<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Velocita' sicura. | Il Forum di Quattroruote

Velocita' sicura.

Lasciamo perdere un secondo il discorso legale.
Quando si parla di qualcosa, infatti, possiamo analizzarla da un punto di vista fisico e da uno normativo, che naturalmente dovrebbe tenere conto di quello fisico, ma non sempre e' cosi' (in Italia, quasi mai).
Quando si e' alla guida di un mezzo e' abbastanza ovvio che si deve tenere una velocita' commisurata al mezzo stesso, alle condizioni ambientali, di traffico e alle proprie condizioni psicofisiche.
Tuttavia, studi in vari ambiti nonche' la semplice esperienza personale dimostrano che c'e' una precisa velocita' che e' bene tenere.
Questo non vale solo per la guida delle auto. Anche nello studio delle catene di montaggio si e' evidenziato che esiste una velocita' di lavoro ideale.
Tale velocita' e' quella in cui la mente e' sufficientemente impegnata dal lavoro che si sta svolgendo (sia questo la guida dell'auto, l'assemblaggio di un prodotto, l'utilizzo di un macchinario) e lavora bene.
Al di sopra di questa velocita' si manifestano stress, ansia, affaticamento. E' una condizione di palese rischio, perche' ci stanchiamo piu' rapidamente e, comunque, la nostra mente sta cercando di dirci che stiamo procedendo troppo rapidamente con quel che stiamo facendo e che rischiamo di commettere errori.
Ma questo e' abbastanza palese. Se vado troppo forte rischio di fare unamanovra sbagliata e avere un incidente, o commettere un'errore nell'assemblaggio e, al limite, farmi male, eccetera.
La cosa interessante e' che, se la velocita' del mezzo scende sotto quella ideale, o la catena di montaggio lavora piu' lenta, allo stesso modo il numero di errori aumenta!
E la cosa peculiare e' che aumenta PIU' che non se la catena di montaggio o il mezzo sono a una velocita' leggermente troppo alta.
Il motivo e' semplice: la mente, non sufficientemente impegnata da quello che sta facendo, vaga, si distrae, e la resa del conducente / assemblatore / operatore cala drasticamente, e cominciano a esserci distrazioni e ritardi nei riflessi, con incidenti anche gravi.
Dunque, tornando all'auto, se tutti ci rendiamo conto che e' meglio non andare troppo forte, e' bene sapere che e' meglio non andare nemmeno troppo piano.
Le insidie sono molto meno evidenti, ma non meno pericolose, anzi!
Non a caso la maggioranza degli incidenti autostradali accade non su autostrade sgombre, ma nei giorni di massimo traffico, dove alla massima concentrazione di auto, che richiederebbe attenzione e concentrazione, si uniscono andature a passo di lumaca che creano noia, sonnolenza, distrazione, sbadataggine, rallentamento dei riflessi.
Ora: tornando al discorso normativo, un limite di velocita' deve essere, prima di tutto, un limite. Ossia, non la velocita' di crociera che tengo, ma la velocita' a cui, al limite, mi trovo ad andare.
Normalmente terro' una velocita' piu' contenuta.
Questa velocita' deve necessariamente coniugare le esigenze di sicurezza della strada cui viene applicato con l'esigenza di garantire una velocita' sufficiente a mantenere impegnato il conducente.
Siccome non tutti hanno la stessa "velocita' ideale" (in effetti la stessa persona non ha sempre la stessa velocita' ideale, a seconda delle condizioni psicofisiche), e' importante che questo limite non sia troppo basso. Le persone sanno regolarsi, e se una strada a una data velocita' risulta impegnativa, e' la gente stessa a tenere un'andatura che risulti adeguata ma non stressante o rischiosa.
Dunque il limite deve essere abbastanza alto da consentire alla gente di regolarsi, perche' se e' troppo basso, sicuramente andro' a creare delle condizioni di distrazione e sonnolenza pericolose.
D'altro canto, come s'e' detto, la strada stessa, se e' impegnativa, porta la gente a rallentare.
Il limite deve dunque rappresentare il LIMITE oltre il quale si corre un pericolo oggettivo.
Questo rappresenta un importantissimo fattore di sicurezza, perche' l'automobilista arriva a vedere il limite come un ausilio alla guida: "Ah, 70 all'ora, vuol dire che qui piu' avanti ci sono curve che e' meglio prendere con calma".
In Italia, invece, il limite e' posto praticamente solo per assolvere a due funzioni: di trappola per consentire di attuare prelievo forzoso, prelievo forzoso su cui, non dimentichiamoci, sono arrivati a basare la loro economia moltissimi comuni. Se e' una situazione normale, allora c'e' un concetto assai strano di normale.
La seconda funzione, che poi e' quella principale da cui la seconda e' solo derivata per convenienza e opportunita', e' quella di fornire uno scarico di responsabilita' alla burocrazia che dovrebbe gestire l'infrastruttura.
Se succede qualcosa, non sono imputabile perche' avevo ben detto che non si dovevano superare i 60 all'ora.
Le autostrade (ma anche le statali) sono piene di questi limiti pazzeschi.
Non a caso anche gli italiani piu' rispettosi vanno, comunque, ai 130 (ossia a quello che avevamo detto dovrebbe essere un limite, non la velocita' di crociera), per non parlare di quelli che vanno oltre, che sono un'ampia maggioranza.
E' evidente che c'e' un forte scollamento tra quello che la logica, la fisica e l'esperienza e sensibilita' di ciascuno raccomandano e quanto la legge sancisce, per interessi che , dimostratamente, hanno poco o nulla a che fare con la sicurezza...
E' importante che le riviste di settore e l'opinione pubblica si mobilitino per correggere questo stato di cose, assolutamente deleterio.
 
Se non erro, ci fu un articolo di quattroruote in cui si spiegava che su una strada senza limiti, l'85% degli automobilisti avrebbe mantenuto una velocità simile, dimostrando che ci si autolimita spontaneamente a seconda della strada che stiamo percorrendo adeguandosi così ad una velocità "fisiologica".
Ora, è impensabile che si misuri la velocità media su ogni singola strada per fare limiti ad hoc, ma è pur vero che li infrangiamo molto spesso perchè molto spesso sono assurdamente bassi rispetto a quelli reali ottenibili su quella strada. Limiti, come detto da Octane, messi solo per far cassa e come scarico di responsabilità del gestore della strada (è meno costoso ribassare un limite che, per esempio, rifare un tracciato non più adeguato al volume di traffico odierno).
 
Allora primo vorrei sapere in base a cosa affermi la teoria della "velocità ideale" alla quale l'attenzione non cala!
Perchè ti posso rispondere che un gruppo di ricercatori inglesi aveva pubblicato su science un articolo sulla loro ricerca secondo cui qualunque essere umano ha un calo di concentrazione fisiologico ogni 20/30 minuti di attenzione. Qualunque fosse la mansione svolta...
Poi tu parli di ragionevolezza e di demandare ad ogni singolo guidatore la scelta della velocità congrua da tenere, ma quando si parla di sicurezza e di comportamenti corretti da tenere per dei gruppi di persone non si ragiona così.
Invece,quando si pone un limite, si prende il caso medio di pericolo e si fissa il limite MOLTO più in basso, non ha importanza se esiste un singolo che potrebbe mettere il limite molto al di sopra della media, questo si adatta e segue anche lui le stesse direttive. Questo è vivere in una comunità.
Poi vengono messe altre norme per il pericolo non quantificabile, ad esempio affrontare gli incroci col piede pronto a frenare o entrare nelle rotonde con la seconda innestata (a velocità molto ridotta, non in seconda a 6000rpm), e anche queste norme di comportamento dovrebbero essere rispettate allo stesso modo da tutti in qualunque caso e non a seconda delle situazioni ("si ma tanto non arriva nessuno").
Infine c'è la condotta generale di comportamento che viene richiesta alla coscienza del singolo e che deve essere il più prudente possibile...
Il limite non è come dici tu " Il limite deve dunque rappresentare il LIMITE oltre il quale si corre un pericolo oggettivo. ", ma il limite oltre il quale ho ancora amplissimo margine prima di correre un pericolo...
che poi 130 in autostrada siano oggettivamente pochi posso anche essere d'accordo....

questo significa sicurezza...
 
littledevil ha scritto:
Allora primo vorrei sapere in base a cosa affermi la teoria della "velocità ideale" alla quale l'attenzione non cala!
Perchè ti posso rispondere che un gruppo di ricercatori inglesi aveva pubblicato su science un articolo sulla loro ricerca secondo cui qualunque essere umano ha un calo di concentrazione fisiologico ogni 20/30 minuti di attenzione. Qualunque fosse la mansione svolta...
Mi pare autoevidente che nessun essere umano puo' proseguire indefinitamente a svolgere una funzione senza un calo di resa, dunque di cosa stiamo parlando?
Semplicemente, entro certi livelli si ha la resa massima.
Sopra si ingenera stress e rischio, sotto si ingenera distrazione, sonnolenza e rischio.

Poi tu parli di ragionevolezza e di demandare ad ogni singolo guidatore la scelta della velocità congrua da tenere, ma quando si parla di sicurezza e di comportamenti corretti da tenere per dei gruppi di persone non si ragiona così.
Invece,quando si pone un limite, si prende il caso medio di pericolo e si fissa il limite MOLTO più in basso, non ha importanza se esiste un singolo che potrebbe mettere il limite molto al di sopra della media, questo si adatta e segue anche lui le stesse direttive. Questo è vivere in una comunità.
Poi vengono messe altre norme per il pericolo non quantificabile, ad esempio affrontare gli incroci col piede pronto a frenare o entrare nelle rotonde con la seconda innestata (a velocità molto ridotta, non in seconda a 6000rpm), e anche queste norme di comportamento dovrebbero essere rispettate allo stesso modo da tutti in qualunque caso e non a seconda delle situazioni ("si ma tanto non arriva nessuno").
Infine c'è la condotta generale di comportamento che viene richiesta alla coscienza del singolo e che deve essere il più prudente possibile...
Il limite non è come dici tu " Il limite deve dunque rappresentare il LIMITE oltre il quale si corre un pericolo oggettivo. ", ma il limite oltre il quale ho ancora amplissimo margine prima di correre un pericolo...
che poi 130 in autostrada siano oggettivamente pochi posso anche essere d'accordo....

questo significa sicurezza...

Questa e' una tua opinione, che pero' contrasta con gli studi sopra citati e con i metodi di valutazione rischio elaborati e accettati in tutto il mondo (laddove la valutazione di rischio sia fatta in modo tecnico e non con secondi fini politici o, peggio economici).

Le leggi fatte bene vengono fatte in modo pratico, coniugando l'esigenza di svolgere una funzione basandosi sulla buona competenza nella tecnica necessaria a svolgerla.
Tirare al minimo comun denominatore serve solo a fare leggi mal fatte e come scarico di responsabilita' per chi dovrebbe gestire la cosa.
Peggio di tutto, priva di credibilita' la misura di sicurezza stessa, cosa peggiore di tutte.
 
99octane ha scritto:
littledevil ha scritto:
Allora primo vorrei sapere in base a cosa affermi la teoria della "velocità ideale" alla quale l'attenzione non cala!
Perchè ti posso rispondere che un gruppo di ricercatori inglesi aveva pubblicato su science un articolo sulla loro ricerca secondo cui qualunque essere umano ha un calo di concentrazione fisiologico ogni 20/30 minuti di attenzione. Qualunque fosse la mansione svolta...
Mi pare autoevidente che nessun essere umano puo' proseguire indefinitamente a svolgere una funzione senza un calo di resa, dunque di cosa stiamo parlando?
Semplicemente, entro certi livelli si ha la resa massima.
Sopra si ingenera stress e rischio, sotto si ingenera distrazione, sonnolenza e rischio.

Poi tu parli di ragionevolezza e di demandare ad ogni singolo guidatore la scelta della velocità congrua da tenere, ma quando si parla di sicurezza e di comportamenti corretti da tenere per dei gruppi di persone non si ragiona così.
Invece,quando si pone un limite, si prende il caso medio di pericolo e si fissa il limite MOLTO più in basso, non ha importanza se esiste un singolo che potrebbe mettere il limite molto al di sopra della media, questo si adatta e segue anche lui le stesse direttive. Questo è vivere in una comunità.
Poi vengono messe altre norme per il pericolo non quantificabile, ad esempio affrontare gli incroci col piede pronto a frenare o entrare nelle rotonde con la seconda innestata (a velocità molto ridotta, non in seconda a 6000rpm), e anche queste norme di comportamento dovrebbero essere rispettate allo stesso modo da tutti in qualunque caso e non a seconda delle situazioni ("si ma tanto non arriva nessuno").
Infine c'è la condotta generale di comportamento che viene richiesta alla coscienza del singolo e che deve essere il più prudente possibile...
Il limite non è come dici tu " Il limite deve dunque rappresentare il LIMITE oltre il quale si corre un pericolo oggettivo. ", ma il limite oltre il quale ho ancora amplissimo margine prima di correre un pericolo...
che poi 130 in autostrada siano oggettivamente pochi posso anche essere d'accordo....

questo significa sicurezza...

Questa e' una tua opinione, che pero' contrasta con gli studi sopra citati e con i metodi di valutazione rischio elaborati e accettati in tutto il mondo (laddove la valutazione di rischio sia fatta in modo tecnico e non con secondi fini politici o, peggio economici).

Le leggi fatte bene vengono fatte in modo pratico, coniugando l'esigenza di svolgere una funzione basandosi sulla buona competenza nella tecnica necessaria a svolgerla.
Tirare al minimo comun denominatore serve solo a fare leggi mal fatte e come scarico di responsabilita' per chi dovrebbe gestire la cosa.
Peggio di tutto, priva di credibilita' la misura di sicurezza stessa, cosa peggiore di tutte.

no no non è una mia opinione, è come vengono formulati i codici di sicurezza! in ogni ambito...
 
ricte ha scritto:
... Ora, è impensabile che si misuri la velocità media su ogni singola strada per fare limiti ad hoc ...
Invece proprio cosi' andrebbero fatti ... stabilire i limiti in base alla pura "classe" della strada e' riduttivo, considerando le enormi differenze tra - esempio - una superstrada e un'altra ...
 
leolito ha scritto:
ricte ha scritto:
... Ora, è impensabile che si misuri la velocità media su ogni singola strada per fare limiti ad hoc ...
Invece proprio cosi' andrebbero fatti ... stabilire i limiti in base alla pura "classe" della strada e' riduttivo, considerando le enormi differenze tra - esempio - una superstrada e un'altra ...

I limiti vengono tipicamente stabiliti in generale in base alle caratteristiche della strada e, in punti a rischio, specificamente punto per punto.
 
littledevil ha scritto:
no no non è una mia opinione, è come vengono formulati i codici di sicurezza! in ogni ambito...

Le valutazioni di rischio si fanno valutando l'entita' del rischio e la probabilita' che si verifichi, bilanciando la soluzione con le esigenze operative.
L'unico sistema totalmente sicuro e', per definizione, quello inutilizzabile.
 
littledevil ha scritto:
Allora primo vorrei sapere in base a cosa affermi la teoria della "velocità ideale" alla quale l'attenzione non cala!
Perchè ti posso rispondere che un gruppo di ricercatori inglesi aveva pubblicato su science un articolo sulla loro ricerca secondo cui qualunque essere umano ha un calo di concentrazione fisiologico ogni 20/30 minuti di attenzione. Qualunque fosse la mansione svolta...
Poi tu parli di ragionevolezza e di demandare ad ogni singolo guidatore la scelta della velocità congrua da tenere, ma quando si parla di sicurezza e di comportamenti corretti da tenere per dei gruppi di persone non si ragiona così.
Invece,quando si pone un limite, si prende il caso medio di pericolo e si fissa il limite MOLTO più in basso, non ha importanza se esiste un singolo che potrebbe mettere il limite molto al di sopra della media, questo si adatta e segue anche lui le stesse direttive. Questo è vivere in una comunità.
Poi vengono messe altre norme per il pericolo non quantificabile, ad esempio affrontare gli incroci col piede pronto a frenare o entrare nelle rotonde con la seconda innestata (a velocità molto ridotta, non in seconda a 6000rpm), e anche queste norme di comportamento dovrebbero essere rispettate allo stesso modo da tutti in qualunque caso e non a seconda delle situazioni ("si ma tanto non arriva nessuno").
Infine c'è la condotta generale di comportamento che viene richiesta alla coscienza del singolo e che deve essere il più prudente possibile...
Il limite non è come dici tu " Il limite deve dunque rappresentare il LIMITE oltre il quale si corre un pericolo oggettivo. ", ma il limite oltre il quale ho ancora amplissimo margine prima di correre un pericolo...
che poi 130 in autostrada siano oggettivamente pochi posso anche essere d'accordo....

questo significa sicurezza...
se fosse come dici tu il limite autostradale sarebbe ben più basso, dato che i 130 orari non sono certamente velocità entro la quale tutti e tutte le auto godono di ampio margine di sicurezza in caso di emergenza. riprova.
 
skamorza ha scritto:
se fosse come dici tu il limite autostradale sarebbe ben più basso, dato che i 130 orari non sono certamente velocità entro la quale tutti e tutte le auto godono di ampio margine di sicurezza in caso di emergenza. riprova.

Soprassediamo.
Ho fatto una considerazione tecnica supportata da dati statistici e da procedure adottate in tutto il mondo.
Atteniamoci a quella.
Lo stesso Stato ha dichiarato che un limite di 150 all'ora e' adeguato, ma non ha fatto niente per spingere gli enti a dichiarare i tratti consoni.
 
numerose volte, nel corso di lunghi viaggi a velocità ragionevole( 110-120 km/h) sono stato quasi colpito da sonnolenza, il rimedio è stato , ed è, sempre di accelerare fino a velocità di circa 140-150 km/h per alcuni kilometri....la mente si libera della stanchezza grazie all'attenzione richiesta e poi si può ritornare alla solita velocità di crociera....
 

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