Ho citato più volte il termine complessità e non a caso.
Non mi sono sentito chiamato in causa. Ma scomodare la disiformazione e metterla sul piatto come effetto che limita la diffusione delle BEV è troppo superficiale.
Ma detto tutto questo mi prendo un attimo per descrivere i motivi che rendono la transizione ecologica con questo paradigma tecnologico non sostenibile (secondo i 3 diversi pilastri della sostenibilità.
A livello operativo, non lo è perchè al netto dell'autonomia teorica e della disponibilità delle colonnine, così come avviene per i nostri smartphone (la tecnologia di base è la medesima), i 500km di autonomia (giusto per dare un esempio) garantiti o dichiarati quando si compra l'auto nuova, dopo qualche tempo a furia di caricare e scaricare, ricariche parziali, ricariche veloci, sbalzi termici, umidità, scendono rapidamente. E quindi chi comprerà un'auto elettrica usata? Quale sarà il suo valore futuro? E quanto potrebbe costare mettere un pacco batterie nuovo? Le auto benzina e diesel spesso all'aumentare dei km percorsi migliorano anche le loro prestazioni.
A livello sociopolitico non lo è. Oggi la catena del valore è completamente in mano ai cinesi. Gli incentivi a volte anche generosi che gli stati europei elargiscono a chi compra un'auto elettrica sono soldi che vanno alla Cina. A meno che non cambi il paradigma tecnologico, passare alla mobilità elettrica significa abdicare e consegnare le chiavi del mondo alla Cina. E' vero che gli USA sono abbastanza avanti, ed è vero che l'Europa per colmare questo gap ha lanciato un maxi programma che si chiama Battery20-30, ma ad oggi ancora è la Cina a essere di fatto monopolista.
A livello logistico non lo è: le batterie sono prodotti ad alto carico di incendio. Quindi per motivi di sicurezza non si possono saturare i container dei camion o i magazzini come avviene per una testa motore ad esempio. E non solo, come già sottolineato, soffrendo e patendo gli sbalzi termici (prova a lasciare lo smartphone una giornata al sole d'estate, o una notte di gennaio su un balcone fuori e vedi cosa succede), spesso devono essere trasportate e immagazzinate a temperatura e umidità controllata. Questo significa che a partità di volumi tu hai più camion che devono essere magari pure coibentati e magazzini più grandi pure raffrescati, con effetti evidenti sulla quantità di energia richiesta e dunque sull'ambiente. Sulle auto per scongiurare tutto questo, viene installato un piccolo sistema refrigerante o riscaldante che evita alla batteria di subire stress termici (chiaramente consuma energia).
Non è sostenibile a livello sociale: si stima che se il paradigma dell'elettico dovesse diventare dominante, nella sola Europa di perderebbero 300.000 posti di lavoro. Ora è vero la questione ambientale è un'opportunità, si svilupperanno nuove professionalità, ma il cambiamento è troppo repentino affinchè non si siano degli scossoni. Sarà una mattanza sociale. E non ci dimentichiamo che i motori diesel e benzina europei sono i più efficienti e affidabili al mondo.
Non è sostenibile a livello economico. L'auto elettrica costa. Costa parecchio. E questo farà si, che l'auto potrebbe diventare sempre di più un bene di lusso, per pochi. Oltrettutto considerando che come scritto al punto 1, il valore futuro è una grande incognita.
Non lo è a livello ambientale: il processo di estrazione del litio ha impatti enormi sugli ecosistemi. Richiede tantissima acqua. Poi c'è il problema delle fonti con cui si produce l'elettricità spesso inquinano. E anche volendo utilizzare energia verde (che poi verde non è ma questo è un altro discorso), questa non sarebbe mai è poi mai sufficiente a coprire il fabbisogno. Passiamo all'infrastruttura: per avere una rete di distribuzione capillare delle colonnine si dovrebbero sventare intere città con impatti sulla qualità dell'aria incredibili. E poi ancora nessuno sa come le celle di litio si possaCi no smaltire una volta giunte a fine vita. Ci sono degli studi che parlano di riuso, ma siamo ancora a livello di prototipazione.
Tutto questo, quando l'auto in Europa ha un impatto sulle emissioni marginale a livello mondiale.
Ora ho più tempo per argomentare meglio.
Senza pretesa di aver ragione.
Permettimi di osservare che anche le tue considerazioni non sono del tutto oggettive e, passami il termine, misurabili.
Ti faccio un esempio:
"i 500km di autonomia (giusto per dare un esempio) garantiti o dichiarati quando si compra l'auto nuova, dopo qualche tempo a furia di caricare e scaricare, ricariche parziali, ricariche veloci, sbalzi termici, umidità, scendono rapidamente"
In che misura, quanto rapidamente, in che condizioni?
Vari test "certificano" perdite di capacità di carica di circa il 7% dopo 100.000 con utilizzi non proprio accorti.
Troppo, poco?
Non lo so, io lo trovo un dato confortante.
Ancora:
E quindi chi comprerà un'auto elettrica usata? Quale sarà il suo valore futuro?
Chi comprerà domani un'auto usata diesel?
Quale sarà il suo valore?
Non lo so io come non lo sai tu.
Solo il tempo potrà darci delle indicazioni (e l'evoluzione normativa).
E quanto potrebbe costare mettere un pacco batterie nuovo?
Qui qualche indicazione in più c'è e, fuori Italia, PARE che sostituire la batteria, ad esempio della mia id.3 58 kWh, costi meno di 6.000 euro.
Tanti, pochi?
Non lo so. Anche qui trovo che a fronte dei risparmi che sto misurando, potrebbe essere una cosa non così disastrosa.
Potrei continuare, ma penso si sia capito il senso.
Come vedi, le tue argomentazioni sono comprensibili, ma non sono assolute.
Come, del resto, non lo sono le mie.
Sul fatto che le auto elettriche costino, anche al netto degli incentivi, mi sembra sia ormai chiaro anche in queste pagine che i costi tra BEV e ICE si stiano livellando.
Tornando al perché il mercato delle BEV stenti a decollare, che poi è il succo della discussione, continuo a pensare che insieme ad una fruibilità per alcuni insufficiente, vi sia scarsa conoscenza.
Faccio un esempio.
Ieri mattina, un amico strutturista mi diceva di voler cambiare la sua Panda 1.2 con circa 235.000 km. e della quale è soddisfattissimo.
E' persona che non nutre nessun interesse verso il mondo delle auto, pur avendo ben più che buone disponibilità economiche.
Ma recentemente un suo collega gli ha parlato della sua Tesla (lui forse non sapeva neanche che esisteva un'auto con quel nome); il fatto di poterla ricariche da casa, di spendere pochissimo per l'uso (anche lui ha FV), l'ha colpito al punto che ne valuta seriamente l'acquisto.
Non facciamo l'errore di pensare che i guidatori siano tutti interessati al "nostro" mondo.
Alcuni comprano la tal auto o il tal modello perché:
"Conosco il venditore, mi tratta bene di sicuro"
"Ce l'ha tizio, mi dice che si trova bene"
"La devo comprare ibrida, altrimenti poi non posso circolare"
E non comprano le elettriche, anche, peri motivi che ho elencato sopra.
E chiudo dicendo che mai è poi mai mi sognerei di dire che con le BEV si salva il mondo.
Non mi stancherò mai di dire però che, in alcuni contesti, hanno un loro perché e possono dare soddisfazione anche a chi non ci avrebbe mai pensato.
Come me, del resto.