pilota54 ha scritto:BelliCapelli3 ha scritto:pilota54 ha scritto:E' depistante e scorretto a mio parere usare questi espedienti per denigrare i prodotti italiani. Qual'è il senso dietrologico?
Tutte le vetture che partecipavano al DTM 1993, vinto dall'Alfa Romeo 155 V6 (4WD), erano dei prototipi, non solo quelle italiane!
Solo che il team italiano dell'Alfa Corse è stato più bravo della squadra tedesca che preparava le Mercedes, BATTUTA IN CASA. E' proprio così vergognoso avere un po' di orgoglio nazionale? Ma per favore.........................
Scusate ma queste "spiritosaggini" mi fanno andare un po' in bestia.
Beh... a voler essere realisti, bisogna pur notare che c'era prototipo e prototipo. Se tutti sviluppavano prototipi pesantemente affinati e modificati, non tutti i partecipanti al campionato arrivavano tuttavia a stravolgimenti del livello della 155, come girare il motore ed adeguarvi un powertrain completamente diverso, invertire quasi la trazione ( a prevalenza posteriore ), cambiare la tecnologia e gli schemi sospensivi su tutte e quattro le ruote, sostituire completamente il telaio con uno a tecnologia del tutto diversa, ecc....
Concordo invece sul fatto che, se questo sbudellamento, senza pari nella categoria, ridimensionava le doti dell'auto di serie, che era una Tempra, contemporaneamente magnificava tuttavia quelle della versione dtm, che era in effetti un mostro da guerra facente provincia a sè, e sottolineava le formidabili capacità progettuali del reparto corse. Tanto di cappello alla versione dtm ed al reparto che la concepì, quindi.
Sulle vetture DTM degli anni '90 (ma anche su quelle di oggi), c'era la massima libertà. Il motore doveva avere solo l'interasse di serie, e questo valeva ovviamente per tutti, non solo per l'Alfa. Quello dell'Alfa, come gli altri un 2.500 aspirato, era solo "ispirato" al Busso, ma era sostanzialmente un motore tipo F.1, addirittura con le valvole pneumatiche nell'ultima versione da oltre 500 cv.
Per quanto riguarda la trazione, le 155 Q4 era un'integrale con prevalenza posteriore, quindi la 155 DTM non ne aveva sravolto lo "spirito".
I telai erano in carbonio, sia l'Alfa, sia il Mercedes e anche l'Opel, quindi nessun vantaggio specifico per l'Alfa. Occorre quindi dare grande merito all'Alfa Corse, all'ing. D'Agostino, a Giorgio Piante e ai grandi piloti che guidarono la vettura nell'aver saputo battere speso e volentieri dal 1993 al 1996 la fortissima concorrenza teutonica.
Grandissimi i 4 piloti Alfa Romeo DTM, Larini, Nannini che aveva già avuto l'incidente, Fisichella giovanissimo e Francia. Ho ancora negli occhi il sorriso di Giorgio Pianta al muretto dopo l'ennesima vittoria Alfa Romeo fra gli applausi del pubblico che rimaneva senza parole davanti alle prestazioni delle auto del Biscione. Bei tempi erano i miei primi anni di università e per la prima volta, causa malattia Alfa Romeo, il DTM andava in tv in Italia sull'allora Videomusic