<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Crash test Rav-4 2006: le verità &#34;nascoste&#34; | Il Forum di Quattroruote

Crash test Rav-4 2006: le verità &#34;nascoste&#34;

è di questi giorni il polverone sollevato sui richiami che coinvolgeranno migliaia di Toyota per difetti potenzialmente pericolosi ai freni e all'acceleratore. Purtroppo tutte queste attenzioni non sono state riservate alle migliaia di rav-4, tra cui la mia, tra le prime prodotte nella versione 2006.
La sintesi della questione la lascio ad una nota pubblicata sul sito di quattroruote nel 2006, relativamente al crash test euroNCAP, che sarà sicuramente sfuggita ai più:

"Nella "RAV4" si sono gonfiati in ritardo gli airbag frontali perché all'inizio del violento impatto si è strappato un cavetto di un sensore. La Toyota ha modificato il percorso del cavo e ripetuto il test con una vettura aggiornata, nella quale gli airbag si sono attivati correttamente. Tuttavia, i tecnici EuroNCAP hanno notato che anche con la nuova soluzione costruttiva il cavo si era danneggiato nell'impatto. La Toyota, tra l'altro, ha dichiarato che non procederà al richiamo delle prime "RAV4" per aggiornarne il cablaggio. Non ci sono più i giapponesi di una volta."

Se volete sapere se la vostra rav 4 è tra quelle difettose, potete vedere sul sito euroNCAP i numeri di telaio a partire dai quali il giudizio del test (corretto e addolcito per Toyota) è valido...
 
genova2010 ha scritto:
è di questi giorni il polverone sollevato sui richiami che coinvolgeranno migliaia di Toyota per difetti potenzialmente pericolosi ai freni e all'acceleratore. Purtroppo tutte queste attenzioni non sono state riservate alle migliaia di rav-4, tra cui la mia, tra le prime prodotte nella versione 2006.
La sintesi della questione la lascio ad una nota pubblicata sul sito di quattroruote nel 2006, relativamente al crash test euroNCAP, che sarà sicuramente sfuggita ai più:

"Nella "RAV4" si sono gonfiati in ritardo gli airbag frontali perché all'inizio del violento impatto si è strappato un cavetto di un sensore. La Toyota ha modificato il percorso del cavo e ripetuto il test con una vettura aggiornata, nella quale gli airbag si sono attivati correttamente. Tuttavia, i tecnici EuroNCAP hanno notato che anche con la nuova soluzione costruttiva il cavo si era danneggiato nell'impatto. La Toyota, tra l'altro, ha dichiarato che non procederà al richiamo delle prime "RAV4" per aggiornarne il cablaggio. Non ci sono più i giapponesi di una volta."

Se volete sapere se la vostra rav 4 è tra quelle difettose, potete vedere sul sito euroNCAP i numeri di telaio a partire dai quali il giudizio del test (corretto e addolcito per Toyota) è valido...

Sempre peggio, ormai non c'è più limite alle porcherie che ha fatto/fa toyota, primi costruttori al mondo e primi anche nell'inganno...
Più leggo in internet più scopro porcherie fatte dai jap, mi domando perchè nessuno ha denunciato prima queste cose...
 
In internet se ne leggono tante, spesso distorte e talvolta disinformate.
Non conosco questa vicenda perciò non mi esprimo sul particolare. Mi esprimo però sul fatto che a fronte di un difetto divenuto evidente a tutti anche quando si manifesta un unica volta nessuno cerca una evidenza tecnica per affermare con certezza che una scelta progettuale si tramuti in un problema di sicurezza esteso a tutti.
Ormai è consuetudine dare sentenze senza conoscere esattamente la verità dimostrata e dimostrabile.
 
Rispondo a G5, di cui condivido l'opinione sull'opportunità di informarsi prima di esprimere giudizi, specialmente su aspetti tecnici che, in teoria, dovrebbero essere indiscutibili perchè supportati dall'evidenza dei fatti.
L'evidenza dei fatti, nel caso specifico, era data dalla scarna nota ufficiale espressa dall'euroNCAP (in lingua inglese) sul proprio sito internet che descriveva i risultati dei crash test da loro eseguiti sulla Rav-4 2006, la cui sintesi è quella fornita da Quattroruote nel 2006 e da me riportata.
Ovviamente a suo tempo cercai di avere più informazioni, contattando direttamente euroNCAP, ma non ottenni risposta sui dettagli dei danni subiti dal cavo del sensore d'urto in oggetto.
Allora contattai Toyota Italia, sede di Roma, che mi confermò l'effettivo ritardo di apertura degli airbag sui primi modelli di Rav-4 commercializzati e testati da euroNCAP, e mi confermarono l'intenzione di non eseguire il richiamo perchè euroNCAP non è un ente riconosciuto da Toyota! (testuali parole dell'addetto che mi passarono al telefono).
Mi rivolsi allora al responsabile di officina del concessionario, il quale non seppe riferirmi dell'esistenza delle due differenti versioni dei cablaggi dei sensori d'urto (versione difettosa e versione aggiornata); mi disse che i sensori e i cablaggi, nelle auto incidentate, vengono sostituiti e rimessi semplicemente nello stesso posto da cui sono state tolte.... l'ordine del pezzo da sostituire avviene inoltre per via telematica attraverso un codice che si riferisce ad un (evidentemente unico) schema elettrico presente in officina per ogni modello.
Chiesi anche al direttore di Quattroruote di fare luce su quest'aspetto di evidente scorrettezza nei confronti di acquirenti ignari che non pensavano di acquistare un prototipo: anche da Quattroruote nessuna risposta. Evidentemente Toyota paga molto bene le sue pubblicità sulla rivista.
Lasciai perdere. L'alternativa sarebbe stata intentare causa a Toyota.
 
Allego le note dell'euroNCAP e di quattroruote:

http://www.euroncap.com/tests/toyota_rav4_2006/258.aspx

vedere: "Comments: front impact"

http://www.quattroruote.it/sicurezza/index.cfm?codice=58353
 
Il problema è che l'Ncap non è un ente certificatore perciò il giudizio tecnico ha un valore fine a se stesso. L'omologa dei veicoli non passa dall'Ncap ma passa attraverso i test che le case eseguono mediante il protocollo loro imposto dalle norme dei paesi cui importeranno il prodotto. Per un produttore, il test ncap, al limite può essere una buona o una cattiva pubblicità ma niente più.
È per questa ragione che al di la del risultato di un test nutro dubbi sulla necessità tecnica di dover ogni volta richiedere l'intervento di una casa madre perché un qualsiasi ufficio ha rilevato che ......... Se parliamo di opportunità concordo con voi ma se parliamo di necessità il discorso cambia e va verificato puntualmente senza moralismi o partigianerie.
 
Purtroppo euroNCAP non è un "un qualsiasi ufficio", come dice G5, bensì un ufficioso e reale punto di riferimento per la sicurezza passiva delle auto di tutta europa, sia per i produttori che per i guidatori. I guidatori spesso scelgono le proprie vetture sulla base dei risultati di euroNCAP; le case automobilistiche SEMPRE producono per soddisfare tali test, che rappresentano buona (e quasi mai cattiva) pubblicità.
Come spesso ribadito su Quattroruote, che è l'unica testata automobilistica italiana "autorevole", i requisiti imposti dai paesi importatori alle case automobilistiche per omologare un nuovo modello sono assai poco restrittivi e qualificanti, rispetto alle reali necessità di protezione passiva dei passeggeri.
Penso che G5, al di là del suo rigore logico e della sua correttezza, che apprezzo perchè non sono comuni, manifesterebbe un maggiore senso critico verso un protocollo di omologazione del Ministero dei Trasporti, se a sedere su un'auto potenzialmente difettosa fosse lui o le persone più care che ha...
Lo stesso concetto di sicurezza passiva è per sua definizione aleatorio, discutibile, soggetto a mille variabili oggettive e soggettive: ciò che a me premeva portare a conoscenza degli utenti di questo forum è la "questione morale" che Toyota in questa occasione secondo me ha dimostrato di trascurare, smentendo i principi di qualità e trasparenza che viceversa pubblicizza.
 
Il punto è che il mio metodo di ragionamento comprende che si può sempre migliorare uno standard ma mi viene difficile pensare a livelli assolutistici nel senso che anche ottenendo un risultato strabiliante lo si potrebbe essere ottenuto senz'altro migliore. In questa logica ritengo che la norma debba indicare un minimo sotto il quale non si può scendere ma si deve solo migliorare.
È in questa logica che ogni produzione si muove. Sono un Professionista del settore edile. Nei miei progetti tengo conto di ciò che dice la legge ma questa mi indica solo i requisiti minimi nessun altro. Quando progetto un fabbricato faccio i miei conti e vedo quale tecnologia adottare per rispondere alle norme e ove possibile fare anche meglio. Francamente non mi sento in colpa quando lavoro nel rispetto dei minimi di legge. So che potevo fare di meglio ma non ne ricorreva il caso. Altri Professionisti, magari avrebbero operato scelte diverse privilegiando taluni aspetti a scapito di altri cosa che invero ho fatto pure io. Diventa difficile stabilire se la mia scelta sia peggiore o migliore di quella che avrebbe operato un altra persona.
È in questa logica che secondo me si muove una grande azienda. La questione morale è importante e conosco bene il suo valore ma spesso mi sono domandato se la mia morale non contrasti con quella comune o seppure tutte le morali, nel loro contesto, non siano altrettanto valide della mia. Voglio dire, il senso morale, è diverso di per se tra persona e persona, su grandi temi si può trovare una sorta di morale che accomuni i più ma non necessariamente questa morale comune è quella "giusta" o "equilibrata".
Credo che Toyota per mettere a tacere le voci più disparate sia anche troppo interventista verso i clienti generando di fatto un effetto contrario nella visione collettiva.
Riguardo l'Ncap, ribadisco ciò che ho scritto sopra. La valenza che può avere è al limite quello di buona o cattiva pubblicità. Se poi, per comodità qualcuno (produttore, etc) ritiene di attribuirne un diverso valore è libero di farlo ma questo non determina un immediato risvolto tecnico o legale.
Il mio senso critico verso i protocolli di omologazione è attivissimo ma fin tanto che le norme stanno così non vedo come discutere diversamente. Possiamo mica pensare che sia un produttore a farsi carico di stabilire se la legge è giusta o sbagliata. Lui la applica.
Dovremmo semmai batterci affinché le norme siano più dimensionate alla contemporaneità. Questo si che sarebbe da fare.
 
Comprendo le argomentazioni di G5 riguardo il limite che il concetto di sicurezza necessariamente deve avere, essendo essa sempre perfettibile, ed essendo sempre in relazione a dei costi che si rendono necessari per garantirla. Sono laureando in ingegneria civile, e ci hanno insegnato che in ambito progettuale il concetto di "rischio accettabile" (tale cioè che si coniughi un livello accettabile di sicurezza con la probabilità che avvenga un incidente statisticamente prevedibile) è una realtà a cui non ci si può sottrarre. La solita questione di costi-benefici.
Però rinnovo il mio scetticismo verso protocolli di omologazione che persone più ferrate di me in ambito motoristico hanno definito inadeguati a garantire la sicurezza degli occupanti di veicoli soggetti ad incidente. Purtroppo siamo in Italia, e dice bene G5 quando afferma che è necessario pretendere un adeguamento delle norme tecniche alle nuove conoscenze scientifiche. Prova ne sia che anche le norme tecniche per le costruzioni edili hanno, in questi anni, subito una drastica revisione, specialmente per quel che riguarda l'antisismica, che ha previsto tra l'altro un approccio rischio-sicurezza non più deterministico, bensì probabilistico. Il tutto in seguito ad eventi luttuosi (crollo di una scuola in seguito a sisma). Ripeto: siamo in Italia e le leggi, anzichè prevenire la realtà, spesso si limitano a seguirla a ruota, adeguandosi all'evidenza di fatti spesso anche molto gravi.
E' proprio qui che entra in gioco la "morale comune": è un dato di fatto che le leggi non ci tutelano, però tale morale impone, in questo caso ai produttori di auto, che i loro prodotti rispettino standard di sicurezza ben superiori di quelli previsti da un burocrate ministeriale, che magari ha scritto le norme una decina di anni fa. Fortunatamente tale "senso comune", che fa guardare alla sicurezza come ad un aspetto inviolabile, riesce ad influenzare le scelte delle case automobilistiche, che hanno tutto l'interesse a soddisfare tale tacito rapporto di fiducia con i propri acquirenti.
E qui si torna a Toyota, che nel 2006 pubblicizzava la Rav-4 come auto sicura, DOTATA DI AIRBAG: un peccato (forse una TRUFFA) scoprire che alcune migliaia di questi airbag SI APRONO IN RITARDO per difetti noti al produttore.
La responsabilità di Toyota non sta nel non aver rispettato protocolli ministeriali, ma nel non avere rispettato le garanzie e le dotazioni in base alle quali migliaia di acquirenti hanno deciso di firmare un contratto...
 
Apprezzo molto il tuo "stile". La risposta che di getto ti darei mi spingerebbe troppo a fare accademia e ad entrare nel gioco del è nato prima l'uovo o la gallina. Siccome, però, qui (forum pubblico) dobbiamo discutere "diversamente" senza sottostare a nessuna accademica discussione o peggio a seguire i cavilli burocratici preferisco appoggiare la tua posizione che svilupparne un'altra. Preciso comunque che la tua idea, ancorché condivisibile, non soddisfa appieno il mio modo di intendere le cose ma, poiché il rischio di alzare polvere senza risultato alcuno è elevato, mi associo a te.
 

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