<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> I diari di Su Maskinganna | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

I diari di Su Maskinganna

Sono un lettore del forum da anni. Non mi ero mai registrato per intervenire. L'ho fatto apposta ora solo per scrivere che apprezzo tantissimo i racconti di Delta, è di gran lunga il thread più interessante che leggo da mesi e mesi su questa piattaforma.
Credo che se un racconto DI FANTASIA venisse censurato per una tale banalità, credo si toccherebbe un nuovo punto basso in quanto a becera moralità nella storia del forum...detto questo io ti leggo sempre, continua così! Grazie
 
Alex 81 grazie infinite per il tuo commento. Su Maskinganna alias Alberto Maneddu è ispirato ad un mio caro amico che in macchina andava come un fulmine di guerra, ma solo nei posti giusti e nei momenti giusti. Non faceva il camionista ma faceva il tassista ed era il guidatore di macchine più professionale e freddo che abbia mai visto che non fosse un vero pilota da corsa.
 
Omniae
Certamente il racconto è puramente immaginario e le vicende raccontate, almeno per la parte del Passiléstru, contrarie al codice della strada. Sono quindi pienamente d'accordo con i tuoi rilievi, anche se preciso che per evitare di istigare comportamenti fuori legge, in narrativa romanzata dovremmo eliminare oltre a Su Maskinganna, anche una buona parte dei romanzi di avventura, compresi James Bond e Paperino.
Ciò detto, non mi offenderei di certo se il thread venisse rimosso in omaggio alla tua opinione, della quale non mi permetto di giudicare, non conoscendo le politiche di questo forum.
 
Direi che va preso per quello che è, un racconto di fantasia molto spinto e basta : di realismo, specialmente quando si parla di gare in mezzo al traffico, non ce ne vedo molto..... ho girato in Sardegna molte volte in estate, ci andai in macchina la prima volta nel 1983 (prima, a piedi...) e quindi sono quarant'anni, e non ho mai visto nessuno neppure lontanamente fare pazzie del genere.... cose come la Ferrari F50 del fantomatico capo dell'organizzazione con molte targhe diverse, beh sembra di vedere un film di 007, per cui non prendiamolo eccessivamente sul serio, proprio come non condanniamo per omicidio uno scrittore anche se nel suo romanzo un serial-killer impazza : siamo maggiorenni e vaccinati.
 
Per tutto marzo 2010 ricomincio a fare la spola tra la Sardegna e la Sicilia per Transmed per compensi scarsi e l’ultima settimana mi viene assegnato un viaggio a Tolosa in Francia, primo viaggio internazionale della mia seconda carriera come autista per conto terzi. Questo dovrebbe portare il mio compenso mensile a quasi tremila euro. Non siamo ai livelli in cui ero alla fine del mio primo lavoro con Transmed, ma siamo meglio che il mio primo mese di lavoro a quell’epoca. Posso considerarmi fortunato. Questo mese non so se riuscirò a fare nessuna gara con il Passiléstru. Devo consolidare la mia rinascita in azienda e non posso fare lo schizzinoso sulle assegnazioni. La terza settimana di marzo migro per la Francia con un carico di 18 tonnellate di batterie per veicoli, e poi si vedrà. Il viaggio di ritorno da Tolosa a Cagliari, lo faccio con 21 tonnellate di Gummy Bears e con il maltempo che imperversa sulla Francia meridionale. Pioggia forte e nebbia caratterizzano questo scorcio finale di inverno dell’anno 2010 in “Transalpinia”. Rientrato a Cagliari incassati i compensi e pagate le rate, mi rimangono 2200 euro sul contro. Tempo di mettere mano alla Maserati.

E si comincia molto male, con una sfida ad una Mercedes CLK mentre mi reco alla prima prova del Passiléstru di aprile. Avrei dovuto capire che era guidata da uno che non scherzava. Il soggetto in questione si chiama Edd e la sua Mercedes si rivela ben mimetizzata. Sotto una carrozzeria innocua da nonno ricco, si nasconde invece una bestia tappata da DTM. Sfido il nostro su un tratto breve di 5 chilometri. Tratto veloce all’inizio con un paio di curvoni, e guidato alla fine con arrivo su una svolta secca a 90 gradi a destra.

Che marca male me ne accorgo subito, quando Edd parte a razzo da classe C quale probabilmente è la sua biga e mi lascia ad inseguire. Traffico ce ne (sic) poco. E’ l’una di pomeriggio di una domenica e la gente è ancora a casa ad abboffarsi. Comunque qualche macchina c’è e Edd si districa tra i civili senza perdere un metro nel tratto veloce. Mercedes nera ed infame! Preciso e chirurgico, il nostro eroe non concede nulla. Per riuscire a passarlo devo attendere un dosso dove la sua ben più pesante macchina si scompone in compressione e mi lascia un’opportunità che non mi faccio sfuggire. Passo la Mercedes nel momento in cui Edd è impegnato a controllare un leggero traverso e sto già pensando che ho un altro gatto nel sacco. Ma un famoso allenatore di calcio disse che non bisogna mai dire gatto se non ce l’hai nel sacco ed aveva ragione. Il signorino non si perde d’animo per un istante e mi sta incollato al deretano, pronto a riprendersi la posizione. Nell’ultimo tratto, un rettilineo leggermente inclinato a sinistra con staccatona finale sul traguardo, Edd mi prende facilmente la scia e quando è il momento di frenare me lo ritrovo già all’interno dove puntualmente mi fa fesso proprio negli ultimi metri. Il rombo cupo e rauco in scalata di due o tre marce del Mercedes Benz preparato, mi svernicia da destra, e metà del mio conto in banca finisce nelle sue tasche; Il tempo di fare il prelievo in contanti e consegnare la refurtiva ad un corriere espresso del Passiléstru munito di Ford Mustang Boss gialla e nera che viene a prelevare il grano in un posto prestabilito il giorno successivo. Decisamente un periodo no.

La prova verso la quale mi stavo dirigendo è la gara a telecamere tra Ballao e Nuraghe Armungia; prova difficilissima dove occorre far media di 162 orari tra i rilevamenti di 5 telecamere tra le due località. C’è possibilità di provarla una sola volta, vista l’ora e la necessità di schierare le auto civetta che fermino il traffico per non più di due minuti. Poi arrivano gli ibirri, che man mano che passa il tempo si stanno organizzando sempre meglio. Sono arrivate sull’Isola due Lamborghini Murcielago, che ho già visto un paio di volte intorno al capoluogo e si parla anche di quattro Giulia civetta senza distintivi super preparate a Cassino. Codeste vetture sarebbero affidate ai migliori ibirri conducenti della Zustissia a livello nazionale. Fino ad esso di grandi problemi non ce ne sono stati, ma dopo l’incidente mio con la 430 Scuderia, il Passiléstru ha cominciato ad apparire nelle pagine dei giornali e c’è stato anche un servizio in televisione. Tra membri del Passiléstru contatti e rapporti non ce ne sono, anzi non ci conosciamo nemmeno se non di faccia o di fama, ma comunque l’andazzo generale e che a noi interessa il pubblico clamore non interessa.

Tornando alla prova di Ballao, tutte le ricognizioni vanno svolte nel traffico, che comunque non è fitto. La zona è abbastanza remota ed il giorno e l’ora pure. Nonostante ciò la prova è da paura. La prima telecamera è di lancio; ci si arriva appena messa la sesta con telecamera flesciata (sic) a 239 orari. Il bello viene dopo. Inserimento a destra nella cruna di un ago (a quella velocità) dopo aver rilasciato, entrando in una strada secondaria; giù tutto ancora in compressione a sinistra di quinta, per la seconda telecamera che è l’ultima di quelle veloci anche se è comunque dopo un dosso che a quella velocità minaccia di piegare il telaio con tanto di sfiammata di scintille. Il resto è tutta roba guidata con telecamere piazzate agli apici di curve lente, tanto che per ottenere i 162 di media richiesti alla media dei rilevamenti, devo allungare un chilometro dopo l’ultima telecamera e poi 180 gradi col freno a mano per ripercorrerla in senso inverso con un po (sic) di strada dritta che la precede. Risultato finale, 163,07 e 5000 ambitissimi e necessarissimi euro in contanti di guadagno da mettere sotto la mattonella. Tabby è venuta con me per questa prova, ma l’ho fatta naturalmente scendere prima della speciale. Tra l’altro lei odia il Rollbar dentro la Maserati e le reti nere ai finestrini, anche quando sono ripiegate in alto. Mi sa che le cose tra noi stanno diventando serie e ho bisogno di soldi per rendere merito a questa relazione e portarla al prossimo livello dove tutti e due vogliamo che sia. Tabby dice che il babbu può aiutare, ma non è il mio stile. La prova la facciamo io ed una Honda S 2000. Ma io credo che una classe E non possa farcela qui. Ed infatti il tizio con la Honda, un milanese con palle e freddezza che parla molto poco, ferma le telecamere a 160, 84 e poi dobbiamo rapidamente evacuare, che i pali segnalano l’arrivo di plurimi ibirri.
 
A metà settima mentre mi sto recando a disputare una lunghissima cronometro notturna da Lanusei a Villagrande, ho l’occasione di rifarmi della sconfitta subita contro Mister Denn. Ma prima parliamo della prova.

Qui il percorso è troppo lungo per tenere a bada il traffico, ma la prova si svolge apposta a notte fonda per limitarlo in maniera naturale. Questa gara è riservata alle classi D e se si sta sotto i tre minuti e 30 si intascano 7500 euro di cui 2500 di iscrizione, che invece rimangono al club se si va sopra i quattro minuti. Se si sta entro i 3 e 45 ci si riprende la propria quota e si può riprovare la prossima volta che la prova viene disputata. Questo è uno dei sistemi con cui si trasferisce il denaro dagli incapaci ai capaci, soprattutto da quegli incapaci che provengono da successi nelle classi inferiori, con prove più facili (e pagate molto meno). Tali soggetti normalmente credono di essere capaci. Spesso si tratta di ricconi e spesso stranieri che si sono dovuti comprare macchine di classe F apposta per partecipare alle gare introduttive del club ma che non vedono l’ora di sfoggiare le loro fuoriserie da corsa. Naturalmente la fuoriserie da corsa non basta senza un pilota all’altezza, ma tali ricconi non si spaventano per l’esborso. A loro interessa sfoggiare la X nera del club su una macchina di classe elevata per far vedere quanto sono fighi. Per mantenerlo tale emblema occorre partecipare ad un minimo di prove all’anno e quindi la fama ed il prestigio del club sono la base dello schema piramidale del Passiléstru. Più aumenta la notorietà e più gente arriva.

Tornando al viaggio di trasferimento, intorno a località Loceri ti vado ad incontrare una compatta e minacciosa SLK bianca con ben in vista l’adesivo del Passiléstru sul paraurti posteriore. Affianco la vettura che è guidata da una bella donzella, che scoprirò risponde all’esotico nome di Charlotte. AMG bianca, con cerchi competizione neri, almeno da 18, mono bullone e assetto cattivo, mi fanno subito temere che questa sia un’altra fenomena (sic) dotata di tecnologia DTM, ma decido di rischiare lo stesso. Trattativa a bordo strada per 1000 euro; la ragazza è prudente e questo è un brutto segno per me. Ci facciamo la ricognizione del percorso con lei che decide il tracciato dopo il tradizionale lancio della moneta, e poi ritorniamo al punto di partenza. Ora pre notturna e traffico moderato e si parte in quarta. La SLK mi sopravanza in accelerazione pur essendo una classe D come la mia Maserati, ma non va molto lontano. Quando inizia ad allungare è invece perché sul tratto iniziale, moderatamente veloce, la signora si rivela precisa ed abile a tenermi dietro. Le incertezze nel traffico notturno scarso invece che averle lei le ho io, ipnotizzato dalle luci posteriori della Mercedes che ballonzolano da un lato all’altro della carreggiata. Devo stare molto ma molto attento; se sbatto non ho i soldi per riparare la macchina, senza considerare le altre conseguenze più gravi, e questo mi tiene a bada il piede destro. Nel secondo tratto più guidato riesco ad avvicinarmi sempre con prudenza, per quanto si possa parlare di prudenza in questi frangenti, ed in una S medio veloce riesco pure a passare quando Charlotte deve frenare improvvisamente dietro ad una macchina civile. Come aveva fatto Denn prima di lei, mi si incolla dietro come un francobollo con l’idea di ripassare davanti alla prima occasione, ma questa volta non mi faccio fregare. Nell’ultimo tratto misto pianto le traettorie (sic) in mezzo alla strada a costo di farmi speronare e vinco di misura, rientrando di mille euro. Ci prendiamo un caffè ad un bar che sta chiudendo io e Charlotte, che è il massimo dei contatti consentiti dalle consuetudini del Passiléstru e mi fa i complimenti per essere riuscito a rimanere davanti nel tratto critico. I mille in contanti me li da (sic) sul momento. Classe e stile da parte di una bella signorina dal piede pesantissimo e dalle palle d’acciaio.

Della cronometro non c’è moltissimo da dire. Prova bellissima con percorso variegato da veloce a lento pieno di curve di tutti i tipi, contropendenze dossi e tutti gli ingredienti della cucina sarda del Passilèstru. La scarsezza di traffico e l’ampia visibilità su gran parte del tracciato consentono una guida Shumacheriana di precisione e senza sbavature sfruttando tutta la carreggiata. Fermo il cronometro a 3,22,62, quinto miglior tempo di sempre. Qui il record ce l’ha un tizio che non fa più parte del Passiléstru che lo stabilì due anni fa con una Lotus Esprit Turbo; 3, 20 e qualcosa.

Io sono comunque soddisfatto di essere rimasto ben sotto i 3 e trenta e di portarmi a casa i 5000 gentilmente donati da quelli che hanno fallito la prova nelle varie edizioni precedenti.


Prima che possa tornarmene a Cagliari, mi intercetta un commissario del club dicendomi che posso consegnare a lui la Maserati perché c’è da andare a prendere una Supra RZ di un Ospite Giapponese del Midnight Club di Osaka e portarla dal concessionario per la manutenzione ordinaria. La Maserati a Cagliari me la porta il commissario che mi aprirà la strada lungo il tragitto.

La Toyota è una roba allucinante. Mai vista una cosa del genere. Cosa diavolo ci capirà una normale officina Toyota di questa macchina rimane per me un mistero. Meno male che la porto di notte perché è un pugno nell’occhio che verrebbe fermata ad ogni posto di blocco di quelli che stanno cominciando a proliferare per l’isola. Normalmente il proprietario se la trasporta dentro un rimorchio di un semiarticolato perché non è una macchina che possa circolare per la strada. In quest’occasione il camion per trasportarla non è immediatamente disponibile e c’è urgenza. Soluzione; l’autista del Passiléstru. Si tratta di compiti onorifici e poco compensati proprio perché onorifici. I corrieri, qualunque cosa trasportino, sono gente che il club considera esperta ed affidabile e il ruolo vale un secondo emblema di merito sul paraurti della propria vettura. Il simbolo del Road Runner della Looney Tunes (Beep Beep) con una borsa da postino intorno al collo. Ci andavo matto da piccolo con i cartoni del coyote e del road runner.

La Supra, di un colore arancione acceso con fiamme verdi sulle fiancate è una belva quasi impossibile da guidare normalmente su una strada aperta. Fondo scala a 9000 giri e 340 miglia (dico miglia) orarie, è piena di manometri e strumenti supplementari nell’abitacolo come nei film americani Fast and Furius (sic). Ala posteriore da Formula 1, ben più grande di quella della mia Nismo, guidare questa mostruosità mi riporta ai miei ricordi giapponesi. Secondo me dovrebbe essere registrata nel pubblico registro degli aeoromobili e non c'è nulla di paragonabile di questa Toyota alla mia misera Nissan SX 240 classe E.

Cambio con cautela a 3000-3500 giri, dove il risucchio della westgate è già pauroso a questo regime. Cosa succederà forzando non lo so e non lo voglio nemmeno sapere. La macchina a questa andatura è quasi inguidabile: sterzo pesantissimo, frizione non ne parliamo e agli stop la stallo più di una volta. Occorre andare piano; questo coso non ho idea di come si comporta (sic) ad alta andatura ma non mi da (sic) nessun affidamento. Poi la macchina non è mia e davanti ho la Maserati guidata dalla safety car (la mia Maserati) che fa andatura lenta per non dare nell’occhio in questo trasferimento notturno. Arriviamo a Cagliari che è quasi mattina e me ne vado a dormire. Ho pranzo fuori con Tabby e voglio essere riposato.
 
In zona non distante dall’arrivo della Lanuesi – Villagrande si disputa quella che per me è l’ultima prova di aprile: la telecamere di Ilbono. Qui le telecamere sono solo quattro ed il percorso è lento, aperto solo alle classi D e dove le chiavi di volta sono la scelta dell’ordine migliore in cui attraversare i rilevamenti e l’accelerazione dalle immissioni che precedono le telecamere, con l’eccezione della prima che è come quasi di consueto, di lancio. Anche qui ricognizioni a traffico aperto per trovare la quadra e prova singola riservata a due vetture solamente prima di dover sgomberare in via precauzionale. Anche qui, media ai rilevamenti per incassare il premio, 162 orari. Faccio registrare la media di 163,59 e le mie prestazioni cominciano ad essere notate ai piani alti. Il babbu della Tabby comincia già a parlarmi di Quattroporte preparate da gara (classi C) o di una Ferrari 360 Modena che ha per le mani. Io freno e prendo tempo. La mia situazione finanziaria è tutta da rifare dopo il crac (sic) Delta e devo consolidare di nuovo la mia posizione nel lavoro serio, quello che mi dovrei costruire qualunque cosa accada al club che può chiudere dall’oggi al domani.

Le consegne di aprile denotano fiducia nei miei confronti da parte della Transmed. Mi affidano il trasporto di una fresatrice d’asfalto da andare a ritirare a Sassari. Prendo la motrice a Cagliari; una bestia di Mercedes da 700 cavalli con triplo assale al posteriore per poter sopportare il peso di 44 tonnellate da trainare e molto cautamente trasporto l’enorme e pesantissimo carico fino a Bari. Viaggetto comodo e tranquillo con la primavera oramai ad accompagnare i lunghi trasferimenti autostradali. Da Bari ritorno a Catanzaro con un carico di piante da serra che mi vale un bonus per il carico fragile. Partenza alle 2300 per un altro viaggio notturno. Questo qui, confronto al viaggio di prima sembra di guidare un kart. Arrivati nei pressi di Catanzaro si verifica però un intoppo ed una deviazione stradale mi fa perdere un bel po (sic) di tempo. Devo cercare di recuperarlo o arriverò in ritardo con la consegna, che in Transmed è anatema. Dopo breve conversazione con il management mi dicono di recuperare ma senza mettere a rischio motrice e carico. Facile a dirsi per sti piumini di amministrativi e manager che non sanno guidare nemmeno un’utilitaria. Devo fare una bella deviazione fin giù a Villa S. Giovanni per poi risalire la punta dello stivale. Fino a Villa S.Giovanni guido il camiù praticamente come fosse una macchina per riuscire a rimettermi in tempo con la tabella di marcia, sfidando anche più volte il limite di velocità, e così nella risalita verso Catanzaro posso ricominciare a guidare quasi normalmente e in sicurezza.

Da Catanzaro me ne torno a Cagliari con un carico di 16 tonnellate di orzo ed il mese di aprile se ne va. E’ bellissimo guidare nella primavera dell’Italia Meridionale e della Sardegna. Tra gare e viaggi ho messo insieme 16478 euro dedotte le rate delle macchine. I mille euro ricomincerò a darli ai miei genitori quando ne avrò abbastanza da prelevare dal conto. Non voglio darglieli in contanti perché non voglio che rafforzino i sospetti che già hanno circa quello che faccio con le macchine. Per loro sono un semplice appassionato che fa le rate per comprare macchine sportive da portarci fuori la fidanzata, anche se i Rollbar nella Maserati e nella Nissan non convincono mio padre. Comunque fino adesso, nessuno scontro diretto.

Inizio maggio mi sto recando ad una gara a 8 nella zona di Olbia. Mentre esco da Cagliari ad un semaforo mi si affianca una Corvette C5 base il cui pilota mi guarda di traverso. E’ un membro del Passiléstru, classe C, macchina teoricamente più prestante della mia. Parcheggiamo per le trattative. Io propongo che la sfida avvenga in direzione di Olbia dove sono diretto e lui che si parta dal punto in cui ci troviamo. Tutto bene se non fosse che il punto in cui ci troviamo è la periferia nord di Cagliari in pieno giorno. A me ste robe piacciono poco. Se ci spotta la Zustissia mi scheda la macchina; ed ammesso che riesca a farli fessi in un inseguimento occultando la targa, poi addio libertà di azione e dovrei cambiare macchina o come minimo riverniciarla, anche se la tattica della riverniciatura comincia a non dare più i frutti che dava all’inizio. Comunque per amore delle consuetudini del Passiléstru accetto.

Partiamo a canna svelta dalla zona industriale e ci immettiamo sulla SS 131. Vado in testa quasi subito ed il compito di mantenerla non è troppo difficile. Occhio vigile in mezzo al traffico tra 1 130 ed i 140 orari. Nel retrovisore la Corvette non si avvicina. Tutto sembra andare bene e mi sto già pregustando il primo successo mensile, quando all’improvviso al bivio per Senorbi proseguo dritto invece che poggiare a destra. Me ne accorgo subito, ma la Corvette passa inesorabilmente avanti. Freno a mano e meno male che non c’era gente in quel punto e mi butto all’inseguimento. Mi dice bene che il pilota della macchina americana non è esattamente un castigo di dio. Guida veloce ma normale. Io quindi me lo francobollo da vicino ed in una frenata due curve prima del traguardo passo lui ed un Defender da cui stava cercando di districarsi. 1000 euro per cominciare maggio bene.

All’altezza di Tortoli, sulla SS 125 ne incontro un altro di pazzo; questo si fa chiamare Bud e ha una Mitsubighi Lancer EVO ultimo modello amaranto lucida come una porcellana e pare uno serio; infatti pur ben sapendo che la mia macchina ha più motore, mette sulla bilancia 10000 euro per una corsa sino a Urzulei; evidentemente è uno che sa il fatto suo e la sua Mitsubishi sul guidato ed in mezzo al traffico è più che in grado di farmi fesso. Ma posso rifiutare la sfida di una classe E?

Partiamo da Santa Maria Navarrese e le mie peggiori previsioni si avverano da subito. Bud non solo parte bene ma prende vantaggio sgusciando in mezzo al traffico come un anguilla. Non che se ne vada, ma non riesco a guadagnare un metro del vantaggio che prende all’inizio. Arrivati in un tratto molto misto, la superiorità della sua macchina sul medio lento si fa sentire e guadagna qualcosa in più, senza contare che per non vederlo sparire, mi devo prendere qualche rischio di troppo e mi vedo un paio di situazioni bruttine con tanto di calkson spiegati dei civili. Ci divincoliamo tra le macchine dei passanti tra i 130 ed i 160 orari, che su una statale di giorno non è malaccio. Io cerco di mantenere quel margine di sicurezza che mi permette di non porre fine anzi tempo alla mia carriera. Finalmente prima della località Baunei, c’è un pezzo quasi dritto e con sole due o tre macchine. Qui distendo le marce e guadagno di puro motore. Mi vergogno un po (sic) ma cosa devo fare! Poi improvvisamente, prima di arrivare al Passo Genna, Bud o comincia ad essere stanco o è in debito di adrenalina; fatto sta che il suo ritmo cala. Non me lo faccio ripetere due volte il segnale, e lo infilo in una curva lunga a destra. Appena lo passo, quello si risveglia e mi si incolla di brutto e non riesco a scrollarlo. Facciamo così gli ultimi 8 chilometri in uno scontro veramente senza quartiere, dove mi sdruscio pure con una Golf civile mentre imposto una curva. Più lavoro per il carrozziere, quando al Bivio di Urzulei, invece che farmi fesso Bud, mi faccio fesso da solo, entrando nell’abitato invece di proseguire per la statale per Orosei. Ottima e meritata sconfitta per un idiota che ha bisogno che gli impiantino un GPS nell’ano per non perdere gare quasi già vinte. Il Colpo di demenza, il secondo di seguito dopo quello con la Corvette, mi costa 10000 euro dei 15000 faticosamente guadagnati. Ora giuro a me stesso; niente più sfide fino dopo la gara di Olbia.
 
Io ho ammirato davvero tanto Jutta Kleinschmidt ai tempi

La Mouton aveva anche il vantaggio non disprezzabile di essere una gran bella ragazza il che contribuiva al buon umore dei parchi assistenza del mondiale rally negli anni 80. Con sospetto la guardavano all'inizio, fino a quando non cominciò a mettersi dietro tutti.
Come guidava l'Audi Quattro lei...!
 
La gara di Olbia è considerata la più prestigiosa prova pluri macchina per le classi D. Solo queste sono ammesse e la quota di iscrizione è di 3000 invece che di 2000 come è in una normale gara di classe D a otto vetture. Qui tutti quelli con le palle con una classe D si ritrovano periodicamente per misurarsele reciprocamente. Se sei in condizioni finanziarie da permetterti una classe C, questa corsa è l’anticamera della promozione alla categoria superiore. La classe C è notoriamente quella dove davvero avviene la scrematura tra i grossi calibri del Passiléstru e i plebei che rimarranno per sempre a giocarsi le briciole nelle classi cadette o ad abbandonare il club. Chi ha successo in classe C accede alle classi regine B ed A. Le statistiche rudimentalmente tenute dai commissari del Passiléstru dicono che il 40% degli abbandoni del club avvengono da parte di membri appartenenti alla classe D. Arrivi li (sic) credi di essere un fenomeno ed invece sei un “cacaturo” come dice un tizio di cui non ricordo il nome che guida una Alfa GTV in classe F parlando di se stesso (sic).

Ora questa corsa di Olbia ha ben ragione di essere considerata tra le più prestigiose per gli aspiranti piloti veri del Passiléstru. Una gara in tre giri a cadenza ovviamente casuale per ingannare la Zustissia, imperniata intorno all’aeroporto Costa Smeralda. Il tracciato si divide praticamente in due settori distinti e ben delimitati: la parte mista interna intorno all’aeroporto, ed il rettilineo di ritorno da Murta Maria a Sa Minda Nova, che reimmette nella staccata secca e curva sinistrorsa da terza che introduce di nuovo nel misto interno. Gara e tracciato affascinanti e che mi studio ben bene in ricognizione, con traffico molto scarso alle canoniche due di mattina.

Le vetture schierate alla partenza sono oltre alla mia, una Aston Martin dello stesso colore della mia Maserati guidata da un signore chiamato Jim, una BMW M3 classe D di un tizio che si chiama Brett e poi ogni genere di classi D da un’Audi Avant RS, una Corvette Grand Sport, una Lexus e non ricordo più cos’altro.

La corsa è come detto in tre giri, poi tutti a casa per strade diverse per neutralizzare la Zustissia allertata magari dalle autorità aeroportuali. Auto civetta non solo tengono il circuito chiuso ma sono anche pronte ad avvertire in caso si debba sgomberare con anticipo.

Partiamo a razzo io la BMW e l’Aston Martin. Inizialmente sono della partita di testa anche l’Audi e una Lotus che mi sono ricordato adesso che ce n’era anche una di quelle, Una Exige tappata da monomarca. Qui c’è solo gente tosta e comincio a capire cosa davvero è il Passiléstru. A me che pareva di essere già un pilota da formula, si parano davanti dei calibri veramente grossi che vanno come spie. Me ne accorgo subito quando alla prima staccata a sinistra guadagno esattamente...una cippa di minchia. Tutti staccano tipo Valentino Rossi e rimango intruppato tra la quarta e la quinta posizione.

Il primo giro è interlocutorio. Brett e Jim allungano con la BMW e la Aston ed io me la devo vedere con l’Audi e con la Lotus, che piano piano a gran fatica riesco a staccare di qualcosa. Due curve prima dell’immissione sul rettilineo di ritorno, botta di culo: i due di testa si sportellano e li riprendo tutti e due con guida da formula. Con questa gente mi rendo conto che o rimani freddo anche in situazioni limite o vai a farti male sul serio.

Fatto sta che sul rettilineo di ritorno, deserto di traffico, ci occupiamo tutte e due le corsie, come dicono in America “Side by Side” e quando guardo il contachilometri per poco non mi viene uno sturbo; oltre 230. Alla staccata decido che me li faccio al forno tutti e due. L’Aston ha un motore della madonna e si propone davanti a me e a Brett. Io e la BMW come motore ci equivaliamo. Dietro arrancano gli altri ma oramai leggermente staccati. Tiro la staccata come non ho mai fatto prima, ben deciso ad ammazzarmi o ad andare in testa, e in effetti la Aston me la cucino; ma sorpresa delle sorprese; la M3 va a staccare sulla luna e non so come riesce (sic) anche ad entrare nella sinistra da terza. Quando sterza vedo chiaramente il disco di sinistra incandescente che brilla nella notte. Palle di titanio questo Brett !

Nella curva più lenta del tracciato, una sinistra che butta fuori in contropendenza e che va anticipata parecchio, riesco a mettere il muso avanti e dietro di me Jim con l’Aston che è li (sic) come uno spettro pronto ad approfittare di qualunque cosa. Ci scambiamo le posizioni per tutto il misto, fino a quando Brett commette un’indecisione e rimane attardato. Io sono in testa ma a tre quarti del misto vado lungo e mi metto di traverso. L’Aston sfreccia come un Jet in perfetta traettoria (sic) e addio gara. Non mi do (sic) comunque per vinto e riprendo a guidare da formula. L’Aston Rosso Ferrari ha 300 forse 350 metri sul rettilineo di ritorno e guadagna ancora. La BMW non guadagna su di me. Decido che ovviamente mi gioco tutto nell’ultimo giro e prego dio che la gara non venga fermata dall’arrivo della Zustissia, perché in quel caso finirebbe con le posizioni al momento dell’interruzione.

Entriamo per l’ultima volta nel misto interno. Alla lentissima che butta fuori, il miracolo: l’Aston va lunga a sua volta e la intravedo sulla destra con due ruote nella cunetta ed un sacco di terra che solleva mentre rientra in carreggiata, ma intanto caro il mio Jim, grazie di avermi restituito il favore. Guido pulito, ma quello non ci mette molto a riagganciarmi, anche perché da dilettante quale sono, vado lungo in una curva medio veloce e devo tagliare per non ficcarmi negli alberi. Gara tesissima dove Jim riesce a passarmi in una S a media percorrenza e a mettersi davanti ancora una volta. Arriviamo alla staccata che immette per l’ultima volta sul rettilineo di ritorno. O si fa l’Italia qui o si muore !

Mi affaccio all’interno e su un minuscolo errore di Sir Jim vedo l’Aston scomporsi un minimo. In accelerazione esco davanti e mi immetto sul dritto, che poi non è proprio dritto; ci sono due S velocissime che si fanno in accelerazione piena ed un curvone anche da pieno perché le vetture non hanno nemmeno li (sic) raggiunto la velocità massima.

Comunque la vedo male. L’Aston ha più motore e nell’ultima sinistra lunga mi passa non senza dimostrare palle, visto che siamo quasi a 240 allora (sic).

Come secondo classificato, riprendo i soldi della quota di iscrizione ma non un euro di più. I 6000 del primo posto se li incassa Mr. Jim che scopro poi essere inglese pure lui come la sua stramaledetta Aston rossa. Comunque merito a lui ed anche al pilota della M3. Non si sono rivelati inferiori a me in nulla e io devo cominciare a farmi due domande se non sia il caso di vendere le macchine, comprarmi una panda e concentrarmi sul lavoro di camionista.



Nota degli editori

Da queste pagine di diario del Su Maskinganna traspare un sincero abbattimento per il fallimento nella prima vera selettiva prova in classe D. Siamo nel 2010, quando il Maneddu stava appena cominciando a scoprire le sue doti di pilota. Dobbiamo ringraziare il suo carattere forte perché il superamento di questa crisi ci darà altre pagine di lotte e di avventure, che come vedremo forgeranno la leggenda del Su Maskinganna.
 

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