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Su Quattroruote

Appena fuori Marrakech, tutto sfuma. La città imperiale, l'alveare di auto e motorini a ogni incrocio, le strade e le aiuole curate, che testimoniano un crescente interesse da parte del turismo europeo. Ma, forse, il Marocco vero è un altro, te ne accorgi uscendo dai grandi centri: strade semi-deserte, fondo tutto irregolare, con piccoli greggi di pecore e caprette che possono spuntare a ogni curva, guardate a vista da bambini scalzi, ma sempre sorridenti.

Fuori gradevole e moderna. È questo il primo terreno sul quale guidiamo la Duster (per un ulteriore approfondimento, vi rimandiamo al numero di giugno di "Quattroruote"), nuova, attesa Suv di Dacia, sesto modello della Casa del Gruppo Renault-Nissan. L'aspetto solido e il design riuscito (ha qualcosa della Nissan Pathfinder) spezzano subito la legge dell'"auto low-cost uguale poco intrigante". Tutt'altro: la Duster si presenta bene, con un look moderno, cerchi da 16", barre sul tetto, passaruota pronunciati, protezioni al sottoscocca e un'altezza da terra che dona autorevolezza. Le misure? Giuste: 4,31 metri di lunghezza, per 1,82 di larghezza.

Dentro, si è badato al sodo. Nell'abitacolo, niente voli di fantasia o soluzioni di pregio, ma quel che serve c'è: soprattutto quattro persone trovano spazio comodamente e anche la capacità di carico è buona (la Casa dichiara da 475 a 1.636 litri); certo, la versatilità aumenta col divano posteriore abbattibile, in opzione sull'allestimento intermedio "Ambiance" e di serie sulla più ricca "Laureate". Semmai si potrebbe obiettare sulla disposizione "poco ergonomicamente corretta" di qualche comando (in particolare della climatizzazione) e sulla mancanza, ad esempio, degli specchi di cortesia su certi allestimenti. Ma, in fondo, se - come vedremo - il prezzo c'è, qualche sacrificio si fa più volentieri. Il bel sedile dotato di efficaci sostegni laterali consente di trovare rapidamente la propria posizione di guida: che è alta, dominante, con buona visuale.

Più agile e versatile col turbodiesel. Ed eccoci al volante della Duster in versione trazione anteriore, dotata del noto motore 1.5 dCi da 85 CV, che non sarà importato in Italia (dove ci sarà la versione più potente, da 110 CV). Ma il test è comunque probante, perché ciò che aiuta di più su strade simili - e, soprattutto, in fuoristrada - è proprio la coppia del diesel, peraltro mai troppo rumoroso. La Duster rifiuta il superfluo, dunque anche il peso della vettura non è eccessivo: un vantaggio quando imbocchiano le piste sterrate, disseminate di trabocchetti e di pietrisco affiorante. Niente d'impegnativo, s'intende, ma è ciò che potrebbe trovarsi di fronte un utente di casa nostra su certe strade di campagna o montagna. Ebbene, la Duster, che proprio fuoristrada puro non è, se la cava bene nell'offroad leggero anche senza la trazione 4x4, con buona maneggevolezza e un'efficace risposta delle sospensioni, anche su passaggi irregolari.

Motore brioso, frizione leggera. Tornando sull'asfalto, s'apprezzano la briosità del motore, la frizione leggera e il tipico cambio Renault a 5 marce. Il passaggio alla Duster 1.6 benzina da 110 CV, sempre 4x2, conferma che il miglior motore per quest'auto - e per l'utilizzo che ne farà il cliente - è il turbodiesel. La coppia del 1.6, infatti, erogata abbastanza in alto, costringe a insistere con l'acceleratore, a far ricorso frequentemente al cambio, con possibile ricaduta meno favorevole sui consumi. Rimane comunque una motorizzazione più che adeguata alla massa e adatta a chi non percorre troppa strada.

Prezzi: molto allettanti, ma se la vuoi con? Parliamo un po' di prezzi. Quello dell'entry level - allestimento "Duster", col 1.6 da 110 CV e 4x2 - è sorprendente: 11.900 euro, ma per questa cifra dovrete fare a meno di quasi tutto: e, pagando, potrete aggiungere solo le barre sul tetto, la ruota di scorta di dimensioni normali e la vernice metallizzata. La "prima" Duster 4x4 è la 1.6 benzina in allestimento intermedio "Ambiance", che costa 14.700 euro, mentre per la versione integrale top a gasolio, la "Laureate" 1.5 dCi Fap, ci vogliono 17.900 euro: qui, di serie ci sono il divano posteriore abbattibile frazionato, il sedile guida e le cinture di sicurezza anteriori regolabili in altezza, le barre sul tetto, il clima manuale e i fendinebbia. L'Esp si paga a parte, 350 euro, ma questa è anche l'unica versione su cui è offerto. Un peccato per un modello che ha tutte le carte in regola per affermarsi sui mercati più diversi e che in Italia avrà il suo weekend di lancio l'8 e 9 maggio.
 

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