<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Alfa defunta? | Page 15 | Il Forum di Quattroruote

Alfa defunta?

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Non è vero.

Il fatto che non siamo in grado di affrontare le sfide contemporanee per colpa della rigidità del sistema, dell'inefficienza politico amministrativa e di certi diktat eterodiretti (non siamo pienamente sovrani, nel bene e nel male), non fa certo di noi un popolo di incapaci o improduttivi. Al limite, puoi dire che il sistema è inefficiente.

Questo per la precisione, al netto del benaltrismo del tuo intervento (si parlava di Alfa Romeo e non so perché, hai voluto tirare in mezzo questo e quello....piove, governo ladro).
Potrei dire tutte scuse. Neanche tedeschi, francesi e inglesi sono sovrani, viato che siamo la periferia dell'impero americano (e per forruna di quello e non di altri), ma hanno ampiamente dimostrato di non essere quaraquà. Noi invece si.
Alfa è un sintomo, non un problema
 
Il fatto è che non siamo buoni a fare quasi nulla, a parte l'importantissimo cibo; se riusciamo in altri campi è un caso
Di solito non vado tanto per il sottile nei giudizi sia all'Italia che agli italiani, quando ci vuole ci vuole, ma quello che hai scritto lo trovo in primis offensivo ed irrispettoso, et in secundis consulta un libro sulle invenzioni e conta quante portano la firma di un italiano, potresti avere delle sorprese e ricrederti sul fatto di essere buoni a nulla, come scrivi.
La porto pure sul personale: da trent'anni di attività progetto e dirigo lavori di costruzione di particolari impianti industriali, con soddisfazione mia e dei miei clienti, ho conosciuto e lavorato assieme a tecnici e maestranze di grande valore, tutti italiani altro che buoni a nulla.
Condivido invece la replica di VecchioAlfista, che trovo realista: purtroppo esistono tanti freni, dalla burocrazia a una conduzione politica spesso miope, senza obiettivi, e per niente autorevole (non intendo autoritaria sia chiaro) ed affidabile.
Scusami Antonios, ma io la penso così.
 
Di solito non vado tanto per il sottile nei giudizi sia all'Italia che agli italiani, quando ci vuole ci vuole, ma quello che hai scritto lo trovo in primis offensivo ed irrispettoso, et in secundis consulta un libro sulle invenzioni e conta quante portano la firma di un italiano, potresti avere delle sorprese e ricrederti sul fatto di essere buoni a nulla, come scrivi.
La porto pure sul personale: da trent'anni di attività progetto e dirigo lavori di costruzione di particolari impianti industriali, con soddisfazione mia e dei miei clienti, ho conosciuto e lavorato assieme a tecnici e maestranze di grande valore, tutti italiani altro che buoni a nulla.
Condivido invece la replica di VecchioAlfista, che trovo realista: purtroppo esistono tanti freni, dalla burocrazia a una conduzione politica spesso miope, senza obiettivi, e per niente autorevole (non intendo autoritaria sia chiaro) ed affidabile.
Scusami Antonios, ma io la penso così.
Omniae, quello che tu riesci ad ottenere è nonostante tu sia in Italia, non grazie al fatto che tu sia in Italia. Come singoli, nulla da eccepire, brillantissimi: come comunità, quindi anche aziende, spunta praticamente sempre il nostro spirito feudale. Prima cosa è baciare il signorotto, poi fare ciò che serve a mantenrci nelle grazie del signorotto. Questo è un dato di fatto, le clientele ci devastano: e non serve che la maggioranza delle persone sia clienterale per non far funzionare il sistema, basta una minoranza.
Alfa è stata gestita per distribuire clientele al sud e per fare da ammortizzatore sociale anche al nord. Da tradizione tutta italiana, il personale tecnico era di primissimo piano - non è un caso che creò quello che creò. Ma, sempre da tradizione, non contava nulla, non aveva voce in capitolo sulle scelte strategiche. È una storia che si potrebbe applicare ad un'enormità di aziende italiane, compresa la Fiat che secondo la dottrina Romiti doveva più allisciare il palazzo che preoccuprasi di fare auto buone e vendibili anche all'estero. Ma pensiamo anche - esempio a caso - Alitalia, che aveva e formava i migliori piloti del mondo: si, lo faceva, ma la sua vera missione è sempre stata quella di stipendificio di palazzo Chigi, sino a quando, dopo il terzo fallimento pagato da noi, non è finalmente schiattata (e ITA sta sulla buona strada per diventare lo stesso mostro).
Quindi si, nulla da dire sui singoli, spesso eccellenti, ma come sistema siamo gli underdog dell'occidente, universalmente riconosciuti come tali col supprtato dei numeri. Io, nel mio piccolo, non lavoro e non vorrò mai lavorare per un'azienda gestita in Italia; se lo sperimenti, capsici perché noi non funzioniamo
 
Potrei dire tutte scuse. Neanche tedeschi, francesi e inglesi sono sovrani, viato che siamo la periferia dell'impero americano (e per forruna di quello e non di altri), ma hanno ampiamente dimostrato di non essere quaraquà. Noi invece si.
Alfa è un sintomo, non un problema

Ma scusa un sintomo di cosa?
La vecchia iri era clientelare?
La privata fiat di Romiti preferiva diversificare invece che fare auto?

Benissimo.

Qui però parliamo di stellantis. Un gruppo internazionale che forse è più francese che italiano o americano.
Cmq gestito da manager non viziati dal modo di fare azienda italiana.

Nonostante tutto il male, oggi abbiamo un Giorgio con prodotti come Giulia, Stelvio e (fino a poco fa) 4c.
E guarda un po', il nuovo radioso avvenire che ci si prospetta è l'omologazione in salsa francese, leggasi piattaforme generiche a cui verrà tuttalpiú rifatto l'aspetto sportivo, con risultati che per genesi non potranno costituire un riferimento come chi è nato per essere il riferimento (Giorgio). Il tutto, adducendo l'elettrico come scusa.

Non so perché ma io non vedo proprio il nesso nella tua precedente digressione sugli italici vizi...qua mi sembra che abbiamo a che fare solo con la miopia di chi fa industria oggi.
 
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Omniae, quello che tu riesci ad ottenere è nonostante tu sia in Italia, non grazie al fatto che tu sia in Italia. Come singoli, nulla da eccepire, brillantissimi: come comunità, quindi anche aziende, spunta praticamente sempre il nostro spirito feudale. Prima cosa è baciare il signorotto, poi fare ciò che serve a mantenrci nelle grazie del signorotto. Questo è un dato di fatto, le clientele ci devastano: e non serve che la maggioranza delle persone sia clienterale per non far funzionare il sistema, basta una minoranza.
Alfa è stata gestita per distribuire clientele al sud e per fare da ammortizzatore sociale anche al nord. Da tradizione tutta italiana, il personale tecnico era di primissimo piano - non è un caso che creò quello che creò. Ma, sempre da tradizione, non contava nulla, non aveva voce in capitolo sulle scelte strategiche. È una storia che si potrebbe applicare ad un'enormità di aziende italiane, compresa la Fiat che secondo la dottrina Romiti doveva più allisciare il palazzo che preoccuprasi di fare auto buone e vendibili anche all'estero. Ma pensiamo anche - esempio a caso - Alitalia, che aveva e formava i migliori piloti del mondo: si, lo faceva, ma la sua vera missione è sempre stata quella di stipendificio di palazzo Chigi, sino a quando, dopo il terzo fallimento pagato da noi, non è finalmente schiattata (e ITA sta sulla buona strada per diventare lo stesso mostro).
Quindi si, nulla da dire sui singoli, spesso eccellenti, ma come sistema siamo gli underdog dell'occidente, universalmente riconosciuti come tali col supprtato dei numeri. Io, nel mio piccolo, non lavoro e non vorrò mai lavorare per un'azienda gestita in Italia; se lo sperimenti, capsici perché noi non funzioniamo
Italiani popolo di eterni incompiuti quindi, partono bene ma poi....
Causa il loro "carattere nazionale" i cui tratti salienti e più caratteristici sono facili da individuarsi per confronto con quelli di altre popolazioni europee, e sempre con valenza negativa: i tedeschi sono precisi e meticolosi, ligi al dovere, gli italiani no, i popoli nordici sono ordinati, gli italiani no, gli inglesi sono pragmatici e dotati di self control, gli italiani no, e via confrontando.
Alberto Sordi ha portato sul grande schermo con grande bravura interpretativa un campionario (meglio bestiario in senso buono) di personaggi con tutti i loro vizi, i pregi, miserie e nobiltà, mettendo a nudo con la satira, la caricatura e l'ironia quello che potrebbe essere definito appunto come "carattere nazionale".
La questione di quale sia, di cosa sia composto il carattere nazionale degli italiani apre subito una seconda questione: quanto il loro carattere si rifletta sulla conduzione del paese, e sul suo livello di modernità raggiunto (specie se confrontato con quello dei popoli benchmark europei).
Una cosa è certa, secondo me, il livello di modernità di un popolo non può prescindere dal livello qualitativo della sua cultura civile.
Perchè questo è il nocciolo della questione, ma nessuno in Italia vuole affrontarlo seriamente: questo è il vero male italiano, il non agire dando per assodato (per rassegnazione o per interesse) e fattore immutabile l'eterno carattere degli italiani, addossandogli colpe e responsabilità.
 
Alfa defunata dipende da cosa uno intende. Alfa come azienda è crepata malamente 50 anni fa, quando faceva macchine che costavano il triplo del prezzo di vendita. Ma allora seriva a distribuire clientele, non a fare impresa.
Sul marchio Alfa, invece, è in atto l'ennesimo tentativo di rilancio condotto da persono che hanno ampiamente dimostrato di saper fare il loro lavoro. Ciò non toglie che sia un'impresa assai difficile, visto che alle parole d'amore del pubblico non seguino mai i fatti, e non significa che necessariamente rivedremo quell'Alfa, anche per una faccenda di normative. Come dici tu, è stata la selezione della razza, che pian piano sta giustamente facendo fuori l'italia da buona parte degli ambiti produttivi. Il fatto è che non siamo buoni a fare quasi nulla, a parte l'importantissimo cibo; se riusciamo in altri campi è un caso

Mi sembra un'analisi da italiano auto-denigrante (e ce ne sono molti così), un po' alla Bartali (per chi ricorda la sua mitica frase: "E' tutto sbagliato, è tutto da rifare").
Perchè parlare così male del popolo al quale apparteniamo? E' vero che sparlarsi addosso è uno "sport" tipicamente italiano, ma io personalmente non mi omologo alla massa e la penso molto diversamente.

Credo che l'Italia abbia avuto, abbia e avrà grandi individualità, grandi personaggi, grandi uomini e grandi donne, di tutte le regioni del nostro Bel Paese (eh si, che molti ci invidiano). Ci sono aziende eccellenti anche fuori dal "cibo", basti citare qualche piccolo esempio come ENI, Exor (perchè no?), Brembo, Edison, le aziende della moda, i gruppi turistici, Mediaset-Fininvest, la Ferrari e tutta la "Valley" romagnola, aziende bancarie e assicurative (es. "Generali"), MSC crocere, Piaggio, e tantissimi altri gruppi e altre aziende (anche mio figlio ne ha una, di successo............). E non ho citato le alimentari (come vini siamo tra i primi al mondo).

Se qui non ci si trova bene si può anche espatriare, per fortuna da noi nessuno ce lo impedisce, possiamo andare dove vogliamo e possiamo fare quello che vogliamo, siamo un Paese libero.

Premesso ciò, Alfa crepata 50 anni fa? Cioè nel 1972? Ma sappiamo quello che diciamo? Non sarebbe meglio documentarsi?
E' vero, Alfa era statale, dell'IRI, e magari non c'era una grande efficienza, ma proprio nel 1972, grazie anche all'Alfasud, si vendettero quasi 120.000 vetture (contro 123.000 del 1971) con un fatturato di 282 miliardi di lire e una chiusura con (udite, udite) un utile netto di 2.6 miliardi! Fonte www.byterfly.eu - bilancio ufficiale Alfa Romeo 1972.
E nel 1973? Andò molto meglio del 1972, con oltre 204.000 vetture vendute (quasi 80.000 dell'Alfasud), un fatturato di ben 435 miliardi e una perdita contenuta in meno di 1 miliardo (che su 435 è irrisoria).
Anche le altre annate del decennio non andarono male (stessa fonte citata). Per esempio nel 1978 si chiuse con un fatturato di quasi 1.200 miliardi di lire e un sostanziale pareggio. Dove sono questi costi pari al triplo dei ricavi?

Metto il link del bilancio 1978.
Alfa Romeo. Bilancio al 31 dicembre 1978 | Byterfly

Quindi dite, quanto meno, dove avete letto certe notizie o chi ve le ha riferite, e quanto meno portate qualche dato. I dati ufficiali non dicono questo.

Semmai si può dire che l'Alfa, come l'abbiamo conosciuta noi che abbiamo una certa età, o come la conosce chi ne ha letto la storia, ha chiuso il suo vero ciclo vitale autonomo nel 1986 (perchè era veramente entrata in crisi nei primi anni '80).
Poi come noto è entrata a far parte del gruppo Fiat, ma comunque è rimasto un marchio autonomo, ancora con un bilancio autonomo e con un proprio centro stile per molti anni ancora, fino all'avvento della società "FCA Italy SpA" (parliamo già del nuovo millennio inoltrato) dove sono confluite Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Abarth.

Mi avete fatto scrivere fino all'1.25, anche per le ricerche fatte, ma queste cose andavano precisate.
 
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Mi sembra un'analisi da italiano auto-denigrante (e ce ne sono molti così), un po' alla Bartali (per chi ricorda la sua mitica frase: "E' tutto sbagliato, è tutto da rifare").
Perchè parlare così male del popolo al quale apparteniamo? E' vero che sparlarsi addosso è uno "sport" tipicamente italiano, ma io personalmente non mi omologo alla massa e la penso molto diversamente.

Credo che l'Italia abbia avuto, abbia e avrà grandi individualità, grandi personaggi, grandi uomini e grandi donne, di tutte le regioni del nostro Bel Paese (eh si, che molti ci invidiano). Ci sono aziende eccellenti anche fuori dal "cibo", basti citare qualche piccolo esempio come ENI, Exor (perchè no?), Brembo, Edison, le aziende della moda, i gruppi turistici, Mediaset-Fininvest, la Ferrari e tutta la "Valley" romagnola, aziende bancarie e assicurative (es. "Generali"), MSC crocere, Piaggio, e tantissimi altri gruppi e altre aziende (anche mio figlio ne ha una, di successo............). E non ho citato le alimentari (come vini siamo tra i primi al mondo).

Se qui non ci si trova bene si può anche espatriare, per fortuna da noi nessuno ce lo impedisce, possiamo andare dove vogliamo e possiamo fare quello che vogliamo, siamo un Paese libero.

Premesso ciò, Alfa crepata 50 anni fa? Cioè nel 1972? Ma sappiamo quello che diciamo? Non sarebbe meglio documentarsi?
E' vero, Alfa era statale, dell'IRI, e magari non c'era una grande efficienza, ma proprio nel 1972, grazie anche all'Alfasud, si vendettero quasi 120.000 vetture (contro 123.000 del 1971) con un fatturato di 282 miliardi di lire e una chiusura con (udite, udite) un utile netto di 2.6 miliardi! Fonte www.byterfly.eu - bilancio ufficiale Alfa Romeo 1972.
E nel 1973? Andò molto meglio del 1972, con oltre 204.000 vetture vendute (quasi 80.000 dell'Alfasud), un fatturato di ben 435 miliardi e una perdita contenuta in meno di 1 miliardo (che su 435 è irrisoria).
Anche le altre annate del decennio non andarono male (stessa fonte citata). Per esempio nel 1978 si chiuse con un fatturato di quasi 1.200 miliardi di lire e un sostanziale pareggio. Dove sono questi costi pari al triplo dei ricavi?

Metto il link del bilancio 1978.
Alfa Romeo. Bilancio al 31 dicembre 1978 | Byterfly

Quindi dite, quanto meno, dove avete letto certe fandonie o chi ve le ha riferite, e quanto meno portate qualche dato. I dati ufficiali non dicono questo.

Semmai si può dire che l'Alfa, come l'abbiamo conosciuta noi che abbiamo una certa età, o come la conosce chi ne ha letto la storia, ha chiuso il suo vero ciclo vitale autonomo nel 1986 (perchè era veramente entrata in crisi nei primi anni '80).
Poi come noto è entrata a far parte del gruppo Fiat, ma comunque è rimasto un marchio autonomo, ancora con un bilancio autonomo e con un proprio centro stile per molti anni ancora, fino all'avvento della società "FCA Italy SpA" (parliamo già del nuovo millennio inoltrato) dove sono confluite Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Abarth.

Mi avete fatto scrivere fino all'1.25, anche per le ricerche fatte, ma queste cose andavano precisate.

Grazie!
 
Perchè parlare così male del popolo al quale apparteniamo? E' vero che sparlarsi addosso è uno "sport" tipicamente italiano, ma io personalmente non mi omologo alla massa e la penso molto diversamente.
Concordo che scadere nel qualunquismo e nella rassegnazione del "tanto non cambieremo mai" sia perfettamente inutile e dannoso, ma spesso mi chiedo perchè non si è mai voluto combattere definitivamente questa mentalità. Mi sono dato personalmente delle risposte, ma sul forum non si può parlare di politica.
Anche il Leopardi nel "Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani" disquisì sul carattere della società italiana della sua epoca, e le conclusioni a cui giunse sono attuali ed applicabili ancora oggi, a dimostrazione delle carenze nell' evoluzione del senso civico e della cultura civile.
Carenze di cui paghiamo le conseguenze in tutti i settori strategici della nostra società, settore industriale compreso e quindi pure quello automobilistico.
Invito i curiosi a leggere lo scritto del poeta recanatese; si trova in rete, dove ne ho trovato riassunte le conclusioni: "L' Italia– spiega il poeta – è una terra incapace di costruire una convivenza civile, una sana dialettica; un paese dominato dal cinismo, incapace di rispettare e di esser rispettato; un agglomerato di singoli individui ognuno sprofondato nel proprio orizzonte privato, particolare; un paese troppo smaliziato per provare un autentico amore per la patria, e dove l’opinione pubblica, la società civile, stenta a trovare la propria maturità, la propria autonomia. Gli usi e i costumi in Italia si riducono generalmente a questo, che ciascuno segua l’uso e il costume proprio".
Credo quindi che il forumer Antonios sia pervaso in buona fede da questo sentimento di pessimismo tipicamente leopardiano quando ha esternato il suo pensiero, definendo gli italiani gli underdog dell' occidente.
 
Concordo che scadere nel qualunquismo e nella rassegnazione del "tanto non cambieremo mai" sia perfettamente inutile e dannoso, ma spesso mi chiedo perchè non si è mai voluto combattere definitivamente questa mentalità. Mi sono dato personalmente delle risposte, ma sul forum non si può parlare di politica.
Anche il Leopardi nel "Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani" disquisì sul carattere della società italiana della sua epoca, e le conclusioni a cui giunse sono attuali ed applicabili ancora oggi, a dimostrazione delle carenze nell' evoluzione del senso civico e della cultura civile.
Carenze di cui paghiamo le conseguenze in tutti i settori strategici della nostra società, settore industriale compreso e quindi pure quello automobilistico.
Invito i curiosi a leggere lo scritto del poeta recanatese; si trova in rete, dove ne ho trovato riassunte le conclusioni: "L' Italia– spiega il poeta – è una terra incapace di costruire una convivenza civile, una sana dialettica; un paese dominato dal cinismo, incapace di rispettare e di esser rispettato; un agglomerato di singoli individui ognuno sprofondato nel proprio orizzonte privato, particolare; un paese troppo smaliziato per provare un autentico amore per la patria, e dove l’opinione pubblica, la società civile, stenta a trovare la propria maturità, la propria autonomia. Gli usi e i costumi in Italia si riducono generalmente a questo, che ciascuno segua l’uso e il costume proprio".
Credo quindi che il forumer Antonios sia pervaso in buona fede da questo sentimento di pessimismo tipicamente leopardiano quando ha esternato il suo pensiero, definendo gli italiani gli underdog dell' occidente.

Beh, bisognerebbe anche dire chi era Leopardi (in ogni caso grande poeta) quale era la sua storia e conoscere il suo "pessimismo giuridico" (così lo definiva la mia prof. Di italiano). Un discorso molto lungo che ci porterebbe lontano, non solo nel tempo.
Certamente non siamo perfetti, nè peggio di tanti altri popoli. Per me ci si piange un po' troppo addosso. Guardando per esempio oggi l'Ucraina, bacerei 100 volte a terra, ringraziando dove sono nato e dove (e come) vivo. E ho fatto solo 1 esempio.
Siamo però andati un po' OT e resterei più aderente al tema "Alfa defunta?".

Antonios sicuramente ha parlato in buona fede, ci mancherebbe.
Il fatto è che ci sono anche luoghi comuni duri a morire.
 
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resterei più aderente al tema "Alfa defunta?"
Ok! Comunque grazie per le repliche in OT, l' argomento della discussione si presta facilmente a digressioni nazional-filosofiche...d'altro canto spesso abbiamo definito le vicende dell' Alfa Romeo come metafora di quelle dell' Italia, se non di tutta, almeno certi aspetti.
E' indubbio che scelte e destini di uno stato non possano prescindere da quelli dei singoli e viceversa, dovrebbe essere così in democrazia, dove il condividere viene sempre prima dell'imporre; nonostante tutto non possiamo certo definire "defunta" la nostra patria soprattutto di questi tempi in cui c'è chi veramente sta peggio di noi.
Per quanto riguarda Alfa, di certo quella nata nel 1910 e tramutatasi già in Alfa Romeo 1918, dai connotati innovativi e tecnologicamente all'avanguardia, direi che la possiamo considerare tranquillamente defunta.
Beati quelli che sperano nella sua metempsicosi, nella trasmigrazione futura del suo spirito passato.
Io mi sono rassegnato all' idea che quell'anima esistita veramente oggi riposi in pace nei Campi Elisi dell' automobilismo.
 
Si, come ho detto prima l’Alfa come l’abbiamo conosciuta e vissuta (in questo caso a seconda dell’età di ognuno di noi) possiamo considerarla defunta.
Ma personalmente credo che chi è “alfista” lo rimanga per sempre e a me piace pensare che l’Alfa che corre in F.1 sia simile (non uguale ovviamente) a quella che vinceva nel 1950-51 e che faceva le pole a cavallo degli anni ‘70 e ‘80 (ho l’abbigliamento completo di Kimi Raikkonen 2019…).

Per me l’Alfa non è defunta dal 1986 o quanto meno mi piace crederlo. La Brera che ho posseduto dal 2013 all’inizio del 2020 per me era un’Alfa: motore italiano (ottimo), quasi esclusivo (non Alfa lo aveva solo la Lancia Delta), sospensioni anteriori a quadrilatero, posteriori multilink, sterzo da Alfa, interni Alfa, insomma aveva molto di un’Alfa. La TA? E va beh, soprassediamo, la tenuta di strada era comunque ottima. La 4C era una bellissima Alfa. E la Giulia? A me sembra un’Alfa, a tutti gli effetti.

La Tonale? Qualcosa di Alfa c’è l’ha, ma comunque è una segmento C, e comprendo che in quella fascia occorre rinunciare a qualcosa.
 
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Si, come ho detto prima l’Alfa come l’abbiamo conosciuta e vissuta (in questo caso a seconda dell’età di ognuno di noi) possiamo considerarla defunta.
Ma personalmente credo che chi è “alfista” lo rimanga per sempre e a me piace pensare che l’Alfa che corre in F.1 sia simile (non uguale ovviamente) a quella che vinceva nel 1950-51 e che faceva le pole a cavallo degli anni ‘70 e ‘80 (ho l’abbigliamento completo di Kimi Raikkonen 2019…).

Per me l’Alfa non è defunta dal 1986 o quanto meno mi piace crederlo. La Brera che ho posseduto dal 2013 all’inizio del 2020 per me era un’Alfa: motore italiano (ottimo), quasi esclusivo (non Alfa lo aveva solo la Lancia Delta), sospensioni anteriori a quadrilatero, posteriori multilink, sterzo da Alfa, interni Alfa, insomma aveva molto di un’Alfa. La TA? E va beh, soprassediamo, la tenuta di strada era comunque ottima. La 4C era una bellissima Alfa. E la Giulia? A me sembra un’Alfa, a tutti gli effetti.

La Tonale? Qualcosa di Alfa c’è l’ha, ma comunque è una segmento C, e comprendo che in quella fascia occorre rinunciare a qualcosa.

Alfa poteva rinascere o rimanere viva.

Se il tecnology Lab di Modena che ha dato vita a Giorgio fosse diventato il cuore della nuova Alfa e non fosse stato rinominato e attribuito a Maserati.

Se il centro stile fosse rimasto ad Arese, mantenendo una propria identità e autonomia.

Facendo leva sul museo storico, ultima vestigia che solo grazie alla sovrintendenza (e alla protesta instancabile degli ultimi appassionati, fra cui questo forum), è ancora lì.


Altrimenti è finita...
 
Ditemi pure che queste sono Fiat................
Per me no. Soprattutto min. 3.20-3.34 e 3.53-4.02.

 
Stato
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