Ora anche in home page si ricorda la ricorrenza :
http://www.quattroruote.it/news/eve...stra_celebra_i_30_anni_della_33_stradale.html
Potenza smisurata. Entro un telaio con una struttura mista di tubi di acciaio e lamierati di magnesio (leggero, ma costosissimo) trovava posto un 8 cilindri a V di 90° di 2 litri progettato da Giuseppe Busso (e successivamente sviluppato da Carlo Chiti) e costruito utilizzando alluminio e magnesio. Si caratterizzava per albero motore piatto, doppia accensione, iniezione meccanica e distribuzione bialbero con quattro catene agenti su due valvole per ogni cilindro. Al banco forniva una potenza nell’ordine di 230 CV a 8.800 giri (contro i 270 del motore da competizione), un valore smisurato per l’epoca. Il propulsore era abbinato a un cambio meccanico a 6 marce e, naturalmente, ruote motrici posteriori.
Stile di Franco Scaglione. Per la realizzazione della carrozzeria – affidata alla Marazzi di Caronno Pertusella (tra Milano e Saronno) – l’Alfa Romeo guardò alla matita di Franco Scaglione. Il designer fiorentino, apprezzato creatore di design straordinari, soprattutto per la Bertone, realizzò una forma straordinaria, con caratteristiche inneggianti al misticismo. Fu, peraltro, la prima automobile stradale con porte ad apertura a farfalla, soave chiave di volta che andava a coronare un progetto stilistico dotato di un fascino senza paragoni, una vera opera d’arte in movimento. Con un peso nell’ordine di appena 700 kg, la 33 Stradale poteva volare sullo 0-100 in poco più di 5 secondi ed era capace di raggiungere 260 km/h. Si racconta comunque che, a causa della totale costruzione artigianale, le prestazioni fossero leggermente differenti tra un esemplare e un altro.