...Di fianco a me di nuovo Flobbing col 52. Riesco a partire bene per una volta ma alla prima curva quello mi infila: marpione e bastardo! Dietro di noi il 41 Bill Rudy, lo 02 Alan Hates ed il 20 Tim Morson, tutti con il coltello tra i denti. Nel giro di quattro giri perdo altre tre posizioni. I miei diretti avversari non sono i più veloci della Best Buy, ma il mio Fiat è messo male e non va più bene come ad inizio gara. A questo punto mollo il coltello ed imbraccio il Kalasnhikov; è il momento della verità. Soste ai box non ne devo più fare se non per ritirarmi, mancano 20 giri alla fine e sono pronto a fare la pelle a qualcuno. E’ l’occasione per dimostrare che valgo qualcosa come pilota. Al 43mo giro passo all’interno Hates e sono terzo! I primi due Rudy e Flobbing li ho pure a tiro e l’occasione irripetibile di vincere una gara ce l’ho davanti agli occhi! Al 45 giro passo pure Rudy e sono secondo! Flobbing in testa ce l’ho a tiro di baionetta. Dal 45mo al 47mo giro lotta con Flobbing ci alterniamo in testa con sorpassi e controsorpassi. Sento la folla sugli spalti davanti ai box urlare al di sopra del frastuono dell’8 cilindri Chrysler ogni volta che passiamo “Side by Side” come dicono qua in America.
Al 50mo giro spunta non so da dove (come spesso accade sugli ovali) Tuscan Peterson che facendo onore al suo illustre cognome, mi passa all’esterno con il suo Ford numero 92 giallo e nero tipo Ape Maia sponsorizzato BTS Advaned Autoparts. Sono secondo e Flobbing è quarto passato anche da Rudy. La lotta tra me Rudy e Peteson per la prima posizione, come dirà la stampa, è da annali della Best Buy. Sul piccolo circuito di Mastinsville lottiamo “three wide” come si dice qua in America (Appaiati per tre) per la prima posizione. Il pubblico è tutto in piedi e sui rettilinei butto l’occhio e lo vedo scalmanarsi. Questi Virginiani sono proprio di temperamento bollente.
Al 54mo giro contatto duro tra me e Rudy. Il pellegrino si gira e nuova bandiera gialla. Il pubblico in piedi sugli spalti grida “Romaan Gladiator, Roman Gladiator” come mi riferiranno nel dopo gara ai box. I PR del team mi suggeriscono di non rovinare la festa dicendo alla stampa che non sono romano. Tanto Italiano o Romano per gli Americani non fa nessuna differenza.
Ripartenza al 56mo giro, dopo due giri dietro alla pace car per ripulire il sangue nell’arena. Cado sotto un attacco del numero 3 Julio Angherson, anche lui spuntato dal nulla grazie alla bandiera gialla. Lotto quindi tra la quarta e la quinta posizione. Ad un certo punto vedo la folla impazzire. Mi guardo a destra, mi guardo a sinistra e capisco perché: nel mezzo della curva tre siamo appaiati in quattro: io, Ossin che si è riportato avanti anche lui con la bandiera gialla, Angerson e Flobbing.
Ma hic sunt leones e devo soccombere alla maggiore esperienza dei miei avversari nel corpo a corpo e in quattro giri mi ritrovo sesto. Si combatte ancora per quattro giri tra me e Flobbing per la quinta piazza, ma all’ultimo giro ha la meglio lui che attaccato da me all’interno mantiene il controllo della quinta posizione all’esterno con il coltello tra i denti.
Comunque signor diario, sono sesto nella quarta gara stagionale e ho poco o nulla di cui lamentarmi se non che i Messicani adesso sono incazzati con me e che il mio camioncino numero 33 l’ho mezzo demolito. Roba da NASCAR!
La gara la vince l’outsider Alan Hates e Lemichek, mio compagno di team, si ritira col motore sfasciato. I primi in classifica generale, in questa gara finiscono quasi tutti nelle retrovie, come ad esempio John Nesmett 19mo e Peter Vilman 21mo.
Jeremia Salt fa il giro più veloce ma fiisce 28mo, mentre Peterson che era partito 20mo finisce secondo. Ossin che ha condotto la gara più a lungo di tutti alla fine tra botti, triketrak e bandiere gialle ha concluso 15mo.
Quindi tipica gara da short track tutta sorprese, gente che arriva da dietro e coltellate. Questo accade molto di più con i camioncini che con le serie superiori ed è una delle ragioni per cui i camioncini della Best Buy Cup sono i più amati dai tifosi sudisti più tamarri. Quelli del Ku Klus Klan per intenderci.
Con questo sesto posto salgo in classifica generale al 13mo posto. Un Rookie! Con la gran rimescolata di carte data alla classifica da questa gara, adesso conduce Mark Staple con il Dodge numero 13 della Liberty Tax con 110 punti, seguito da Matthew Cross con il Menards Chevrolet numero 88 con 108 punti. Vilman è caduto al nono posto con 99 punti ed io ho 91 punti al 13mo posto. Lemichek è distaccato al 26mo con 67 punti. Hates, con la sua vittoria si aggiunge al lotto degli aventi diritto ad accedere ai playoff.
Mulla di cui riposarsi sugli allori. Nella NASCAR non si può mai dire; che è la grande forza di queste serie americane.
Ricevo la prima menzione su Nascar.com. “The Roman Gladiator” Roush è molto contento e mi dice di continuare così che attiriamo sponsor con lo spettacolo ed il pubblico esultante. Gli rispondo che se mi migliora il camioncino andiamo ai playoff.
Al 50mo giro spunta non so da dove (come spesso accade sugli ovali) Tuscan Peterson che facendo onore al suo illustre cognome, mi passa all’esterno con il suo Ford numero 92 giallo e nero tipo Ape Maia sponsorizzato BTS Advaned Autoparts. Sono secondo e Flobbing è quarto passato anche da Rudy. La lotta tra me Rudy e Peteson per la prima posizione, come dirà la stampa, è da annali della Best Buy. Sul piccolo circuito di Mastinsville lottiamo “three wide” come si dice qua in America (Appaiati per tre) per la prima posizione. Il pubblico è tutto in piedi e sui rettilinei butto l’occhio e lo vedo scalmanarsi. Questi Virginiani sono proprio di temperamento bollente.
Al 54mo giro contatto duro tra me e Rudy. Il pellegrino si gira e nuova bandiera gialla. Il pubblico in piedi sugli spalti grida “Romaan Gladiator, Roman Gladiator” come mi riferiranno nel dopo gara ai box. I PR del team mi suggeriscono di non rovinare la festa dicendo alla stampa che non sono romano. Tanto Italiano o Romano per gli Americani non fa nessuna differenza.
Ripartenza al 56mo giro, dopo due giri dietro alla pace car per ripulire il sangue nell’arena. Cado sotto un attacco del numero 3 Julio Angherson, anche lui spuntato dal nulla grazie alla bandiera gialla. Lotto quindi tra la quarta e la quinta posizione. Ad un certo punto vedo la folla impazzire. Mi guardo a destra, mi guardo a sinistra e capisco perché: nel mezzo della curva tre siamo appaiati in quattro: io, Ossin che si è riportato avanti anche lui con la bandiera gialla, Angerson e Flobbing.
Ma hic sunt leones e devo soccombere alla maggiore esperienza dei miei avversari nel corpo a corpo e in quattro giri mi ritrovo sesto. Si combatte ancora per quattro giri tra me e Flobbing per la quinta piazza, ma all’ultimo giro ha la meglio lui che attaccato da me all’interno mantiene il controllo della quinta posizione all’esterno con il coltello tra i denti.
Comunque signor diario, sono sesto nella quarta gara stagionale e ho poco o nulla di cui lamentarmi se non che i Messicani adesso sono incazzati con me e che il mio camioncino numero 33 l’ho mezzo demolito. Roba da NASCAR!
La gara la vince l’outsider Alan Hates e Lemichek, mio compagno di team, si ritira col motore sfasciato. I primi in classifica generale, in questa gara finiscono quasi tutti nelle retrovie, come ad esempio John Nesmett 19mo e Peter Vilman 21mo.
Jeremia Salt fa il giro più veloce ma fiisce 28mo, mentre Peterson che era partito 20mo finisce secondo. Ossin che ha condotto la gara più a lungo di tutti alla fine tra botti, triketrak e bandiere gialle ha concluso 15mo.
Quindi tipica gara da short track tutta sorprese, gente che arriva da dietro e coltellate. Questo accade molto di più con i camioncini che con le serie superiori ed è una delle ragioni per cui i camioncini della Best Buy Cup sono i più amati dai tifosi sudisti più tamarri. Quelli del Ku Klus Klan per intenderci.
Con questo sesto posto salgo in classifica generale al 13mo posto. Un Rookie! Con la gran rimescolata di carte data alla classifica da questa gara, adesso conduce Mark Staple con il Dodge numero 13 della Liberty Tax con 110 punti, seguito da Matthew Cross con il Menards Chevrolet numero 88 con 108 punti. Vilman è caduto al nono posto con 99 punti ed io ho 91 punti al 13mo posto. Lemichek è distaccato al 26mo con 67 punti. Hates, con la sua vittoria si aggiunge al lotto degli aventi diritto ad accedere ai playoff.
Mulla di cui riposarsi sugli allori. Nella NASCAR non si può mai dire; che è la grande forza di queste serie americane.
Ricevo la prima menzione su Nascar.com. “The Roman Gladiator” Roush è molto contento e mi dice di continuare così che attiriamo sponsor con lo spettacolo ed il pubblico esultante. Gli rispondo che se mi migliora il camioncino andiamo ai playoff.
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