: la pioggia si è trasformata in neve e la temperatura è meno 10 gradi. L’avevo già detto dopo il viaggio in Germania, mai più tratte in Nord Europa e invece mi sono fatto fregare di nuovo. Guida accorta sul nevischio che fa presa sulla strada e occhio alle lastre di ghiaccio. Visibilità buona nevica ma non in maniera pesante; tutto sommato si può guidare. Arrivo a Le Mans alla Girette Logistics e mollo il carico, con la speranza di tornare in Italia subito e lasciare questo schifo di posto innevato.

Quando arriva la nuova lettera di carico, non torno in Italia ma quasi. Da Le Mans si torna in Corsica a Portovecchio e possibilmente da li (sic) in Sardegna. Fortunatamente da Portovecchio mi assegnano un carico di SUV Renault da portare al concessionario di Sassari e così riesco a tornare in Sardegna nella seconda settimana di Gennaio e a dedicarmi alle corse ed ai seri pensieri di fondazione della mia impresa. Quest’ultima cosa la voglio però rimandare alla fine del mese.

Come prima prova di gennaio decido di rifare la gara a 8 di Oristano; quella dove l’AMG di Melissa mi aveva bagnato il naso. La motivazione di ciò è che sono un masochista e che non voglio capire che a questa gara aperta partecipano macchine della madonna e pure guidate da gente seria. In questo secondo tentativo c’è una Corvette “siluro” di un grigio sporco che come minimo è una classe C se non B e c’è un’altra AMG, questa volta non pilotata da Melissa ma da un tizio di cui ora non ricordo il nome. Per dire la verità non ricordo nemmeno il nome del tizio che guidava la Chevrolet, ma non è importante quanto il fatto che sono arrivato di nuovo secondo, dietro la Corvette e che ho anche modificato la portiera destra della Maserati strisciandola contro un albero, che tra un po (sic) mi ammazzavo.

Partiamo tutti forte, la Maserati, con il suo cambiocorsa ravvicinato si difende da dio. Prima S veloce da 150 devo stare attento a non centrare nessuno. Sulla strada ci siamo solo noi e la rarissima macchina civile; ne conto due in tutta la prova, e che non hanno influito sull’esito. Prima secca a sinistra; si fa in quarta in uscita, ma si entra in rilascio dopo una staccata decente. Qui mi. accorgo che la AMG e la Corvette sono toste; infatti l’Americana rimane davanti piantata a terra come una tavola ed uscendo fortissimo. Allungo verso una serie di due tre curve da pieno ma tutte in salita; stiamo parlando di meno di 200 orari per la mia Maserati. L’AMG mi sta attaccata al deretano, ma la Corvette guadagna metri su metri; è nettamente più potente della mia Maserati. Non è una classe D. L’ultima destra prima di svallare verso Tramatza è in contropendenza e cieca. Si scalano due marce e si entra in quarta ma con giudizio perché la curva butta sulla sinistra ed è un attimo ad uscire; dunque quarta in entrata e terza in mezzo alla curva, coll’otto cilindri che urla come un forsennato. Controcurva a sinistra in appoggio dove si mette la quarta e si sta in sospensione per sentire il comportamento della vettura pronti a prendere le contromisure se molla. La chiamo una curva da quarta vigile. Qui guadagno sulla Corvette e sorrido sotto al casco. Il sorriso mi si smolla quando quello mantiene un piccolo margine e in uscita mi fredda con un accelerazione da brividi. No, non è una classe D. Ci buttiamo sulla discesa per Tramatza. Serie di curvoni da sesta, in discesa; fanno paura. Punte di 250 sul dritto, percorrenza media di curva tra i 200 e i 220; pare il Nordschleife. Anche qui guadagno ma non abbastanza. Nel momento in cui riesco a portarmi sotto, mi rendo conto che il tratto è troppo veloce per poter davvero battagliare: è già tanto riuscire ad avvicinarsi. Ma qui al minimo errore ci si ammazza. Il tratto finale da (sic) su un viadotto con un paio di dossi che destabilizzano la macchina se fatti davvero forte. Io sono attaccato alla Corvette. Gli altri sono 2 o trecento metri dietro. Ho già rinunciato all’idea di tentare una bravata e la Maserati mi ricorda che ho preso la decisione giusta scomponendosi sull’ultimo dosso. La tengo ma sbatto di striscio contro un albero a bordo strada. Schianto rumoroso che mi rifà la portiera destra, ma completo la gara in seconda posizione, vicinissimo alla Corvette. 500 euro guadagnati, preventivo del carrozziere; 4000: portiera e passaruote posteriore da sostituire. Fortunatamente nessun danno al telaio. L’impatto è avvenuto per lunghezza e non c’è stato nessuna torsione della struttura portante della vettura.

Antonino Nocco mi esorta a non riprovare questa gara se non con una classe C, ma io ho la testa dura anche se non ho avuto le palle di tenere il piede giù in alcuni tratti dove col senno di poi e a macchina ferma al bar, ho recriminazioni.
 
Ultima modifica:
Seconda prova del mese. E’ una prova a telecamere che sono sei. La velocità media da tenere sommati i rilevamenti nei punti di misurazione è 194 kmh. Nella storia del Passiléstru pochissime classi D sono riuscite a stare sopra questa media. Io sono deciso ad essere uno di quelli. La gara è molto tecnica, ma pericolosa solo in un punto, che però è lento. Traffico inibito dalle auto civetta ed alle 3 di mattina di una domenica si comincia. Si tratta di un loop che va da Palu e Cerbus sulla SS 125 a Careddu. Altra gimcana di telecamere verso ovest e reimmissione sulla SS 125 verso sud per l’ultimo rilevamento.

Poca gente ad assistere. Fenomeni che fanno la prova non ce ne sono, ed io e la mia Maserati non abbiamo ancora acquisito nessuna particolare fama, viste le prove mediocri fin qui condotte. Qui sono deciso a spaccare tutto e a spezzare l’incantesimo della mediocrità. Provo il percorso una decina di volte fino a quando non ho capito effettivamente fin dove posso arrivare su questo tracciato.

Poi la partenza ufficiale; lancio sulla SS 125 dove la prima telecamera la fermo in quarta a 164 orari. Si distende la quinta e la sesta e poi il primo punto impegnativo. Scalata in quinta, carezza al pedale del freno e giù per un inserimento a sinistra al bivio Museddu-Careddu. Quinta in sospensione e non appena la macchina si riprende dal cambio di carico, giù il piede; quinta piena e seconda telecamera a 201 (leggo dopo la prova dai rilevamenti delle telecamere). Rettilineo con terza telecamera; sesta ancora in piena accelerazione; 249 orari. Giù ancora sul dritto prima del punto più critico; svolta a sinistra secca per lasciarsi Careddu sulla destra. Qui si stacca forte. Sesta-quinta-quarta terza. Appena dentro la curva sarebbe meglio mettere addirittura la seconda, ma mi tengo lasco; non voglio sovrasterzo in uscita da una curva così stretta. La quarta telecamera è proprio all’apice della rampa ed occorre essere precisi o si vanno a baciare i muri delle prime case del paese, svegliando gli inquilini, ammesso che l’8 cilindri Ferrari della mia macchina non li abbia già svegliati. Il rilevamento è 79 chilometri orari; avevo fatto meglio durante le prove libere. Si rimettono tutte le marce prima di immettersi sul raccordo che riporta sulla ss 125 tramite svolta secca a sinistra. Qui bisogna entrare forte di terza non perché ci sia la quinta telecamera, ma perché occorre lanciarsi per tale telecamera che si trova in profondità nel successivo rettilineo. Se si sgarra questa entrata il rilevamento alla quinta telecamera fa schifo e addio prova. Tutte le marce nel detto rettilineo e rilevo 244 kmh alla quinta telecamera. L’ultima è sulla SS 125 andando a Sud ma c’è ancora una svolta a sinistra e la telecamera è troppo vicina. Quindi la strategia è di svoltare a destra invece che a sinistra e di percorrere un chilometro e mezzo in direzione nord (non troppo perché occorre comunque stare in un tempo massimo per tutta la prova). Freno a mano 180 gradi e accelerazione di ritorno verso sud a tutta canna. La sesta ed ultima telecamera è alla fine di un curvone a destra da quinta. 238 orari e media rilevata di 195,8 con 10000 euro di premio superamento dello sbarramento della migliore media. Buon bottino ed andiamo avanti. Dio benedica la Gransport.
 
La fama di cui parlavo prima comincio invece a guadagnarmela quando in trasferimento per prendere in consegna un pacco del club e portarlo velocemente a destinazione, mi ritrovo al sedere una Ferrati 430 Scuderia che fa un rumoraccio d’inferno o dovrei dire sinfonia. Questo fighetto ha l’ispirazione non troppo intelligente (col senno di poi) di lanciarmi una sfida sulla provinciale costiera da Cagliari al vertice sudest dell’isola. Decido di rischiare. 10000 euro li ho appena guadagnati, posso anche perderli senza modificare la mia situazione di inizio mese. Certo è che di questi presunti piloti che si pavoneggiano con le loro “formula” ne ho piene le palle e questo si becca una bella lezione.

Ci mettiamo d’accordo per un tragitto lungo; 12 chilometri sulla provinciale in pieno giorno e soprattutto 10000 euro di posta. Il signorino di nome Bruce parte forte a mi va davanti di un 2-300 metri. Fino a qui nulla di cui stupirsi: Ferrari preparata contro Gransport quasi di serie. Dopo il primo tratto però il nostro comincia a dare segni di incertezza nel traffico, fino a centrare in pieno un’auto civile dopo una lunga frenata che io vedo e sento in diretta. Passo avanti e per lui la gara è finita. Insieme ai 10000 euro arrivati puntualmente il giorno dopo con missione speciale “pacco”, tipo quella che mi accingevo a fare io. Contestualmente mi arriva anche la notizia che non ci sono feriti e che la Ferrari è stata sequestrata in quanto sospetta di partecipare a corse illegali su strada (ufficialmente per difformità con il libretto di circolazione).

Concludo le prove di gennaio con una cronometro veramente speciale in quanto super tecnica, super accidentata e tutta su misto stretto. Non per niente la prova viene chiamata “Prova Kart”. La gara è aperta alle classi D, C, e B ma normalmente qui troppa potenza tende a penalizzare. La Maserati se la cava tutto sommato bene pur non essendo una regina del guidato stretto, Se la si imposta molto tecnicamente a stare nel tempo limite di un primo e dieci ci si riesce anche. Infatti dopo vari tentativi dove sto nella seconda banda di merito, (entro un primo e 15, che permette sempre di ripetere la prova dando e riprendendo la quota di iscrizione di 2500 euro, riesco alla fine a fare un 1,09,45 che mi fa alla fine vincere il primo premio di 5000 euro. Il mese sul fronte Passiléstru si conclude quindi con un buon bottino di 28000 euro, che portano il mio contro sotto il materasso a 97000 euro, essendo anche il record di incassi dal club in un mese. Sommando ciò al conto in banca arrivo quasi 138000 euro dedotte le spese di gennaio e le rate delle macchine. Fine gennaio è dunque il momento di fare il grande passo e comprare un camion da dare alla Delta s.r.l trasporti veloci, nome che ho scelto per la mia compagnia.

Dopo varie contrattazioni con il padre di Tabby sull’eventuale acquisto agevolato di un IVECO, decido di rivolgermi invece al concessionario MAN di Taranto dove acquisto alla fine un TGX 10 da 400 cavalli con un cambio dotato di ritardatore. Un ottimo entry level molto meglio di un IVECO per un prezzo equivalente. Il mio suocero pro-forma se la prende un po (sic) a male. Voleva farmi fare anche l’affare camion ma era un affare più per lui che per me e quindi ho declinato. Ci devo passare giorni e giorni di seguito nel camiù e deve essere silenzioso comodo e piacevole da guidare. Questo MAN me lo compro parte con assegno e parte con i fondi neri del Passiléstru. Il concessionario mi fa un super sconto (falso) e si incassa volentieri i contanti per quasi la metà dell’importo totale.

La mia prima consegna con il camiù mio me la vado a prendere al porto, dove i cantieri hanno appena finito di costruire uno Yacth per un riccone Spagnolo. Devo portare l’imbarcazione a Zaragoza. Tempo schifoso da Cagliari a metà strada per Porto Torres dove devo prendere il solito traghetto per Barcellona. Ritorno ad Olbia con carico di equipaggiamento da pesca per pescherecci d’altura, e concludo il mese con una mezza tragedia. In un attimo di distrazione non faccio in tempo a frenare ad un passaggio a livello tra Sassari e Olbia. Le sbarre si stavano chiudendo e mi aprono il rimorchio come una scatola di tonno. Dal momento che credevo di essere un gran pilota che semina le macchine sulle mie vecchie strade collinari sarde quando ho solo la motrice, non ho pensato a fare un’ assicurazione per la responsabilità del carico, e quindi i 13.800 e qualcosa euro di danni sono tutti a carico mio, oltre alla cattiva pubblicità con i clienti. La cosa naturalmente doveva capitare quando avevo 10000 euro rimasti sul conto e devo chiedere uno sconfinamento in banca che grazie a dio la banca mi concede, che incazzati com’erano i destinatari e proprietari del carico, mi avrebbero fatto pignorare il camion. Pago i danni del carico e del rimorchio e mi preparo a rimboccarmi le maniche con viaggi lunghi ed impegnativi per fare un po (sic) di cassa. Poi spero sempre nelle prove del Passiléstru e devo darmi da fare perché ho quasi 4000 euro di spese fisse al mese senza contare ciò che si aggiunge adesso come spese di manutenzione e mantenimento del MAN. Prendo quindi un viaggio da Olbia a Maribor in Slovenia. Traghetto a Porto Torres per Marsiglia, e tirata unica per tutto il Nord Italia sino al confine sloveno e poi avanti. Compenso pattuito 7500 euro se tutto va bene e non sfascio qualcosaltro (sic). Anche qui portiamo una mega barca a vela da 7 tonnellate ad un riccastro dell’est. A Marsiglia, sorpresina; nevica e c’è un tempo da lupi con bassa visibilità. Cominciamo bene.

Ed infatti il gennaio nero continua. La barca del riccastro, con il maltempo e la visibilità prossima a zero la ammacco di brutto contro un lampione a lato strada. I danni da pagare sono di più del compenso del viaggio. Il mio sconfinamento in banca arriva a quasi 10000 euro e meno male che la banca non dubita della mia capacità di rientrare. Mi applica un tasso di interesse “agevolato” dello 0,3% al mese! All’anima dello strozzinaggio agevolato. Per colmo di sfiga, dalla Slovenia, a parte la continuazione cronica del maltempo, non c’è nemmeno uno straccio di consegna per l’Italia. O meglio ce n’era una ma son al limite delle ore guidabili senza riposo e devo rinunciare. Al risveglio mi butto sulle app di ritiro merci e la meglio che trovo è una consegna di lamine di alluminio a Bordeaux in Francia. Più Nord Europa, più strade innevata, più maltempo. Allegria e buon 2010.
 
Nel dare il benvenuto tra noi a Luigidelta, sposto l'argomento da OT a ZF perchè comunque si tratta di automobili.

Speriamo di leggere post del nuovo utente anche in altre discussioni.
 
marzo 2010 e la mia Delta company non ce l’ha fatta. La sfiga nera ci ha nesso di nuovo lo zampino e cose che non mi erano mai capitate da dipendente, mi sono capitate da titolare. Incidente col camiù, il terzo nella mia carriera di autista e le quotazioni della Delta sono affondate. I clienti svaniti e la banca si è spaventata e mi ha chiesto il rientro. Il camion non sono riuscito a venderlo e per evitare la procedura di fallimento ho fatto un concordato con la banca dove si prendono loro il mezzo incidentato e ci facciano quello che vogliono. Per me si è trattato comunque del più grosso fallimento della mia vita con una perdita secca di tutto quello che avevo messo da parte in mesi, rischiando il collo col Passiléstru e smazzandomi chilometro dopo chilometro con la Transmed. Pur avendo sospeso l’affitto ai miei, come misura temporanea di emergenza, ho sempre 2583 euro al mese di rate di macchine da pagare e 2549 euro sul conto personale, che è l’unica cosa in attivo che ho. La rata pesante è quella della Maserati di 2100 euro al mese. La Nissan pesa per 483 euro e non vale la pena di restituirla. Invece devo rimboccarmi le maniche e andare ad implorare la Transmed di riprendermi a lavorare. In secondo luogo devo darmi da fare col club e trovare qualche pollo da sfidare su strada per alte cifre. Non ho rinunciato all’idea di mettermi in proprio. Sono analfabeta ma la resa non è nel mio carattere.

Gli Americani della Transmed decidono di darmi una seconda opportunità, ma il mio posto è stato preso da un autista esperto austriaco e per me hanno solo un posto entry level, in quanto un pivello che avevano assunto si è rivelato non all’altezza. La compagnia è al corrente delle mie disavventure da imprenditore, ma il manager di Taranto con cui faccio il colloquio di reimmissione nell’organico dell’impresa è comprensivom e mi fa un discorsetto su quanto sia difficile gestire tutte le spese e gli imprevisti della condotta di un mezzo pesante da soli.

Ammicco e supplico e come segno di fiducia la compagnia mi affida un “primo viaggio” a Biserta in Tunisia via Palermo. Gran totale della trasferta 690 euro. Devo proprio ricominciare da capo.
 
Con tutto il rispetto, anche se si tratta di un racconto di fantasia, ritengo che ospitarlo sul forum sia in contrasto col regolamento dello stesso, anche in assenza di specifico divieto, dato che la narrazione fa riferimento ad azioni in contrasto con il Codice della Strada, anche se non reali (ma potenzialmente sì), ma che potrebbero ispirare (evito volutamente il termine "istigare") a comportamenti imitativi potenzialmente pericolosi e censurabili. L' art. 9 bis infatti recita:
1. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque organizza, promuove, dirige o comunque agevola una competizione sportiva in velocità con veicoli a motore senza esserne autorizzato ai sensi dell'articolo 9 è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da euro 25.000 a euro 100.000. La stessa pena si applica a chiunque prende parte alla competizione non autorizzata.
2. Se dallo svolgimento della competizione deriva, comunque, la morte di una o più persone, si applica la pena della reclusione da sei a dodici anni; se ne deriva una lesione personale la pena è della reclusione da tre a sei anni.
3. Le pene indicate ai commi 1 e 2 sono aumentate fino ad un anno se le manifestazioni sono organizzate a fine di lucro o al fine di esercitare o di consentire scommesse clandestine, ovvero se alla competizione partecipano minori di anni diciotto.
4. Chiunque effettua scommesse sulle gare di cui al comma 1 è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno e con la multa da euro 5.000 a euro 25.000.
 

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