<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Il giovane Schumacher, ricordiamolo al di fuori delle statistiche | Il Forum di Quattroruote

Il giovane Schumacher, ricordiamolo al di fuori delle statistiche

Da
http://members.xoom.virgilio.it/shuttle78/news_pentacampione1.htm

Gli anni del Kart (1984 - 1987)

All'inizio è uno dei tanti ragazzi di talento che sperano di lanciarsi nel mondo delle corse automobilistiche: ce la farà ad emergere pur impegnandoci 4 anni.

SI PENSERA': Michael Schumacher pentacampione in F.1, chissà quanti titoli ha vinto quando correva con i kart... Errore! Il tedeschino, nelle gare iridate o continentali, era divenuto una soda di Gimondi, I'eterno secondo. Anzi, meglio dire I'eterno terzo. E' il 1984 quando il quindicenne kartista Michael Schumacher debutta in campo internazionale per disputare la gara di Coppa del Mondo della classe 100 Junior sulla pista francese di Laval. Il piccolo Schumi indossa una modesta tuta blu, un anonimo casco bianco con bandierina tedesca ai lati e, fatto impensabile oggi, non dispone di un mezzo ufficiale, di una squadra "vera" intenta a lavorare esclusivamente per lui. Ad aiutarlo, semplicemente il padre Rolf e un meccanico. Non fa troppa strada il piccolo Schumacher, presto bloccato dalla rottura del motore. Ci rimane male, figuriamoci, e I'anno seguente decide di riprovarci. Questa volta, a le Mans, le cose vanno decisamente meglio. Michael si inserisce nel gruppetto dei migliori e si classifica al terzo posto finale battuto da Gilardi, grande speranza italiana arenatasi nella F3, e McNish, oggi pilota Toyota in F1. Nel 1986 sale di categoria: ad aspettarlo ~ la classe 100 Intercontinentale A. La gara del campionato europeo si disputa a Oppenrod, in Germania, e Schumacher non può mancare, sempre accompagnato dal suo orribile casco bianco e dal team praticamente fatto in casa, Michael, nonostante la pioggia, oggi suo terreno preferito, deve inchinarsi allo svedese Lundberg e al connazionale Kelleners, due ragazzi che non avranno un luminoso futuro nelle corse automobilistiche. Ancora terzo, quindi. Siamo nel 1987: nel mondiale della classe Formula K Michael è disperso, uno dei tanti.
Un campionato, però, riesce a vincerlo. E' I'europeo della Intercontinentale A che si corre a Goteborg, in Svezia. A dire la verità, Schumacher occupa, indovinate un po', la terza posizione dietro alla coppia italiana, anzi, emiliano-romagnola, Zanardi-Orsini. Quando mancano soltanto due giri alla bandiera a scacchi, Orsini tenta un disperato assalto a Zanardi con il risultato di eliminare entrambi. Schumacher, senza volerlo (sembra di rivedere il film di Magny-Cours ... ) si ritrova primo e campione europeo. Finalmente. A dire la verità, a fine corsa il secondo ciassificato, il danese Bollingtoft, presenta reclarno perchè il meccanico di Michael è intervenuto sui motore quando i kart erano pronti alla partenza, operazione non consentita. I commissari non verbalizzano l'accaduto, il fatto quindi non sussiste e la classifica finale viene confermata. E' il primo successo "iegale" di Schumacher. Anche in questo campo ne otterrà degli altri...

Le Formule minori (1988-1989)

Sono finiti i tempi grami del Kart, ora Michael è tenuto d'occhio da preparatori e manager, anche se a volte dorme nel furgone del team.

CON IL TITOLO europeo karting Intercontinentale A in tasca, nel 1988 Schumacher decide di tentare il salto sulle monoposto. In Germania, il 19enne di Kerpen non è sconosciuto agli addetti ai lavori, e viene contattato da un preparatore, Gustav Hoeker, che gestisce monoposto nella Formula Konig, serie addestrativa che utilizza telai e motori della italiana Formula Panda. Nella corsa del debutto a Hockenheim, Michael giunge secondo, ma il primo classificato viene squalificato. E' vittoria, quindi, successo ingigantito dalle difficoltà con cui Schumacher disputa la gara. Infatti, rompe subito il pomello del cambio, ma non si arrende. Tolto il guanto, lìarto è completamente insanguinato. La forza d'animo di Schumacher spaventa. Al pari del suo abbigliamento, tipicamente tedesco, che vede al primo posto una serie di inguardabili camicie a fiori. Per non parlare dei baffetti che sfoggia con disinvolta sicurezza. Almeno è cambiato il casco: calotta azzura, banda rossa ai lati, bianco dominante. Il talento di Michael emerge prepotentemente: su dieci gare
di campionato, ne vince nove. Sempre nel 1988, Jurgen Dilke gli regala la possibiltà di gareggiare nella serie europea della F.Ford con il team Eufra. Per ridurre le spese al minimo, Schumacher dorme nel furgone della squadra. Questa esperienza in campo continentale è positiva: secondo in campionato dietro a Salo (che poi lo sostituirà alla Ferrari nel 1999 dopo hncidente di Silverstone), un successo a Salisburgo sul bagnato. Josef Kaufmann e Willi Weber, titolari di due scuderie rivali di F3 gli mettono gli occhi addosso. La spunta il secondo che lo ingaggia per il 1989 con un contratto particolare che lo lega a lui per dieci anni! Per tre stagioni pagherà tutto Weber poi, se ci saranno guadagni, a lui spetterà il venti per cento. Determinante un test sostenuto da Schumacher al Nurburgring, che lascia senza fiato Weber. Nel 1989, Schumacher perde il campionato tedesco di F3 all'ultima gara, battuto per un punto da Wendlinger, mentre Frentzen finisce secondo a pari merito. Due piloti, Wendlinger e Frentzen, di altissimo livello. A Macao, una sora di mondiale della F3, vince la prima manche, ma si ritira nella seconda. Nel 1990 conquista il campionato tedesco di F3 battendo Rensing. All'ultima gara, con il titolo già in tasca, viene però battuto da un certo Hakkinen, campione della F3 inglese e invitato una tantum in Germania. A Le Mans c'è la Coppa Europa di F3. Schumi battaglia con Zanardi, vince, ma è squalificato. Dopo un incidente al primo via (gara sospesa) infatti, si ripresenta sullo schieramento con una monoposto che ha un motore diverso, Opel anzichè Volkswagen. Se ne accorgono a motori spenti e il titolo va giustamente a Zanardi. A Macao, invece, duella con Hakkinen, che vince alla prima manche, subisce una furbata di Michael nella seconda e si gioca la corsa che va al tedesco.
E' la consacrazione.

Gli anni del Gruppo C (1990-1991)

Le due stagioni disputate con i potenti e pesanti prototipi nell'ambito dello Junior Team Mercedes si rivelano molto formative.

NEL 1990, parallelamente all'impegno nel campionato tedesco di Formula 3, Michael Schumacher si ritrova parte dello &lt;junior team&gt;, un interessante programma ideato dalla Mercedes per 1'impegno che sta sostenendo nel mondiale Prototipi. Con Schumacher ne fanno parte anche Wendlinger e Frentzen che, a turno, devono affiancare nelle varie gare del campionato l'sperto Jochen Mass. La prima gara che Michael disputa con la C11, una &lt;bestia&gt; difficile da guidare per 1'enorme potenza che sprigiona l'otto cilindri turbo e per il peso, e gestita dal team Sauber, si svolge a Digione. E' il 22 luglio, piena estate, gran caldo. Schumacher guida nel secondo turno ed eredita da Mass la seconda posizione, a 20" dalla vettura gemella di SchlesserBaldi. Il tedesco spinge forte e riduce il gap a 8" cedendo poi nuovamente il volante a Mass. Schumi stupisce tutti e i vertici Mercedes capiscono subito chi è il numero uno fra i tre giovani ingaggiati. Viene così chiamato a partecipare anche alla gara del Nurburgring. In qualifica, Schumacher è più rapido di Mass, ma non di Schlesser. E in gara Michael mostra la propria abiiità, anche se alla fine è nuovamente secondo. Troppo lento quel Mass... La terza e ultima gara stagionale che il ragazzo,di Kerpen disputa per la Mercedes è a Città del Messico. Mass si gioca il titolo piloti con Schlesser e Baldi. Questi vincono, ma vengono squalificati e, a tavolino, il primo posto passa al vecchio Jochen e al giovane rampante Schumacher. l'hanno seguente, Michael viene confermato come pilota ufficiale della Mercedes, la quale si esibisce ormai in prima persona e non più dietro al nome Sauber. AI suo fianco c'è Karl Wendlinger. La vettura è la C291 con motore atmosferico 12 cilindri boxer. La stagione è condizionata dalla fragilità del propulsore. Su sette gare, Schumacher e Wendlinger si ritirano ben cinque volte. Quando però vedono I'arrivo, i due babies coliezionano un primo e un secondo posto. Il successo è all'ultima gara ad Autopolis, in Giappone. Nel 1991, Michael fa la sua prima e finora unica esperienza alla 24 Ore di Le Mans. La Mercedes rispolvera per lui, Wendlinger e Kreutzpointner la C11 turbo. Saranno protagonisti e al termine della maratona conquistano la quinta piazza per qualche problema tecnico di troppo. AI Nurburgring, in una gara del mondiale Prototipi, Schumacher per la prima volta si ritrova duramente contestato da un pilota per scorrettezze, anche se le avvisaglie c'erano state a Macao 1990 con Hakkinen. Il fatto avviene in qualifica e a incavolarsi è Warwick, della Jaguar, che rincorre Michael il quale cerca rifugio nel van Sauber. Senza successo... Lo avrà invece con Corinna che sottrae con scaltrezza dal cuore e dalle mani di Frentzen .

In quel 1991 a disputare il mondiale Prototipi c'era anche la squadra Peugeut, guidata da un certo Jean Todt, qui con Keke Rosberg. Sotto, i primi anni '90 sono fantastici per per il mondiale Prototipi, che vede in lizza grandi marche come Jaguar, Peugeut e Mercedes.

Il debutto nei GP (1991-1993)

Appena approdato alla massima formula, Schumacher diventa un pezzo pregiato del mercato e un demolitore di compagni di squadra.

UNA DATA che Michael Schumacher non dimenticherà è il 20 agosto del 1991. Quel giorno, il pilota tedesco della Mercedes nel mondiale Prototipi sale per la prima volta su una monoposto di F.1: la Jordan. L'occasione viene colta al volo da Jochen Neerpasch, direttore sportivo della Casa della stella a tre punte che è interessata al futuro in F,1 del giovane
Michael. Gli antefatti sono noti, e anche abbastanza clamorosi: Bertrand Gachot, il pilota ufficiale della Jordan (1'altro è Andrea De Cesaris) è finito in prigione a Londra dopo un diverbio con un tassista... Il belga è costretto a saltare proprio il Gp di casa, a Spa.
Jordan si guarda intorno, pensa a Johansson, ma è incuriosito dall'offerta Mercedes e da questo Schumacher. Il test a Silverstone convince Jordan e lo stesso Michael, anche se ail'inizio, dopo i primi tre giri, si impressiona non poco per l'agilità e la velocità della Jordan, soprattutto in confronto con i pesanti Prototipi cui Michael si era abituato.
E' fatta.
Schumi debutta in F.1 sulla pista più difficile al mondo, Spa, che però è la preferita dal ragazzo di Kerpen, che abita di Ià dal confine ma non lontano dalle Ardenne. In qualifica è settimo, il mondo della F.1 rimane a bocca aperta, Jordan gongola ma già Weber e la Mercedes iniziano a intavolare trattative con la Benetton. In gara, però, Schumacher brucia la frizione al via e si ferma dopo duecento metri. Peccato, ma non è un problema. Il suo futuro in F.1 non finisce a Spa. A Monza, infatti, dieci giorni dopo, la Benetton annuncia di aver ingaggiato per il resto della stagione il 21enne Michael Schumacher e appieda Moreno. A Eddie Jordan non resta che mandar giù un boccone amaro: troppo bassa l'offerta economica fatta rispetto a quella di Briatore.
Nella gara monzese, Schumi si piazza al quinto posto subito davanti al blasonato compagno di squadra Piquet. Nel 1992 scatta il duello con Senna. A San Paolo Michael accusa Aydon di avere volutamente rallentato davanti a lui in qualifica, creando una condizione di pericolo. Ma il tedesco lo dice alla stampa e non a Senna. Che si rifà a Magny-Cours quando Michael innesca una collisione nel corso del primo giro. Gara sospesa e Senna quasi viene alle mani con Michael. Sulla pista di Spa, un anno dopo il debutto, il tedesco delta Benetton vince il suo primo Gp e per di più sotto una pioggia battente. Sarà terzo nella classifica finale del mondiale, dietro Mansell e Patrese. Distrutto il compagno di squadra Brundle. Net 1993, sempre con la Benetton-Ford, è quarto net mondiale; tanti ritiri, ma anche una vittoria a Estoril. Con Schumacher c'è il 41enne Patrese. Non c'è confronto e la squadra dedica mille attenzioni al solo tedesco. Riccardo a fine anno si ritira.

I primi due Mondiali (1994-1995)

Ora Micheal è pronto per diventare campione del mondo, e ci riesce nel corso della stagione forse più tragica della recente storia della Formula 1.

FRANK DERNIE, ingegnere della Benetton fino alla stagione
1994, è preoccupato. Il suo pilota, Schumacher, nei primi due anni completi nel team di Briatore si è dimostrato piuttosto svogliato nell'affrontare i test. In questo ricordava un pò i ferraristi Alesi e Berger. Ma alla vigilia della stagione che lo decreterà per la prima volta campione del mondo, Schumacher cambia decisamente atteggiamento. Maggiore preparazione fisica e mentale, voglia di testare qualsiasi cosa venga preparata dalla squadra. Dernie si stupisce: &lt;Adesso è lui che mi chiama in continuazione, vorrebbe provare sempre&gt;.
Ritiratosi definitivamente Prost, la lotta per liride è ristretta a due nomi: Senna, che ha preso il posto del francese sulla Williams Renault, e Schumacher alla guida della Benetton-Ford progettata da Byrne e Brawn. A San Paolo accade quello che non ci si aspetta. Senna, padito dalla pole, dopo la fase dei pit-stop si ritrova alle spalle del tedesco. Che spinge tanto forte che Ayrton, per non perdere la scia della Benetton, commette un errore e si ritira. La vittoria più bella di Schumacher. Replica ad Aida. Senna è ancora in pole, ma alla prima curva dopo il via rimane coinvolto in una collisione multipla e Schumacher vince indisturbato. Si arriva a lmola. L'attenzione è massima, si profila un nuovo duello come quello che aveva visto mitici protagonisti lo stesso Senna e Prost. Ma il Gp di San Marino 1994 diverrà il più tragico della storia recente della F.1. Nelle qualifiche muore Ratzenberger (Simtek) uscito con violenza alla Villeneuve. Senna e i suoi collegbi sono profondamente turbati. Il brasiliano, con il cuore triste, conduce con sicurezza la gara. Ha fatto una promessa. Vuole vincere e compiere il giro di rientro ai box con la bandiera austriaca in onore di Ratzenberger. Non potrà mai farlo, al Tamburello si interrompe la sua leggenda. Vince Schumacher, ma non importa a nessuno, neanche a lui. A Montecarlo si sfiora nuovamente il dramma: Wendlinger, nelle prove, sbatte all'uscita del tunnel ed entra in coma. Schumi riesce a mantenersi freddo e si aggiudica il Gp. Chi pub fermarlo? Sbuca Hill, con la Williams. Infuriano le polemiche sulla presunta irregolarità tecnica della Benetton quando si copre un software che aiuterebbe la B194 in partenza. Briatore e Schumacher diventano antipatici a tutti. Per la stella emergente il crollo di immagine è notevole quando ignora uno stop-and-go a Silverstone e viene fermato con la bandiera nera. Verrà squalificato anche a Spa: usura irregolare del pattino sottoscocca. La Fia si accanisce sulla Benetton e ferma Schumacher per le gare di Monza e Estoril. Michael inizia ad assumere un atteggiamento arrogante. Hill ne approfitta e costringe il tedesco a giocarsi il mondiale all'ultima gara, ad Adelaide. Schumi, otto vittorie, ha un vantaggio su Damon, sei successi, di un solo punto. Nel Gp di Australia, Michael è davanti a Hill. Commette un errore, sbatte contro un muretto all'uscita di una curvetta a sinistra. Rientra in pista mentre arriva Damon, l'inglese della Williams si getta allInterno, Schumacher gli si butta addosso. Solo costringendo Hill al ritiro può far suo il campionato del mondo. Manovra riuscita. La Germania impazzisce di gioia.
 
acleMl270cdi ha scritto:
AleXio_82 ha scritto:
Ma t'ha trombato la moglie che ce l'hai così tanto con lui?

ihihihih, purtroppo no
fabri-fibra-bugiardo.jpg
 
E' ammirevole la tua perseveranza nel cercare di convincerci che codesto Schumacher sia una mezza calzetta , ora se ti diciamo che ci hai convinto vivresti felicemente?
 
Concordo con acleMl270cdi, che si dimostra pure molto informato.
Ricordo anni fa un suo collega nella Ferrari di F1 che in un'intervista tristemente ammetteva che Shumi è sì un grande pilota, ma umanamente è un miserabile.
 
biscotto51 ha scritto:
Concordo con acleMl270cdi, che si dimostra pure molto informato.
Ricordo anni fa un suo collega nella Ferrari di F1 che in un'intervista tristemente ammetteva che Shumi è sì un grande pilota, ma umanamente è un miserabile.
E tu pensi che sia vero...
 

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