Stavolta non ha funzionato quel meccanismo che ha innescato ad esempio la moda dei SUV. Quando BMW propose l' X5 come vettura alta ma sportiva, differenziandosi allora da Range Rover, che pur essendo lussuosa, rimaneva sempre un fuoristrada (vero) con i relativi limiti, la clientela con disponibilità economiche alte rispose positivamente e con interesse, facendoli diventare rapidamente un fenomeno di moda. Chi voleva essere "in" doveva esibirne uno, e piano piano il fenomeno si allargò alle classi più popolari, tanto che tutti i costruttori corsero a proporre i più svariati modelli adatti a tutte le tasche.
Il concetto che passava (e passa tuttora) è: "guido alto e mi elevo dalla massa".
E sappiamo tutti che quando parliamo di moda, la tecnologia conta poco, contano le emozioni, l ' esibizione e l' ostentazione, soprattutto quando il mercato riguarda quello dei beni di lusso.
Un po' come gli orologi di lusso, i marchi più rinomati e costosi non producono orologi elettrici al quarzo, ma solo meccanici a carica manuale o automatica tradizionali, e se proponessero un quarzo anche dentro una cassa d' oro massiccio, la loro clientela lo boccerebbe come kitsch all' instante.
Forse per le vetture elettriche "di lusso" è successa la stessa cosa degli orologi. Alla fine la tecnologia elettrica, per quanto fondamentale per la nostra società, appunto per il fatto di essere diffusa capillarmente, sconta il fatto di essere banale e ovvia, anche nelle sue applicazioni più spinte o tecnologiche. Se poi la si vuole associare al lusso, al massimo fa successo negli aspirapolvere di alta classe, ma non con Porsche, Ferrari o Rolls (tanto per citarne alcune), che declinate al 100% BEV non "bucano" quel muro che, volenti o nolenti, esiste tra l' ordinarietà dei beni comuni e necessari e tra quei beni la cui esistenza è funzionale solo a soddisfare il piacere e il desiderio.