Nota degli autori,
Abbiamo volontariamente saltato un intero capitolo relativo al mese di maggio 2011 dei diari del Maskinganna. Questo per espressa volontà sua, che lasciò una nota a margine di questo capitolo per chiunque avesse mai deciso di fare qualcosa col manoscritto. Sulla nota c’era scritto di non rendere pubblico quel capitolo, e naturalmente noi rispettiamo la sua richiesta. Esso è dedicato all’amore più grande del nostro sardissimo eroe; amore che manco a dirlo fu una vettura sportiva. Il Maskinganna stesso riporta nel diario come abbia passato più tempo a rimirare e a lucidare questa macchina in garage che a guidarla.
Ci limiteremo quindi noi solo a riassumere in terza persona e sommariamente come nacque la vicenda della “Fata Turchina” come il Maskinganna chiamò la sua Maserati MC 12 Stradale.
Si dava il caso in quel periodo che già da mesi il Maskinganna provasse senza successo una cronometro sulla quale continuava a perdere soldi, e quando gli andava bene recuperava appena la quota di iscrizione. Tutto ciò è fedelmente e dettagliatamente riportato nel capitolo fantasma delle memorie del nostro eroe: giorno per giorno, tentativo per tentativo. La cronometro in questione era la Posada-Suaredda sulle statali 131 e poi 125. Prova tecnicissima, difficilissima e contenente ogni tipo di difficoltà. Era una particolare gara di quelle cosiddette prestigiose, aperte a tutte le classi ma in concreto fattibili solo con delle classi A. E noi già sappiamo cosa pensava il Maskinganna delle cronometro fattibili solo con le classi A: pensava che la sua Ferrari Scuderia classe B potesse farcela benissimo con lui alla guida. Non c’era prova che la sua Ferrari non potesse superare di qualunque classe fosse.
Non che il Maskinganna non conoscesse il calibro di una macchina di classe A; si ricorderà come avesse avuto occasione di guidare una Lamborghini Sesto Elemento, (la stessa che fu distrutta in una delle prove del club qualche tempo dopo) e addirittura una Bugatti Veyron. Quindi il nostro eroe era ben conscio che esistevano macchine superiori alla sua Ferrari. Semplicemente aveva una concezione troppo elevata della sua macchina e di sé stesso. Era intimamente convinto che la Scuderia in realtà fosse una classe A, e chi poteva dargli torto: non aveva forse bastonato più di una classe A e in più di una prova con quella Ferrari?
Ebbene, contro la Posada – Suaredda, il nostro eroe le bastonate le prese lui, molteplici volte e perdendo molteplici decine di migliaia di euro. Di tutto ciò egli parla con estrema amarezza e frustrazione nel suddetto capitolo del diario che ha voluto lasciare privato. Racconta come esprimeva la sua frustrazione alla sua futura moglie Tabby, specialmente nel giorno in cui con la sua Scuderia staccò un tempo di solo un secondo e zero otto superiore a quello da battere per incassare la magra somma di 10000 euro, ed appartenente ad una Mercedes McLaren SLR. E su strade normali, date le variabili in gioco, un secondo è quasi nulla. 10000 euro abbiamo detto; tanto era il premio gara per la Posada – Suaredda. Come molte prove di prestigio del Passiléstru aperte a tutte le classi, era pagata poco e la quota di iscrizione era pure poco, proprio per attirare i caparbi ed i testardi presuntuosi come il Maskinganna che correvano per i soldi si ma non solo per i soldi. E con questi trucchetti psicologici, molti soldi passavano dalle tasche dei membri a quelle del club.
Il nostro racconta dunque come un giorno il padre di Tabby, mosso a commozione e con la figlia che gli stava oramai addosso in maniera pesante, portò il Maskinganna in una diroccata officina Fiat di Nuoro e tolse il telo ad una macchina che come disse al suo futuro genero, gli avrebbe permesso di polverizzare la Posada – Suaredda.
Fu così che per la prima volta il Maaskinganna si trovò di fronte dal vivo alla MC 12, macchina che diventò per lui quello che il Fokker DR1 Triplano rappresentò per il Barone Rosso: il più grande amore della sua vita e il suo mezzo di battaglia.
In una scheda di memoria allegata ai diari, il Maskinganna ha lasciato un video che fu girato proprio nel 2011. E’ l’unico video che il Maneddu ha incluso nei suoi diari. Questo video venne girato al Nordschleife ed è stato tagliato delle interviste prima e dopo la prova dei giornalisti specializzati tedeschi che ebbero anche loro l’opportunità di provare la macchina sulla famosa pista teutonica.
La visita al Nordschleife avvenne appena una settimana dopo che Maneddu aveva polverizzato il record della Posada – Suaredda come il padre di Tabby aveva previsto. E quando diciamo polverizzato, intendiamo 4 secondi sotto il precedente limite. Il video fu girato con mezzi amatoriali e 13 anni fa; quindi la qualità è bassa, ma rimane l’unica testimonianza del Maskinganna in azione e delle sue doti di guida, a oggettivo ed imperituro giudizio di che tipo di contro palle aveva questo ragazzo, considerato anche che il tempo regstrato sul giro, per quell'epoca era di assoluto rilievo.
Poco dopo aver girato questo video, con la stessa macchina il Maskinganna polverizzò anche il record di 5,15.90 nella cronometro a traffico aperto da Cala Gunnone a Arcu Suttaterra, dedicata solo alle Maserati che era stato stabilito l’anno prima da un’altra MC 12. Qui Maneddu registrò 5’10”90, letteralmente distruggendo il precedente crono.
Tale Alex, proprietario dell’altra ed a quel tempo unica MC 12 circolante in Sardegna, non digerì mai l’umiliazione e sostenne per anni che la macchina con cui il Mskinganna fece il record era in realtà non di serie. Anche questa diatriba verrà a suo tempo risolta con i fatti.
Cosa riportò dunque il Maneddu sul suo diario a proposito della MC 12 dopo tutte queste prove: la giudicò la macchina più efficace che lui avesse mai provato, la più equilibrata, sicura e soave macchina sportiva che lui avesse mai conosciuto. Elogiò la “nobile e metallica silenziosità del suo propulsore” quando paragonata alla “prepotenza sonora” della Ferrari Scuderia. Il Maskinganna ammise in quel capitolo del diario che in effetti la Scuderia poteva essere superata da un’altra sportiva di quegli anni, anzi la Maserati era una vettura più anziana della Ferrari Scuderia. I cento cavalli in più della macchina di Modena non erano ciò che più impressionò il nostro eroe, quanto piuttosto tutto l’equilibrio generale della Maserati che secondo Maneddu ne faceva una vero e proprio mezzo da guerra con cui affrontare qualsiasi cosa. Le caratteristiche di guida della MC 12 Maneddu le descrive come una versione “elevata a gruppo C Sport Prototipi”, come riporta testualmente nel diario, delle già ottime caratteristiche che già lo avevano impressionato a suo tempo a bordo della Granturismo con cui il Maskinganna, come si ricorderà, si era fatto la gavetta di alta fascia in classe D. Tutto ciò portò il nostro camionista verso una fedeltà al costruttore di automobili di Modena che durò praticamente sino al giorno della sua morte e fino a quel giorno guidò di preferenza le sue amate Maserati che divennero un segno distintivo del Maskinganna nel Passiléstru.
Da quando Maneddu provò per la prima volta la MC 12 sulla Posada – Suaredda, l’obiettivo numero uno della sua vita fu di acquistarne una e di tenersela finché avesse vissuto. E’ esattamente quello che fece. Quando riuscì a trovare un esemplare in vendita delle pochissime macchine prodotte, dovette sborsare una cifra che per quanto iperbolica, egli giudicò sempre ben spesa: 1.350.000 euro. Acquistata la SUA Maserati, il Maskinganna rifiutò sempre di apportare anche la più piccola modifica alla versione “di serie”.
Video disponibile al link: