"Il signor Fiat" è un libro che aveva mio padre e ora ho in libreria io, da quando mio padre non c'è più (ovvero dal 2008) e l'ho letto a suo tempo. Ovviamente il "signor Fiat" è Gianni Agnelli. Il libro fu scritto da Enzo Biagi (editore Rizzoli) nel 1976, un anno non certo buono per la Fiat, che dopo la "Guerra del Kippur" e la conseguente stretta petrolifera, che provocò una catastrofe economica mondiale, attraversò una grave crisi di vendite, di fatturato, di sopravvivenza, che portò anche all'ingresso nel capitale di sostanziosi fondi libici.
Ieri sera però ho visto un documentario di Sky, intitolato semplicemente "Agnelli", e devo dire che mi è piaciuto molto, anche perchè vengono rivelati retroscena che aumentano l'ammirazione che ho sempre avuto verso di lui.
E' vero, molti lo hanno criticato e lo criticano ancora, anche da morto, ma credo che la maggioranza di coloro che lo hanno criticato o erano invidiosi della sua ricchezza o non lo conoscevano bene. Io penso che un uomo vada giudicato soprattutto da quello che fa (o ha fatto) e non da quello che dicono di lui.
Nel documentario si racconta (tra l'altro) e non solo attraverso testimonianze dei parenti (ovviamente di parte) ma anche di osservatori non coinvolti direttamente, come giornalisti o altri imprenditori (Furio Colombo, Gianni Riotta, Carlo De Benedetti per esempio), che proprio durante la grande crisi degli anni '70 la Fiat avrebbe dovuto licenziare 70.000 dipendenti, ma lui disse che non avrebbe mai messo in mezzo alla strada così tante persone: "No, non lo farò mai, chi assumerebbe queste persone, soprattutto in questo periodo di crisi?" E non lo fece, ovviamente. Giunse invece alla decisione, già citata, di inserire nel capitale "la Libia", compresi alcuni elementi nel CDA. Ma anni dopo riacquistò quei fondi.
Nel documentario si dice pure (ma lo scrissi, nel mio piccolo, anch'io nella mia tesi di laurea in economia "L'industria automobilistica nello sviluppo economico italiano") che la Fiat per decenni è stata il pilastro principale dell'economia italiana, la locomotiva dello sviluppo economico del Paese nel dopoguerra. Ma questo è ben noto. Forse molti non sanno però che le Fiat 124 vendute nel mondo furono ben 4.000.000, e le Fiat 128 2.800.000, numeri impressionanti anche oggi (fonte? La mia tesi, pag.98, ovviamente con bibliografia). E i dipendenti, incluso l'indotto, raggiunsero il milione.
Un altro retroscena, non so quanto noto, che viene raccontato, è che Cesare Romiti non fu scelto da Agnelli, ma fu praticamente "imposto" dal burattinaio della finanza italiana di tanti anni fa: Enrico Cuccia. Un nome e un cognome che non hanno certo bisogno di presentazioni. C'è chi dice che, soprattutto negli anni di crisi, il "capo" della Fiat, il principale "dirigente" fosse proprio Enrico Cuccia............
Si racconta anche dell'ascesa del comunismo in Italia, del "pericolo" che ravvisava l'"avvocato" in questa ascesa, delle Brigate Rosse e di Aldo Moro, degli scioperi del 1980 e della successiva "Marcia dei 40.000". Ma non vado oltre, anche per ossequio al regolamento.
Toccante anche il racconto del suicidio del figlio Edoardo Agnelli, che a 46 anni si lasciò cadere nel vuoto da un'altezza di 80 (c'è chi dice 100) metri. Perchè? Beh, per i tentennamenti sul ruolo da leader che poteva essere a lui assegnato. Cosa non fatta per ragioni oscure, ma quasi certamente per la sua dissolutezza, la dipendenza dalla droga. Pare che Gianni non si riprese mai da questa terribile tragedia, avvenuta tre anni prima della sua scomparsa, dovuta come noto a un devastante tumore alla prostata.
Ma la cosa che alla fine mi ha un po' commosso, è stata la testimonianza, questa si di esponenti della famiglia, su quanto avvenne dopo la morte dell'"avvocato". Una fila, una "processione" di persone che andarono dai familiari per raccontare un gesto di umana generosità, di carità, di aiuto, di sostegno (certamente economico, ma anche solo per dei "posti" ottenuti grazie all'azienda della famiglia). Tanti gesti evidentemente compiuti in silenzio, senza sbandierarli ai 4 venti, come si dovrebbe fare.
Ovviamente spendeva anche tanto per sè e i suoi: ville, barche, auto, viaggi e quant'altro. Ma ci sta dato che ha sostenuto l'economia di una nazione intera per almeno mezzo secolo.........
Per me un documentario interessante. Da vedere. C'è anche una parte iniziale, che ancora non ho visto. Scusate la lunghezza del post, ma tanto leggerlo è facoltativo.
Ieri sera però ho visto un documentario di Sky, intitolato semplicemente "Agnelli", e devo dire che mi è piaciuto molto, anche perchè vengono rivelati retroscena che aumentano l'ammirazione che ho sempre avuto verso di lui.
E' vero, molti lo hanno criticato e lo criticano ancora, anche da morto, ma credo che la maggioranza di coloro che lo hanno criticato o erano invidiosi della sua ricchezza o non lo conoscevano bene. Io penso che un uomo vada giudicato soprattutto da quello che fa (o ha fatto) e non da quello che dicono di lui.
Nel documentario si racconta (tra l'altro) e non solo attraverso testimonianze dei parenti (ovviamente di parte) ma anche di osservatori non coinvolti direttamente, come giornalisti o altri imprenditori (Furio Colombo, Gianni Riotta, Carlo De Benedetti per esempio), che proprio durante la grande crisi degli anni '70 la Fiat avrebbe dovuto licenziare 70.000 dipendenti, ma lui disse che non avrebbe mai messo in mezzo alla strada così tante persone: "No, non lo farò mai, chi assumerebbe queste persone, soprattutto in questo periodo di crisi?" E non lo fece, ovviamente. Giunse invece alla decisione, già citata, di inserire nel capitale "la Libia", compresi alcuni elementi nel CDA. Ma anni dopo riacquistò quei fondi.
Nel documentario si dice pure (ma lo scrissi, nel mio piccolo, anch'io nella mia tesi di laurea in economia "L'industria automobilistica nello sviluppo economico italiano") che la Fiat per decenni è stata il pilastro principale dell'economia italiana, la locomotiva dello sviluppo economico del Paese nel dopoguerra. Ma questo è ben noto. Forse molti non sanno però che le Fiat 124 vendute nel mondo furono ben 4.000.000, e le Fiat 128 2.800.000, numeri impressionanti anche oggi (fonte? La mia tesi, pag.98, ovviamente con bibliografia). E i dipendenti, incluso l'indotto, raggiunsero il milione.
Un altro retroscena, non so quanto noto, che viene raccontato, è che Cesare Romiti non fu scelto da Agnelli, ma fu praticamente "imposto" dal burattinaio della finanza italiana di tanti anni fa: Enrico Cuccia. Un nome e un cognome che non hanno certo bisogno di presentazioni. C'è chi dice che, soprattutto negli anni di crisi, il "capo" della Fiat, il principale "dirigente" fosse proprio Enrico Cuccia............
Si racconta anche dell'ascesa del comunismo in Italia, del "pericolo" che ravvisava l'"avvocato" in questa ascesa, delle Brigate Rosse e di Aldo Moro, degli scioperi del 1980 e della successiva "Marcia dei 40.000". Ma non vado oltre, anche per ossequio al regolamento.
Toccante anche il racconto del suicidio del figlio Edoardo Agnelli, che a 46 anni si lasciò cadere nel vuoto da un'altezza di 80 (c'è chi dice 100) metri. Perchè? Beh, per i tentennamenti sul ruolo da leader che poteva essere a lui assegnato. Cosa non fatta per ragioni oscure, ma quasi certamente per la sua dissolutezza, la dipendenza dalla droga. Pare che Gianni non si riprese mai da questa terribile tragedia, avvenuta tre anni prima della sua scomparsa, dovuta come noto a un devastante tumore alla prostata.
Ma la cosa che alla fine mi ha un po' commosso, è stata la testimonianza, questa si di esponenti della famiglia, su quanto avvenne dopo la morte dell'"avvocato". Una fila, una "processione" di persone che andarono dai familiari per raccontare un gesto di umana generosità, di carità, di aiuto, di sostegno (certamente economico, ma anche solo per dei "posti" ottenuti grazie all'azienda della famiglia). Tanti gesti evidentemente compiuti in silenzio, senza sbandierarli ai 4 venti, come si dovrebbe fare.
Ovviamente spendeva anche tanto per sè e i suoi: ville, barche, auto, viaggi e quant'altro. Ma ci sta dato che ha sostenuto l'economia di una nazione intera per almeno mezzo secolo.........
Per me un documentario interessante. Da vedere. C'è anche una parte iniziale, che ancora non ho visto. Scusate la lunghezza del post, ma tanto leggerlo è facoltativo.
Ultima modifica: