Soprattutto, mi pare che sia merce rara, tra i critici, un po' di considerazione per il coinvolgimento (leggi : non annoiare) dello spettatore.
Ho letto la critica di "Killers of the Flower Moon" su cineforum.it, ma più o meno siamo sempre lì : il recensore dice espressamente che il film "non emoziona mai" e che è "privo di scene madri", ma gli da ugualmente 5 stelle..... il fatto è che questa gente ragiona come se un regista, più che interessare gli spettatori, dovesse svolgere un tema e magari con dimostrazione finale, manco anziché un film stesse facendo una dimostrazione scientifica su una prestigiosa rivista del settore : li valutano in base a come sviluppano - secondo loro - una tesi, anche se questo comporta una noia mortale per gli spettatori, come succede in questo film, in cui abbondano interminabili e lenti dialoghi e persino gli omicidi, o la strage, sono talmente privi di pathos e drammaticità da risultare grotteschi e nulla più.
Per quanto mi riguarda, non è così che si fa il cinema e soprattutto non è così che si dovrebbe considerare l'interessamento ed il coinvolgimento degli spettatori ; un film si fa, mi pare, per farlo vedere agli spettatori e per suscitare il loro interesse, e questo vale anche quando si vogliono far passare tematiche "impegnate", che non giustificano affatto il disinteresse per come poi è percepito dagli spettatori e per la loro pazienza : cosa che invece alla gran parte dei critici non sembra interessare più di tanto.
Dopodiché, non c'è da stupirsi che il cinema sia in crisi e neppure che - almeno in Italia - gran parte dei film siano operazioni economicamente fallimentari, che possono esistere solo grazie ai contributi pubblici perché alla fine li vanno a vedere in quattro gatti.