Vedrai che tra qualche anno si dipingeranno come i definitivi salvatori del famoso marchio milanese...per lo meno i francesi se lo sentiranno più loro e forse compreranno più alfa
Mi sembra un bell’articolo, anche abbastanza oggettivo e non sciovinista come ci si potrebbe attendere da una testata francese.
Lo avevo letto in francese e già si era capito abbastanza, ma con la Google-traduzione ovviamente si ha un quadro più completo e interessante.
Google translator è fantasticoC'è qualcosa che non quadra nella traduzione. Ad un certo punto, si legge: Anche se non trombano, i leader della FCA sono consapevoli che un'alleanza è vitale per rilanciare l'Alfa Romeo.
Un pò erotomane peròGoogle translator è fantastico
La forza dei francesi e' la perseveranza (anche se Tavarez e' portoghese), aggettivo sconosciuto in Italia dove ogni giorno si dice di tutto e il contrario di tutto !!Ottimo articolo e realistico.
Sicuramente se alfa ci sarà ancora tra qualche anno piaccia o no sarà solo grazie ai futuri suv B-C ripeto se ce la farà, non grazie al fallimentare progetto Giorgio, ma questo non per colpe di stelvio-giulia in se come auto, ma di un mondo che cambia verso l'elettrico e soprattutto di una casa madre non capace di supportare con marketing capace e investimenti mirati a sviluppare prodotti di livello non utilitario.
Chissà vedo la perseveranza che PSA ha con ds, più flop delle giorgio, a sviluppare nuove prodotti, creare eventi, creare conce dedicate....che mi fa sperare un pò di qualcosa di simile per alfa, ovvio non a livello di prodotto in se.
Ciao a tutti,
Stavo per iniziare una discussione dal titolo " Salviamo il soldato Alfa Romeo".
Prorpongo di reintitolare così questa discussione.
Leggere l'articolo che qui copio e traduco come ha tradotte il traduttore di Google fa male, davvero.
"Le Monde
Des ventes en baisse, une cote d’amour intacte… Il faut sauver le soldat Alfa Romeo
Respecté pour ses Giulia, Stelvio et Giulietta, le constructeur italien est pourtant commercialement moribond. La fusion entre Fiat-Chrysler et PSA pourrait être sa roue de secours.
Constructeur respecté mais qui ne vend pas beaucoup de voitures, Alfa Romeo nage en plein paradoxe. Même s’il est commercialement moribond, sa cote d’amour est remarquablement préservée et ses deux dernières créations, la Giulia et le Stelvio, sont d’excellentes voitures, appréciées par la critique. Dessinées avec talent, elles délivrent des sensations de conduite parfois plus intenses que leurs rivales allemandes. Présentes sur des marchés de niche assez peu dynamiques, elles affichent un prix certes élevé (respectivement à partir de 37 000 et 44 000 euros) mais assez compétitif dans la catégorie des véhicules haut de gamme. Le mal qui mine le constructeur milanais est parfaitement identifié: un sous-investissement chronique, dicté par la priorité absolue accordée par FCA au marché américain et dont Fiat a, aussi, beaucoup souffert.
Début novembre, la marque a annoncé une remise à niveau de son plan produit qui n’a pas vraiment rassuré. Ses dirigeants, qui fanfaronnaient en 2015 en annonçant une ribambelle de nouveaux modèles et visaient un objectif de production de 500 000 unités par an ont considérablement réduit leurs ambitions. Les projets de coupé GTV quatre-places et de super-sportive 8C sont désormais abandonnés. Ne restent dans les cartons que deux SUV : un modèle intermédiaire pour 2021 inspiré du concept-car Tonale qui disposera d’une version hybride rechargeable et un plus petit avec une variante tout-électrique attendu en 2022.
L’Europe comme seul horizon
Il en faudrait davantage pour illuminer l’avenir d’un constructeur qui a manqué tant de rendez-vous ces dernières années. Après le retrait de la petite MiTo, qui n’a jamais pu s’imposer, son catalogue ne propose plus que trois modèles ; la Giulia, le Stelvio et la compacte Giulietta, désormais hors d’âge et qui ne devrait pas perdurer au-delà de 2020. De même, une dépendance qui pourrait devenir problématique, voire contre-nature, est en train de se dessiner à l’égard des SUV alors que la berline représente le cœur de métier de la firme. Les moteurs italiens, certes brillants mais guère efficients et en retard sur l’électrification, ont subi de plein fouet l’alourdissement du malus écologique imposé à la suite du passage au nouveau mode de calcul (dit WLTP) de la consommation de carburant.
Les Alfa Romeo ne se situent pas non plus à l’avant-garde de la technologie en matière de connectivité et d’autonomie. Le constructeur vient d’annoncer que la Giulia et le Stelvio vont enfin recevoir dans les prochaines semaines un écran à commande tactile et des systèmes d’aide à la conduite déjà généralisés parmi la concurrence. Enfin, l’Europe demeure le seul horizon d’une marque dont l’Italie absorbe 40 % des ventes et qui, malgré ses efforts, n’est toujours pas parvenue à percer aux Etats-Unis ou en Chine. Bref, il est temps de sauver le soldat Alfa Romeo.
Même s’ils ne le claironnent pas, les dirigeants de FCA sont conscients qu’une alliance est vitale pour relancer Alfa Romeo. Or le groupe français offre une évidente complémentarité. Il ne dispose pas, dans son portefeuille, d’une marque premium disposant d’une telle aura. En revanche, il peut fournir des plates-formes modernes, mieux adaptées que le châssis de la Jeep Compass qui, après modification, devrait servir de base au SUV Alfa Romeo attendu en 2021. Idem côté mécaniques où Peugeot-Citroën a développé des petits moteurs thermiques efficaces et, sans pouvoir encore être considéré comme un éminent spécialiste en la matière, mis au point des motorisations hybrides rechargeables ou 100 % électriques immédiatement exploitables. A un coût d’autant plus intéressant que la constitution de la nouvelle entité permettra de réaliser des économies d’échelle.
Un tel rapprochement, s’il se noue, offrirait une opportunité unique de reconstituer à moyen terme un catalogue Alfa Romeo élargi et modernisé. Les plus optimistes envisagent même un autre sauvetage in extremis ; celui de Lancia, dont la disparition définitive est programmée pour 2020. Carlos Tavares, pressenti pour diriger le futur groupe franco-italien, a assuré sur BFM Business qu’il ne voyait « pas de nécessité de supprimer des marques, car elles ont toutes leur histoire et toutes leur force ». Un miracle à la française qui exigerait de mobiliser de gros moyens.
Jean-Michel Normand "
Vendite in calo, una valutazione d'amore intatta ... Dobbiamo salvare il soldato Alfa Romeo
Rispettato per la sua Giulia, Stelvio e Giulietta, il produttore italiano è comunque commercialmente moribondo. La fusione tra Fiat-Chrysler e PSA potrebbe essere la sua ruota di scorta.
Un costruttore rispettato che non vende molte macchine, Alfa Romeo nuota in paradosso. Sebbene sia commercialmente moribondo, la sua valutazione dell'amore è notevolmente preservata e le sue ultime due creazioni, Giulia e Stelvio, sono auto eccellenti, apprezzate dalla critica. Disegnati con talento, offrono sensazioni di guida a volte più intense dei loro rivali tedeschi. Presenti in mercati relativamente di nicchia, hanno un prezzo elevato (rispettivamente da 37.000 e 44.000 euro) ma abbastanza competitivo nella categoria dei veicoli di fascia alta. Il male che mina il costruttore milanese è perfettamente identificato: un sottoinvestimento cronico, dettato dalla priorità data dalla FCA al mercato statunitense e che anche la Fiat ha sofferto molto.
All'inizio di novembre, il marchio ha annunciato un aggiornamento del suo piano di prodotti che non ha davvero rassicurato. I suoi leader, che si sono vantati nel 2015 annunciando una serie di nuovi modelli e puntando a un obiettivo di produzione di 500.000 unità all'anno, hanno ridotto significativamente le loro ambizioni. I progetti di coupé GTV a quattro posti e Super-Sport 8C sono ora abbandonati. Restano solo due SUV: un modello intermedio per il 2021 ispirato alla concept car Tonale, che avrà una versione ibrida plug-in e una più piccola con una variante completamente elettrica prevista per il 2022.
L'Europa come unico orizzonte
È necessario molto di più per illuminare il futuro di un produttore che ha perso così tanti appuntamenti negli ultimi anni. Dopo il ritiro del piccolo MiTo, che non è mai stato in grado di prevalere, il suo catalogo offre solo tre modelli; la Giulia, lo Stelvio e la compatta Giulietta, ormai fuori età e che non dovrebbero durare oltre il 2020. Allo ste
visto la necessità di rimuovere i marchi perché hanno tutto il loro storia e tutta la loro forza. Un miracolo per i francesi che richiederebbe di mobilitare grandi mezzi.
Jean-Michel Normand"
Che fine ingloriosa.
Altro che fusione, qui si dipinge una annessione.
Si racconta nei documentari che quando era vivo l'avvocato, mai avrebbe spostato la sede dall'Italia.
Ridatecelo, ci manca!
Poi anche il giornalista ammette che l'emozione di guida della piattaforma Giorgio è migliore di quella della concorrenza tedesca, eppure ci siamo fatti annettere un'altra volta.
Politica sveglia, se ci sei batti un colpo, altrimenti come viaggi nella macchine straniere a questo punto ci affidiamo allo straniero anche per la tua funzione e buonanotte.
amicable - 1 mese fa
GuidoPippi - 1 mese fa
quicktake - 1 anno fa
omniae - 9 mesi fa