<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Desalinizzatori....Perche' nemmeno se ne parla.... | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

Desalinizzatori....Perche' nemmeno se ne parla....

Purtroppo la questione è aggravata dal fatto che, anche se come UE cercassimo di fare tutto quello che si deve, anche se, come detto diverse volte, ho dubbi sull'efficacia della strada intrapresa, questo è un problema globale.
Se il restante 95% del mondo, USA e Cina in primis, continua ad andare per la sua strada, quello che facciamo noi conta poco.

Esatto.
 
Io ho l'impressione che la decisione di pigiare a fondo sul pedale della transizione sia anche un modo per riconquistare un primato che l'Europa ha perso ormai da decenni.
Non essendo più i primi per potere economico o peso politico mi sa che si sta cercando di superare gli altri sul tema della coscienza ecologica per poi poter puntare il dito e guardarli dall'alto in basso.
Speriamo di non tirarci la zappa sui piedi in maniera irreparabile.
 
Se il restante 95% del mondo, USA e Cina in primis, continua ad andare per la sua strada, quello che facciamo noi conta poco.
“Ognuno faccia la sua parte per spegnere l’incendio”: la morale della favola del Colibrì
di Le Ragazze della Redazione
Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà.

Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì.

Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento.

Il colibrì, però, non si perse d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme.

La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!”. Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua.

A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco. Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.

Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume. Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.

A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato. Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.

Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo”.

https://larivistaculturale.com/2021...uno-faccia-parte-spegnere-incendio-attualita/
 
Qui sul lago di Garda iniziano le ordinanze a vietare l'uso dell'acqua per giardini e orti di giorno.
.

Persino qui a Rieti, che di acqua ne ha sempre avuta in abbondanza (rifornisce Roma), negli ultimi giorni il sindaco (uscente) ha emanato un'ordinanza per limitare il più possibile il consumo e lo spreco di acqua.
 
Per me è sempre stata la cosa più normale tenere il rubinetto chiuso mentre mi lavo i denti, fin da ragazzino.
Anche perché mi dà fastidio il rumore dell'acqua che scorre.
 
Provo a parlare di questi argomenti con tutti, ma c'è un senso di... non sono problemi miei. I problemi però stanno arrivando e colpiranno il quotidiano di tutti. In quel momento non so quale sarà la reazione. Forse protesta.

Ovviamente quando arriveranno i problemi grossi la colpa sarà del governo... e magari dell'Europa!! :emoji_persevere:

Non piove... governo ladro (versione aggiornata ai tempi attuali)
 
Perchè giustamente sono stati citati i Romani che non solo in tema acquedotti ma anche ad esempio per quanto riguarda le strade erano abilissimi costruttori.
Tra Diano Marina e Imperia c'è una "strada" che si chiama incompiuta, è tutta a strapiombo sul mare ma non è stata MAI aperta, perchè la montagna continua a franare ed è stata ingabbiata con reti e cavi di acciaio, gli ingegneri del XX secolo avranno pensato "che stupidi quei romani di 2000 anni fa, fare l'Aurelia a mezza costa quando si sarebbe potuto farla sul mare", l'Aurelia è ancora perfettamente operativa.
 
Speriamo di non tirarci la zappa sui piedi in maniera irreparabile.
L'abbiamo già fatto. Degli aspetti etici e della coscienza ecologica quelli che detengono la tecnologia e le risorse necessarie per la transizione se ne sbattono le biglie da un gluteo all'altro, e hanno già fatto scorta di bottiglie da bersi alla faccia delle volpi del vecchio continente. Spero che almeno gli vadano di traverso...
 
Purtroppo la questione è aggravata dal fatto che, anche se come UE cercassimo di fare tutto quello che si deve, anche se, come detto diverse volte, ho dubbi sull'efficacia della strada intrapresa, questo è un problema globale.
Se il restante 95% del mondo, USA e Cina in primis, continua ad andare per la sua strada, quello che facciamo noi conta poco.


Vedremo a Ottobre....
....Quanto resta dell' Europa
 
Tra Diano Marina e Imperia c'è una "strada" che si chiama incompiuta, è tutta a strapiombo sul mare ma non è stata MAI aperta, perchè la montagna continua a franare ed è stata ingabbiata con reti e cavi di acciaio, gli ingegneri del XX secolo avranno pensato "che stupidi quei romani di 2000 anni fa, fare l'Aurelia a mezza costa quando si sarebbe potuto farla sul mare", l'Aurelia è ancora perfettamente operativa.

Però anche i Romani qualche cacchiata l'avranno fatta.
Molte opere sono sopravvissute,altre saranno andate in malora e oggi non ne rimarrà traccia.
Certamente per l'epoca erano costruttori di primissimo livello.

Da qui la mia curiosità.
Un acquedotto (non dico lo stesso acquedotto ma due opere diverse che però assolvono allo stesso scopo) costava per dire 1 milione di sesterzi ai tempi dei romani e mettiamo che richiedesse 10 anni di lavori e non so quante persone per realizzarlo.
Oggi verrebbe da pensare che un'opera simile si possa svolgere in meno tempo e con minor capitale umano,sulla spesa è difficile dire se valgano di più 30 milioni di euro odierni o la cifra che costava un'opera simile all'epoca.
Ma è davvero così?
Oppure i tempi di realizzazione sono simili o addirittura superiori oggi?
 
Però anche i Romani qualche cacchiata l'avranno fatta.
Molte opere sono sopravvissute,altre saranno andate in malora e oggi non ne rimarrà traccia.
Certamente per l'epoca erano costruttori di primissimo livello.

Da qui la mia curiosità.
Un acquedotto (non dico lo stesso acquedotto ma due opere diverse che però assolvono allo stesso scopo) costava per dire 1 milione di sesterzi ai tempi dei romani e mettiamo che richiedesse 10 anni di lavori e non so quante persone per realizzarlo.
Oggi verrebbe da pensare che un'opera simile si possa svolgere in meno tempo e con minor capitale umano,sulla spesa è difficile dire se valgano di più 30 milioni di euro odierni o la cifra che costava un'opera simile all'epoca.
Ma è davvero così?
Oppure i tempi di realizzazione sono simili o addirittura superiori oggi?

I nostri avi compensavano la mancanza di macchine con l'ingegno e un numero enorme di lavoratori manuali. Tanto la manodopera non era un problema come oggi....
 
“Ognuno faccia la sua parte per spegnere l’incendio”: la morale della favola del Colibrì
di Le Ragazze della Redazione
Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all’avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà.

Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, ma ormai l’incendio stava per arrivare anche lì.

Mentre tutti discutevano animatamente sul da farsi, un piccolissimo colibrì si tuffò nelle acque del fiume e, dopo aver preso nel becco una goccia d’acqua, incurante del gran caldo, la lasciò cadere sopra la foresta invasa dal fumo. Il fuoco non se ne accorse neppure e proseguì la sua corsa sospinto dal vento.

Il colibrì, però, non si perse d’animo e continuò a tuffarsi per raccogliere ogni volta una piccola goccia d’acqua che lasciava cadere sulle fiamme.

La cosa non passò inosservata e ad un certo punto il leone lo chiamò e gli chiese: “Cosa stai facendo?”. L’uccellino gli rispose: “Cerco di spegnere l’incendio!”. Il leone si mise a ridere: “Tu così piccolo pretendi di fermare le fiamme?” e assieme a tutti gli altri animali incominciò a prenderlo in giro. Ma l’uccellino, incurante delle risate e delle critiche, si gettò nuovamente nel fiume per raccogliere un’altra goccia d’acqua.

A quella vista un elefantino, che fino a quel momento era rimasto al riparo tra le zampe della madre, immerse la sua proboscide nel fiume e, dopo aver aspirato quanta più acqua possibile, la spruzzò su un cespuglio che stava ormai per essere divorato dal fuoco. Anche un giovane pellicano, lasciati i suoi genitori al centro del fiume, si riempì il grande becco d’acqua e, preso il volo, la lasciò cadere come una cascata su di un albero minacciato dalle fiamme.

Contagiati da quegli esempi, tutti i cuccioli d’animale si prodigarono insieme per spegnere l’incendio che ormai aveva raggiunto le rive del fiume. Dimenticando vecchi rancori e divisioni millenarie, il cucciolo del leone e dell’antilope, quello della scimmia e del leopardo, quello dell’aquila dal collo bianco e della lepre lottarono fianco a fianco per fermare la corsa del fuoco.

A quella vista gli adulti smisero di deriderli e, pieni di vergogna, incominciarono a dar manforte ai loro figli. Con l’arrivo di forze fresche, bene organizzate dal re leone, quando le ombre della sera calarono sulla savana, l’incendio poteva dirsi ormai domato. Sporchi e stanchi, ma salvi, tutti gli animali si radunarono per festeggiare insieme la vittoria sul fuoco.

Il leone chiamò il piccolo colibrì e gli disse: “Oggi abbiamo imparato che la cosa più importante non è essere grandi e forti ma pieni di coraggio e di generosità. Oggi tu ci hai insegnato che anche una goccia d’acqua può essere importante e che «insieme si può» spegnere un grande incendio. D’ora in poi tu diventerai il simbolo del nostro impegno a costruire un mondo migliore, dove ci sia posto per tutti, la violenza sia bandita, la parola guerra cancellata, la morte per fame solo un brutto ricordo”.

https://larivistaculturale.com/2021...uno-faccia-parte-spegnere-incendio-attualita/
bellissima e verissima
 

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