Marzo weekend di gara; Silverstone.
Arriviamo a Silverstone in pompa magna con tutto lo squadrone Mercedes comprensivo di macchinone, motorhome e tutto. Per adesso la Daimler Benz partecipa solamente al WESC e non ha rappresentanza in nessuna altra classe del Mondiale endurance. Per dire la verità alla classe regina del Mondiale endurance partecipano solo tre costruttori: Audi, Toyota e Porsche.
Toyota e Audi si tolgono dunque la soddisfazione di sfoderare un team ufficiale sia in LMP1H che in WESC. A dimostrazione della loro assoluta potenza finanziaria globale totale spaziale. Porsche d’altra parte oltre a partecipare al Mondiale LMP1H partecipa anche al campionato GTE dimostrando che anche una casa relativamente piccola se ha la volontà e soprattutto la tecnologia necessaria, può fare le stesse cose dei costruttori più grandi e anche di più. Ferrari prendi nota e torna nei prototipi Le Mans.
La Stella a Tre Punte di Stoccarda si presenta invece solamente nel WESC ed in nessun’altra categoria. Ma tutte le energie sono concentrate li (sic). Il nostro è uno degli squadroni meglio attrezzati per il Mondiale Stock Endurance, dal momento che la casa madre ha la ferma convinzione che il WESC possa sostituire tutte le classi Endurance tranne la LMP1, che rimane e rimarrà di solidissime storiche tradizioni.
Per quanto riguarda l’ambiente nei paddock ed in pista questo è decisamente più sobrio della la NASCAR americana dove l’esagerazione e lo sfarzo regnano sovrani. Devo dire però che gli eventi in NASCAR sembrano meglio organizzati. Qua invece si respira un’aria più sobria, più artigianale e al contempo più elitaria.
Il Mondiale Endurance inoltre ha una impalpabile ma fortissima aria di tradizione storica, che in America si è un po’ persa in omaggio alla più sfrenata modernità. La prima cosa che si percepisce in uno di questi eventi è che qua c’è la crema dell’automobilismo mondiale ed il WESC è una ulteriore espressione di ciò, con le più importanti case del mondo che ci partecipano.
Anche gli Americani a correre qui ci vengono eccome con macchine e piloti, almeno nel WESC con le General Motors col marchio Chevrolet. Ci vengono perché riconoscono che è qui che si formano le preferenze del mercato mondiale dell’automobile. Si vocifera addirittura che General Motors arriverà tra qualche anno con un team anche in LMP1H con il marchio Cadillac.
Sabato c’è la gara nostra che è l’unica dove compete una sola classe di vetture. Le nostre macchine sono meno veloci delle GTE del Mondiale Endurance ma si attirano subito l’attenzione e la simpatia del pubblico in primo luogo perché quasi tutti i costruttori più importanti competono qui e solamente in forma ufficiale, ed in secondo luogo si promette battaglia campale dato che la formula è un ibrido tra Endurance e Velocità e le macchine sono molto vicine come prestazioni essendo i regolamenti molto stringenti.
Nelle qualifiche del giovedì qui in Inghilterra manco a dirlo, minaccia pioggia e c’è scarsa visibilità. Il cielo è coperto e cupo in perfetto stile inglese. Le previsioni danno tempo incerto tutto il weekend ma per il momento non piove. Pare di essere già di notte e l’ultima parte della gara, quando guiderà Koos si svolgerà proprio di notte in quando la sua conclusione è prevista per le 2000.
All’ultimo momento, praticamente la settimana della corsa, si iscrive al WESC anche la Peugeot, che era stata per lungo tempo in forse e che porta alla guida della sua macchina una vera leggenda: Sébastien Loeb oltre al secondo membro dell’equipaggio Didier Froch.
Con mio grande gaudio, al campionato WESC partecipano anche due donne; l’Americana Loren Jackerman, proveniente dal campionato IMSA e che insieme al pilota francese Bernard Galois, guiderà la Ford Focus, e Françoise Peter, Alsaziana dura, pura e pure molto bella, (ma si sa che i piloti sono tutti belli) proveniente dai rally, nonché pupilla di Michelle Mouton, altra super pilotessa che negli anni 80 sfiorò il mondiale rally con l’Audi Quattro. Si vocifera che quell’anno al Safari le venne sabotata la macchina in quanto era inammissibile che una donna vincesse il mondiale davanti a gente del calibro di Rohrl, Vatanen e Toivonen. La Peter è in equipaggio Renault insieme al compagno Inglese Nigel Snyder. A me naturalmente fa sempre piacere vedere delle belle signore dal piede destro di marmo partecipare a competizioni motoristiche. Sono sicuro che nessuno farà sconti alle donzelle e certamente non io.
Quando iniziano le prove ufficiali, che qui durano tre ore (non ci sono prove libere nel WESC), ci sono tutti gli ingredienti per una grandissima battaglia sia oggi che dopodomani in gara, dato che si vede subito che almeno ad inizio campionato le prestazioni delle diverse macchine sono abbastanza vicine tra loro.
I primi giri li facciamo con le regolazioni base per stabilire un tempo, confrontarlo con quello degli altri e decidere il da farsi sulle regolazioni.
Il circuito di Silverstone International è molto selettivo e tecnico. Si comincia sul rettilineo dei box e si affronta la S veloce formata dalle curve Abbay e Farm di quarta piena uscendo in quinta. Si frena di brutto al Village scalando fino in seconda. Curva lenta ma lunga in appoggio, si butta la terza e si scollina a sinistra sul tratto interno che sfocia tra la curva Beckets e la Chapel del circuito di F1, tramite un’altra curva da seconda a destra in contro pendenza, che è da prendere proprio con le molle perché qua si fa o si disfa il tempo su giro. Ci si lancia dunque sull’ Hangar Straight dove si raggiunge la velocità massima, con la Mercedes di settima e poi si entra di quarta alla tecnicissma curva Stowe dove io scalo in terza e pelo il gas per uscire il più forte possibile (cosa non facile) sulla discesa di Vale. Infine c’è la S lenta che porta alla curva Club che reimmette sul rettilineo dei box. Bella pista ma ci sono dei punti dove ci vanno davvero le palle quadre, tipo la Stowe dove e facile ammazzarsi, così come anche anche alla Chapel. Come faceva la gente qua a correre negli anni passati rimane un mistero. Con le casse da morto degli anni 60-70-80 e 90, ci voleva davvero spirito suicida.
Qui si gira con poco o nulla carico aerodinamico. altrimenti si verrebbe troppo penalizzati sul veloce, specialmente le macchine come la C 200 che si riveleranno alla prova dei fatti mancare qualcosa di motore rispetto alla concorrenza più agguerrita.
Le qualifiche nel WESC funzionano che la prima ora e mezza la fa un pilota e la seconda ora e mezza la fa l’altro pilota. Si calcola la media dei due tempi e si stabilisce la griglia. È quindi totalmente indifferente quale dei due membri dell’equipaggio guidi per primo a meno che non cambino le condizioni atmosferiche tra i due stint. Naturalmete piloti, ingegneri e meccanici tutti collaborano in entrambe le frazioni alla messa a punto della vettura.
Dopo aver regolato la vettura per qualifica ci rendiamo presto conto che una quinta posizione è alla nostra portata, ma non molto di più. La Mercedes non digerisce troppo bene l’assetto esasperato da qualifica. Le prime quattro vetture, nella griglia provvisoria, vale a dire Renault, Chevy, BMW e Honda fanno quasi qualifica a se (sic), con quasi mezzo secondo di vantaggio sugli altri e cioè su Nissan, Audi, noi e Volvo che rappresentiamo diciamo il gruppetto di seconda schiera. Male per il momento Peugeot, Lotus e alfa Romeo. La 8C è addirittura ultima con un distacco di 7 decimi dalla pole, che con macchine limitate da uno stringente regolamento è un abisso.
Arriviamo a Silverstone in pompa magna con tutto lo squadrone Mercedes comprensivo di macchinone, motorhome e tutto. Per adesso la Daimler Benz partecipa solamente al WESC e non ha rappresentanza in nessuna altra classe del Mondiale endurance. Per dire la verità alla classe regina del Mondiale endurance partecipano solo tre costruttori: Audi, Toyota e Porsche.
Toyota e Audi si tolgono dunque la soddisfazione di sfoderare un team ufficiale sia in LMP1H che in WESC. A dimostrazione della loro assoluta potenza finanziaria globale totale spaziale. Porsche d’altra parte oltre a partecipare al Mondiale LMP1H partecipa anche al campionato GTE dimostrando che anche una casa relativamente piccola se ha la volontà e soprattutto la tecnologia necessaria, può fare le stesse cose dei costruttori più grandi e anche di più. Ferrari prendi nota e torna nei prototipi Le Mans.
La Stella a Tre Punte di Stoccarda si presenta invece solamente nel WESC ed in nessun’altra categoria. Ma tutte le energie sono concentrate li (sic). Il nostro è uno degli squadroni meglio attrezzati per il Mondiale Stock Endurance, dal momento che la casa madre ha la ferma convinzione che il WESC possa sostituire tutte le classi Endurance tranne la LMP1, che rimane e rimarrà di solidissime storiche tradizioni.
Per quanto riguarda l’ambiente nei paddock ed in pista questo è decisamente più sobrio della la NASCAR americana dove l’esagerazione e lo sfarzo regnano sovrani. Devo dire però che gli eventi in NASCAR sembrano meglio organizzati. Qua invece si respira un’aria più sobria, più artigianale e al contempo più elitaria.
Il Mondiale Endurance inoltre ha una impalpabile ma fortissima aria di tradizione storica, che in America si è un po’ persa in omaggio alla più sfrenata modernità. La prima cosa che si percepisce in uno di questi eventi è che qua c’è la crema dell’automobilismo mondiale ed il WESC è una ulteriore espressione di ciò, con le più importanti case del mondo che ci partecipano.
Anche gli Americani a correre qui ci vengono eccome con macchine e piloti, almeno nel WESC con le General Motors col marchio Chevrolet. Ci vengono perché riconoscono che è qui che si formano le preferenze del mercato mondiale dell’automobile. Si vocifera addirittura che General Motors arriverà tra qualche anno con un team anche in LMP1H con il marchio Cadillac.
Sabato c’è la gara nostra che è l’unica dove compete una sola classe di vetture. Le nostre macchine sono meno veloci delle GTE del Mondiale Endurance ma si attirano subito l’attenzione e la simpatia del pubblico in primo luogo perché quasi tutti i costruttori più importanti competono qui e solamente in forma ufficiale, ed in secondo luogo si promette battaglia campale dato che la formula è un ibrido tra Endurance e Velocità e le macchine sono molto vicine come prestazioni essendo i regolamenti molto stringenti.
Nelle qualifiche del giovedì qui in Inghilterra manco a dirlo, minaccia pioggia e c’è scarsa visibilità. Il cielo è coperto e cupo in perfetto stile inglese. Le previsioni danno tempo incerto tutto il weekend ma per il momento non piove. Pare di essere già di notte e l’ultima parte della gara, quando guiderà Koos si svolgerà proprio di notte in quando la sua conclusione è prevista per le 2000.
All’ultimo momento, praticamente la settimana della corsa, si iscrive al WESC anche la Peugeot, che era stata per lungo tempo in forse e che porta alla guida della sua macchina una vera leggenda: Sébastien Loeb oltre al secondo membro dell’equipaggio Didier Froch.
Con mio grande gaudio, al campionato WESC partecipano anche due donne; l’Americana Loren Jackerman, proveniente dal campionato IMSA e che insieme al pilota francese Bernard Galois, guiderà la Ford Focus, e Françoise Peter, Alsaziana dura, pura e pure molto bella, (ma si sa che i piloti sono tutti belli) proveniente dai rally, nonché pupilla di Michelle Mouton, altra super pilotessa che negli anni 80 sfiorò il mondiale rally con l’Audi Quattro. Si vocifera che quell’anno al Safari le venne sabotata la macchina in quanto era inammissibile che una donna vincesse il mondiale davanti a gente del calibro di Rohrl, Vatanen e Toivonen. La Peter è in equipaggio Renault insieme al compagno Inglese Nigel Snyder. A me naturalmente fa sempre piacere vedere delle belle signore dal piede destro di marmo partecipare a competizioni motoristiche. Sono sicuro che nessuno farà sconti alle donzelle e certamente non io.
Quando iniziano le prove ufficiali, che qui durano tre ore (non ci sono prove libere nel WESC), ci sono tutti gli ingredienti per una grandissima battaglia sia oggi che dopodomani in gara, dato che si vede subito che almeno ad inizio campionato le prestazioni delle diverse macchine sono abbastanza vicine tra loro.
I primi giri li facciamo con le regolazioni base per stabilire un tempo, confrontarlo con quello degli altri e decidere il da farsi sulle regolazioni.
Il circuito di Silverstone International è molto selettivo e tecnico. Si comincia sul rettilineo dei box e si affronta la S veloce formata dalle curve Abbay e Farm di quarta piena uscendo in quinta. Si frena di brutto al Village scalando fino in seconda. Curva lenta ma lunga in appoggio, si butta la terza e si scollina a sinistra sul tratto interno che sfocia tra la curva Beckets e la Chapel del circuito di F1, tramite un’altra curva da seconda a destra in contro pendenza, che è da prendere proprio con le molle perché qua si fa o si disfa il tempo su giro. Ci si lancia dunque sull’ Hangar Straight dove si raggiunge la velocità massima, con la Mercedes di settima e poi si entra di quarta alla tecnicissma curva Stowe dove io scalo in terza e pelo il gas per uscire il più forte possibile (cosa non facile) sulla discesa di Vale. Infine c’è la S lenta che porta alla curva Club che reimmette sul rettilineo dei box. Bella pista ma ci sono dei punti dove ci vanno davvero le palle quadre, tipo la Stowe dove e facile ammazzarsi, così come anche anche alla Chapel. Come faceva la gente qua a correre negli anni passati rimane un mistero. Con le casse da morto degli anni 60-70-80 e 90, ci voleva davvero spirito suicida.
Qui si gira con poco o nulla carico aerodinamico. altrimenti si verrebbe troppo penalizzati sul veloce, specialmente le macchine come la C 200 che si riveleranno alla prova dei fatti mancare qualcosa di motore rispetto alla concorrenza più agguerrita.
Le qualifiche nel WESC funzionano che la prima ora e mezza la fa un pilota e la seconda ora e mezza la fa l’altro pilota. Si calcola la media dei due tempi e si stabilisce la griglia. È quindi totalmente indifferente quale dei due membri dell’equipaggio guidi per primo a meno che non cambino le condizioni atmosferiche tra i due stint. Naturalmete piloti, ingegneri e meccanici tutti collaborano in entrambe le frazioni alla messa a punto della vettura.
Dopo aver regolato la vettura per qualifica ci rendiamo presto conto che una quinta posizione è alla nostra portata, ma non molto di più. La Mercedes non digerisce troppo bene l’assetto esasperato da qualifica. Le prime quattro vetture, nella griglia provvisoria, vale a dire Renault, Chevy, BMW e Honda fanno quasi qualifica a se (sic), con quasi mezzo secondo di vantaggio sugli altri e cioè su Nissan, Audi, noi e Volvo che rappresentiamo diciamo il gruppetto di seconda schiera. Male per il momento Peugeot, Lotus e alfa Romeo. La 8C è addirittura ultima con un distacco di 7 decimi dalla pole, che con macchine limitate da uno stringente regolamento è un abisso.
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