Parlando dell'aspetto estetico, riconfermo che si, l'esterno si è molto bello ma la 8C era un'altra cosa. La 8C è l'auto dalla linea ideale, a cui bastano pochissimi tratti per essere immortale; è come una donna talmente bella che senza un filo di trucco surclassa tute le altre photoshoppate.
Della 33 non mi convince pienamente la vista laterale, con il tetto che segue una linea dritta fino alla coda; un dettaglio se vogliamo, ma per un oggetto in cui l'estetica è di primaria importanza, è da notare. Anche il podersoso posteriore è sicuramente di impatto ma, più che la 33 del 67 mi ricorda la Ford GT40 degli anni 2000. Anche qui, la 8C da lezioni al mondo intero. La parte più bella è lo scudetto, scolpito nell'alluminio: finalmente qualcosa di nuovo rispetto al trend di scudetto in rilievo verso l'esterno iniziato ormai 20 anni fa; notevole. Certo, nelle macchine per i comuni mortali sarà in plastica...
Passando agli interni, il giudizio si ribalta: è la 33 il mio nuovo riferimento. Minimali ma non poveri, anzi. Spettacolari le parti in alluminio tornito e spazzolato, a cominciare dal volante stile racing degli anni 50 e 50, senza comandi: una meraviglia. Idem la consolle con pochissime leve e manopole nelllo stesso materiale e finitura e con design delle Alfa anni 60-70. Questo è uno stile che, secondo me, sta li per rimanere: che sollievo rispetto alle colate di plastica piano black (leggi piano black dei poveri, che quello vero costa una fortuna) che infestano il mercato attuale. E poi le scritte in italiano: Benzina, Temp. Olio con la stessa grafica della Giulia Super di mio padre: un tuffo al cuore. Italiano anche per quelle incise sulla consolle: Assetto, Porte... Materiali, colori, design, equilibrio fra richiami al passato e modernità: gli interni della 33 sono un pezzo di design inarrivato