Comunque, a comprare FCA, c'è da sentirsi un po' pirla e presi per i fondelli.
O, almeno, questa è la senzazione che io provo ad una settimana dall'ennesimo acquisto fatto dei loro prodotti.
Oggi, probabilmente, non lo avrei fatto.
E non perché Giulia non lo meriti, ma perché queste politiche aziendali esprimono e perpetuano un menefreghismo più che palese nei confronti della clientela. Soprattutto per quella "appassionata".
Bravi solo a socializzare le perdite (a suon di casse integrazioni che, oramai, rappresentano l'unico vero filo conduttore della strategia aziendale dal 1960 ad oggi) e incassare gli utili quando vengono (meglio se fatti, per coerenza, a carico dei contribuenti in occasione delle varie campagne di incentivazioni statali).
A mio avviso, questa non è imprenditoria, ma dissoluto parassitismo.
Il coronamento di tale approccio irrispettoso è, sempre secondo me, rappresentato dalla teorica pretesa di riprendersi fette di mercato, dopo anni di latitanza, con il nuovo progetto Giorgio, e pure in uno/due anni dal lancio, mostrandosi pure offesi e risentiti se ciò non è avvenuto a seguito dei loro minimi sforzi. Perché - bisogna ammetterlo - l'investimento Giorgio, per quanto validissimo e costoso, rappresenta una mera goccia rispetto all'oceano dell'impegno profuso dagli (a volte) antipatici e poco limpidi tedeschi negli ultimi trent'anni e senza soluzione di continuità.
Bah...e ora pure nelle mani dei francesi.
