Sbatto la portiera allaccio le cinture e vado in pista. Giro di lancio. Arrivo fuori dalla curva 7. Il relitto della Ford ed il mio sono stati rimossi, c’è ancora tutta la sabbia bruciata dove si è fermata la macchina di Loreen. Guardo avanti e passo oltre. Scaldo bene le gomme. Quando arrivo sul traguardo, radio check e gomme in temperatura mi comunicano dalla telemetria. Vado! Ho già spinto tutto a partire dall’imbocco del rettilineo dopo la curva 16 di immissione.
Sesta piena 260 orari alla staccata per la curva 1 che immette in un tutt’uno sulla 2. Settima-terza immissione destrorsa di violenza in sospensione e percorrenza della curva 1. Butto la seconda sotto carico per raccordare con la 2 e poi addirittura la prima nella fase terminale. Cambio di carico violento sempre in prima per la curva a tre a sinistra. Ruote di sinistra oltre l’apice a tagliare tutto il cordolo ed uscita di violenza prima-seconda dalla curva tre. Uscita anche da curva 4 distendendo tutto sino alla sesta, inclusa la percorrenza dell’accenno a destra che rappresenta la curva 5 prima della prima seria staccata sesta-prima rampino di ritorno destrorso da gestire bene (curva 6). Arrivo sbacchettando ma sostanzialmente dritto. Inserimento buono, uscita buona e via a cannone per la curva 7 che si fa come ho detto di quarta parzializzata all’inizio ma si esce in pieno sempre di quarta, con sacrifici variabili in percorrenza a seconda di quanto bene si è entrati. Esco fortissimo proprio là dove mi sono trovato davanti la Ford di Loreen e mi butto nella curva 8 di terza. Qui comincia la parte davvero tecnica del tracciato. Terza da pelare nella curva 8 e scalata in seconda per la 9 a sinistra. Sospensione e uscita forte per raccordo con la 10 dove si fa un seconda terza di brutto, ma occorre azzeccare la traettoria (sic) o è prato. Esco perfetto dalla 10, anche grazie al camber d’emergenza da qualifica, che mi distrugge le gomme, ma per pochi giri va bene.
Mi avvento sul rettifilo dove distendo sino alla quinta piena per scalare di nuovo fino in seconda per la 11 sinistra. Questa immette direttamente su una lunga destra, la 12, dove bisogna entrare in sospensione totalitaria di seconda o mettere la prima per avere più tiro a seconda dello stile del pilota. Io la faccio in seconda mollando in inserimento e poi riprendendo il gas nel contempo buttando il muso nella corsia unica che permette di fare la curva bene. Seconda terza quarta ancora sotto carico sostenuto ed uscita a palla di cannone dalla 13 che è un proseguimento della 12. Rettilineo di ritorno principale da settima piena 275 orari con staccata 275-50 per il secondo rampino destrorso da prima e cioè la curva 14. Qua o stacchi giusto o vai per frasche. La velocità di approccio è troppo elevata per permettersi qualunque cappella. Il secondo tornantino è praticamente gemello del primo ma si arriva molto più forte.
Esco ed imposto la 15 che è solo un invito a destra che porta alla curva a sinistra di immissione sul rettilineo dei box, una 95 gradi che decido di interpretare diversamente dal solito copiando Galois autore della pole provvisoria a cui ho visto fare la seguente cosa mentre mi trovavo dietro a lui in uno dei giri precedenti: la curva si fa in terza, e lui invece di arrivare impiccato e buttare dentro la sua Ford, stacca in anticipo, prende l’apice molto prima e spalanca non appena lo tocca. Decido di farlo anch’io per quest’ultimo giro perché il mio intertempo è già molto vicino al suo e non ho nulla da perdere, specialmente oggi che mi girano le palle.
Arrivo con le ruote di destra tutte fuori sul cordolo destro prima dell’immissione. Staccata tattica, il quinta terza è una sassata tipo formula. Invece che buttarla dentro, pennello a sinistra accarezzando l’apice interno della curva 16 con una decina di metri in anticipo, e poi giù gas in terza. Lo spazio di fuga che mi sono guadagnato sacrificando, lo percorro in piena accelerazione e ho pure margine per buttare dentro la quarta in uscita. Quinta e sesta come dessert, e taglio il traguardo tra gli strilli in cuffia dei miei ingegneri. 2’16”045. Tre decimi e sette al signor Galois, e pole provvisoria. La situazione non cambierà. Terzo Froch con la Peugeot, quarto Svenson, quinto Lo Sloveno Zitnik con la prima Golf, sesto Reinaud con la Subaru, settimo Loeb con l’altra Peugeot, ottava risulta ancora Loreen che aveva staccato un 2’18”216 prima di rompere il motore e rimanere quasi ferma in mezzo alla pista mentre arrivavo io in pieno dalla curva 7, e via via tutti gli altri. Male le Audi e male pure le BMW, che dopo i fuochi d’artificio di inizio stagione si sono ammosciate.
Torno ai box, non in vena di festeggiamenti. Parcheggio la Mercedes e mi fiondo al box della Ford a vedere se hanno notizie. Non ne hanno; evidentemente a Shanghai stanno ancora valutando la situazione.
Sulla gara cosa dire...di battaglia ce n’è poca. Tutte le cose vanno in modo abbastanza lineare anche se all’inizio perdo due posizioni perché parto male e mi passano l’unica Ford in corsa, quella del Francese Galois e pure la Peugeot di Froch. Mi libero di quest’ultima all’ottavo giro e mi metto in caccia della Ford che si rivela un osso molto più duro. Inizia una corsa ad elastico tra me ed il Francese.
Al 20mo giro si inserisce anche l’Audi di Tanzi, che arriverà alla fine sesta e che momentaneamente mi passa in curva 4 e si installa in seconda posizione. Non durerà molto, perché me lo metto dietro al primo tornantino.
Al 28mo giro sono primo avendo sorpassato Galois nell’unico punto dove riesco a mettere il muso davanti, vale a dire al secondo tornantino; quello dove si frena da 270 a 50 orari.
Al 26mo giro però Galois mi ripassa alla fine del rettilineo dei box, con manovra ardita. Devo aspettare fino al 54mo giro per ripassarlo sempre al solito tornantino, e poi mantengo la prima posizione sino alla fine.
Un’altra gara dominata da Mercedes, e se non fosse che Koos si è di nuovo ritirato per noie al cambio la vittoria sarebbe stata schiacciante.
Tutto considerato, questa in Cina è stata più una gara di Endurance che una gara di velocità. Buono cosi, adesso sono saldamente in testa alla classifica con due gare da disputare a quota 34 punti. Reinaud è secondo con 21, Koos terzo con la seconda Mercedes a quota 19 e quarto c’è Svenson con 17 punti. Con lo stop di oggi Loreen è ferma a 16 punti insieme a Virtanen.
Dopo la gara arrivano notizie confortanti da Shanghai città. Loreen ha due costole fratturate, di cui una è entrata nel polmone sinistro, fortunatamente non in maniera critica. Un’operazione chirurgica di un paio d’ore ha risolto la situazione e Loreen dovrebbe essere pronta per la gara in Medio Oriente. Ha deciso di rimanere ricoverata qua in Cina per una settimana invece di essere trasportata in un ospedale negli Stati Uniti.
Il bollettino medico dice che gli interventi di primo soccorso sono stati decisivi, in quanto il cuore di Loreen ha registrato almeno un arresto prima di arrivare in ospedale. Dopo di che la situazione si è stabilizzata. L’arrivo dei paramedici sul circuito, secondo l’equipe che l’ha operata è stato determinante. Sia ringraziato Iddio.
Nell’Endurance puro ancora vittoria di Toyota nella LMP1-H, dopo che a Le Mans ed in Texas l’Audi aveva tolto la vittoria al prototipo giapponese. Nella LMP1-L ancora vittoria del Team Rebellion Racing con la Lola che sta dominando la categoria. La Porsche 911 ufficiale del team Manthey vince in Cina nella GTE Pro, mentre nella Amatori vittoria dell’Aston Martin ufficiale. La Toyota si avvia a dominare il campionato Prototipi, mentre nella GTE è ancora combattuta tra Ferrari e Porsche.
Weekend buono ma per molti aspetti da dimenticare. Per la prima volta ho per le mani un mezzo che può davvero darmi una stagione dominante. Speriamo che rimanga così nelle ultime due gare. D’altra parte ho quasi ammazzato una cara, carissima amica. Questo è il dramma delle corse. È sempre stato e sempre sarà.