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&#34;Giornalismo d'inchiesta&#34;...

mah.....capisco l'esigenza di documentare, ma un minimo di umanità, di educazione......non potrei mai fare la giornalista d'assalto, proprio no.Comprendo perfettamente l'avvocato di B. Spears che ai giornalisti di assalto rispose, secca, qualche tempo fa: ".....non ho nulla da dichiarare sul'argomento, so solo che la mia cliente è traumatizzata dalla stampa ed ora capisco il perchè" . Grandissima.
 
LUISELLA1972 ha scritto:
mah.....capisco l'esigenza di documentare, ma un minimo di umanità, di educazione......non potrei mai fare la giornalista d'assalto, proprio no.Comprendo perfettamente l'avvocato di B. Spears che ai giornalisti di assalto rispose, secca, qualche tempo fa: ".....non ho nulla da dichiarare sul'argomento, so solo che la mia cliente è traumatizzata dalla stampa ed ora capisco il perchè" . Grandissima.

Non so se qualcuno l'ha giá fatto, ma volevo complimentarmi con te per la carica di moderatrice!!! :lol:
Ce ne fossero!! :lol: ;)
 
matteomatte1 ha scritto:
Speriamo si ricostruisca bene (con criteri antisimici) ma temo sia una pia illusione...

MILANO - «Non si può prevedere, ma si può prevenire. E l?unico modo è mettere a norma gli edifici». Crede più nella prevenzione che nelle previsioni Gian Michele Calvi, esperto internazionale e direttore dell?Eucentre, il centro europeo di formazione e ricerca in ingegneria sismica dell?Università di Pavia. L?ingegnere, membro della commissione nazionale Grandi rischi della Protezione civile e «papà» dell?attuale normativa antisismica, si trova già all?Aquila per le prime verifiche sui crolli del terremoto.

Professore, il terremoto era prevedibile?
«Assolutamente no, nessuno era in grado di prevederlo. Gli sciami sismici sono frequenti nel nostro Paese. L?unica forma di prevenzione possibile in questi casi riguarda le strutture dei palazzi. È scandaloso che, mentre viene dichiarato inagibile l?ospedale dell?Aquila, si facciano polemiche se il terremoto fosse o meno prevedibile. La soluzione non è evacuare un?intera area, ma renderla sicura e ridurre i rischi».

Che cosa si deve fare allora?
«Bisogna rimboccarsi le maniche e pianificare un serio programma di messa a norma degli edifici. Cominciamo dalle zone ad alto rischio sismico e dalle strutture pubbliche fondamentali come scuole e ospedali. Secondo la legge del 2003, l?Abruzzo è inserito tra la prima e la seconda zona sismica (rischio altissimo), il fatto che due delle tre sale operatorie dell?ospedale San Salvatore dell?Aquila non siano più utilizzabili non è da Paese civile. Ripeto, l?unica forma di prevenzione è fare in modo che scuole, ospedali ed edifici pubblici non collassino».

Il contrario di ciò che è successo a San Giuliano?
«Anche in quel caso non si era fatto nulla per mettere in sicurezza un edificio fondamentale come la scuola. E proprio dal dramma di San Giuliano di Puglia nell?ottobre del 2003 è nata la nuova normativa antisismica. Da allora qualcosa è stato fatto. È stato stanziato del denaro, ma ci vuole del tempo per mettere in regola tutte le strutture. Senza contare che la manutenzione deve essere sistematica e soggetta a continue verifiche. Insomma, ci vorranno anni prima che l?Italia diventi come il Giappone».

Eppure la ricerca italiana nell?ingegneria antisismica è all?avanguardia.
«È vero, ma non è solo una questione di ricerca: è un fatto culturale. Questo Paese si ricorda di essere a rischio terremoto solo quando si trova sotto le macerie. E allora sull?onda delle emozioni si cerca di intervenire in qualche modo. Ma è troppo tardi. Passato qualche mese, poi, ci si dimentica, fino alla tragedia successiva».

corsera
 
LUISELLA1972 ha scritto:
grazie, ma siamo tutti moderatori qua dentro, cercando di essere sempre di buon umore e di scherzare senza offendere nessuno

La risposta conferma quanto detto.... :D ce ne fossero!!! ;)
 
matteomatte1 ha scritto:
matteomatte1 ha scritto:
Speriamo si ricostruisca bene (con criteri antisimici) ma temo sia una pia illusione...

MILANO - «Non si può prevedere, ma si può prevenire. E l?unico modo è mettere a norma gli edifici». Crede più nella prevenzione che nelle previsioni Gian Michele Calvi, esperto internazionale e direttore dell?Eucentre, il centro europeo di formazione e ricerca in ingegneria sismica dell?Università di Pavia. L?ingegnere, membro della commissione nazionale Grandi rischi della Protezione civile e «papà» dell?attuale normativa antisismica, si trova già all?Aquila per le prime verifiche sui crolli del terremoto.

Professore, il terremoto era prevedibile?
«Assolutamente no, nessuno era in grado di prevederlo. Gli sciami sismici sono frequenti nel nostro Paese. L?unica forma di prevenzione possibile in questi casi riguarda le strutture dei palazzi. È scandaloso che, mentre viene dichiarato inagibile l?ospedale dell?Aquila, si facciano polemiche se il terremoto fosse o meno prevedibile. La soluzione non è evacuare un?intera area, ma renderla sicura e ridurre i rischi».

Che cosa si deve fare allora?
«Bisogna rimboccarsi le maniche e pianificare un serio programma di messa a norma degli edifici. Cominciamo dalle zone ad alto rischio sismico e dalle strutture pubbliche fondamentali come scuole e ospedali. Secondo la legge del 2003, l?Abruzzo è inserito tra la prima e la seconda zona sismica (rischio altissimo), il fatto che due delle tre sale operatorie dell?ospedale San Salvatore dell?Aquila non siano più utilizzabili non è da Paese civile. Ripeto, l?unica forma di prevenzione è fare in modo che scuole, ospedali ed edifici pubblici non collassino».

Il contrario di ciò che è successo a San Giuliano?
«Anche in quel caso non si era fatto nulla per mettere in sicurezza un edificio fondamentale come la scuola. E proprio dal dramma di San Giuliano di Puglia nell?ottobre del 2003 è nata la nuova normativa antisismica. Da allora qualcosa è stato fatto. È stato stanziato del denaro, ma ci vuole del tempo per mettere in regola tutte le strutture. Senza contare che la manutenzione deve essere sistematica e soggetta a continue verifiche. Insomma, ci vorranno anni prima che l?Italia diventi come il Giappone».

Eppure la ricerca italiana nell?ingegneria antisismica è all?avanguardia.
«È vero, ma non è solo una questione di ricerca: è un fatto culturale. Questo Paese si ricorda di essere a rischio terremoto solo quando si trova sotto le macerie. E allora sull?onda delle emozioni si cerca di intervenire in qualche modo. Ma è troppo tardi. Passato qualche mese, poi, ci si dimentica, fino alla tragedia successiva».

corsera
nella malaugurata ipotesi di un nuovo terremoto dalle mie parti, temo che qualche recente costruzione non resisterebbe....alla faccia dei metodi antisismici (che molti non rispettano)
 
arhat ha scritto:
premettendo che ieri sera ho ceduto anch'io, solitamente non guardo la TV, per cercare di carpire qualche informazione , dopo 15 minuti 15 di orologio ho spento e fatto spegnere litigando un poco anche con mia moglie perchè era già tutto sfociato nel ROTOCALCO.
Sti giornalisti "servi ricchi che neanche il più povero.."

ma nei 15 minuti .... cosa ci facevano quel branco di panzoni imbellettati da protezione civile mani in tasca e belli lindi asicutti e pasciutti sempre dietro al cronista di turno ???

Perchè non erano a lavorare ? a scavare ? a piantar tende ? a riempir marmitte ?

PERCHE' ??? Io la risposta la conosco, ma non ve la scrivo.

Nella sostanza concordo con te. Un minimo di riservatezza sarebbe auspicabile invece che fare le starlet da avanspettacolo, tuttavia, in quei momenti si vive di "turni di lavoro" quindi se uno ha finito il suo turno e dopo la doccia fa bella mostra di se lo trovo al limite inopportuno ma niente di più. Eviterei di fare polemiche ulteriori e poco sensate. In fin dei conti tu sei a scrivere e loro sono lì. Anche facessero un solo gesto al giorno è sempre più di quello che attualmente facciamo noi.
 
G5 ha scritto:
Nella sostanza concordo con te. Un minimo di riservatezza sarebbe auspicabile invece che fare le starlet da avanspettacolo, tuttavia, in quei momenti si vive di "turni di lavoro" quindi se uno ha finito il suo turno e dopo la doccia fa bella mostra di se lo trovo al limite inopportuno ma niente di più. Eviterei di fare polemiche ulteriori e poco sensate. In fin dei conti tu sei a scrivere e loro sono lì. Anche facessero un solo gesto al giorno è sempre più di quello che attualmente facciamo noi.

Parole di buon senso, che altrettanto buon senso non potrebbe che portare a quotare, purtroppo però ho un età, ed ho un vissuto che mi consente ahimé, perchè tante volte non lo vorrei mai, mi consente dicevo di conoscere o di aver conosciuto dal di dentro dinamiche "particolari" sul "meccanismo".... non posso andar oltre, per cui ti quoto.
 
sono veramente assurdi i gironalisti, ok che è il loro lavoro e senza di loro nessuno di noi (parlo per chi ha vosto solo in tv) si sarebbe reso conto di quanto è grave la situazione... ma certe riprese/fogorafie potevano risparmiarsele lasciano la telecamera da qualche parte e aiutando a tirare via i detriti...
ma questo è un altro mondo :)
 
Rompere le palle ad uno sfollato che dorme in macchina nel cuore della notte è un comportamento barbaro e incivile. Non c'è cronaca che tenga.
 
Oppure il giornalista che supera i limiti di sicurezza posti dai vigili (senza casco o nulla addosso) e che afferma meravigliato: "sembra una città fantasma!!"...

No comment.
 
matteomatte1 ha scritto:
Ieri sera a Matrix (ma non che PaP fosse molto meglio), una "giornalista" va in
giro col microfono, non so in quale paese, dove ci sono degli sfollati rifugiatisi in macchina.

Arriva puntando la telecamera come fosse un AR70 e urla un: "Si puo'?" ma non ha neppure finito la frase che ha già la mano sulla maniglia e apre la portiera.
Ripete la cosa per 4 o 5 volte, e ogni volta la prima domanda che fa è: "Come mai in macchina?"

Ma un minimo di rispetto e/o comprensione per chi soffre no? Tutto immolato sull'altare dell'audience e della cialtroneria (televisiva) all'ennesima potenza?

VDK

stra stra stra quoto!
ho pensato la stessa cosa ieri sera.
non hanno proprio rispetto di persone che sono in piedi dall'alba in condizioni difficili e gli vanno a fare domande idiote :evil: :evil:

perchè siete in auto???
ma forse perchè è crollato tutto??

il livello del nostro giornalismo è realmente bassissimo e non si hanno scrupoli pur di realizzare un servizietto che faccia scalpore
 
A Tempera: novantottenne, 'ho lavorato all'uncinetto'

(ANSA) - ROMA, 7 APR - Trovata viva dopo 30 ore a Tempera, - piccolo centro vicino a Paganica - Maria D'Antuono, 98 anni. Ha raccontato ai microfoni di 'Studio aperto': 'cosa ho fatto tutto questo tempo? Ho lavorato, ho fatto l'uncinetto'. Maria non si e' persa d'animo ed e' stata portata giu' dai pompieri alle 8 di mattina e dopo aver mangiato qualche crackers.

questa notizia è una tazza di brodo caldo.......ho le lacrime agli occhi....
 
LUISELLA1972 ha scritto:
A Tempera: novantottenne, 'ho lavorato all'uncinetto'

(ANSA) - ROMA, 7 APR - Trovata viva dopo 30 ore a Tempera, - piccolo centro vicino a Paganica - Maria D'Antuono, 98 anni. Ha raccontato ai microfoni di 'Studio aperto': 'cosa ho fatto tutto questo tempo? Ho lavorato, ho fatto l'uncinetto'. Maria non si e' persa d'animo ed e' stata portata giu' dai pompieri alle 8 di mattina e dopo aver mangiato qualche crackers.

questa notizia è una tazza di brodo caldo.......ho le lacrime agli occhi....

mamma mia che tempra!!! i miei complimenti alla signora!
 

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