<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Amarcord: quando compravamo italiano e perchè.... | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Amarcord: quando compravamo italiano e perchè....

Ricordo anche io quel motorshow perché erano gli anni in cui andavo e ricordo le tue stesse impressioni, per questo dicevo che quella allora fu un auto di rottura perché portava soluzioni che la nostra industria allora in quel segmento non contemplava e non era un concorrenza sleale ma un applicazione superiore
Io come detto ero rivolto al settore moto (e alla gnocca come ogni giovinastro in odor di patente B) ma ricordo chiaramente che la "star" dell'evento fu la Biemmevù che presentò le nuove serie 300 dalla millesei quattro cilindri alla turbodiesel alla sei duemila....quella fu una serie particolarmente longeva e ben riuscita di BMW ricordo vinsi anche un giro a bordo di una con pilota caldo casco e boh....
 
Secondo voi questo è un momento "complicato" o è l'ultimo momento?

Mi sono chiesto oggi se avessi "spinto" (ma spinto cosa che alla fine ci siam trovati davanti un pò di vuoto....) mia moglie a prendere un Ibrido Stellantis....sarebbe potuta essere una buona auto, sarebbe stata l'ultima o l'inizio di una serie oppure avrei rischiato il matrimonio?
 
L'unico gruppo italiano di rilievo, il gruppo Fiat, ha perso gradualmente quote di mercato per svariate ragioni, ad oggi il mondo è completamente mutato

Però mentre in Francia e Germania, le auto nazionali sono ancora molto vendute, non la stessa cosa possiamo dire dell'Italia, coi brand italiani, o presunti tali. Forse parte del pubblico si è disaffezionato nel tempo, anche perché un certo prodotto non era all'altezza del prezzo pagato, specie quando sono arrivate le case straniere, tipo le asiatiche (giapponesi e coreane) e il confronto in certi casi, è stato impietoso.

Marchionne quando è arrivato alla Fiat nel 2004, ha dichiarato che essa perdeva 5 milioni di euro al giorno.
 
Però mentre in Francia e Germania, le auto nazionali sono ancora molto vendute, non la stessa cosa possiamo dire dell'Italia, coi brand italiani, o presunti tali. Forse parte del pubblico si è disaffezionato nel tempo, anche perché un certo prodotto non era all'altezza del prezzo pagato, specie quando sono arrivate le case straniere, tipo le asiatiche (giapponesi e coreane) e il confronto in certi casi, è stato impietoso.

Marchionne quando è arrivato alla Fiat nel 2004, ha dichiarato che essa perdeva 5 milioni di euro al giorno.

Questa vecchia storia...poi arrivarono i nuovi modelli Croma, Grande
Punto 500 e le cose Marchionne o non Marchionne sarebbero comunque cambiate quindi la storia la sappiamo i retroscena nò...

Oggi voglio comperare italiano e cosa compro Ferrari? Maserati (ancora per adesso prodotta a Mirafiori) il resto è nella migliore delle ipotesi un prodotto europeo....
 
Però mentre in Francia e Germania, le auto nazionali sono ancora molto vendute, non la stessa cosa possiamo dire dell'Italia, coi brand italiani, o presunti tali. Forse parte del pubblico si è disaffezionato nel tempo, anche perché un certo prodotto non era all'altezza del prezzo pagato, specie quando sono arrivate le case straniere, tipo le asiatiche (giapponesi e coreane) e il confronto in certi casi, è stato impietoso.

Marchionne quando è arrivato alla Fiat nel 2004, ha dichiarato che
essa perdeva 5 milioni di euro al giorno.

La Francia ha storicamente 3 marchi che tra alti e bassi....Vendono
La Germania....Manco li conto, tanti sono
L' Italia 1, FIAT + uno 0,50 dato da tutti gli altri messi insieme = 1,5 marchi

E questo spiega tutto
 
Storia o meno è la verità, tra l'altro in casa Fiat, mediamente le auto le hanno progettate spesso al risparmio, riciclando di qua e di la, tipo l'Argenta ad es.

Tanto per "ritornare" a quei tempi l'Argenta era un'ottima macchina pur se su base 132 e la seguente Croma ancora migliore e innovativa....

Son cambiati i tempi .
 
Lasciatemi fare una piccola osservazione fuori dal coro e che a molti non piacera ma questa è.

Ma un Italiano medio, che motivo ha di essere riconoscente all'industria italiana, non solo di auto, al punto da preferire i prodotti nostronani ???

Cosa hanno fatto (ovviamente ci sono anche aziende, poche, per cui queste considerazioni non valgono) per portare vantaggi alla nostra nazione ?
Non hanno delocalizzazione?
Hanno creato nuovi posti di lavoro ?
Hanno investito nella formazione e fidelizzazione dei nostri giovani più promettenti ?
... ?
 
Lasciatemi fare una piccola osservazione fuori dal coro e che a molti non piacera ma questa è.

Ma un Italiano medio, che motivo ha di essere riconoscente all'industria italiana, non solo di auto, al punto da preferire i prodotti nostronani ???

Cosa hanno fatto (ovviamente ci sono anche aziende, poche, per cui queste considerazioni non valgono) per portare vantaggi alla nostra
nazione ?

Non hanno delocalizzazione?
Hanno creato nuovi posti di lavoro ?
Hanno investito nella formazione e fidelizzazione dei nostri giovani più promettenti ?
... ?

Forse la delocalizzazione l'ha inventata proprio la Fiat. Oggi nulla però chessò cinquanta anni fa un parente in Fiat ci lavorava e anche altri conoscenti, il meccanico sotto casa riparava solo le vetture italiane....

Oggi non c'è motivo, almeno di non avere soldi e passione per una macchina elitaria che comincia con la F ed è questo il dramma, anche volendo prendere una auto del chissadove con marchio nostrano se la vuoi ibrida.....a me piacciono le certezze non le telefonate di discussione....
 
Facci un 3D apposito....
Qando si vendevano
Alfa
Autobianchi
Innocenti
Lancia

:emoji_blush::emoji_blush:

Un O.T interessante con un piccolo focus su due marchi poco conosciuti o anche "bistrattati" Innocenti e Autobianchi.

Autobianchi era una piccola casa produttrice che passò sotto il controllo della Fiat. Aveva una gamma mediamente "articolata" e era una specie di Premium di allora. Nulla di eclatante nè eccitante ma uno stabilimento modello, Desio, un centro ricerca e sviluppo che da solo sviluppò per Fiat la Trazione anteriore.
Fu deciso per non competere internamente al gruppo la soppressione di modelli a listino a favore degli omologhi fiat di nuovo subentro, e sacrificare per la neoinglobata Lancia la berlina.

Rimase solo la A112 gloriosa rappresentante del marchio sostituita nel 1985 dalla Y10 e nel 1987 cessò la sua produzione.

Più complessa la storia Innocenti, derivante da un brevetto industriale che fu e rimase a lungo principale motore economico dell'azienda. La concessione dei modelli british portò un successo insperato ma invece le cose per le "nostrane" non andarono altrettanto bene. Una piccola utilitaria tipicamente anni settanta riportò un pò di "ossigeno" ma lo scadere della concessione dei motori a Innocenti fece si che la situazione poteva essere critica.

Il geniale imprenditore (ma anche discusso) De Tomaso che l'aveva rilevata "risolse" grazie all'accordo con Daihatsu che rinvigorì un modello neppure nuovissimo dandogli brio, affidabilità e buona nomea. Dal marasma della Maserati (anche questa di sua proprietà) Biturbo si "inventò" anche la Mini turbo de Tomaso.

Languidamente questa produzione, a Lambrate, cessò alla mettà degli anni novanta così come terminò la produzione a Desio sempre nella metà degli anni novanta.
 
per me lo spartiacque o l'inizio della fine inizia dalla Uno, la gente bussava sulla lamiera della 127 e poi su quella della Uno e lì......non devo aggiungere niente.
Riguardo al nazionalismo in generale l'italiano era più nazionalista ma anche il mercato era più chiuso, si esportava e si importava di meno, bene o male l'Italia produceva un pò di tutto persino i televisori e le radio, c'era la Olivetti tanto per citare un marchio storico, la Mivar....agricoltura abbigliamento macchine da cucire pffffff oggi è diverso, troppo diverso e di conseguenza anche le auto vengono prodotte in modi e in luoghi diversi e la gente è meno affezionata ai prodotti italiani perchè ha capito che probabilmente di italiano ha solo il marchio e probabilmente quel marchio fa parte di un gruppo straniero.
 

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