<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> I diari di Su Maskinganna | Page 20 | Il Forum di Quattroruote

I diari di Su Maskinganna

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per convertito intendo dire che l'ha sostituita con una 512 TR. Ma anche questa scelta non è definitiva perché ora c'è in ballo la grande rivelazione 575 Maranello.
 
per convertito intendo dire che l'ha sostituita con una 512 TR. Ma anche questa scelta non è definitiva perché ora c'è in ballo la grande rivelazione 575 Maranello.
Ah, ecco.
Sulla Maranello (550 e 575) non ho un'opinione precisa, ho provato a suo tempo la sua erede 599 GTB Fiorano ma anche di quella, se ne ricordo bene il comportamento del motore un po' povero di coppia ai medi regimi, non ho né potrei avere un'idea precisa circa la telaistica, impossibile farsi un'idea di come vada al limite visto che che al limite non la si può provare di certo.
Mi sembra però un po' riduttivo considerare auto simili soltanto come classi C.
 
Inizio luglio molto movimentato. Continua il mio programma di stretto allenamento fisico.

Tabby prosegue la sua corsa al titolo regionale, registrando la sua prima vittoria per KO in carriera, mettendo al tappeto alla terza ripresa l’avversaria di turno Patrizia Luni. Parte forte Tabby nella prima ripresa, ma presto il round si ammoscia in una serie di abbracci e danze intorno al ring.

Clivio fa una bella ramanzina a Tabby tra la prima e la seconda, il che le da (sic) una bella svegliata, perché alla seconda Tabby parte a cannone e apre un taglio all’arcata sopraccigliare destra dell’avversaria. Quando la ripresa finisce la Luni ha preso un sacco di mazzate ed il taglietto è diventato un bel taglio a forza di essere bersagliato con precisione da Tabby.

Nella terza si consuma il dramma per l’avversaria che sotto un martellamento incessante va per terra ad un minuto dall’inizio del round. Al conto di 9 si rialza e fa cenno all’arbitro di voler proseguire. Belle palle ma inutili, perché Tabby le si avventa contro con una micidiale combinazione che la costringe alle corde; non è più in grado di difendersi e l’arbitro interrompe il match ad un minuto e 40 dall’inizio del terzo round. KO tecnico.

Clivio dice che facciamo ancora un paio di incontri aumentando il livello della competizione e poi sfidiamo la campionessa Sarda Tiziana Mereu per entrare nel circuito nazionale.

Sedonda settimana di luglio

Per fare il mio miglior risultato in qualifica ha dovuto arrivare la gara sullo sterrato dell’ovale di Eldora io Ohio. Qua sul “Dirt Track” come lo chiamano gli Americani mi qualifico decimo, forse perché l’abilità di guida qui conta più del mezzo in se (Sic). Comunque completo il giro dell’ovale sterrato in 20 e sei dando due secondi a Lemicheck che il dirt race non lo digerisce manco un po' e si qualifica penultimo. La pole la fa Hack in 19 e otto con a ruota Salt ad un decimo. Comunque sterrato o non sterrato ho preso comunque otto decimi dal primo, che sono pur sempre meno del canonico secondo e mezzo che prendo di solito.

In questa gara c’è veramente poco da raccontare: niente cambio gomme perché sullo sterrato un treno dura tutta la gara, niente rifornimento perché basta mettere la benza necessaria per finire, niente team di mezzo che può farti perdere posizioni ai box e niente differenze di prestazioni tra i camioncini. Lo sterrato livella più o meno tutti.

Risultato: vinco la mia prima gara NASCAR, doppiando tutti meno il secondo, complice anche la brevità dell’ovale; mezzo miglio.
Non c’è molto da aggiungere a questa pagina di diario. Unico neo della giornata, il giro veloce lo fa l’anonimo Willy Siles in 20”072 contro il mio 20”112


Adesso la classifica mi vede quinto assoluto con 347 punti e quarto pilota su otto in graduatoria per i playoff con la mia vittoria di oggi. Sono al settimo cielo e con una possibilità di giocarmi il titolo nella mia Rookie season. Nessuno è più felice di me per la mia prima vittoria in una competizione automobilistica riconosciuta e legale. Da oggi ufficialmente non sono più solo un bullo da strada aperta. I diecimila euro di premio gara per il vincitore non fanno schifo nemmeno quelli. Qua in America non c'è podio; c'è la Victory Lane, riservata al vincitore e basta. In America uno vince e gli altri perdono.

Prossima gara e terzultima prova della regular season: Pocono, il superspeedway della Pennsylvania. Incrociamo le dita e speriamo che gli ingegneri migliorino ancora il camioncino.

Quando torno a Detroit inizio per la prima volta a notare che devo cominciare a stare attento a dove vado perché la gente comincia a fermarmi per la strada, a chiedermi autografi e a non lasciarmi in pace. É l’unico punto negativo di questa vittoria che dopo lungo tempo finalmente è arrivata

A celebrazione di questo successo del “Factory Dodge Team” o team ufficiale come diciamo noi in Europa, la Fiat organizza un evento di esibizione a Detroit, consistente in una gara collinare tra un camioncino Dodge RAM SRT-10 pilotato da me ed una serie di vetture sportive di vario tipo. Il percorso si dipana su una strada dove ci fanno crono scalate amatoriali ed i miei competitor sono Mercedes, Audi ed anche una Dodge Challenger, non come quella che guido io, ma una di quelle potenti da più di 400 cavalli. C’è anche un’ Aston Martin Vantage 600 del 98 ed un sacco di gnocca locale.


Sembrerà strano mettere un pick up contro macchine sportive potenti su una strada di collina e per di più in una gara testa a testa, ma primo il camioncino non è proprio da famiglia; si tratta del famigerato SRT-10 versione “diciamo stradale” del camioncino da corsa per clienti fanatici NASCAR. Il coso fa 510 cavalli di potenza è abbastanza ben assettato e ben frenato. Pure a fronte delle sue due tonnellate e tre, con il suo V-10 da appunto 510 cavalli di 8200 cc di derivazione Viper, è in grado di dire la sua.

All’esibizione chiamata “RAM against the World” c’è una sacco di gente, soprattutto dipendenti e clienti dell’impresa, ma anche curiosi ed appassionati oltre al team accoglienza Dodge dove risiede la maggioranza della gnocca sopra citata. Il tracciato è organizzato in maniera che si possa vedere il più possibile di esso da più di un punto di vista; e poi ci sono un certo numero di maxi schermi da cui vedere l’esibizione, che è solo uno degli eventi promozionarli organizzati dalla Fiat nel fine settimana successivo alla gara di Eldora.

Si celebra si la vittoria di uno dei due Dodge ufficiali, ma pure il primo posto in classifica della Best Buy Cup da parte di Jeremia Salt, anche lui pilota Dodge anche se privato. Il grande Jeremia farà una fugace apparizione regale alla festa, anche se quando io lo batterò per il titolo a fine stagione dovrà abbassare la cresta.

Potrà sembrare strano che un privato sia messo meglio del factory team, ma nella NASCAR è normale. Il cosiddetto team privato è in realtà una complessa organizzazione con anni e anni di esperienza e di modifiche al veicolo che sono segreti gelosamente custoditi. Il fatto che gareggi il team della casa non significa quindi che questo sia automaticamente il miglior team.

Nella “gara” a conferma della grandezza Dodge del momento, la Challenger arriva prima ed io secondo con il camioncino, davanti a tutti gli altri concorrenti, cinque, che si sfidavano in questa esibizione. Come da istruzioni della coreografia, do spettacolo con derapate e curve al limite per dimostrare alla possibile clientela tutta la tamarraggine del camioncino stradale SRT-10 che è si stradale ma in grado di far paura a parecchie sportive. Certo il camioncino è un vero e proprio cassone da morto ancor peggio della versione da corsa che guido in pista ma rimane un mezzo divertente a saperlo guidare. Per contro, a non saperlo guidare, ci si ammazza facilmente e questa esibizione serve anche a stemperare la brutta fama che il RAM SRT-10 ha.
In ogni caso, gran bel inizio mese per me e per mia moglie entrambi vincenti nelle nostre rispettive competizioni.

RAM srt-10.jpg
 
Mi sembra però un po' riduttivo considerare auto simili soltanto come classi C.

Le macchine sono davvero tante ed il Passiléstru spesso ha difficoltà a classificarle con precisione. Si prende in considerazione principalmente il peso potenza e le caratteristiche dinamiche della vettura. Naturalmente una scala di valori precisa ed inequivocabile sulle più di 800 macchine che si stima fossero in dotazione agli affiliati del Passiléstru nel momento della sua massima popolarità, è chiaramente impossibile. La 575 è una macchina molto potente ma rimane una berlina che ben si adatta solo a certi tipi di percorso. Indubbiamente però su certi altri tipi potrebbe rivaleggiare con parecchie classi B.
 
oooooo, non ci devi già spoilerare tutto!!!:emoji_grin:

Quella che il diario riporta è solo la sparata del Maskinganna su come finirà il campionato Best Buy Cup della NASCAR. Io, che ho tutto il diario lo so già come finì il campionato 2012, ma certamente non ve lo dico.
Certamente dal diario traspare come sempre la suprema confidenza che Maneddu ha delle sue qualità di pilota.
 
Quarta settimana di luglio

Sul circuito di Pocono ci troviamo subito bene. Siamo veloci, ed il camioncino risponde sul dritto e sullo storto. Sono molto felice di vedere che nelle prove libere sto al passo con gli Ossin e con i Salt. In qualifica stampo il sesto tempo, ma avrei potuto fare pure meglio. Lemichek fa il 10mo tempo a quattro decimi da me e la pole la fa comunque il Signor Ossin che mi precede di sei decimi. In seconda posizione c’è Tex Woster a 14 centesimi dalla pole; quindi piuttosto vicino.

In gara sarà tutto da vedere. Parto bene, ma ci sono almeno due soste e tutto può succedere.

In realtà questa di Pocono si rivela per me la gara più facile della stagione. Parto forte e dopo breve lotta con Salt e Ossin, vado in testa, e per una volta ci rimango sino alla fine della gara, nonostante la sosta ai box, che alla fine si rivela essere una sola, data la brevità della gara, e che per una volta fila liscia come l’olio. Il camioncino adesso fa davvero spavento come va. Tanto di cappello a tecnici ingeneri e meccanici.

Seconda vittoria consecutiva; una cosa quasi impensabile dopo quasi un' intera stagione di frustrazioni. Salt arriva solo 11mo, mentre secondo arriva Rudy a 9 secondi da me. Lemichek fa quarto a conferma della bontà del mezzo. Nove secondi al secondo in NASCAR, specie tra i camioncini, sono un bel distacco.

In classifica balzo al secondo posto con 387 punti contro i 419 di Salt che mantiene la prima posizione. Nella graduatoria dei playoff divento anche li (sic) secondo con due vittorie, davanti ad Alan Hates che ha anche lui due vittorie ma solo 332 punti. Non ci sono più piloti senza vittorie nella graduatoria dei playoff. L’ultimo degli otto eletti per il momento è Vlimann con una vittoria e 263 punti. Con la prestazione di oggi Lemicheck si porta in 23ma posizione in classifica. Per lui il miglioramento del camioncino arriva troppo tardi, non essendo riuscito a barcamenarsi come ho fatto io anche quando il mezzo non permetteva. Adesso c’è da sperare di continuare così in vista delle ultime gare e soprattutto in quelle della post season, perché se il camioncino va così anche li (sic) ce la giochiamo per il titolo. Prossima gara sulle due miglia del Michigan International speedway, un altro circuito velocissimo dove se riusciamo a mantenere la competitività di motore andiamo a fare un altro grande risultato. Dopo questa gara manca quella di Bristol che è l’ultima della regular season, e poi caccia al titolo.

In occasione del debutto della 500 Abarth sul mercato americano, la Fiat mi appioppa una serie di eventi promozionali alla fine di luglio. Per una settimana intera sono blindato in spettacoli di esibizione ed una gara sul Lago Michigan, a cui è stata iscritta una delle prime piccole sportive di casa Fiat arrivate in America.
Alla direzione commerciale gli piace (sic) ribadire che il gruppo Chrysler Dodge e la Fiat sono oramai un unico costruttore. L’amministratore delegato e tutto il management sono convinti che la 500 possa fare dei buoni numeri se ben commercializzata. Io non me ne intendo di sta roba sofisticata, ma a vedere le macchine che ci sono qui, la 500 tutt’al più la possono usare le vecchiette per attraversare la strada.


Comunque la Cinquecento viene iscritta alla “cronoscalata” che non è una vera scalata ma una tradizionale gara a cronometro che si corre ogni anno sulle sponde del lago Michigan nell'ambito del campionato IMSA Hillclimbing; da Benzonia a Honor di circa 7 chilometri. Di questo campionato, certe gare sono davvero in montagna e certe in pianura.

La distanza breve di questa corsa è data dal fatto che la Cinquecento è iscritta nella categoria “Light Stock” vale a dire quella delle sportive di serie di bassa potenza per piloti esordienti. Unica modifica concessa in questa categoria è il Rollbar. Tutto il resto di serie, inclusi freni e sospensioni.

Devo dire che il cinquino abarth è una piacevole sorpresa da guidare. Una specie di missiletto che non ha paura di niente e di nessuno. Precisissima negli inserimenti e molto, molto difficile da mettere in crisi. Il motore è quello che è. Un piccolo sovralimentato con 158 cavalli (versione USA) con un bel po’ di lag ma non esagerato. Ad alti regimi però va forte e basta tenerlo dai 5500 e i 6800 giri ed è un vero fulmine di guerra. Dove la piccoletta Fiat eccelle è nella guidabilità. Manovrabilissima ed agilissima, si guida come un go kart. Bisogna solo stare attenti a non impuntare l’anteriore nei cambi di carico veloci, e sul guidato tecnico è in grado di vedersela con chiunque, ma dico proprio chiunque. Nella Crono del Lago Michigan, va be che i piloti erano tutti esordienti e gentlemen driverrs, ma ho rifilato 4 secondi ad una Peugeot 308 Gti, un secondo e quattro ad una Honda Civic Type R e cinque secondi ad una ford focus SVT. Quindi insomma la nanetta Abarth, cammina e cammina forte.

Adesso mi preparo al mese di agosto. Viene a fagiolo che le ultime due gare di regular season dei camioncini sono concentrate nelle ultime due settimane, così riuscirò a farmi 15 giorni di bella vacanza in Sardegna con mia moglie, come pianifico da tempo.
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Cambio di programma ad agosto; niente vacanza in Sardegna con Tabby. Invece ho la necessità di traslocare casa e pure veloce giacché mamma Fiat mi ha assicurato per contratto un volante nelle prossime tre stagioni in una delle competizioni alle quali parteciperà con un factory team, oppure con una sponsorizzazione in una stagione dove il costruttore non partecipa direttamente.

Questo per me significa un contratto di lavoro stabile e la necessità di acquistare un’abitazione qui a Detroit. Quindi nuove spese, nuovi impegni ed almeno per il momento niente Sardegna.

In compenso tutte le faccende sopra indicate mi portano non poco stress, dato sia dalla barriera linguistica, ancora ben presente, sia dalla mole di lavoro da affrontare.

Visto che le vacanze le ho saltate devo comunque occuparmi dei test del camioncino a Flatrock quando non anche in altri circuiti, della mia preparazione fisica e da quando ho comprato questa nuova casa, anche di tenerla in ordine, che per il momento non è che possa permettermi personale addetto. Tra l’altro l’abitazione non è nemmeno troppo grande con quello che potevo permettermi, ma ho comunque dovuto comprare tutta la mobilia. Risultato in banca mi sono rimasti una decina di migliaia di euro e credo a questo punto di essere io pilota più povero dell’intera Best Buy Cup.

Come cappello finale, questa vitaccia che sto conducendo, mi preclude quasi ogni forma di svago sociale, che qua negli Stati Uniti bisogna produrre visto che perdere il posto di lavoro è un attimo.

In mezzo a tutti questi casini ci sono gli eventi promozionali, che mammina Fiat ha preso a cuore qui negli Stati Uniti molto di più che in Italia, tanto qualche italiano che si compra una Fiat, lo si trova sempre; mentre vendere le macchine qui è tutt’altra faccenda.

Tra le altre cose ho conosciuto una splendida mora di nome Elisabeth; ci sono uscito una sera e siamo andati al Duckins, probabilmente il miglior locale notturno di Detroit. La signora non ha offerto molta resistenza ma comunque ci voglio andare piano. Come ho detto di tempo ne ho poco e nonostante Tabby sia ad un oceano di distanza e le cose tra di noi non vadano molto bene, devo comunque andarci per adesso con i piedi di piombo. Le nostre rispettive carriere ci allontanano invece che avvicinarci, ed io ho riflettuto molto su tutto questo. Ho 25 anni ed una vita da vivere.

Ma per ora ho cose più imminenti di cui occuparmi. Le ultime tre settimane di agosto sono occupate da un evento promozionale Chrysler-Dodge e dalle due ultime gare di regular season della Best Buy Cup. Molta carne al fuoco, poco tempo per prepararsi.

La Fiat sta preparando un certo numero di eventi che apparentemente sono del tutto promozionali, ma che in realtà mirano a ricreare una specie di serie NASCAR alle sue origini più remote; quelle delle vere “Stock Cars” originate dai contrabbandieri di alcool durante il proibizionismo. Quindi gare su strada con macchine di serie, che così tanto affascinarono il pubblico americano nella notte dei tempi. Secondo i soloni commerciali della Fiat, una interpretazione in chiave di mercati moderni USA, potrebbe dare una bella spinta alle vendite. Si tratta dunque del tentativo di organizzare una serie di gare brevi promozionali in varie parti degli Stati Uniti per vetture completamente si serie, con le sole dotazioni di sicurezza in abitacolo, ma con un regolamento molto stringente in merito agli interventi possibili sulle macchine sulla base del regolamento IMSA hillclimbing

Inoltre il tentativo è anche quello di internazionalizzare le possibili future gare stock a vetture di tutti i costruttori e non solamente di quelli americani, come è adesso a parte l’eccezione Toyota.

Obiettivo ultimo è quello di trasformare gli eventi promozionali spaiati in una vera e propria serie sotto l’egida dell’IMSA, giacché sarò molto difficile che la NASCAR aderisca eventualmente ad un tale progetto, di cui evidentemente non avrebbe l’esclusivo controllo come è abituata a fare nelle tre competizioni sue. Per il momento però tutto è allo stato di progetto sperimentale.

Nella seconda settimana di agosto si comincia dunque con un primo evento sul Lago Michigan, su un tracciato collinare. Mi viene affidata una nuovissima ed appena uscita sportiva di casa Chrysler: la 300 C SRT 8; una macchina tutto sommato estremamente equilibrata le cui grasse fattezze da berlinazza da famiglia non devono ingannare. Mi reco dal concessionario Chrysler di Rochester Hill a ritirare la vettura e me la guido fino al luogo della competizione anche per prendere confidenza con il mezzo. Si tratta dunque di una macchina completamente di serie omologata su strada con le uniche differenze rappresentate dal Rollbar adattato in abitacolo che mal si concilia con i lussuosi interni ed un impianto automatizzato antincendio. Per il resto è una SRT8 assolutamente come uscita dalla catena di montaggio.

La macchina è assettata bene anche nella sua configurazione stradale e a giudicare dalle mie prime impressioni, molto ben messa per questo tracciato medio veloce con tratti tecnici.

Pur essendo questo è ancora un evento promozionale fine a se (Sic) stesso, la concorrenza pare agguerrita.

Di macchine ufficialmente iscritte delle rispettive case costruttrici ce ne sono solo due la mia e una Infinity G-37. Tutte le altre sono vetture facilmente gestibili da privati, dato che sono vetture di serie anche se più o meno nascostamente supportate dalle rispettive case madri. E abbiamo dunque una Lotus Esprit, una Nissan Skyline, una Ferrari 360 (anche qua in America piuttosto diffusa), una Aston Martin, una Jaguar ed una Porsche 911.

Il percorso è come detto molto scorrevole; c’è un tratto iniziale molto veloce con una S ed al fondo una staccata con curva a sinistra da terza. Segue un secondo pezzo veloce in salita su per le colline che danno sul lago Michigan dove le ultime curve sono abbastanza impegnative dopo una serie di S lunghe e veloci. Poi inizia il tratto in discesa; moooolto impegnativo perché le curve sono veloci e spesso in contro pendenza; vietato sbagliare qui. Nel pezzo finale occorre infilare con precisione un viadotto, un dosso e presentarsi dritti (dopo l’atterraggio dal viadotto) sul traguardo.

La corsa si snoda abbastanza tranquillamente; i 470 cavalli della mia Chrysler sono tanti anche se la macchina è pesante. Come detto prima questo non le impedisce di essere molto ben assettata. Siamo tutti ben vicini Nelle prime tre posizioni la Jaguar, io e la Porsche. Gli altri non sono distanti sul salitone che porta allo svallo, con in quarta posizione la Ferrari e via via gli altri. Giù dalla discesa il pilota della Porsche non ha nessuna intenzione di farsi passare e si prende qualche rischio. Si tratta pur sempre di una strada pubblica, pur essendo ovviamente chiusa al traffico e a lato ci sono degli alberi, quindi non mi pare assolutamente il caso di rischiare troppo. Mi limito a rimanere incollato al deretano della 911 senza faticare troppo, con a mia volta la Jaguar incollata al mio. La macchina da (sic) un senso di piacevole sicurezza sui curvoni veloci in discesa, dove si mantiene sostanzialmente neutra. Finiamo la gara così, con il quarto e gli altri che hanno perso qualcosa sulle rampe veloci della discesa. Porsche Jaguar e Chrysler dunque sul podio a ricordare al mercato americano cosa comprare se vogliono una sportiva.
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Seconda settimana di agosto 2012
Ennesimo cambio di programma per la seconda settimana del mese, dato che riesco ad ottenere un break dai test del camioncino. Tabby combatte questo mese, ma non mi ha inviato nessun messaggio ed è un gran brutto segno. Alfredo dice di non preoccuparmi, che è una fase, ma io ci credo poco. Tabby è una molto forte e con palle quadre; non va attraverso fasi. Secondo me marca male, punto.


Comunque tornando al cambio di programma, e tanto per dimenticarmi le disavventure con mia moglie, visto che in Sardegna non ci posso andare, organizzo una bella settimana al mare in Florida con Elisabeth che ha ottenuto una settimana di ferie dal lavoro. Del resto ho 25 anni e devo vivere.

Settimana assolutamente memorabile. Prenoto un resort a Boynton Beach ed è pacchia per ben sei giorni. Beach volley, castelli di sabbia, idromassaggi e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo senza contare le notti da corsa che non sto a descrivere così come non descrivo neanche e le interruzioni delle normali attività diurne per improvvise necessità. Grandiosa vacanza, memorabile e da ricordare. Questa ragazza promette davvero bene. Non è la tipica americana come uno se la aspetta dagli stereotipi. E' totalmente diversa, e mi sa che abbiamo qualcosa di più di una semplice relazione passeggera. Unico problema; è sposata anche lei. Il marito è un manager che è fuori per lavoro spesso ed Elisabeth era la persona più infelice del mondo prima di incontrare me. Tra l’altro non ho menzionato che il nostro primo incontro è avvenuto in uno di quei famosi o famigerati riti di visita dei vicini di un nuovo quartiere dove vai ad abitare. Non so come la storia si svilupperà ma mi da (sic) molto da pensare.

Al ritorno da Palm Beach è tempo di ultimare i preparativi per la Corrigan Oil 200 sull’International Speedway del Michigan, Brooklyn, contea di Jackson. Questo è uno speedway veloce; si tiene il gas aperto anche nelle quattro curve dell’ovale; si tratta solo di azzeccare la traettoria (sic) giusta. Dopo i test settimanali sul circuito di Indianapolis abbiamo visto che siamo competitivi sul dritto, ma abbiamo sottosterzo nelle curve veloci. E apposta siamo andati a provare a Indy per farci un' idea della messa a punto per le curve di tale tipo. Si può migliorare, ma le prestazioni sui rettilinei mi fanno ben sperare che in Michigan potrò giocarmela usando bene le scie. Per le qualifiche gli ingegneri mi hanno detto di rassegnarmi. Senza scie sul dritto la nostra competitività mediocre nelle curve si farà sentire. Comunque staremo a vedere.

Prove libere e qualifiche danno ragione agli ingegneri: nelle libere sfruttando la scia di Tex Woster stampo un discreto 40 e nove che in qualifica mi avrebbe fruttato comunque non più del 15mo posto. Invece con il mio 41 e uno delle qualifiche mi accomodo in 17ma posizione in griglia. Lo sapevamo, ma data la struttura di questa pista abbiamo speranze di fare lo stesso una buona gara nonostante le limitazioni del camioncino qua in Michigan. Lemichek ha girato in 41 e sei prendendosi la 21ma posizione. In pole Rudy il terribile, con 39 e otto, gran gran tempo ed in seconda posizione Flobbing a 1 decimo e quattro. John Nesmett parte ultimo perché ha dovuto sostituire il motore e così mi ritrovo in 16ma posizione pronto a dar battaglia.

Alla fine di tale battaglia, dopo una gara combattutissima, è incredibile terza vittoria consecutiva in questo circuito del Michigan!
Adesso il circo della NASCAR comincia davvero ad alzare un sopracciglio! Gara di casa che ci porta bene !
Parto dalla 16ma posizione e mi metto subito a manetta. Già al primo giro ho qualche piccola discussione con Woster. Ci tocchiamo e a sua volta lui va contro Nesmett Senior, il buon Joseph numero 87. Per fortuna non c’è nessun incidente. Si formano due gruppi, io sono nel secondo ma non tardo a recuperare il distacco. Al secondo giro sono 11mo. Ho guadagnato cinque posizioni perché sul dritto mi metto in scia e se mi lasciano uno spiraglio in curva passo deciso. Inoltre questi camioncini di metà classifica non sono irresistibili nemmeno in curva. In ordine mi fumo Garabond, Staple, Hack, Voughlon ed un altro concorrente che non ho visto chi era; e non ho finito. Al terzo giro sono all’interno di Edliner a mordere per la 10ma posizione, ma devo vedermela three wide appunto con Voughlon e con Andrew Real che si è fatto sotto con il suo Toyota. Non solo mi divincolo bene da questi, ma mi butto anche in avanti a contrastare Cross e Chavez che erano in lotta tra loro. La tecnica è sempre la stessa: scia, fionda e avanzamento di posizioni. L’importante e tenere il camioncino ben stabile in curva. Tra l’altro in gara si comporta meglio che durante le prove.


Al terzo giro, sul rettilineo opposto ai box mi porto dietro a Flobbing dopo una grande uscita da curva due e lo passo addirittura sul dritto per la settima posizione. Tutto sta andando a meraviglia e comincio ad essere ottimista, toccandomi le palle sul rettilineo opposto ai box per scaramanzia quando posso staccare una mano dal volante.

Al quarto giro comincio a vedermela con i leader della corsa Salt e Hates. Questi sono più veloci degli ossi precedenti e mi fanno faticare. Comunque sulla corsia interna mi trovo Ossin in quarta posizione e lo uso come fionda per passare Salt; poi tocca a Edliner. Sono terzo con davanti Willy Siles, Texano doc (sic), ed il leader ed autore della pole Bill Rudy. Dopo aspra lotta con Siles divento secondo e mi butto all’inseguimento di Rudy che ha guadagnato qualcosa approfittando della mia scaramuccia col numero 22. Al settimo giro però Rudy fa la prima sosta ai box ed io divento provvisoriamente primo. Il giro dopo mi fermo anch’io per rifornire e cambiare il treno di gomme schiantate ed esco 15mo, sempre battagliero. Il camioncino cammina e vedo tutto rosa. Mi ritrovo in un pacchetto testa a testa ancora con Salt e Siles e temporaneamente navighiamo tutti a metà gruppo.

Lotta asperrima con Garabond per la seconda posizione che dura tantissimo; sino al 15mo giro. Pare che Garabond guiderà un Dodge ufficiale nella prossima stagione, ancora non si sa se il mio o quello di Lemichek. In ogni caso è un osso duro tra i più duri, e ci metto parecchi giri ad averne ragione. Con la fiondata mi porto anche su Rudy, ma quando arrivo a lottare con lui per il primo posto, incidente dietro e bandiera gialla. Approfittiamo tutti per fare la seconda ed ultima sosta ai box e gli ultimi giri saranno battaglia al coltello, come mai prima nella mia stagione, perché all’uscita dai box nelle prime quattro posizioni siamo io, Rudy, il redivivo Hack ed indovinate un po’; proprio Garabond, che esce dalla pit lane con i fucili spianati. Ancora lotta durissima tra me e lui per tutti i rimanenti giri con il gruppetto di inseguitori, arricchito adesso anche da Edliner che non aspetta altro che noi due si commetta un errore. Alla fine dopo un passo che ti ripasso, al 23mo giro passo io in via definitiva su una indecisione di Garabond in curva tre che gli causa pure la perdita di altre tre posizioni. L’ultimo ad assaltare la mia leadership è Edliner ma riesco a tenerlo dietro sulla linea di arrivo. Gran gara e gran vittoria contro avversari competitivi e grazie ad un camioncino che è diventato più competitivo in gara di quando non fosse stato durante le prove.

Quindi l’ordine di arrivo vede me, Hack, Rudy e Edliner. Salt è quinto e Garabond alla fine solo sesto. Lemicheck si classifica 23mo a dieci secondi da me. Quindi il gruppo è rimasto abbastanza compatto fino alla fine. Il giro più veloce è mio in 40 e zero otto, ma Rudy ha condotto più giri in testa. Nesmett giovane, partito 32mo ha concluso settimo. Onore e gloria a lui. Il grande Garabond è solo 15mo in classifica e senza vittorie. Ingiustizia per lui con un mezzo competitivo solo a sprazzi che non rispecchia nemmeno un po' il suo enorme talento.

La cosa più bella però è che con questa gara vado in seconda posizione assoluta dietro a Salt, sia come punti, sia come vittorie e sia come punti bonus playoff da giocarmi nel primo round della post season alla quale oramai sono matematicamente destinato. E se il camioncino continua così, per il titolo me la posso davvero giocare.

Adesso però occorre che mi concentri sull’ultima gara di regular che è sullo short track di Bristol in Tennessee, circuito molto molto impestato e a noi per nulla favorevole. Se non cambia nulla, a giocarci la post season saremo io, Salt, Hates, John Nesmett, Matthew Cross, Voughlon, Rudy ed il numero 75 Peter Villman. E adesso che ci sono entrato nei playoff, ho pure cambiato idea sulla bontà della formula. Adesso mi piace e mi accorgo che manterrà la suspense (sic) fino all’ultima gara a Miami.

Elisabeth era in tribuna a vedermi correre qui in Michigan.
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Ultima modifica:
Ultima settimana di agosto 2012

Ad Est di Detroit c’è una località chiamata Ann Arbor, intorno alla quale girano due strade inter statali, che gli Americani chiamano appunto interstates: la 14 e la 23. Le due strade si collegano con l’autostrada 94 in località Dicken. L’intero sistema forma un circuito di 35 chilometri che in certe notti diventa un tempio della velocità, in assenza di traffico. É per tre quarti un ovale ma c’è anche qualche curva a destra da prendere con le molle, specialmente una S stretta e molto tecnica a cui dicono che si arriva in pieno e bisogna infilarla al pelo.

Ogni tanto qui si ritrovano i piloti della Home Depot Cup e qualche volta anche qualcuno della classe regina Target Cup per rilassarsi, riunirsi nei numerosissimi locali introno al “circuito” firmare autografi con gli immancabili tifosi presenti e qualche volta in gran segreto sfidarsi sul tracciato descritto sopra con macchine stradali. Piloti che hanno avuto una buona stringa di risultati nei camioncini vengono alle volte invitati anche loro. Garabond ha contatti molto stretti con i grossi calibri delle serie superiori e così mi fa ottenere un invito per la reunion di questo mese. Vengo introdotto nella setta proprio da Neils Garabond, che sempre più spesso è con noi nel reparto corse della Chrysler per la messa a punto dei camioncini ufficiali. Quest’anno lui guida un Dodge del team Spur & McAnzie, ma non è soddisfatto né delle prestazioni, né dei risultati raggiunti in questa stagione e quindi ha raggiunto un accordo con la Fiat per pilotare l’anno prossimo un camioncino nostro della casa.

Ad Ann Arbor stasera ci sono un certo numero di piloti della Home Depot Cup: Neil Drummond, Curt Harris, Shawn Lilkat, Ragan Monson ed altri. Questa sera dei big della classe regina non c’è nessuno, ma comunque…!

Nelle reunion degli assi della NASCAR tutto è concesso ma non prima della “gara” se in quella particolare occasione ce n’è una. Se invece non c’è da guidare, allora alla grande ed all’americana. Alcol femmine ed anche qualcosa di più.

Devo dire che a me ste robe piacciono poco, ma il gruppo NASCAR è un gruppo molto unito socialmente e rifiutare un invito ad Ann Arbor non è il modo migliore di introdursi nell’ambiente.

Questa sera c’è una “gara” intorno al “Track” ed io vengo addirittura invitato a parteciparvi. Ho sottomano la mia Challenger ed è un gran divertimento. Qua non si tira al massimo come in pista. Tutti tendono a pennellare e soprattutto gli attacchi non vengono portati a fondo, per non rischiare di rovinare le macchine. Insomma si scherza ma non troppo.

In gara dunque “lotta al coltello simulata” tra me e Sean Bartow, con la sua Ford Mustang GT Coupe in uno scontro dal vago sapore NASCAR. La gara la stravince Cur Harris con la sua Ferrari, mentre io e Sean ci giochiamo la quinta posizione.

Finita la gara grande cena e grandi bevute. Per me solo grande cena perché devo tornare a Detroit e non mi fermo la notte per il proseguo della festa.

Quindi a partire dal giorno dopo messa a punto del camioncino per la gara di Bristol. Questa si che sarà combattuta al coltello sul serio.

Nelle prove libere faccio 5 decimi in meno che in qualifica e questo mi frutta solo il 12mo posto in griglia. Se fossi stato in grado di ripetere la prestazione delle libere, me la sarei giocata per la pole. In ogni caso sono favorevolmente sorpreso dalle prestazioni del camioncino, che pare davvero aver fatto un balzo in avanti rispetto all’inizio ed al mezzo della stagione. Qua a Bristol ad inizio anno saremmo stati nei bassifondi della griglia ad un secondo e mezzo dalla pole e non a 5 decimi. In gara sarà importantissimo gestire “l’equipaggiamento” come dicono qua in America. Questo è uno short track da corpo a corpo ed occorre stare fuori dai guai. La pole position la fa Martin McStaggart con il suo Toyota numero 38 a testimonianza che a Bristol può accadere di tutto, Hack è secondo e Lemichek è due posizioni dietro di me.

La gara non ha storia. Tutte le previsioni degli ingegneri sulle prestazioni non adeguate del camioncino a Bristol vengono smentite. Dalla 12ma posizione a raggiungere la prima ci metto sei giri. Mi fermo con anticipo ai box ed esco 28esimo. Quando si fermano tutti gli altri ridivento primo e mantengo la posizione sino alla fine accumulando un vantaggio massimo di 13 secondi che a fine gara si riduce a 9 poiché negli ultimi 10 giri ho le gomme schiantate, avendole cambiate prima di tutti. Alcuni doppiati si sdoppiano ma non me ne curo. L’importante è la posizione. Quarta vittoria consecutiva ed i team NASCAR delle serie superiori cominciano davvero a notarmi. Improvvisamente mamma Fiat è preoccupata di perdermi e sto dimostrando di non essere solo un pilota da scommesse clandestine. Hack è secondo, Garabond terzo e Salt quarto. Quinto è Woster a 14 secondi. Lemichek ha un problema al cambio e si deve ritirare.

La classifica mi vede ancora secondo dietro a Salt con 457 punti contro i suoi 484, ma a parità di vittorie e di punti playoff con lui. Nella Post Season ce la vedremo quasi alla pari.

Le prossime tre gare costituiranno il “Round of 8” dei playoff. Gli otto partecipanti alla Post Season hanno i punti resettati a quota 2000 più i punti playoff accumulati nella Regular Season. Quindi cominciamo così: Salt 2035 punti, io 2030, John Nesmett 2011, Matthew Cross 2010, Alan Hates 2010, Clay Voughlon 2006, Bill Rudy 2005, e Peter Villman 2005. Alla fine delle prissime tre gare, vale a dire Canadian Tyre, Las Vegas ed il superspeedway di Talladega, due due di questi otto verranno eliminati e ne rimarranno solo sei.

Il camioncino è una furia ed io sono fiducioso.
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A inizio settembre mi giunge la notizia che Tabby ha perso il suo primo incontro di Boxe contro un altro talento emergente; tale Marcella Nardi di Milano. Un commento di Clivio indica quanto sia indignato da questo verdetto che ha visto due giudici dare la vittoria alla Nardi ed uno dare un risultato di parità. Secondo Clivio il match è stato in effetti equilibrato, ma mai la Nardi avrebbe dovuto avere assegnata la vittoria, considerato che Tabby le ha aperto un bel taglio all’arcata sopraciliare destra già nella prima ripresa.

La prima sconfitta patita da Tabby aggrava ancora di più la situazione tra di noi, in quanto pesa sul suo quadro psicologico generale. Gelo completo e nemmeno una parola od un messaggio diretti al sottoscritto. Il momento è sicuramente grave, proprio nel momento in cui Tabby puntava al titolo regionale.

In quanto a me la prima settimana di settembre volo in Italia sia per gli affari del Passiléstru che per mettere le cose a posto con mia moglie. La seconda cosa non mi riesce in quanto Tabby pensa che la nostra relazione sia alla frutta e che le nostre carriere, ci portano (sic) su strade divergenti.

Le chiedo se intende continuare con la sua carriera pugilistica e certamente lei afferma di si. Discutiamo di tutto, ma senza risultato; Insomma per farla breve vuole il divorzio. La domanda è se questo sarà il mio unico divorzio alla fine del 2012, perché anche la mia avventura di pilota con mamma Fiat potrebbe volgere al termine. Infatti ho ricevuto due differenti opportunità professionali per la prossima stagione, entrambe grazie alle mie eccellenti prestazioni in Best Buy Cup negli ultimi due mesi. E sono due opportunità dove sbattere la testa contro il muro non è sufficiente a prendere una decisione. Da una parte c’è proprio la Fiat che ha deciso di partecipare l’anno prossimo niente meno che alla Target Cup, senza passare per la serie intermedia e mi vorrebbe dare il volante della macchina ufficiale nella massima serie della NASCAR.

Dall’altra parte c’è il Team di John Merebough in light Indy che mi vorrebbe per la prossima stagione al posto di Patrick Slater che andrà a pilotare una Indycar l’anno prossimo.

La decisione è difficilissima e i pro e i contro di ciascuna scelta intricatissimi. Se vado a correre per la Fiat in Target Cup, certamente sono guadagni, là dove in Light Indy mi finanziano la stagione ma nulla di più. In NASCAR la macchina sarà senza dubbio non competitiva a meno di miracoli. Ma non si è mai visto un team che esordisce nella massima serie NASCAR ed è competitivo subito.

E se non diventasse mai competitiva? Quante potenziali brillanti carriere si sono spente perché il talento non era nel posto giusto al momento giusto. Per citare solo alcuni esempi di grandi talenti nostrani che hanno commesso errori o hanno avuto sfortuna in questo campo; Alex Zanardi? Luca Badoer? Jarno Trulli? Nannini? Grandissimi talenti che non hanno mai avuto la possibilità di fare il botto o per errori loro di scelta o per sfighe particolari. Certo Alex ha fatto una gran carriera proprio nella serie Indy, ma...

Il monomarca Indy Light con la vettura del team di John Merebough che è tra quelli competitivi (almeno in questa stagione), offre nell'immediato meno visibilità e zero soldi, però se ottenessi risultati sarebbe certamente un miglior trampolino di lancio per la Indy Car Series e da li (sic) facendo bene, magari le serie a ruote scoperte europee, magari anche la Formula 1. Insomma sogno ad occhi aperti, ma senza dubbio la serie Indy offre più vantaggi in termini di potenzialità future. Di solito invece i piloti NASCAR rimangono per sempre confinati in quella serie, e per carità se si emerge li (sic) sono lo stesso bei soldoni, ma si rimane comunque confinati in quel mondo, mentre la Indycar è un mondo più aperto alle altre serie, pur essendo un campionato difficilissimo, per certi versi anche più difficile della Formula 1.

Quindi la decisione è come ho detto difficilissima perché è una di quelle che condiziona un’intera vita.

Per il momento nella prima settimana di settembre sono in Sardegna a difendere la mia dignità di dirigente del Passiléstru. I miei rivali e concorrenti mi guardano con un po’ di invidia circa i miei recenti successi negli Stati Uniti e prima che ci corressi io erano pochi quelli che sapevano che in America si corre anche con i camioncini pickup.

Mi avvio quindi in Sardegna con un conto in banca ridotto a 30.000 euro e con molte speranze di vincere la corsa Palau-Costa Paradiso, che quest’anno si disputa appunto a settembre. La gara, secondo le nuove regole è riservata alle classi C ed è valida per le graduatorie che determineranno gli sfidanti per la presidenza nel 2014.

Al meeting dirigenziale a cui partecipo la questione in ballo è quella di ripristinare la classe A ma solo per il giro di Sardegna. L’argomento qui è che si tratta di una gara di “endurance” dove non c’ è contatto diretto e prolungato tra le vetture e che la corsa disputata a notte fonda durante giorni feriali è pressoché in assenza di traffico. Le voci contrarie dicono che alle classi A non è necessario il contatto ravvicinato per ammazzare la gente e che gli incidenti gravi attirano l’attenzione della Zustissia. Insomma il dibattito è serrato ed io sono in favore del mantenimento delle classi C, con l’elevazione del premio vittoria da 10.000 a 40.000 euro, quasi quanto era quello riservato alle classi B.

Tra una discussione e l’altra arriva il giorno della Palau-Costa Paradiso e mi guido la mia 360 placidamente da Cagliari fin su in Costa Smeralda, godendomi ogni metro di strada della mia amatissima terra che tanto mi manca. Mi mancano addirittura i giorni in cui la percorrevo in lungo e in largo con i camiù.

Il viaggio me lo faccio con Alfredo, che è di molto incazzato con la figlia per i suoi colpi di testa e con il quale discuto approfonditamente di cosa dovrei fare l’anno prossimo a livello di decisioni professionali. Naturalmente lui vorrebbe che rimanessi nell’orbita Fiat, ma capisce bene anche i meriti dell’altra scelta, che potrebbe significare un mio ritorno in Italia in pianta stabile magari un giorno al volante di una Formula 1 e pagato. Sognare non è vietato e nel mentre occorre azzeccare le scelte giuste per imboccare la strada giusta per la realizzazione dei i propri sogni.


Sul percorso ultraveloce della corsa di Palau, nonostante il primo pezzo guidato, il Presidente che partecipa a questa gara con la Maranello che oramai ha adottato come sua macchina personale, mi sta davanti di buoni cinque secondi su tutto il tracciato e riesco a malapena a recuperare la quota di iscrizione. Guidare forte guido forte, anzi non credo di aver mai guidato la mia 360 più forte di così; ma il mister president è forte anche lui e la sua macchina, sul veloce, imbattibile. Questo è un altro soggetto che se andasse a correre in gare ufficiali, di sicuro sarebbe notato, ma per lui alla sua età è un po' troppo tardi, e del resto nelle sue scarpe di presidente del Passiléstru si trova benissimo. Quindi prima di tornare con la coda tra le gambe negli Stati Uniti, decido di provare una seconda gara che grazie a Dio non è così veloce come la Palau.

Si tratta della montagnosa corsa che va dal poligono militare di Teulada alle Grotte Zuddas. Qui ho migliori speranze. In questa gara il presidente partecipa di nuovo, e sul misto stretto lo tengo dietro fino a tre curve dalla fine, avendo nel mentre noi due fatto il vuoto dietro di noi. La frustrazione quando mi passa di motore è assoluta, ma occorre dire per onestà intellettuale che mi si era tenuto incollato sul misto come in francobollo, evidentemente in attesa dell’occasione propizia per arpionarmi. Comincio a realizzare che o trovo una macchina migliore da guidare entro il 2014 quando ci sarà di nuovo la corsa per la presidenza, o mi sa che la presidenza me la posso scordare. Ho già fatto voto che se nel 2014 non vinco, abbandonerò il club. Oramai l’unico traguardo che mi rimane da raggiungere è quello e non ha senso rimanere nel Passiléstru come eterno candidato. Devo mettere insieme i soldi per una classe C competitiva.

Nota degli Autori
A chiunque stia leggendo il diario in questo momento si impone la domanda se il nostro eroe dovrebbe secondo voi rimanere in Fiat per la massima serie NASCAR nel 2013 o accettare l'offerta di John Merebough per guidare una Indy Light per la prossima stagione, considerate le condizioni esposte sopra relative ad entrambe le scelte.
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Indy, se si fa notare come con i pickup è un investimento di un anno con pochi soldi ma che potrebbe spalancare un portone
 

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