<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Elettronica nelle auto | Il Forum di Quattroruote

Elettronica nelle auto

Ciao a tutti, mi presento mi chiamo Stefano, ho scelto la sezione "Fiat" perché non trovavo la sezione giusta. Comunque, oggi vorrei discutere con voi dell'elettronica, ma un argomento diverso e particolare. Mi interessa molto questo aspetto e non ne so molto a riguardo, sono curioso di capire la riparazione delle centraline, magari qualcuno di voi ha messo mano o si intende di riparazione oppure non è proprio possibile riparare centraline, mi sembra strano però. Vorrei sentire anche i vostri pareri del vostro mestiere, cosa vedete tutti i giorni, cosa vi capita, se è facile, se è mai stato facile oppure è sempre una rottura. Potete anche ampliare l'argomento sono molto curioso in materia.

Vedo questa cosa che non mi piace molto, lo spreco, quando una centralina ha problemi si butta via e si compra una nuova centralina e parlo anche di centraline vecchie, anni 90. E' successo recentemente che il mio datore di lavoro ha cambiato centralina candelette, un intero faro perché non andava la centralina, la centralina finestrini, in un volkswagen crafter del 2021.
Io sono per il riutilizzo e il riciclo, so che in molti casi non è possibile ma magari una centralina che ha solo un problema di condensatori (dico a caso) o magari qualche chip che ha smesso di funzionare o qualcosa di bruciato, si tende a cambiare tutto. Non so le centraline moderne cosa abbiano al suo interno, ho visto la digiplex 2 med 434A, invece la bosch no, ma suppongo sia sempre dotata di una scheda madre con chip e piste di impulsi per ogni cosa, molto semplificata.

Oggi più che mai diventa sempre più difficile stare dietro a tutta l'elettronica che è diventata il fulcro della macchina, e sento che per ogni problema che ha la macchina si finisce sempre per dare la colpa all'elettronica che nella maggioranza dei casi è vero, centraline difettose, problemi elettrici di ogni tipo. Quindi pensando ad oggi la vedo molto dura riuscire ad aggiustare una centralina, ma se ci concentriamo su macchine d''epoca, dove le centraline facevano pochissime cose, iniezione e accensione ad esempio, c'era la digiplex sulla fiat e la bosch, molto basilari come collegamenti, io sulla mia Fiat uno 70 ie del 1992 ho proprio queste due, ma sono sicuro che appena avrò problemi mi toccherà cambiare centralina, perché non saprei nemmeno a chi affidarmi e proprio un elettrauto mi ha detto di cambiare centralina se dovessi avere problemi, se dovessi riscontrare anomalie, che a me sembra assurdo, dovrei buttare una centralina e spendere 80 euro se mi va bene per averne una usata, a me piacerebbe proprio capire come funziona, tra chip, condensatori, sarebbe anche bello non sprecare ciò che abbiamo e vedo che in realtà negli ultimi anni non sta andando proprio così.
 
Con l'estrema miniaturizzazione dell'elettronica, non so se esistano più schede riparabili come lo erano quelle degli anni '70/80
Ad esempio, qui sotto la parte elettronica di un alimentatore di quegli anni, si vedono bene tre transistor di potenza, due condensatori grossi e due più piccoli, un paio di dividi e resistenze, alcuni condensatori di minore capacità, una bobina di accordo e qualche altra minuteria, con le posizioni ben marcate sulla scheda.

Basato-sul-design-del-doppio-transistor-l338K-di-espansione-corrente-ad-alta-corrente-Febbre-lineare-scheda.jpg_Q90.jpg_.webp



Già nel corso degli anni '80 i transistor stavano sparendo e pure gli altri componenti discreti andavano riducendosi, ma ancora potevi intervenire (con apposite stazioni di saldatura per i circuiti integrati), oggi temo sarebbe molto difficile reperire ancora ancora gli IC dell'epoca nonché trovare un tecnico, oramai pensionato, che sappia cosa fare

81iypPA7n4L._AC_UF1000,1000_QL80_.jpg
 
Ultima modifica:
Oggi le schede elettroniche sono più o meno così, e la sostituzione dell'eventuale IC guasto (sempre che lo si individui al primo colpo) è decisamente più costosa della sostituzione dell'intera scheda, anche perché più che IC abbiamo microprocessori programmati ad hoc

scheda-elettronica-moderna-con-microchip-e-parti-elettroniche-in-primo-piano.jpg



Senza contare che in molti casi le schede elettroniche, vuoi per questioni di tutela della proprietà intellettuale, vuoi per resistere a condizioni do lavoro difficili, vengono sigillate
Potting-schede-elettroniche-Picotek-Mirandola.jpg
 
Ciao a tutti, mi presento mi chiamo Stefano, ho scelto la sezione "Fiat" perché non trovavo la sezione giusta. Comunque, oggi vorrei discutere con voi dell'elettronica, ma un argomento diverso e particolare. Mi interessa molto questo aspetto e non ne so molto a riguardo, sono curioso di capire la riparazione delle centraline, magari qualcuno di voi ha messo mano o si intende di riparazione oppure non è proprio possibile riparare centraline, mi sembra strano però. Vorrei sentire anche i vostri pareri del vostro mestiere, cosa vedete tutti i giorni, cosa vi capita, se è facile, se è mai stato facile oppure è sempre una rottura. Potete anche ampliare l'argomento sono molto curioso in materia.

Vedo questa cosa che non mi piace molto, lo spreco, quando una centralina ha problemi si butta via e si compra una nuova centralina e parlo anche di centraline vecchie, anni 90. E' successo recentemente che il mio datore di lavoro ha cambiato centralina candelette, un intero faro perché non andava la centralina, la centralina finestrini, in un volkswagen crafter del 2021.
Io sono per il riutilizzo e il riciclo, so che in molti casi non è possibile ma magari una centralina che ha solo un problema di condensatori (dico a caso) o magari qualche chip che ha smesso di funzionare o qualcosa di bruciato, si tende a cambiare tutto. Non so le centraline moderne cosa abbiano al suo interno, ho visto la digiplex 2 med 434A, invece la bosch no, ma suppongo sia sempre dotata di una scheda madre con chip e piste di impulsi per ogni cosa, molto semplificata.

Oggi più che mai diventa sempre più difficile stare dietro a tutta l'elettronica che è diventata il fulcro della macchina, e sento che per ogni problema che ha la macchina si finisce sempre per dare la colpa all'elettronica che nella maggioranza dei casi è vero, centraline difettose, problemi elettrici di ogni tipo. Quindi pensando ad oggi la vedo molto dura riuscire ad aggiustare una centralina, ma se ci concentriamo su macchine d''epoca, dove le centraline facevano pochissime cose, iniezione e accensione ad esempio, c'era la digiplex sulla fiat e la bosch, molto basilari come collegamenti, io sulla mia Fiat uno 70 ie del 1992 ho proprio queste due, ma sono sicuro che appena avrò problemi mi toccherà cambiare centralina, perché non saprei nemmeno a chi affidarmi e proprio un elettrauto mi ha detto di cambiare centralina se dovessi avere problemi, se dovessi riscontrare anomalie, che a me sembra assurdo, dovrei buttare una centralina e spendere 80 euro se mi va bene per averne una usata, a me piacerebbe proprio capire come funziona, tra chip, condensatori, sarebbe anche bello non sprecare ciò che abbiamo e vedo che in realtà negli ultimi anni non sta andando proprio così.

Ciao e benvenuto tra noi, Stefano. La discussione possiamo lasciarla in stanza Fiat perché dici di possedere una Fiat Uno del 1992.
 
D'altra parte questa è stata un'evoluzione. Rammento vividamente una visita fatta con la scuola al centro di calcolo della nostra regione nel 1983 o 1984. Le memorie principali erano come queste, con tanto di misuratore ad acqua del livello di depressione necessario per far aderire il nastro alla testina di lettura.

nel-1960s-all-interno-di-una-stanza-con-computer-e-persone-sul-lavoro-di-maneggiarli-e-registrare-e-leggere-le-informazioni-ibm-system-360-con-un-unita-a-nastro-magnetico-ibm-di-generazione-2402-2nd-in-uso-dove-il-nastro-contenente-informazioni-viene-letto-o-immesso-foto-scattata-1965-kristoffersson-ref-dy126-12-2jfg1ea.jpg


I tecnici ci spiegarono e mostrarono anche i lettori di schede perforate, che erano ancora in esercizio per far girare alcuni vecchi programmi in attesa di migrazione ai nuovi sistemi. Ma ci dissero che i nostri magnetici erano anch'essi prossimi alla pensione, in quanto stavano venendo sostituiti dai "dischi rigidi", ovvero si stava passando dall'accesso sequenziale a quello casuale, con incredibili miglioramenti nelle performance. La capacità era molto ridotta perché dai 500 MB di un nastro (sì, 500 Mega ...) si passava ai 60-80 MB di un'unità a dischi multipli, ma la velocità di accesso e processamento era incredibilmente superiore. Per unità a dischi intendo una roba come vedi qua sotto, protetta da una specie di coperchio trasparente che si inseriva in un mobiletto

disco-fisso.jpg
upload_2023-6-7_0-40-28.png


E nel contempo ci avvisava che era in arrivo un'ulteriore rivoluzione, anche se loro come centro di calcolo, dovendo garantire la massima affidabilità, non potevano adottare da subito i nuovi sistemi di archiviazione (dischi rigidi sigillati, praticamente quelli che tutti abbiamo utilizzato fino a qualche anno fa, quando siamo passati gli SSD)

Considera che il più scrauso degli smartphone attuali ha una capacità di storage 1.000 volte superiore a quel mobiletto sopra esposto, con le dimensioni del chip di memoria pari a quelle di un piccolo francobollo, e che lo stesso smartphone, dalle dimissioni comparabili al solo tastierino di comando dell'unità storage sopra indicata, ha una potenza di calcolo migliaia di volte superiore a quella del menzionato centro di calcolo dell'epoca, che occupava un intero piano di un edificio per diverse centinaia di metri quadri e richiedeva oltre una dozzina di persone per la sua gestione
 
Ultima modifica:
Mi ricordo distintamente ancora a metà anni novanta di una macchina Bull soprannominata "lavatrice" dove per cambiare la gestione della contabilità da un anno all'altro si doveva estrarre il disco rigido e sostituirlo. Il corpo macchina era delle dimensioni appunto di una lavabiancheria, dove al posto dell'oblò si infilava il carrello col disco...
 
Con l'estrema miniaturizzazione dell'elettronica, non so se esistano più schede riparabili come lo erano quelle degli anni '70/80
Ad esempio, qui sotto la parte elettronica di un alimentatore di quegli
qualche volta mi chiedo se i trasformatori, per intenderci con primario e secondario, si usano ancora. Al momento vedo solo alimentatori switching, almeno così mi sembra si chiamino...
 
Oggi le schede elettroniche sono più o meno così, e la sostituzione dell'eventuale IC guasto (sempre che lo si individui al primo colpo) è decisamente più costosa della sostituzione dell'intera scheda, anche perché più che IC abbiamo microprocessori programmati ad hoc

scheda-elettronica-moderna-con-microchip-e-parti-elettroniche-in-primo-piano.jpg



Senza contare che in molti casi le schede elettroniche, vuoi per questioni di tutela della proprietà intellettuale, vuoi per resistere a condizioni do lavoro difficili, vengono sigillate
Potting-schede-elettroniche-Picotek-Mirandola.jpg
Grazie per la tua risposta, immaginavo quello che hai scritto, però sarebbe bello riuscire ad aggiustare e non buttare, in un futuro spero ci sia più consapevolezza, in tutti gli ambiti non solo nell'elettronica. Vedo che le persone tendono a buttare via solo per avere il "nuovo", è bello avere sempre l'ultimo prodotto, ma a me sembra assurdo.
 
Non penso proprio che questo possa essere il campo dove la mano di un buon tecnico può fare qualcosa, lavoro nel campo elettrico da 30 anni e quando ho iniziato si riusciva a sostituire sulle schede non troppo complesse il componente che era guasto, ora è praticamente impossibile, non solo perché è diventato tutto piccolissimo (e io ho 30 anni in più con relativo calo alla vista) ma perché non si riesce ad individuare con certezza quale particolare va sostituito. Ecco quindi che alcuni laboratori altamente specializzati possono fare ancora qualcosa però col rischio che magari non venga ripristinata l’affidabilità originale con le problematiche che ne conseguono. La volontà di ridurre gli sprechi in questo campo la vedo poco attuabile anche per i motivi che ti ho detto sopra. C’è di buono che la capacità di realizzare integrati complessi che assolvono a più funzioni contemporaneamente va a ridurre almeno parzialmente lo spreco di materiali nobili anche se i costi di produzione conseguenti la complessità ne risentono.
 
in tutti gli ambiti non solo nell'elettronica.
ecco, fuori dall'elettronica più complessa [e compressa] credo ci siano moltissimi ambiti dove con una costruzione votata alla riparabilità si potrebbe fare molto: specie nell'automotive.
Basta vedere i fari, sempre più complessi e sempre più pezzo unico
 
Se poi i cinesi chiudono le centraline con viti particolari, per aprirle occorrono attrezzi non in vendita, o "sventri" la centralina o devi rivolgerti all'assistenza, anche per un semplice spremiagrumi (che non hanno ancora imparato a fare o, furbescamente, si tratta di obsolescenza programmata)
 
Come mi ha insegnato un formatore durante un corso di manutenzione, le viti diciamo strane, hanno anche lo scopo di evitare che un improvvisato manutentore possa mettere le mani dentro un dispositivo elettrico senza avere le conoscenze specifiche e che magari, in caso di infortunio, possa creare guai al costruttore stesso.
 
Come mi ha insegnato un formatore durante un corso di manutenzione, le viti diciamo strane, hanno anche lo scopo di evitare che un improvvisato manutentore
e anche perchè così si va nei centri specializzati, pur essendo in grado di farlo, a meno che non convenga buttare via tutto, visti i prezzi...
 

Guide

  • Dossier Auto Usate

    I programmi ufficiali delle case - Come smacherare i trucchi - Che cosa controllare ...
  • Problemi con l'auto

    Avviamento - Climatizzazione - Freni - Frizione - Interni - Luce - Rumori auto - ...
  • Revisione

    La revisione periodica - Costi e sanzioni
  • Patenti Speciali

    Il centro protesi INAIL - Guida - Acquisto - Traposto - Domande frequenti
Back
Alto