<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> I diari di Su Maskinganna | Page 15 | Il Forum di Quattroruote

I diari di Su Maskinganna

Mia personalissima opinione: uno che possiede la liquidità per comprare due autotreni, se li compra è un pazzo..... :p

Il Maskinganna, come traspare in molte pagine del suo diario, ha sempre avuto l'ossessione della mancanza di stabilità, nonché della legittimità delle sue attività. Nella sua mente l'impresa di trasporti è un modo di fare quello che gli piace di più (guidare) stabile, con pochi rischi e soprattutto che gli dà un posto legittimo nella società. Penso che sia per questo che rimane attaccato all'idea dell'impresa di trasporti.
Naturalmente l'ironia della vita fa capolino anche nella nostra storia. Quello che in teoria avrebbe dovuto presentare la minore dose di rischi, si è invece rivelata finora fonte di perdite economiche e anche di problemi di incolumità fisica, che per uno che fa corse illegali su strade aperte, è veramente un'ironia.
 
Settembre 2011
Sono adesso in grado di essere trasportato; e via jet privato Fiat torno a Cagliari, dove vengo ricoverato fino a quando non sarò in grado di tornarmene a casa. Per il mese di Agosto Veronica ha generato quasi 3000 euro di profitto per la Delta 17 ed è il suo modo per pregarmi di tenere aperta l’impresa.

Viene a trovarmi Renzo in ospedale. Molto gentile da parte sua venire qui con un volo diretto da Milano. Mi parla del fatto che nonostante la recessione economica in corso, quasi tutte le banche centrali stanno alzando i tassi di interesse e che ha quindi per ora parcheggiato tutti i soldi del WSR in certificati di deposito della UBS, che una banca svizzera di cui FCA si serve per certe operazioni.
Con i tassi di interesse attuali, solo tenendo i soldi in questi CD, il guadagno è di 59.000 euro all’anno sulla giacenza media di 690.000 investita in questi strumenti. Naturalmente questa cifra varierà a seconda dei risultati delle operazioni che verranno compiute in futuro e della fluttuazione dei tassi.


Di tutta questa spiegazione che riporto letteralmente per futura memoria, non ci ho capito molto se non che anche a fare nulla avremo 60.000 euro di guadagno a settembre 2012 se le attuali condizioni non variano, cioè 5.000 euro al mese a cui vanno tolto in 34% di tasse che anche in Svizzera vengono applicate. Chissà perché pensavo che in Svizzera non ci fossero tasse. Renzo dice che purtroppo qua l’investimento in CD è tassato come reddito ordinario alla fascia massima del 34%, che comunque rimane mollo, molto meglio dell’Italia. Inoltre, sempre secondo lui, i soldi dai CD prima li togliamo per impiegarli in qualcosa di più fruttuoso e meglio è. Sta aspettando le opportunità giuste

Una di queste opportunità si presenta subito dopo che Renzo è venuto a farmi visita: un’operazione con vendita di opzioni di acquisto di azioni della Dageo PLC, impresa di distillazione inglese, di cui Renzo ha scoperto cattive relazioni tra il consiglio di amministrazione e la proprietà. L’operazione riguarda 10 milioni di azioni dell’impresa. Il diritto di acquisto viene venduto ad una casa editrice sempre inglese. Se l’azione scende davvero possiamo guadagnare sino a 21.000 euro. Scadenza del contratto 15 ottobre 2011.

Operazione contraria viene avviata invece sulle azioni di una banca Giapponese che secondo l’analisi di Renzo andrà molto bene nel terzo trimestre dell’anno. Vendita di opzioni di vendita questa volta, dato che l’azione dovrebbe salire. In ospedale mi seguo ogni giorno l’andamento anche di questo titolo e alla fine del mese è passato da 76 dollari a 87. Guadagno per il momento di 25.000 su questo titolo. Pare che per ora Renzo le abbia azzeccate tutte ma lui à il primo a dirmi che i tempi brutti arriveranno e che bisogna essere preparati a subire i contraccolpi del mercato. Se fosse così facile come sembra, tutti sarebbero gestori di Edge Funds, che non so nemmeno cosa sono ma va bene così. In più i contratti di opzione scadono a metà ottobre e bisogna ancora vedere cosa succede.


Settembre 2001 seconda settimana
Viene a trovarmi Alfredo in ospedale e porta notizie non ideali: Jim Roush proprietario della scuderia corse che gestisce i camioncini Dodge della Fiat nella Best Buy Cup non è dell’idea di farmi guidare uno dei loro mezzi nella prossima stagione NASCAR e c’è stato un contrasto di opinioni tra la scuderia e la casa madre. L’accordo raggiunto alla fine è un compromesso: Roush ha concesso di darmi un volante nell’ultima gara della regular season e se mi comporto bene mi daranno il posto per la prossima stagione. Più di questo Mamma Fiat non ha potuto ottenere. A me correre pagato per un anno piacerebbe molto. Una vittoria nella Best Buy Cup è pagata sino a 7000 dollari per le gare più prestigiose. Considerato che finché non passo in classe A nel Passiléstru, porro solo rifarmi qualche corsa di classe F e D di quelle non ancora corse nel 2011 per tenermi a galla, l'idea di andare a correre in America è assai allettante; primo perché sono ripeto corse ufficiali e secondo perché è un'opportunità rara nel motorsport di essere pagati invece che di pagare per correre.


Ora, io con i camioncini ho fatto un paio di gare nella categoria Junior, mentre qui questa gara della verità dovrei vedermela nella main list dei piloti ufficiali e per di più in uno dei circuiti corti (short tracks) più difficili in assoluto: Bristol. Roush ha stabilito che per affidare uno dei suoi veicoli ad un pilota sconosciuto proposto dall'Europa, questi deve dimostrare di poter fare bene almeno quanto i piloti del team. Lui è dell’opinione che i piloti europei male si adattano (sic) al particolare tipo di corse americane.
I due piloti Senior del team John Resme e Peter Linkman, nella classifica generale sono rispettivamente 24° e 26°. Io devo classificarmi in questa gara singola a dicembre almeno 22°


Settembre 2011 terza settimana
Tabby combatte il suo primo incontro professionistico contro una ragazza di nome Mariangela Anelato. Il combattimento è nella categoria pesi leggeri junior fino a 58 chilogrammi, su quattro riprese di due minuti ciascuna. Mi guardo il video che Alfredo ha registrato per me.


Tabby boxa bene e prevale nella prima ripresa usando bene il jab per tenere a distanza l’avversaria che però va a segno a metà ripresa con un tonante uppercut che arresta momentaneamente l’iniziativa di Tabby.

Nella seconda ripresa La Anelato si fa più attiva, capendo che potrebbe stare alla pari con Tabby e dopo aver schivato un diretto va a segno con un preciso gancio sinistro, che di nuovo arresta l’avanzata di Tabby. Immediatamente però La Anelato deve subire una reazione portata con una buona combinazione di colpi da parte di Tabby. A metà ripresa richiamo dell’arbitro a Tabby per colpo dietro la nuca e anche questa ripresa si conclude con una leggera prevalenza di Tabby.

Nelle ultime due riprese Tabby cala il ritmo. Sospetto che il mio incidente abbia influito negativamente sulla sua preparazione atletica e dalle immagini si vede che nella seconda metà dell’incontro tira un po (sic) troppo presto i remi in barca. Questo da (sic) la possibilità alla Anelato di aggiudicarsi senza dubbio la terza ripresa e nella quarta secondo me l’avversaria di Tabby avrebbe anche prevalso se fossi stato io a compilare i cartellini. Ma dei tre giudici a bordo ring solamente due hanno assegnato l’ultima ripresa alla Anelato, mentre uno lo ha giudicato pari.

Verdetto finale vittoria maggioritaria di Tabby ai punti 39-37 39-38 38-38

Devo dire che sono un po (sic) deluso da questo risultato. Mi aspettavo che tutto l’allenamento messo in campo da Tabby per questo incontro potesse dare un risultato più decisivo, e poi questa Anelato non era considerata un gran che prima dell'incontro. Comunque primo incontro prima vittoria.
 
Ottobre 2011 prima settimana

Il Più importante evento di questo inizio d’autunno 2011 è che torno finalmente a casa. Le uniche attività da segnalare sono le operazioni del WRS, tutte ancora in opzioni dove Renzo ramazza un altro centinaio di migliaia di euro, portando la disponibilità totale tra conti bancari e contanti a 1.266.000 euro; quasi quello che ci vuole per acquistare la MC 12 Stradale. Il proprietario vuole un milione e mezzo, ma con l’aiuto di Alfredo vediamo di fare una trattativa un po (sic) aggressiva ed aggiudicarci la vettura per un milione e tre, e possibilmente prima della fine dell’anno.

Per novembre dovrei anche essere pronto a correre la gara di Bristol in Tennessee, sperando di ricordarmi ancora come si guida.

Se l’anno prossimo dovessi davvero muovermi negli Stati Uniti, questo significa che sarò solo occasionalmente in Sardegna nel 2012 ed in particolare per correre le prove di classe A con il Passiléstru, cosa che Alfredo tiene ben nascosta ai papaveri della Fiat, che mi conoscono solo come potenziale pilota sponsorizzato da una delle reti di vendita più in vista in Europa.

Ottobre 2011 seconda settimana

L’evento di questa settimana è il secondo incontro di Tabby contro una ragazza pericolosa di nome Francesca Spezzini. Questa non è conosciuta per il suo stile, ma per la sua forza. Ha messo al tappeto due avversarie sino ad ora nel suo palmares di 4 vittorie e 1 sconfitta; ed i KO nel pugilato femminile sono abbastanza rari, principalmente in virtù della durata ridotta delle riprese. Clivio non ha paura di questa ragazza. Dice alla stampa locale che Tabby questa volta è ben preparata e con nessun problema psicologico dovuto alle vicende mediche del suo fidanzato.

A questo incontro che si tiene all’Accademia Pugilistica Sardegna di Cagliari vado di persona ed in prima fila. Questa sera si combatte anche per il titolo italiano dei Welter femminili e c’è molto pubblico. L’incontro di Tabby è quello prima e devo dire che inizia un po (sic) moscio con le due combattenti che si studiano e la Spezzini che cerca con poco successo di serrare le distanza. A Tabby non piace combattere alla corta distanza a meno che non sia assolutamente necessario. Da fuori può far valere la sua ottima tecnica senza esporsi a gravi rischi soprattutto con un’avversaria come questa che non becca spesso ma se becca fa male. Prima ripresa comunque con molto clinching molto studio e molta noia.

Nella seconda Tabby comincia a prendere le misure all’avversaria e dopo un inizio ancora un po (sic) noioso, parte con una combinazione di tre colpi forti che stordiscono la Spezzini cogliendola di sorpresa. A fine ripresa Tabby si becca una testata in un contatto ravvicinato, forse dall’avversaria infastidita. L’arbitro non interviene. Round comunque nettamente favore di Tabby.

Nella terza ripresa la Spezzini, forse intimorita, rinuncia a combattere alla corta distanza, ma anche così si prende una bella razione di mazzate dalla Tabby che le restituisce pure la testata che aveva preso nella ripresa precedente. Si tratta di un errore emotivo della mia bella perché questa volta l’arbitro interviene con un richiamo e con la minaccia di detrarre punti dal cartellino se la cosa si ripete. La Spezzini per provocare Tabby le assesta un colpo sotto la cintura. L’arbitro interviene di nuovo e l’incontro si fa spigoloso. Comunque Tabby conclude anche questo a suo vantaggio.

La quarta ripresa è senza dubbio più equilibrata, ma il verdetto finale non lascia dubbi: vittoria all’unanimità per noi 40-37 40-37 40-37.

Ottobre 2011 Terza Settimana

Contro il parere di Tabby, di Alfredo e di tutti mi rimetto in macchina per una gara con il Passiléstru. Si tratta di una corsetta facile facile di classe F tanto per riprendere le sensazioni di guida. Tempo di riesumare la vecchia Civic. Devo pur riabituarmi a guidare, il mese prossimo devo portare un camioncino da 600 cavalli in una delle corse più difficili in America.

La corsetta si rivela molto meno facile del previsto per una serie di ragioni: primo sono sotto invito della dirigenza a non scomparire all’orizzonte in modo da non demotivare le burbe di classe F. Secondo nella corsa ci sono un certo numero di classi E tra cui una Magnifica Trueno ben limata, ed un altrettanto magnifica Skyline un po (sic) datata ma sempre efficace. Infine c’è un pagliaccio con una Range Rover talmente taroccata che l’hanno messa in classe E. Terzo ci sono un paio di piloti non disprezzabili, tra cui il migliore è proprio il pagliaccio con la Range Rover e quindi smetterò di chiamarlo Pagliaccio .

La corsa è notturna e si fa in un circuito di due giri. Si inizia con una destra a 90, rettilineo lungo, staccata, altra 90 a sinistra, allungo, due curve a sinistra impegnative tecniche e veloci (e qua si fa selezione), una S veloce con un dosso che da (sic) su una curva infingarda a destra, e poi sinistra che chiude con rampino sinistrorso finale. Allungo di 800 metri invito a sinistra su una 90 a destra dove si stacca con la macchina sotto carico; e anche qui si fa selezione. Allungo e curva a sinistra che da (sic) sul traguardo.

Di sta roba percorriamo due giri, dove me la prendo comoda. Le classi F alla partenza sono un Eclipse, un’Audi A3 di un bel colore giallo, ed una Celica.

La partita si gioca subito tra me con la Civic R, la Skyline e la Trueno. Davanti a tutti allunga la Range Rover che è un vero e proprio dragster che il suo pilota guida decentemente anche nelle curve. La tattica che uso è standard. Cerco di rimanere dietro a qualcuno sui rettilinei in modo da sfruttare la scia e poi mi faccio valere nelle parti guidate, ma in punti selezionati e senza esagerare. Come detto non vogliamo dare alle burbe l’impressione di essere surclassate e vogliamo dagli tempo di crescere e continuare a versare soldi nel club per le quote di iscrizione alle gare. Comunque ad ogni staccata quando conviene mi fumo un avversario. Prima l’Audi, poi la Eclipse ed infine la Skyline. La Trueno si rivela più coriacea e ci battaglio per un po (sic) facendo anche un po (sic) di scena. Nella S medio veloce col dosso mi fumo alla fina pure quella. Rimane alla fine La Range che è in effetti ben avanti e quindi devo concentrarmi in una guida super pulita da formula per andare a riprenderla. La cosa mi riesce solo nell’ultimo rampino di ritorno, dove dopo aver cincischiato un attimo la passo in frenata. Il pilota però non si da (sic) per vinto e mi ripassa sul successivo allungo prima della curva da frenare ancora sotto carico. Li (sic) la Range per quanto taroccata non ha speranza contro la mia tavola da surf Civic, e ballonzola come un birillo, mentre io arrivo alla staccata teso e preciso. La vittoria finale è volutamente di misura con complimenti da parte mia ai vari ischenti di classe F.

Alla fine del mese con due operazioni in derivati, una di contratti futures sul prezzo del grano ed un altro su azioni di una piccola assicurazione americana, Renzo mette insieme altri 92.000 euro di profitti per WRS. La cosa più incredibile è come con questi strumenti sia possibile speculare e guadagnare anche quando l’economia va male come adesso. Basta usare lo strumento giusto ed avere il tocco magico che ha Renzo per le tempistiche delle operazioni. Fa sembrare tutto facile ma è il primo che continua a tenermi con i piedi per terra, dicendo che le perdite arriveranno. Occorre solo minimizzarle mentre si massimizzano i profitti.

E così arriva novembre. Sono praticamente ristabilito. Ho ancora un paio di mesetti nei quali decidere cosa fare con il capitale, e mentre decido, faccio le valigie per gli Stati Uniti dove mi aspetta la corsa ufficiale nell’autodromo o Speedway come lo chiamano gli Americani, di Bristol nello stato del Tennessee. Siamo nel profondo sud degli Stati Uniti dove le corse NASCAR sono praticamente una pratica religiosa e dove se i tifosi non vedono almeno due o tre incidenti enormi durante la gara, rischi l’invasione di campo. Questa volta negli USA ci vado da solo. Devo rimanere concentrato. Da questa corsa dipende forse il mio intero futuro. Se me la gioco bene potrò partecipare all’intera stagione Senior 2012 della Best Buy Cup che la Fiat correrà in America con i camioncini Dodge sponsorizzati dal marchioFIAT Automotive. La casa porterà anche due macchine nella classe intermedia, La Home Depot Cup. Anche queste due macchine sono Dodge, ma non correranno come Dodge, bensì come Alfa Romeo. La dirigenza della Fiat ha deciso di puntare forte alle corse dei terroni americani per pubblicizzare la sua roba.
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Novembre 2011 inizio mese

Prima di partire per gli Stati Uniti, mi faccio ancora una gara con la Ferrari, tanto per rimettermi un po (sic) in confidenza con una macchina potente.
Gara aperta a tutte le classi, ma normalmente frequentata dai piloti di categoria più bassa. Per me si tratta di un allenamento.

Questa corsa la prendo come un modo per riabituarmi alla cavalleria dietro la schiena in vista della gara con il camioncino da corsa, che la cavalleria ce l’ha davanti ma comunque ce l’ha.
Vittoria senza infamia e senza lode. Più che altro mi interessava riprovare le sensazioni e riprendere le misure al governo di un veicolo di un certo tipo. Con questo non voglio dire che la Scuderia sia come un camioncino NASCAR, il quale pure avendo una novantina di cavalli in più è fatto per tutt’altro tipo di lavoro e sulle corse del Passiléstru sarebbe come guidare una cassa da morto su ruote.

Nel secondo weekend del mese sono dunque a Bristol, "Il mezzo miglio più veloce del mondo" e che mi ricorda vagamente il circo massimo a Roma dove si correva e ci si uccideva con le bighe. Il circuito su cui si corre qui e di quelli corti ( appunto mezzo miglio), impegnativi (stretto e con molto banking) e violento (ci si bastona di santa ragione). La Best Buy Cup è come la nostra Serie C, è quella dove si mena di più, anche perché chi prevale sale di categoria sino ad arrivare alla Serie A, e cioè la Target Cup, con macchine da corsa da 900 cavalli dove si inizia a girare davvero forte e a guadagnare davvero forte.


Qua nei giorni buoni come oggi, i camioncini più competitivi girano in 17 secondi e 8. Occorre molta stabilità. La potenza non è secondaria ma la stabilità conta di più.
Venerdì mattina prove libere, mi rendo subito conto che i nostri Dodge ufficiali non hanno né potenza e né stabilita.


Comincio dunque ad arrabattarmi con le regolazioni, cosa con la quale non sono affatto a mio agio perché normalmente non devo fare queste cose per le gare stradali da carpentiere con il Passiléstru. Con la Ferrari mi limito a mettere il manettino su RACE e via andare, con le altre macchine, entro in macchina e guido. Con questi cosi invece ci sono le regolazioni: precarico ammortizzatori, pressione gomme, camber, downforce, bilanciamento carichi e freni, e che più ne ha più ne metta.

Un po (sic) mi faccio suggerire dai meccanici, un po (sic) faccio esperimenti io ed un po (sic) mi regolo su quello che fa il mio compagno di squadra Brian Lemichek che ha sostituito il precedente pilota che si è trasferito in un altro team. Tramite tutti questi esperimenti riesco in un giro fortunato a staccare un un tempo particolarmente brillante per noi; un bel 18, 246, che è un signor tempo per il camioncino che ci ritroviamo noi. Meccanici e crew chief sono impressionati, anche perché è un tempo a cui Lemichek nemmeno si avvicina. Naturalmente questa prestazione viene registrata in un momento di deserto sul circuito. Fare un tempo del genere nel traffico, pur essendo possibile, deve trovare tutte le congiunzioni astrali giuste sul tracciato.

Alla fine di tutti questi interminabili casini ci presentiamo il sabato mattina alle prove di qualifica, stile americano. Si parte dai box, si fa un giro di riscaldamento e poi via a tutta per il singolo giro cronometrato ammesso dal regolamento. Un solo giro; quindi o azzecchi quello o ti devi accontentare.

Il mio giro di qualifica manco a dirlo, tutto è meno che brillante; le congiunzioni astrali non le troviamo e stacchiamo un modesto 18,746 che mette il camioncino in 19a posizione. ma uno degli altri camioncini deve sostituire il motore e quindi passo in 18a posizione che diventa la mia posizione di partenza nella gara su 32 concorrenti. Non ci possiamo lamentare.
Lemichek per un guaio al motore non riesce a qualificarsi e non parteciperà a questa gara, il che mette tutta la responsabilità del team sulle mie spalle.

Ho già spiegato in occasione delle due gare junior che ho fatto in precedenza come guidare nelle gare americane nel traffico è (sic) assai impegnativo. Ora guidare qui in mezzo ai marpioni della Best Buy Cup in un circuito come questo è ancora peggio. La meglio cosa che puoi sperare e che il traffico si diradi presto e che puoi (sic) cominciare a fare le tue linee. Queste linee a Bristol sono molto particolari: dopo molti tentativi e qualche raschiata contro il muro sono riuscito a capirlo: occorre arrivare forte sulle due curve di collegamento del circuito. Puntare contro il muro esterno in decelerazione, tenersi per un attimo sulla tratettoria (sic) alta e poi buttarsi il più possibile in basso per spalancare il gas e uscire a palla di cannone rasente il muro esterno alla fine della curva. Facile? A dirsi si, a farsi no. Occorre essere super precisi se no i tempi sono alti. Questo in prova. In gara tutta questa bella architettura va alle ortiche perché occorre gestirsi in mezzo al traffico scegliendo le linee meno peggio per a seconda che ci si stia difendendo o che si stia attaccando; ma comunque quello che riesci a fare in qualifica è una buona rappresentazione del passo che terrai in gara.


L’altra difficoltà o bellezza delle gare americane è che la guida su questi ovali è molto scientifica. Bisogna abituarsi a guidare alla Eddy Lawson, mettendo le ruote sempre negli stessi posti. In più la strategia qui è anche quella di mettere il camioncino nella giusta posizione sul nastro di asfalto per poter agire e reagire nei momenti opportuni, perché come ho detto qua è completamente diverso dall’Europa; le corse sono corpo a corpo dall’inizio alla fine e raramente puoi fare il tuo passo disinteressandoti di quello che fanno gli altri.

Partenza lanciata a cannone e subito mi impossesso dalla 17a posizione passando il camioncino n°52. Qua subito imparo una lezione; leggero errore di traettoria (sic) e non c’è perdono il 52 ed il 41 mi passano uno all’interno e l’altro all’esterno e perdo due posizioni. A Bristol ogni minima imprecisione costa da una a tre posizioni e quindi per un rookie come me è molto dura stare al passo. Mi rendo subito conto che questi piloti americani sugli ovali ci sanno correre molto meglio dei junior contro cui ho corso le mie due precedenti gare e devo lottare per rimanere a galla. I sorpassi qua a Bristol si fanno nella corsia interna. Solo molto raramente su quella esterna, come in altre piste più lunghe e più veloci. Quindi se vuoi difendere devi coprire la corsia interna. Però facendo così non fai la traettoria (sic) ideale e non giri forte come vorresti e se gli altri invece sono in grado di fare le linee migliori guadagnano su di te. Quindi è una continua scelta ed un continuo fare compromessi, decidendo la tattica ad ogni giro.

Al 20° giro prima bandiera gialla. Le bandiere gialle nelle corse americane sono un rimescolamento di carte: ad ogni situazione pericolosa sul tracciato appare la bandiera gialla ed l gruppo si ricompatta per una ripartenza. Al 20° giro due camioncini vengono alle mani di brutto ed uno si gira innescando l’entrata della Pace Car.


Al 36° giro altra bandiera gialla. Il camioncino n°4 sbatte contro il muro e ripartenza di tutti. Io navigo sempre tra la 17° e la 20a posizione a seconda dei momenti e annaspo per mantenere la zona medio bassa del "pack" o "field" come lo chiamano qua.

Di incidenti ce ne sono ancora due o tre; come ho detto questo è un tracciato dove si menano le mani di brutto. Io stesso mi vengo a trovare in lotta con il famigerato camioncino n° 4 ad un certo punto; quello sponsorizzato da Mobil e guidato da Tex Woste, uno dei duri del circuito e devo sudare sette camicie per non farmi mettere i piedi in testa. Qua se sei in mezzo alla strada quando vogliono passare, semplicemente ti spostano senza tanti complimenti. Alla fine concludo la gara nella stessa posizione in cui l’ho cominciata; diciottesimo che sono quattro posizioni meglio di quello che il team di Roush si aspettava da questo rookie europeo. Il prossimo anno correrò dunque con il camioncino Dodge Fiat Automotive per tutta la stagione, e speriamo di riuscire a migliorarlo.
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Ultima modifica:
Devo ammettere di essere rimasto sorpreso vedendo che lo speedway di Bristol è davvero da mezzo miglio, 858 mt per la precisione..... pensavo che gli ovali corti Usa fossero da un miglio e mezzo, quelli lunghi invece tipo Indianapolis da due miglia e mezzo ; 858 mt è meno della lunghezza di una pista da kart, che in genere è 1.000÷1.200 mt, figuriamoci..... e pare incredibile che su una pistarella simile abbiano girato a medie oltre i 200 km/h (le auto, non i pick-up o truck che dir si voglia).
 
Devo ammettere di essere rimasto sorpreso vedendo che lo speedway di Bristol è davvero da mezzo miglio, 858 mt per la precisione..... pensavo che gli ovali corti Usa fossero da un miglio e mezzo, quelli lunghi invece tipo Indianapolis da due miglia e mezzo ; 858 mt è meno della lunghezza di una pista da kart, che in genere è 1.000÷1.200 mt, figuriamoci..... e pare incredibile che su una pistarella simile abbiano girato a medie oltre i 200 km/h (le auto, non i pick-up o truck che dir si voglia).
Pensa al collo... Hai 10 secondi di G laterali ogni 18/19 secondi, oltre il 50%. E tutti dalla stessa parte. E da ripetere per tantissimi giri. C'è (tanto) eroismo anche in questo!!! ;)
 
Pensa al collo... Hai 10 secondi di G laterali ogni 18/19 secondi, oltre il 50%. E tutti dalla stessa parte. E da ripetere per tantissimi giri. C'è (tanto) eroismo anche in questo!!! ;)
Nessun dubbio. Quando facevo le gare (poche) di kart ho assaggiato lo sforzo sul collo, precisamente sulla pista di Lonato (BS), nonostante l'aderenza (ottima) dei kart si basi sulle gomme ma non su fattori moltiplicanti aerodinamici.
Per me però, non leggerissimo neppure allora, la cosa peggiore erano le botte sulle costole quando il kart si "puntava" troppo, nelle curve strette... ti pareva di aver fatto a pugni.
 
A metà novembre, nonostante i 42.000 euro di tasse pagate al governo svizzero, il WSR non ha cambiato la sua consistenza; 842.490 euro. Il servizio di contabilità della UBS AG stima che 39.000 ulteriori euro se ne andranno in tasse a dicembre.

Tabby combatte di nuovo a novembre. Clivio ha portato nuovo equipaggiamento per allenarla meglio sulla potenza e Tabby va a questo incontro molto ma molto ben preparata. L’avversaria non sembra di quelle pericolose: Denise Vandroni, una buona pugile a livello regionale, ma Clivio pensa che Tabby sia meglio, che possa arrivare a traguardi importanti. Ciò nonostante, un questo incontro Tabby non va oltre un pari all’unanimità 38-38 per tutti e tre i giudici a bordo ring. Risultato deludente, ma onore all’avversaria che si è difesa bene e ha vinto due round su quattro anche se di misura.

A dicembre la storica decisione è presa. Prelevo 800.000 euro dal WRS, ci aggiungo mezzo milione in contanti, e per 1.300.000 con l’intercessione di Alfredo, acquisto la Maserati MC 12 Stradale che saraà la mia macchina in classe A. La macchina finale.


La MC 12 non può essere definita come la più potente delle classi A; nemmeno lontanamente. E’ una macchina vecchiotta e molte pari categoria più giovani sono ben più prestanti. Però a mio modo di vedere è una delle meglio equilibrate che ci siano in circolazione. Io ne ho provate poche di classi A e tutte mi hanno molto impressionato. Ma la MC è quella che mi ha dato più sicurezza e confidenza nella guida, e le selettive prove di classe A, che a mio modo di vedere hanno bisogno più di omogeneità di conduzione del mezzo che di prestazioni pure, che a questi livelli, su strade aperte, lasciano un po (sic) il tempo che trovano. La mia MC è strettamente di serie che ce ne già da vendere e da appendere con un unica eccezione: l’impianto frenante che ho fatto rivedere con un moderno set di dischi carbo ceramici e relative pinze e condotti. Con questa modifica secondo me la MC è assolutamente perfetta. E aggiungo che si guida da dio anche in mezzo al traffico, tanto e vero che se esco con la MC non ho più bisogno di usare il carrello con il Grand Cherokee. Anche ad andatura bassa si guida molto meglio della 430 scuderia, così come era con la Granturismo. Ci ho fatto installare persino l’autoradio per godermi i lunghi viaggi di trasferimento alle prove. Poi se voglio ascoltare il rombo del V12, la radio la spengo. Queste caratteristiche fanno a questo punto della Maserati il mio costruttore di macchine preferito.

Le prime due prove a cui mi reco con la MC però non danno ragione a tutti questi elogi. Sono entrambe due prove a telecamere. Nella prima mi piazzo secondo guadagnando 30000 invece che 100000 e nella seconda perdo addirittura la quota di iscrizione, che per un dirigente è un’onta da lavare col sangue. La MC non è abbastanza potente con i suoi 620 cavalli per spingere la macchina alle velocità di rilevamento richieste nel breve spazio disponibile, né io voglio rischiare più di tanto. E’ una macchina da un milione e mezzo di euro e se la sbatto da qualche parte il capitale per aggiustarla è astronomico. Io al momento dispongo solo di 57000 euro e non posso permettermi idiozie.

Dei dirigenti che mi ridono dietro però mi rifaccio in fretta in una corsa a 8 dove molti alti papaveri del club partecipano. La gara è aperta solo a classi A, e a parte il presidente con la sua F-50 preparata da F1 a Maranello, ci sono quasi tutti i papaveri più importanti. McLaren, Lamborghini, Pagani, una Corvette classe A, la Mercedes GTR Stradale del Vicepresidente Claudio, che di stradale ha solo più il nome e per il resto ci puoi andare a Le Mans. Anche se non c’è il presidente, infine c'è Mantovano, il suo fido scudiero con una 458 Italia nuova di pacca.

Tutti questi marpioni non hanno fatto i conti con due cose: primo alla guida della MC 12 ci sono io e non si sono ancora rassegnati che sono il meglio pilota di tutto il Passiléstru e secondo ed ancora più importante, il tracciato; uno dei più lunghi di tutte le prove del club, si adatta molto meglio alla mia Maserati che ai loro bolidi esagerati. Si tratta infatti di un percorso in circuito da compiere per 10 volte, costituito da due pezzi più o meno ovali sinistrorsi (grosse aree di parcheggio di centri commerciali), collegati tra di loro da due 90 gradi a sinistra lente. Percorso dunque breve e sinuoso. Qua la loro cavalleria, in media cento cavalli più di me, gli serve a poco e nei raccordi a sinistra la mia Maserati è più agile delle altre macchine. L’unica che mi da davvero paura è la Pagani, ma è la stessa che ho sconfitto nella sfida sul misto medio lento l’anno scorso.

Come volevasi dimostrare, se escludiamo il primo giro in cui sono molto guardingo e lascio che siano gli altri a sportellarsi tra di loro facendo decine di migliaia di euro di danni, nello spazio di tre giri sono davanti. Mi scelgo accuratamente i pezzi dove attaccare; normalmente nei raccordi dove la precisissima frenata della Maserati si rivela vincente e negli imbocchi degli ovali, dove in entrata la macchina è molto precisa e consente di osare. Le velocità sono basse; mai più di 160 orari, il che smorza la superiorità dei motori dei miei avversari. Alla fine vinco con buon margine rifacendomi delle perdite finanziarie della seconda prova disputata a dicembre e smorzando le risatine di scherno di questi fenomeni tra cui solamente pochi sono veramente forti, inclusi alcuni che stanno anche loro risalendo dalla classe B come Walter, che però a questa gara non c'è.

La successiva gara è a 6. Questo tracciato collinare è bellissimo con tutti i tipi di misto; dal veloce al guidato e con le classi A il segreto è non impiccarle, perché su una strada così le reazioni potrebbero essere assai scomposte. Si aggiungono alla difficoltà una lunga serie di curve cieche ed occorre esercitare la massima prudenza, perché con questi cavalli, al minimo errore sei nel rail.

Sulla strada per il luogo in cui si tiene la prova, mi sorpassa una vecchia conoscenza: Tony con la sua Ford Le Mans GT. Dicono che sia diventato un vero e proprio castigo di dio in odore di presidenza. Tutti attendono il prossimo giro di Sardegna per vedere all’opera me e lui. Alla gara però fa solo da spettatore per questa volta. Quindi mi ritrovo in corsa con una Porsche Carrera GT, una Viper cattivissima, di nuovo la 458 Italia nuova di pacca di Mantovano, una Aston Martin 77 ed una Koenigsegg CCX che a me pare totalmente inadatta per questo tracciato.

Come al solito quando do (sic) una mia opinione su una vettura, questa si rivela immediatamente sbagliata. E’ proprio la CCX che scatta in testa con uno spunto a cui le altre macchine non riescono nemmeno ad avvicinarsi, men che meno la mia. Il primo tratto di gara è molto impegnativo con curve e controcurve medie e lente che non permettono di sfruttare facilmente le macchine; inoltre qua di mezze tacche non ce ne sono e siamo tutti li (sic) più che altro attenti a non sportellarsi che con queste vetture, come detto, le decine di migliaia di euro di danni si fanno molto facilmente. Nel primo tratto dunque è una bella filetta indiana con me in quarta posizione e dietro di me vedo L’Aston. Chi c’è in ultima posizione non lo so, ma davanti a me ci sono la Ferrari e la Carrera. Quindi in prima e seconda posizione devono esserci la Dodge e la Koenig.

Si va avanti così per un po (sic) fino a quando ad un paio di staccate violente ma con spazio, mi fumo La Ferrari prima e la Porsche dopo.

Inizia la parte intermedia che è più veloce. Qui accade il fattaccio. Ho nel mirino già da un po (sic) la Viper blu che si dice sia di uno degli aspiranti alla presidenza, quando questo aggancia un rail, si gira e termina la gara fortunatamente in uno dei pochi spazi di fuga disponibili su questo tracciato. Adesso devo raggiungere la Koenig. Di perdere i soldi, se non succede nulla di eclatante non dovrebbe parlarsene, ma i 100000 del primo posto mi fanno gola, che i miei conti dopo l’acquisto della Fata Turchina sono pressoché prosciugati. La guida è da formula. Comincia il secondo tratto lento e qua il mio V12 dolce e disponibile a digerire bassi regimi (3-4000 giri) senza lamentarsi mi danno un vantaggio. Guadagno poco a poco sulla Koenig, che la vedo molto nervosa la (sic) davanti ogni volta che il pilota tocca l’acceleratore. Riesco a passare subito prima che inizi l’ultimo tratto veloce, in corrispondenza dell'ultimo rampino destrorso da 70 allora (sic). Poi l’unica cosa che devo fare è tenerlo dietro sull’ultimo tratto iperveloce. Siamo pur sempre su strada aperta e la mia Maserati, pur non essendo prestante come la Koenig, ne ha comunque abbastanza per gestire la posizione. Vinco con 5 secondi di vantaggio, e gli altri stanno tutti nello spazio di altri 10. Gara tesa, la cui qualità oramai si avvicina molto a quella di una corsa GT di professionisti.

continua nel prossimo post...

 
E poi arriva il giorno della grande sfida per la presidenza: il giro notturno della Sardegna dalla mezzanotte alla mattina dopo. Ci siamo oltre ovviamente al Presidente e la sua F-50, io, Tony con la Ford GT, ed un assortimento di altri tre concorrenti: una Bugatti gialla, una Nissan GTR da corsa e una Lamborghini tappata da GT2. La Viper blu non c'è che è ancora in riparazione.

Io non credo in queste presentazioni con macchine praticamente da corsa per gare come queste. Si corre comunque su strade aperte a con un moderato ma presente traffico. Io e Tony i pretendenti più probabili al titolo, andiamo in campo con macchine di serie, per quanto di serie si possano chiamare una MC 12 e una GT 40. Sono comunque macchine stradali, così come la Bugatti gialla, che pur essendo stradale rimane un siluro adattissimo ad una prova come questa. La F-50 del presidente e le altre macchine si presentano alla partenza con gomme slick e assetti da pista. La Nissan non è nemmeno targata.


Di questa gara voglio parlare poco. Ne parlerei di più se l’avessi vinta. Si svolge da Cagliari a Cagliari girando in senso antiorario intorno all’isola. E’ una vera e propria gara di endurance. Partenza a mezzanotte di domenica ed arrivo alla mattina del lunedì. Strade veloci e medio veloci con pezzo finale sulla Carlo Felice per il rientro a Cagliari. Qua può succedere di tutto come in una vera gara di endurance: incidenti, cedimenti eccetera. Ogni concorrente corre con un commissario sul sedile del passeggero per controllare che il tracciato sia seguito fedelmente e anche per dare alcune note di tipo rallistico ai concorrenti.

All’uscita da Cagliari la selezione è già fatta: il presidente, io e Tony nei primi tre posti e tutti gli altri perdono gradatamente terreno nonostante le slick ed i telai da corsa. Il Presidente...è il Presidente e lui slick e telaio da Le Mans evidentemente li sa gestire, perché è li (sic) davanti a combattere ad armi pari con me e con Torny. E sottolineo ad armi pari, perché questa gara è stata decisa da due eventi determinanti per il risultato. Altrimenti come questa corsa avrebbe potuto finire sarebbe stato del tutto imprevedibile; ed anche così è rimasta incerta sino all’entrata a Cagliari alle 7,30 di mattina.

A Tortoli, Tony per evitare un furgone della TIM sbatte ed è fuori gara. Il Presidente ed io ci scambiamo la prima e la seconda posizione per almeno sei volte, non andando mai a distacchi superiori ai 5 secondi per tutti e 10 i traguardi intermedi posti lungo il tracciato con tanto di commissari che prendono i tempi. Una cosa impensabile in una corsa di sette ore su strada aperta, e che non si era mai verificata prima. Sui pezzi guidati guadagno io e sui pezzi veloci guadagna lui in una corsa ad elastico che ha tenuto tutti i sostenitori ed i membri del club insonni e a mangiarsi le unghie per tutta la notte.

Quando avviene il fattaccio che determina l’ultimo passaggio in testa del Presidente, l’ultimo distacco ufficiale era 4 secondi e novantaquattro, ed io da pollo che merita la sconfitta in pieno commetto un’indecisione fatale su uno svincolo della Carlo Felice; uno degli ultimi. Perdo tutta la mia velocità e la Ferrari del Presidente mi sfreccia a sinistra come un missile balistico. Il divario di 10 secondi e qualcosa non riuscirò più a colmarlo.

E’ fin troppo facile per me dire che se non avessi commesso quell’errore avrei vinto io la corsa e sarei adesso presidente del Passiléstru, ma è assolutamente quello che sarebbe successo, visto che eravamo a 15 chilometri dal traguardo. Certamente d’altra parte se i distacchi sono quelli che erano, perde la gara chi fa l’ultimo errore e quest’anno è toccato a me.

Il Presidente con la sua F-50 sarà in cima alla piramide ancora per tre anni, ma è bene che tenga a mente che io non mi arrendo mai.

Per adesso, partenza per Detroit il 2 gennaio.
President J.jpg
 
Nota degli Autori,
A partire dall'inizio delle gare di classe A, nel diario del Maskinganna, come i lettori avranno notato, non vi è più cenno sulle località in cui si svolgono le prove. Probabilmente ciò è dovuto alla necessità di proteggere le gare di più elevato livello nel caso il diario fosse finito nelle mani sbagliate.
Non dimentichiamo infatti che all'epoca della stesura del manoscritto il Passiléstru era ancora attivo.
 
Gennaio 2012

Buon anno caro diario.

Tralasciando per un attimo il fatto inconfutabile che dalla Carlo Felice al Daytona Superspeedway devo aver pur fatto qualche progresso nella mia sgangherata carriera di pilota, devo dire che la prima corsa dell’anno è stata una mezza delusione. Non che non fossi preparato. I camioncini Dodge ufficiali di mamma Fiat non sono ancora nemmeno lontanamente competitivi su un circuito di questa natura. Per andare forte qua occorre tutto: aerodinamica, motore, telaio e pilota, e noi non abbiamo ancora misura sufficiente di nessuna di queste quattro componenti; e me ne accorgo già dal venerdì mattina durante le prove libere, dove di stare al passo con gli altri camioncini non se ne parla nemmeno. I nostri mezzi si difendono appena nelle percorrenze dei quattro curvoni di raccordo che i migliori qua fanno a 270 allora (sic) ma sugli interminabili dritti del circuito non riescono neppure a tenere la scia del camioncino medio. Insomma un vero e proprio disastro.

Sul dritto i migliori viaggiano a 297-298 orari. Noi, subito prima di entrare nelle curve, facciamo al massimo 291; una differenza abissale.

Faccio presente che qua con i camioncini, ma credo anche con le macchine, si tiene il piede giù sempre. Sulle paraboliche da paura il mezzo schiacciato a terra dalla forza centrifuga perde velocità naturalmente e qua sta al pilota interpretare la curva nel migliore dei modi e fare la giusta traettoria (sic), cosa che distingue i vecchi mastini dai giovani rookies come me. I mastini azzeccano la linea giusta quasi sempre, i Rookies a volte si e a volte no. Ogni volta che non riescono sono manciate di decimi che se ne vanno, oltre a quelli che perdiamo sul dritto.

L’insieme di tutti questi casini mi porta sabato mattina ad una qualifica al ventinovesimo posto mentre il mio compagno Lemichek fa solo leggermente meglio e si classifica ventottesimo. I tre decimi che mi rifila sul giro lanciato sono tutti di esperienza, ma anche lui incontra limiti ben precisi nel camioncino scarso. La cosa a cui devo abituarmi in fretta nelle corse serie è che il più impercettibile errore, che nelle gare del Passiléstru nessuno noterebbe nemmeno, qua costano mezzo secondo come minimo, ma ribadisco che la (sic) è la Carlo Felice e qua è il Superspeedway di Daytona.

Nella gara siamo molto più fortunati che nelle prove, perché è di fortuna che occorre parlare in questo caso.

Abbiamo deciso in anticipo per la tattica di cambiare solo due gomme alla seconda sosta ai box programmata. Nella maggioranza delle gare NASCAR ci sono due soste ai box per il rifornimento ed il cambio gomme, a parte quelle non programmate per imprevisti, danni eccetera. Se si vuole risparmiare tempo, dato che sugli ovali si consumano di più le gomme di destra, una tattica possibile è quella di cambiare solo quelle per fare prima. Per regolamento NASCAR i meccanici possono lavorare su un lato alla volta della macchina, quindi cambiando solo le gomme dal lato destro si risparmia ovviamente tempo. Questa tattica ti permette alla bisogna di guadagnare posizioni ai box, ma poi devi difenderti con le unghie da quelli che hanno quattro gomme nuove e che a parità di altre condizioni girano più forte.

Ecco quindi che dopo una gara mediocre, il “bucio do culo” per il team Fiat Automotive si presenta proprio dopo il secondo cambio gomme, sotto forma di due bandiere gialle. La prima resetta una situazione critica quando dalla 16ma posizione, frutto del cambio di due sole gomme, ero stato risucchiato dal gruppo fino alla 21ma. E la seconda ancora più fortunosa della prima che congela le posizioni prima che la gara finisca ed io perda ulteriori posizioni.

Alla fine per meriti non miei finisco appunto 21mo, mentre l’autore della Pole Position Brandon Ossin che aveva pure condotto per buona parte della gara è coinvolto nell’ultimo incidente e finisce ultimo.

Lemichek usufruisce della mia stessa botta di culo, ma a lui ciò frutta l’undicesimo posto invece che il 21mo. Daytona dolce amara e ci vediamo ad Atlanta tra due settimane.

Nel frattempo In Italia, dopo il salasso al WSR operato dall’acquisto della MC 12, Renzo raddoppia la giacenza in due mesi da 42.000 euro a 84.000 con una serie di spericolate operazioni sull’indice azionario giapponese, e su opzioni ancora di Soft Bank e poi di Amazon, le cui azioni vende allo scoperto e che, in accordo con le sue previsioni, continuano a scendere anche dopo l’operazione. 12.000 guadagnati con Soft Bank, 21.000 con Amazon ed il resto sono plusvalenze dovute all’aumento dell’indice azionario che nonostante un’economia mondiale decisamente depressa (-6,7 di crescita del PIL mondiale) guadagna (sic) lentamente in segno di fiducia degli investitori, o come li chiama Renzo dei “gonzi”.

Tabby combatte di nuovo questo mese contro un’avversaria Sarda di origine oltre che di tessera; Marcella Sunniu. Il Video Alfredo me lo mette su un canale privato youtube. Anche qui Tabby fatica un po (sic) e si becca anche un taglio sotto l’occhio destro nella prima ripresa. Reagisce nella seconda e terza ripresa, in particolare nella terza, dove un montante dell’avversaria si fa particolarmente sentire e la necessità di reagire per non perdere l’incontro pure. Nell’ultima ripresa il combattimento è più equilibrato ma ciò non toglie che il verdetto sia unanime a favore di Tabby. Un’altra vittoria in vista della sfida al titolo regionale.
 
Fine Gennaio 2012

Ad Atlanta il camioncino cammina, e non dico che riusciamo a stare con chiunque ma almeno al fondo dei due terzi della compagine. In qualifica faccio infatti il 19mo tempo, convertito poi in 18ma posizione di partenza perché Neil Garabond deve sostituire il motore sfasciato in qualifica e va in fondo alla griglia. Su questo circuito mi prendo pure la soddisfazione di girare più forte di Lemichek che lascio a 4 decimi in 23ma posizione di partenza. Vendetta interna su Daytona è fatta. La pole la fa Bill Rudy che a Daytona era arrivato 22mo. Tipico scenario da NASCAR dove i leader cambiano ad ogni gara.

Questa pista è bella tosta. Dopo il rettilineo dei box, il primo curvone di raccordo è da azzeccare esattamente. Come dicono i piloti qui, “bisogna infilare la cruna dell’ago” se non addio decimi e si sottosterza con conseguente perdita di una o più posizioni in gara. Il curvone che invece da (sic) sul rettilineo dei box si interpreta più facilmente ed almeno in prova si fa quasi pieno, a parte un singhiozzo in entrata.

Nel traffico invece il camioncino va guidato con l’acceleratore per modulare bene la traettoria (sic) e rimanere il più possibile all’interno ed evitare di essere sorpassati. Infatti qua è difficilissimo passare “in alto” a meno che di non avere un camioncino nettamente superiore; ma proprio nettamente.

Del comportamento del Dodge Fiat ad Atlanta non mi posso lamentare. Sul dritto non perdiamo troppo e l’unico problema è tenere il passo nel primo curvone. Qua un problema ce l’abbiamo e molti camioncini sono più veloci di noi. Comunque sempre meglio che a Daytona dove per dirla all’americana eravamo “una papera morta nell’acqua”.
A proposito di modi di dire locali, dopo solo un mese di permanenza qui sto cominciando a masticare un po (sic) di Inglese, soprattutto grazia alla quantità inenarrabile di gnocca, per non parlare della qualità (Dio benedica gli Stati Uniti), che a poco a poco me lo sta insegnando. Per il linguaggio tecnico invece mi rifaccio ai meccanici, anche se devo dire che due super gnocche ci sono pure tra i piloti di camioncini NASCAR: la signorina Heather Dinghly e la signora (sposata con due figli) Julia Robertson, che però non hanno ancora preso parte ad una corsa quest’anno. La corsa di Atlanta la vince Peter Vilman sull Chevrolet sponsorizzato Country Food, che con questa vittoria si porta in quarta posizione nella classifica generale e si assicura un posto nei playoff di fine stagione. A (sic) si, perché nella NASCAR la classifica generale serve ad avere accesso ai playoff. Ci vanno i primi sedici piloti con vittorie e solo in mancanza di sedici vincitori si ricorre ai punti della classifica generale per riempire i posti rimanenti. Una cosa all’americana che lascia la tensione fino all’ultima gara, cosa che agli Americani piace tantissimo. A me un po (sic) di meno, ma chi sono io?!


Venendo alla gara, dalla 18ma posizione scatto male, mi salta una marcia e perdo terreno. Però visto che su questo circuito il camioncino cammina, non mi perdo d’animo e comincio a macinare avversari all’entrata del curvone dopo il rettilineo dei box. Il segreto è uscire forte dal curvone SUL rettilineo dei box, prendere la scia del malcapitato, ed aspettare che quello si innervosisca e conceda uno spiraglio a sinistra. Ci si infila, alle volte si sportella un po’ (finalmente qualcuno mi ha detto che ha l’apostrofo) e si entra.

Questa giostrina continua sino alla prima sosta ai box, dalla quale esco 15mo e continuo a fare la mia gara. Arrivato in quelle posizioni però, diventa tra il difficile e l’impossibile fare ulteriori sorpassi con il nostro Dodge, perché adesso davanti c’è la gente che cammina forte, ma questo non vuole dire che non continui a provarci.

Prima della seconda sosta ai box, si verifica un incidente con conseguente bandiera gialla e ripartenza. Per radio mi dicono di rimanere fuori. Questa storia della radio è un po’ un casino perché nonostante i miei progressi con la lingua di cui ho parlato prima, per radio capisco solo cose veramente basiche; sicché ci siamo messi d’accordo io ed il crew chief su parole convenzionali singole ed il loro significato. Quindi rimango fuori ed alla ripartenza sono quarto. Senonché le ripartenze sono ancora il mio punto debole (tendo a perdere posizioni al momento del lancio) e comunque una quarta posizione per il mio camioncino non è sostenibile nemmeno se lo guidasse Michael Shumacher. Cado quindi in 11ma posizione.

Dalla seconda sosta ai box esco nono, ma sfiga delle sfighe, a due giri dalla fine si verifica un secondo incidente, con nuova bandiera gialla. Dall’11ma posizione ricado in 19ma e nell’ultimo giro con una buona dose di rischio e di culo riesco a portarmi in 17ma posizione con cui concludo la gara proprio davanti a Lemichek a cui rosicchio un punto in classifica generale. Adesso lui è 14mo con 45 punti ed io 20mo con 36. Conduce la classifica il giovane John Nesmett con 73 punti.

Primo appuntamento di febbraio Las Vegas. Qui prevedo di arrivare un po’ prima per visitare la mitica città del peccato nel deserto con tutte le sue meravigliose tentazioni.
Nascar Cup Girls.jpg
 
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Inizio febbraio 2012: le novità più importanti

Ritorno breve in Italia per sposarmi. Tabby e io ci sposiamo in un convento di Francescani. Presenti Alfredo, i miei genitori e Antonino Nocco. Alfredo si presenta al matrimonio a bordo del regalo di nozze; una Fiat 500 Abarth che dovrebbe guidare Tabby per le cose di tutti i giorni. Alfredo la farà trasportare dopo il viaggio di nozze direttamente a Detroit via aerea e sarà un’anteprima assoluta giacché la Abarth sarà commercializzata negli Stati Uniti solo tra un mese. Io negli USA per gli spostamenti brevi e medi uso una Alfa Romeo GT V6 che mi è stata data in dotazione da mamma Fiat. Mentre la panoplia di Maserati, Ferrari, Honda e Chrysler sono rimaste nei garage di mio suocero che le tratta bene benino. Due delle macchine le sto ancora pagando. In più l’affitto a Detroit è molto peggio che a Cagliari. Ho preso una bella casa in affitto nella zona bene della periferia (negli USA è il contrario che da noi. Il centro un disastro e la periferia meglio). Detroit è una delle città più pericolose degli Stati Uniti ed occorre fare attenzione a dove vai a vivere.

La Delta 17 ho deciso di chiuderla. Per il momento mi voglio concentrare sulla stagione NASCAR. Quest’anno ho un volante. L’anno prossimo lo manterrò solo se faccio bene, e non è ancora ben chiaro cosa intende Rousch con “fare bene”. Il camioncino è quello che è, e c’è da sperare che durante la stagione possiamo recuperare sulla concorrenza.

Di club di corse illegali Detroit è piena ma io mi devo tenere molto calmo, che qua la NASCAR è super buonista a ci manca solo che vanga schedato come “illegal streeet racer”. Naturalmente a gareggiare sulle strade anche qua si guadagna un botto; girano un sacco di soldi nell’underground di Detroit su queste ed altre faccende. Ma io non posso correre rischi. Per la prima volta in vita mia corro legalmente e le cose devono rimanere così, anche se il mio 17mo posto ad Atlanta mi ha fruttato la bella miseria di ben 2000 dollari e la corsa a Daytona un bello zero dollari. Qua la gente per macchine e motori va pazza e le occasioni, ad avere talento e pelo sullo stomaco, non mancherebbero di certo. Invece io ho deciso di usare la NASCAR, non solo per fare quello che mi piace legalmente, ma anche per tenermi in forma per quando ridarò l’assalto alla presidenza del Passiléstru, cosa che farò; dovesse essere l’unico motivo per cui torno in Italia!

Intanto adesso sono proprio in Italia a godermi il viaggio di nozze che faccio con mia moglie sul lago di Como. Alfredo come regalo di nozze a me, non solo ha pagato il viaggio, ma ci ha aggiunto anche un weekend di prove libere a Vallelunga, occasione che non mi lascio certo sfuggire. Viaggiamo dunque sulla A1 io sulla MC 12 e Tabby sulla 500 e tutte e due avranno il loro battesimo a Vallelunga.

Mi metto dunque a girare con la Maserati e dopo un po’ di escursioni sull’erba e di indecisioni mentre imparo il circuito, faccio il mio miglior giro “al coltello” in 1’42”866, fatto con molto traffico, con le gomme di serie ma con i miei freni da corsa; e certo a Vallelunga i freni contano. Secondo me il tempo è buono, per una MC 12 quasi di serie, specialmente considerando che non ho avuto un singolo giro senza traffico. Decisamente Vallelunga è un porto di mare pieno di vetture di ogni genere che ostruiscono la pista. Del resto quello è il motivo per cui li chiamano turni di prove libere.


Poi provo anche con la 500, e con quella spunto 2’01”181. Qui qui la macchina è completamente di serie. Faccio i miei giri con tutta l’elettronica spenta e non mi posso lamentare nemmeno di questo tempo, considerato che le 500 del monomarca girano da uno e 54 quelli veloci, ai due minuti per i più scarsi che corrono solo perché hanno i soldi per correre.

Tutto sommato gran bel weekend di nozze, dopo il quale io e Tabby ci prendiamo un volo da Milano per Detroit in business class perché io devo tornare alle mie faccende. L’allenatore di Tabby, Maurizio, ci raggiungerà tra breve e continuerà a preparare Tabby per le sue prossime competizioni, quindi una volta ogni mese e mezzo - due, tornerà in Italia per combattere.

Alla metà del mese le cattive notizie arrivano da Renzo che si è fumato 50000 in un’operazione andata a male con un’impresa americana di costruzioni edili. Pareva che le sua azioni dovessero scendere e invece sono salite. L’aveva detto Renzo che le perdite sarebbero arrivate, e sono arrivate. Al salasso ha contribuito anche il conguaglio delle tasse del 2011. Non buono. Devo stare bene attento alle mie fonti di reddito. Il Passiléstru adesso è fermo e per un certo tempo presumo lo rimarrà. Dalla NASCAR non mi aspetto immediatamente grosse entrate, però le spese le ho e quindi devo gestirmi bene 295.000 euro di risparmi, di cui quelli sul contro WSR sono in dollari americani. Una soluzione potrebbe essere quella di tirare i remi in barca per un po’ e mettere tutto in reddito fisso. Con gli interessi al 6% potrebbe essere un idea, Ma Renzo dice che può fare meglio. Per il momento dall’inizio del 2012 si è fumato come ho detto 50000. Speriamo vada meglio in futuro.
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Terza settimana di febbraio; Las Vegas

Il camioncino va. Non faccio un gran giro di qualifica, ma durante le prove libere riesco a stare con parecchi concorrenti ed anche a sorpassarne qualcuno. L’ovale di Las Vegas è leggermente più semplice di quello di Atlanta; qui i due curvoni sono molto simili. Arrivi in pieno impiccato, molli fino a quando non infili la traettoria (sic) giusta e poi spalanchi. Se hai fatto tutto bene esci a saetta e rasente al muro, se no devi fare le correzioni in corso d’opera e addio decimi, e come al solito in gara se sei nel traffico, addio posizioni. Secondo me in curva andiamo forte come gli altri, ma sul dritto perdiamo decimi preziosi, al punto che in qualifica prendo un secondo da Alan Hates autore della pole con il suo United Rentals Toyota, e pure quattro decimi da Lemichek che in questa gara mi frega di nuovo in griglia. I 4 decimi da Lemichek li ho presi perché sono un cretino e ho fatto un errore nel curvone che immette sul rettilineo di arrivo/partenza. Comunque sono fiducioso per la gara anche se parto 18mo. Lemicheck forte dei suoi quattro decimi sotto, parte tredicesimo.

Partenza come al solito lanciata e come al solito perdo una posizione. Per i primi cinque giri gravito tra la ventesima e la diciassettesima posizione; nel traffico le posizioni si perdono e si recuperano abbastanza repentinamente e frequentemente; occorre soprattutto stare attenti a non sbattere. Intanto il gruppo si è sgranato ed io mi trovo in un plotone centrale formato da nove camioncini. Lemichek lo vedo davanti a me in 15ma posizione. Poi lui perde una posizione ed al nono giro io mi fumo sia lui che il numero 3 Clay Voghlon e 15mo divento io.

Al 12mo giro il camioncino 2 di Richard Vandley scartoccia una gomma e sbatte contro il muro; sono 14mo. Dopo la seconda sosta ai box sono nono, merito dei miei meccanici, che si fanno un culo così, e comincio a pregustare un bel successo. Al 25mo giro sorpasso un altro camioncino che sta uscendo dai box e sono ottavo! Poi arriva la solita saga delle bandiere gialle, che di nuovo vanifica tutti gli sforzi miei e dei box. Praticamente quasi a fine gara. Con la prima perdo tre posizioni e con la seconda altre due. Dopo la seconda ripartenza mancano due giri alla fine e me la gioco fino in fondo con il Toyota numero 7 di Andrew Real. Alla bandiera a scacchi lui è ancora davanti di un cofano e concludo la gara in 13ma posizione e con un premio gara di 4000 dollari, ma incazzatissimo perché se avrei potuto essere nei primi dieci.

La corsa la vince Jeremia Salt sull’Allegiance Dodge numero 2. Lemichek finisce ventesimo.

I punti in classifica dopo tre gare vedono me al 15mo posto con 60, Lemicheck mi precede di due posizioni con 62 punti e Jeremia Salt conduce la classifica con 107 punti seguito dalla coppia Cross - John Nemsett con 100 punti rispettivamente. Hanno conseguito vittorie sino a questo momento e quindi sono già nel primo turno dei playoff Salt, Nemsett e Peter Vliman con il numero 75 Country Food Club Ford. Nesmett ha vinto a Daytona e noi a marzo andiamo a Martinsville in Virginia su uno short track tecnicissimo e difficilissimo.
 
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La corsa di Martinsville è famosa per essere un affare piuttosto violento e così si è dimostrata anche quest’anno. Qui i veterani si sfidano al coltello e i rookie come me tradizionalmente vengono mangiati per colazione dato che tutte le attività dei camioncini della Best Buy si svolgono di mattina.

Tanto per cominciare questo è un ovale corto come Bristol ma assolutamente mancante di qualunque banking in curva; il che vuol dire che qua arrivati alle curve bisogna staccare come in un circuito stradale. Dal momento che bisogna frenare, le battaglie in entrata di curva sono epiche. Occorre sempre uscire forte per prendere la scia dell’avversario da superare e poi ci sono un sacco di modi per attaccare.

Già nelle prove libere mi accorgo che questa pista si adatta particolarmente bene ad un pilota dallo stile europeo. Ed infatti, prova che ti riprova, verso la fine della sessione stampo un tempo interessante nonostante un camioncino “un po’ così”, che mi avrebbe messo in nona posizione in griglia se fossi stato capace di ripeterlo nelle qualifiche. Le qualifiche però sono solamente di un giro, e quindi o fai bene quello o ti devi accontentare.

Quindi nelle prove libere giro 1 secondo e due più veloce del mio compagno di squadra Lemichek, che quello rimane a bocca aperta ed anche Jim Roush proprietario del Team, ma in qualifica riesco a fare solo il 22mo tempo girando 8 decimi piè lento che nelle libere e riuscendo a dare a Lemichek solo due decimi; il che pone lui in 25ma posizione.

Questo è dunque il valore reale del camioncino al di la (sic) dei miei expluà (sic) nelle libere. Sugli allunghi brevi di Martinsville il Dodge Fiat è infatti in affanno, e nelle due molto tecniche curve non è nemmeno li (sic) un castigo di dio; diciamo che va guidato, per essere generosi.

Comunque per la gara sono di nuovo fiducioso. Ho la piena intenzione di difendermi “alla Passiléstru” e di attaccare come un maledetto ad ogni occasione che mi si presenterà. Alla partenza sono nella corsia esterna, ma nonostante ciò perdo solo una posizione e per molto breve tempo. Il circuito mi piace molto, è adatto al mio stile da arma bianca sviluppato sulla Carlo Felice e dintorni.

Al quarto giro faccio già capire a sti pellegrini che oggi non sono un rookie: il numero 52 Sander Flobbing con il suo camioncino Ford sponsorizzato Halmar fa il furbo e puntualmente mi chiude la traettoria (sic) in entrata anche se sono nettamente più veloce di lui. La storia dura due giri. Al terzo mi rompo le scatoline e gli do (sic) una tale bussata che tra un po’ si intraversa. Della serie sarò anche un rookie ma ti polverizzo se non ti togli dalle palle.

Al Giro 23 il numero 50 Terry Kann si gira da solo all’ingresso del curvone dei box e prima bandiera gialla della gara. Mi stupisco che ci siano voluti 23 giri.

Riparto in 15ma posizione e la devo difendere con i denti. Scambio vernice con due marpioni della Best Buy nel corso di queste difese; il primo di questi è il numero 49 Wes Chavez, un terrone americo-messicano che si crede di essere Pablo Montoya. Mi sportella per la 16ma posizione e passa di prepotenza. Alla successiva curva toccata strategica sui suoi tre quarti di culo sinistro e lo giro come un calzino, così capisce che lui sarà pure messicano ma io non sono certo un piumino da cipria in quanto ad origine etniche.

Nuova bandiera gialla e mi chiamano per fare la sosta ai box. Approfitto per dire che la strategia di gara nel mio caso che sono inesperto, la decide sempre il box. Quindi rientro prontamente su loro ordine.

Siamo esattamente a metà gara. All’ uscita sono 32mo ma presto guadagno quattro posizioni fino a quando non arrivo presso il numero 4 Tex Woster, altro marpione rotto ad ogni trucco da NASCAR. Anche con questo tizio faccio capire che non c’è trippa per gatti e vado in 30ma posizione con le cattive. Rimane da vedere quando tutti gli altri si fermeranno ai box in che posizione mi ritroverò. Intanto invece che sedermi nell'attesa della fermata degli altri, combatto sino alla 18ma posizione fino a quando non mi trovo davanti un altro Messicano in vena di machismo. Anche questo tenta di impedirmi di passare con metodi che secondo me sono al di la (sic) del moralmente lecito. Quindi giro pure lui con una bussata del quinto grado della scala Richter. A questo punto dal box mi urlano qualcosa per radio che non capisco perché non è nessuna parola convenzionale, ma capisco “beaten up” che probabilmente significa che devo darmi una calmata perché il camioncino è ridotto oramai abbastanza male. Comunque bandiera gialla provocata da me e tutti quelli che non si erano ancora fermati, si fermano ai box adesso. Mi si vaporizzano tutti gli avversari davanti e rimango da solo davanti alla pace car, con dietro gli altri che come me si erano fermati per primi. Sono primo! PRIMO!! Per la prima volta in una gara ufficiale e legale e per di più con un camioncino non esilarante, e a questo punto pure malridotto. Sotto il casco rinnovo il giuramento di difendermi alla sarda e di lottare fino all’ultimo giro.

continua nel prossimo post...
 
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