Metà aprile 2011
Mi scarrello la Scuderia sino a Olbia dove si corre la famigerata “Anello della Velocità” gara riservata alle classi B. L’unico problema è che quando arrivo sul posto la metà degli 8 partecipanti sono classi A. Una Bugatti una Lamborghini Reventon, un paio di macchine esotiche classe B di cui non riconosco il modello, ma probabilmente di quelle artigianali inglesi, una Regera, una Aston da endurance cattivissima, e una “modesta” F 430 standard.
Un bel pesce d'Aprile a metà mese mi ha fatto il Passiléstru. Mi ha fatto versare la quota di iscrizione di 20000 euro e poi mi ha messo davanti 4 classi A in questa gara super veloce che si corre intorno all’aeroporto Costa Smeralda. Il tracciato in tre giri prevede la partenza a Sporula sulla statale 729 e svolta a sinistra prima di imboccare la E 840. Si va verso l’aeroporto di Villa Fiorita sui curvoni in appoggio da fare quasi in pieno. A Trudda, si molla e si scala in quarta e poi ancora in terza per immettersi a sinistra su Via dello Spirito Santo in direzione delle vecchie saline e di Murta Maria. Questo è il pezzo per così dire lento. Ma in realtà non è affatto lento; semplicemente la strada si restringe e occorrono ancora più palle di prima. Mai il nome di una via è stato più azzeccato. Qua se lo spirito santo ti abbandona vai ad arare i campi, e anche se non ti ammazzi, come minimo il pianale lo distruggi. Infatti si tratta di un tratto di strada aperta con ampie vie di fuga nei campi agricoli, con due o tre curvoni veloci e uno medio da quinta in sospensione. Reinserimento sulla SS 125 piuttosto veloce, di quarta bella urlante, e tratto guidato ma sempre veloce che ritorna verso l’aeroporto di Olbia. Altra staccata per entrare di terza molle sul pezzo che da (sic) di nuovo sul traguardo.
Questo percorso va fatto per tre giri a notte fonda per un totale di 66 chilometri. Impossibile controllare il traffico ma per contro la zona è assai remota quindi a quell’ora di solito non ci sono problemi. L’ampia visibilità fa anche si di non avere brutte sorprese dai civili eventualmente presenti sul tracciato.
Hic sunt Leones (sic).
Tornando alla griglia di partenza (che tra l’altro in questo mio diario non ho ancora mai specificato che è sorteggiata), è vero che ci sono quattro classi A ma è anche vero che grossi nomi non ce ne sono. Non c’è il presidente, non c’è Daniel ex pilota NASCAR con la sua Seleen da 750 cavalli, e non ci sono i calibri massimi del club con le loro McLaren GTR e simili. Diciamo che i quattro membri di classe A sono gente “normale” e non basta una classe A per vincere: in un percorso come questo ci va il piede, il pelo ed un po (sic) di fortuna che non guasta mai.
Si parte naturalmente a cannone che ad accelerare da fermo sono tutti buoni. Nel misto veloce iniziale dopo la partenza già si vede che sono di fronte a piloti non di primissima categoria. Ce ne (sic) solo uno che va abbastanza bene ed è il tizio con la Reventon. Gli altri vanno si forte sulle accelerazioni e sul dritto, ma dove c’è da tecnicizzare alzano il piede. Nei primi quattro curvoni veloci in appoggio la Scuderia non ha nulla da temere nei confronti di nessuno e mi fumo tutti meno che la Regera che anche questa è guidata da uno tosto. Mi metto in scia e sul dritto riesco a mantenere il contatto solo grazie appunto alla scia. Alla prima imprecisione se mi stacco addio patria. In un punto dritto e sgombro vado a limitatore, la (sic) dove la Koniseg (sic) non è neppure in pieno. A Trudda c’è il punto più tecnico e più difficile: sesta-quinta-quarta, sospensione sulla rampa che va a sinistra ed entrata nella rampa che sbuca sulla Spirito Santo in terza con inserimento millimetrico. E qui che passo l’avversario. Mi aspetto adesso che la Regera reagisca con grande battaglia, anche perché adesso sono davanti io e gli do i riferimenti. Invece quello a poco a poco cede e accumulo secondi di vantaggio da li (sic) fino alla fine.
Il mese lo finisco con una “caccia libera” che è un’attività tipica per un dirigente finché dura la pacchia. Si tratta di scorrazzare per le strade, soprattutto quelle tortuose in cerca di polli da spennare. Naturalmente questa risorsa è come il petrolio; più la usi e meno ce ne (sic). Quando la fama comincia a circolare ampiamente, di polli da spennare se ne trovano sempre meno.
Oggi ne trovo due particolarmente succosi. Un tizio di cui mi sono dimenticato il nome con una Audi RS 4 B7 che mi mette sul piatto 10000 euro perché sono in giro con la Maserati in incognito e quello non mi riconosce prima di aver messo i soldi in palio. Si piglia un sacco di mazzate sulla statale 125 e paga.
Il secondo pollo è un altro dirigente con una Ferrari Italia come quella che ho portato in America. Walter si chiama sto tizio, mi prende dietro mentre percorro la statale 131 per Olbia in caccia libera. Con questo occorre una tattica più sottile e quando ci incontriamo siamo casualmente vicini al percorso della cronometro Lula – Onani. Un bel misto medio dove i vantaggi della sua Ferrari sono di molto ridimensionati. Sto Walter a differenza del tizio dell’Audi, mi conosce bene. I 10000 sul piatto li mette, ma vuole la sfida in due tempi; prima in salita e poi in discesa. Glielo concedo tanto, salita o discesa non fa differenza. E invece una differenza c’è, visto che la sfida in salita la vinco senza problemi, mentre in quella in discesa il nostro eroe si destreggia molto meglio e riesco a passarlo solo in una staccata violenta quasi alla fine del tracciato.
La mesata col Passiléstru e buona: 224000 euro. Prossimo investimento probabile; un nuovo camion ed assunzione del primo dipendente.
Ancora aprile 2011
Giunge notizia che alcuni camion nella gara di Nasheville sono stati penalizzati per altezza da terra irregolare. Tra questi, che lo dico a fare, c’è ovviamente anche il mio. La penalità mi retrocede all’8° posto e con tutti gli altri camion penalizzati, e sono molti, il mio compagno di team Chris Hunt si ritrova al 5° posto. Ricevo un email da Hunt dove mi comunica che non capisce come simile “cacca di pollo” (mi faccio tradurre il termine idiomatico da un suo connazionale, che significa menate burocratiche) possa alterare così il risultato di una gara. Mi rinnova i suoi complimenti per la mia prestazione e si augura di potermi avere di nuovo in pista con il Dodge Fiat Automotive Team. Esempio di classe ed onestà da parte del pilota americano. Altro segno di solidarietà da parte del team è che aggiunge di tasca sua i mille euro di premio gara che mi vengono sottratti dalla NASCAR per la retrocessione nell’ordine di arrivo. In ogni caso una torbida faccenda.
Alla fine del mese volo di nuovo in America per guidare sul circuito di Dover.
A partire dal 2010 la NASCAR è stata profondamente rivoluzionata ed il calendario ridotto a 15 gare su quattro ovali diversi. Aboliti i circuiti stradali, visto che il pubblico latita se non si corre a rotta di collo sugli ovali, ed in realtà i mezzi non sono adattissimi ai circuiti stradali in ogni caso. Le piste dove si lotta sono appunto Nasheville e Dover, seguiti dal tempio della velocità Indianapolis ed infine dal Gateway International Speed Track che conclude il ciclo che si ripete tre volte. Nell’ultimo ciclo la gara conclusiva è ad Indianapolis in onore del prestigio di questo circuito.
Anche il calendario dei weekend di gara è stato profondamente rivisitato. Invece che dividere le tre classi NASCAR in giorni diversi, si fanno le libere, le qualifiche e le gare nello stesso giorno per tutte e tre le classi. La Mattina i camion, a pranzo le macchine depotenziate della Home Depot Cup e nel pomeriggio la classe regina con le NASCAR cattive da 900 cavalli.
Sulla pista di Dover dove senza traffico in qualifica il manico conta di più del mezzo, riesco a fare un’altra pole position e parto pure bene mantenendo la testa la qual cosa non è facile con questo gruppo di indemoniati. Guido dunque forte per tre quarti di gara, ma gli avversari più diretti non mi lasciano andare via. Sono tutti li (sic) e tengono tutti il mio passo. Questo è il bello della NASCAR; risultato in dubbio sino all’ultimo giro. Ed il dubbio viene sciolto a 7 giri dalla fine dei 20 totali. Mi si sgonfia il pneumatico anteriore destro e vado a strisciare contro il muro. Naturalmente gli indemoniati, che come ho detto sono tutti li (sic) ne approfittano immediatamente. Concludo settimo ringraziando dio di aver finito la gara. Incasso altri 3000 euro di premio gara e me ne torno a casa scornato. Prossima gara a maggio: The Temple of Speed. In questa gara abbiamo sperimentato un nuovo sistema di iniezione che si spera possa essere perfezionato e dare i suoi frutti ad Indianapolis, dove ci va davvero tanto motore.