Devo cominciare a pensare ad una classe C e ancora non ho abbastanza capitale. Le alternative abbordabili sono: Giulia Quadrifoglio 80000, perché le 8C è troppo costosa e la 4C non mi piave. Ferrari 360; troppo costosa mentre la Maserati Quattroporte GTS è anche troppo costosa e non più performante della Giulia. Credo quindi che quando avrò messo insieme i soldi necessari dovrò optare per forza per la Quadrifoglio, sempre dal concessionario Fiat di Cagliari. Lo facciamo arricchire.
A luglio i primi mille euro in contanti me li guadagno mentre mi sto recando a Baia Vignola per una gara a 8. Quando sono praticamente quasi arrivato, all’altezza di Aglientu mi sfanala una Maserati assolutamente identica alla mia, del mio stesso colore rosso; l’unica differenza tra quella e la mia è che ha i cerchioni chiari invece che bruniti come i miei. Si tratta del famigerato Marvin, come si fa chiamare lui, personaggio come me in ascesa nel Passiléstru. La provinciale su cui si svolge la sfida è abbastanza strettina e siamo in un orario con traffico copioso. Certamente non posso rifiutare la sfida. Il signor Marvin mi conosce di fama, io conosco lui e siamo reciprocamente al corrente delle prestazioni dell’altro nel club. Ragion per cui, ben sapendo che possiamo entrambi perdere la contesa, mettiamo sul piatto delle scommesse solamente 1000 euro per essere prudenti. Le macchine sono identiche, Maserati Gransport assolutamente di serie, e quindi la differenza la faranno il manico, il pelo sullo stomaco e la congiuntura del traffico. Il percorso prescelto è lungo 8 chilometri sulla provinciale che va a Vignola Mare e termina un chilometro prima della mia destinazione per la corsa che devo disputare.
In partenza siamo ovviamente appaiati con accelerazioni molto simili. Marvin commette un unica indecisione su una destra veloce che affrontiamo intotno ai 140 orari. Li (sic) lo infilo a destra e mantengo il comando sino al traguardo. Mille euro e gerarchie stabilite tra le due Gransport del Passiléstru.
Per quanto riguarda invece la gara che sono venuto qua al nord a disputare, (sic) pur essendo su un tracciato bellissimo e tecnicissimo, non presenta particolari difficoltà in quanto popolata di scarsoni che partono fortissimo con le loro Viper, le loro AMG, e c’è anche una Lotus Exige ben tappata da monomarca che è quella che mi preoccupa di più. Devo puntualizzare per i posteri che venire su un percorso come questo con una Viper non è molto intelligente. C’è anche una Maserati Quattroporte ed anche qui il proprietario non dimostra molto acume nel portarla in una gara collinare come questa, super guidata e con un sacco di tornanti.
La prova si svolge in discesa e questa è un’ulteriore polizza di assicurazione per me contro la mancanza di motore confronto a molta della concorrenza presente.
Come volevasi dimostrare, in partenza nel primo tratto, patisco la superiorità cavalleresca dei miei avversari, che mi stanno tutti ben davanti. Ma dopo i primi due o tre chilometri di veloce, inizia il guidato ed il super guidato, dove comincio a salire in cattedra con quella che credo sia stata la miglior guida che abbia mai fatto da quando corro nel Passiléstru. Certo un paio di sportellate con la Viper ci stanno e pure una o due raschiatine ai guardrali in certi punti critici. Ma in cinque minuti e 41 secondi concludo la prova con una vita di vantaggio rispetto alla concorrenza che è dietro di quasi una quindicina di secondi. Non mi sono mai divertito tanto nel guadagnare 5000 euro. La gara aperta a tutti i tipi di veicoli, moto comprese non attira chissà per quale ragione nessun pezzo grosso del club, ma solo gente che magari è arrivata fortunosamente in certe classi superiori ma non riesce a progredire oltre.
Come ciliegina, anzi come anguria sulla torta, subito dopo la gara ho l’opportunità di parlare con il capo del team di commissari all’arrivo che per caso risulta essere un gentile signore giapponese di nome Tersuro, dirigente del club e vero pezzo grosso dello stesso. La sua macchina registrata al club è una Pagani di non so bene quale modello, ma non una Zonda; qualcosa di più sofisticato, tipo una cinque o qualcosa del genere. Altrettanto per caso, la Pagani è parcheggiata all'arrivo della gara e nell'ammirare la vettura e nel chiedere informazioni, vengo a sapere appunto che appartiene al signor Tetsuro. Mi viene dunque in mente di fare della giornata un trionfo senza precedenti per me e di chiedergli se mi concede una sfida lungo il percorso della gara appena conclusa. Le auto civetta si sono appena ritirate dai due capi del percorso e adesso il traffico, pur non numeroso in quella particolare “mulattiera” è comunque presente. Il gentilissimo signore giapponese come solo i Giapponesi sanno essere, mi risponde in Sardo.
“Sa Pigàda?”
“Ajo sa Pigada mi piaghet”
Mister Tetsuro è un furbacchione. Sa chi sono io, sa cosa ho appena fatto ai miei avversari, non può rifiutare la sfida da un pivello di classe D anche se in ascesa, e sa che il percorso livella le prestazioni. Almeno la gara, visto che deve farla o perde la faccia, vuole farla in salita. Per non apparire troppo invadente o maleducato, accetto. Ho già dimostrato una bella faccia tosta a sfidare un dirigente di classe A e non posso spingere oltre nelle contrattazioni.
“Dechemiza?” propongo io visto che un papavero di classe A non corre per meno. Tetsuro prontamente accetta e dopo pochi minuti siamo assicurati ai nostri sedili. Per rispetto non indosso il casco giacché il mio avversario, che non prevedeva di correre oggi, non ce l’ha. Il percorso e lento e i rischi addizionali non troppo elevati nell’avere il melone scoperto. Se succede qualcosa confido nel rollbar e nelle cinture a quattro punti.
Tetsuro mi fulmina ovviamente in partenza, ma già alla svolta a sinistra che da (sic) inizio al lungo tratto super guidato incontra traffico e perde il vantaggio. Il frastuono della Pagani con gli scarichi liberi riverbera per tutta la Sardegna Settentrionale e pure in Corsica e ci accingiamo ad approcciare la parte vera del percorso. Qui sto dietro per un po (sic) e noto con piacere che non ho difficoltà a tenere la Pagani sul misto stretto dove anche il traffico, rado ma presente, contribuisce ad impedire che il mio cliente se ne vada. Guidare guida bene il mio avversario; non è ne (sic) un pivello ne (sic) un buffone; ma su una staccata secca in contro pendenza a destra passo davanti e la livrea bianco latte con striscia nera e rossa mediana del bolide di Tetsuro appare nel mio retrovisore. Da li (sic) in poi, lentamente, molto lentamente, anche con l'aiuto delle chicane mobili costituite dalle macchine civili, guadagno, sempre con il ruggito del motore del mio avversario alle mie spalle ben presente, a ricordarmi che alla minima indecisione perdo. Ma oggi sono in stato di grazia e di indecisioni non ne commetto, anche perché ripeto il percorso è di mio estremo gradimento. Traettorie (sic) precise e la mia amata Gransport mi asseconda docilmente e mi permette di mantenermi davanti. Mantengo il vantaggio fino alla fine, anzi incrementandolo un poco nella parte finale della sfida che si svolge su meno della metà di quello della gara e nella direzione opposta. Concludo dunque la giornata con un lauto bottino di 15000 euro, che per una giornata di lavoro fra trasferimenti e competizioni non è malaccio. Ma il progresso più grande non è economico quanto di reputazione.
Questo è infatti un altro grosso scossone positivo alla mia reputazione nel club. Il bollettino del club decanta la settimana successiva il coraggio e l’abilità del guidatore della Maserati, che nella stessa giornata ha regolato i conti con analoga Maserati in una sfida ufficial per stabilire qual'è la migliore Gransport, ha vinto una competizione non secondaria e ha concluso mettendosi dietro il numero 3 del Passiléstru su un percorso si livellante ma pur sempre contro una macchina infinitamente superiore ed un pilota tra i migliori del club.
Tale boost della mia fama nel Passiléstru non tarda a dare risultati tangibili. Dopo un paio di giorni ricevo una telefonata dal concessionario Nissan, che mi propone di riconsegnare la Nismo Nissan che lui ritirerebbe per sostituirla con una Sylvia ufficiale della casa preparata per il campionato Turismo giapponese e che il concessionario usa come macchina immagine nei suoi locali. La cosa eccezionale è che il concessionario mi propone di continuare a pagare le rate della 240sx come "affitto" della Sylvia con l’accordo che se e quando dovessi essere promosso in classe B mi impegni ad acquistare una vettura da loro restituendo la Sylvia a quel tempo. Cosa più ancora eccezionale, in caso di grave danneggiamento della Sylvia, il concessionario si impegna a pretendere solamente l'estinzione di tutte le rate della 240 e null'altro.
A me la proposta pare eccezionale e quando in preda alla sorpresa chiedo al mio interlocutore cosa lo spinge ad accordarmi termini tanto generosi, quello mi risponde di non preoccuparmi e di continuare a correre con i risultati che ho dimostrato ultimamente.
La concessionaria mi mette anche a disposizione in comodato d'uso in veicolo commerciale, un camion di medie dimensioni per il trasporto della vettura che dovrò andare a prelevare insieme alla stessa ogni volta che devo partecipare ad una competizione. L'accordo prevede anche che per limitare i rischi che la macchina vada perduta in un incidente, io la utilizzi solamente per le prove espressamente di gruppo C, continuando ad utilizzare la Maserati per le prove aperte.
Tutto grasso che cola è il mio pensiero e senza meno accetto ll contratto che viene come sempre nel Passiléstru siglato verbalmente e puramente sulla fiducia, tanto più che la Sylvia è una vettura da competizione non registrata, non targata e senza numeri di telaio.