certo che no ( Ghidella a parte) ma ai tre nomi aggiungerei anche Agnelli. Era intelligente, un personaggio, era un genio nel vendersi ma.....tutto qui. Per la serie “il pesce puzza dalla testa”.
Tuttavia i summenzionati hanno combinato qualcosa in piú ma non sono mai stati ritenuti del geni come é stato per il canadese ( finanziariamente lo era) che, ormai é chiaro, ha fatto solo gli interessi di Elkann e soci. Mai, dico mai, ha fatto gli interessi degli italiani e l’Italia, Anzi ci ha preso per i fondelli tra una balla e l’altra, tra una promessa e l’altra.
Sul corsera di qualche mese fa c’era un’intervista a P. Fresco il quale affermava che Agnelli gli aveva consigliato di vendere tutto.
Una dichiarazione di sconfitta che purtroppo non ha avuto seguito.
Vedo che ultimamente siamo d'accordo su molte cose, e mi fa piacere. Concordo anche qui sulla prima parte del tuo post, però non mi sentirei di dire che il compianto Marchionne, oltre alla finanza per gli azionisti, non abbia fatto nulla altro di buono. Non lo dico perchè non c'è più, ma perchè l'ho sempre detto anche su questo forum.
Innanzitutto all'inizio ha "salvato la baracca" e non è poco, perchè il gruppo nel 2004 era davvero sull'orlo della chiusura. Poi si, c'è stato un periodo in cui si è pensato più agli utili che al fatturato e anche le maestranze, per recuperare redditività e diminuire i debiti, sono state ridotte quasi alla sussistenza, al di fuori del CCNL di categoria.
Una volta però risanato il gruppo e operata la fusione con Chrysler, sono state prese decisioni di vero sviluppo, anche per il nostro Paese: per esempio rilancio Alfa Romeo e Maserati, nuove fabbriche in Italia (Grugliasco, Termoli, acquisizione della VM di Cento) e maggiore utilizzo di quelle già operative (Pomigliano, Melfi, Cassino, Mirafiori).
In tal modo la produzione di autoveicoli in Italia è salita da 400.000 unità nel 2013 a oltre 1 milione nel 2017, con parallelo incremento dell'occupazione. E questo è un dato di fatto, oggettivo, un merito di Marchionne.
Poi c'è stato il rilancio di Ferrari, con la quotazione in borsa, l'"iniezione" di ingegneri italiani, l'ingaggio di Vettel, l'organigramma "orizzontale", molte vittorie e 2 titoli mondiali sfiorati, le quasi 9.000 unità vendute. E anche questo è oggettivo.
Poi l'inspiegabile, ciò che anch'io, come tanti, non ho assolutamente capito, il freno a un trend che appariva inarrestabile: lo stop sostanziale a nuovi modelli da aprile 2016 ad oggi (quasi 3 anni), Jeep a parte, il ridimensionamento di Fiat in Europa (con rilancio solo in LATAM), l'occhio concentrato sulla finanza, e alla fine la prematura scomparsa del "maglionato".
Questo, in super-estrema sintesi, è quello che oggettivamente è successo dal 2004 ad oggi.