Con le Citroën è stato amore a prima vista. Sono sempre state ai miei occhi sfrontate nel loro ardire, nelle loro soluzioni stilistiche o tecniche sempre fuori dagli schemi, senza mezze misure?o le amavi o le odiavi. La Gs, la CX e le DS erano proprio un?altra cosa rispetto alle altre automobili, la SM, poi, sembrava una navicella con le ruote, un manifesto di futurismo automobilistico.
Non erano perfette, in qualche caso inaffidabili agli occhi dei detrattori, in realtà erano qualcosa più di un elettrodomestico, avevano un pizzico di anima che pretendeva amore, attenzione. Quando ho raggiunto la mia indipendenza economica nei primi anni 90 ho smesso di sognare e le ho comprate, tutte rigorosamente idropneumatiche: BX, Xantia, C5 break, C5 Tourer?Non me ne sono mai pentito, i chilometri scorrevano e scorrono tuttora lisci, anzi decisamente affidabili, decisamente affascinanti.
Non credo, e spero, di non avere necessità di cambiare la mia attuale C5 nell?immediato ma ho paura che, quando risulterà necessario, troverò più difficile rinnovare il mio atto di fedeltà venticinquennale?
Di sospensioni idropneumatiche all?orizzonte non ne vedo più, la razionalizzazione delle gamme fra Peugeot e Citroën sembra sfavorire quest?ultima nel segmento medio superiore?ma il colpo di grazia mi è stato inferto con il distacco della ?costola? DS, in nome di una moderna tendenza di marketing che osanna i marchi ?premium??d?accordo, fatelo in Cina, se volete, ma qui, in Europa, con tutta la sessantennale storia della DS?è un suicidio, ai miei occhi.
Ds è Citroën non è una cosa diversa da Citroën, gli Chevron stanno alla Ds come l?aria ai polmoni, è un brand nel brand ma non ha senso dargli una vita autonoma?la 500 è un brand nel brand Fiat, la Golf è un brand nel brand Volkswagen ma, loro, si son guardati bene dallo sganciarli.
Togliete la scritta Citroën se volete ma gli Chevron devono restare lì, discreti ma presenti, proprio come sulla prima Dea.
Non erano perfette, in qualche caso inaffidabili agli occhi dei detrattori, in realtà erano qualcosa più di un elettrodomestico, avevano un pizzico di anima che pretendeva amore, attenzione. Quando ho raggiunto la mia indipendenza economica nei primi anni 90 ho smesso di sognare e le ho comprate, tutte rigorosamente idropneumatiche: BX, Xantia, C5 break, C5 Tourer?Non me ne sono mai pentito, i chilometri scorrevano e scorrono tuttora lisci, anzi decisamente affidabili, decisamente affascinanti.
Non credo, e spero, di non avere necessità di cambiare la mia attuale C5 nell?immediato ma ho paura che, quando risulterà necessario, troverò più difficile rinnovare il mio atto di fedeltà venticinquennale?
Di sospensioni idropneumatiche all?orizzonte non ne vedo più, la razionalizzazione delle gamme fra Peugeot e Citroën sembra sfavorire quest?ultima nel segmento medio superiore?ma il colpo di grazia mi è stato inferto con il distacco della ?costola? DS, in nome di una moderna tendenza di marketing che osanna i marchi ?premium??d?accordo, fatelo in Cina, se volete, ma qui, in Europa, con tutta la sessantennale storia della DS?è un suicidio, ai miei occhi.
Ds è Citroën non è una cosa diversa da Citroën, gli Chevron stanno alla Ds come l?aria ai polmoni, è un brand nel brand ma non ha senso dargli una vita autonoma?la 500 è un brand nel brand Fiat, la Golf è un brand nel brand Volkswagen ma, loro, si son guardati bene dallo sganciarli.
Togliete la scritta Citroën se volete ma gli Chevron devono restare lì, discreti ma presenti, proprio come sulla prima Dea.